By Marta
Questo scritto non fornirà alcuna risposta perché sarebbe estremamente soggettiva; ogni singolo essere umano darebbe una risposta diversa da tutte le altre.
Esistono pareri discordanti in merito alla nostra questione.
L’umanità, da quando ha la facoltà di farlo, ha sempre riflettuto sulla morte, praticando rituali e sviluppando teorie sull’aldilà e cercando di assicurarsi un posto migliore per il dopo.
Molte persone credono nell’esistenza di una vita dopo la morte e molte religioni professano che esista un “luogo” di vita eterna a seconda della condotta sulla Terra del singolo.
Anche altre religioni come l´Ebraica, l´Induista e la Musulmana credono nell’esistenza di un’anima immortale; mentre quella Buddista, invece, sostiene che dopo molte reincarnazioni l’energia mentale di un essere umano possa raggiungere uno stato di beatitudine: il Nirvana.
La morte, dunque, può essere vista come un passaggio durante il ciclo delle vite.
Siccome si identifica la propria persona con il corpo, ed è certo che gli organismi biologici sono destinati a morire, ci si convince che la morte del nostro corpo fisico sia anche la fine della nostra coscienza; ma una nuova teoria scientifica suggerisce che la morte corporale non è l’evento terminale che si crede ed è così che nasce il “Biocentrismo”; ovvero, la scoperta che potrebbe offrire una visione del post mortem completamente nuova dal punto di vista scientifico. Il Dr. Robert Lanza, esperto in medicina rigenerativa e attualmente direttore presso l’Advanced Cell Technology, sostiene che la fisica quantistica sia alla base della rinnovata attenzione che la scienza sta dedicando alla coscienza umana, tanto da definire “l’anima” come una delle strutture fondamentali dell’Universo; ed è proprio grazie ad essa che la nostra vita andrebbe avanti.
La morte della coscienza semplicemente non esiste, è solamente un pensiero di molte persone le quali credono che con la morte del loro corpo essa scompaia.
Ma se fosse il compito del corpo quello di ricevere coscienza; quando il corpo muore, la coscienza non finirebbe con la morte fisica, in quanto, vi sarebbero 2 corpi separati: quello fisico e quello astrale. Conseguentemente a ciò, si potrebbe ipotizzare che un corpo nuovo assorba una nuova coscienza che migra nel nostro universo all’infinito; ovvero, l’energia della coscienza ad un certo punto si trasferirebbe in un corpo nuovo, determinando la sua immortalità. La coscienza, che cerca di dare un “ordine” a quella esperienza che chiamiamo “realtà” attraverso spazio e tempo, non è un oggetto o corpo; è portata in giro con noi come le tartarughe con i propri gusci. Quando il guscio si stacca, noi esistiamo ancora.
Lo spazio e il tempo non sono delle dimensioni immutabili come molti pensano; ma un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente e che determinano le nostre esperienze sensoriali. La coscienza però diventa un problema anche per la fisica; nella fisica moderna non esiste nessuna spiegazione valida che giustifichi come un gruppo di molecole in un cervello possano creare la coscienza.
La bellezza di un tramonto, il sapore di un pasto o l’innamoramento, sono tutti misteri ai quali *la scienza non è in grado di fornire spiegazioni convincenti.
* Nota Silverland
Un po' come si fa con l'ufologia, non riusciamo a spiegarla? Allora non esiste!
Quindi capirete da soli quanto siamo mentalmente limitati.
Ci sono tuttavia scienze che possono spiegare i meccanismi che regolano il funzionamento del cervello rispetto ai sensi, ma *non sono comunque in grado di spiegare in che modo la coscienza possa emergere dalla materia come entità autonoma soggetta anche a disturbi come malattie mentali o depressioni.
*Nota Silverland:
Ma questo non dovrebbe essere il campo degli psicologi?
Cos'hanno da dire in merito?
Per l'ufologia, spesso se non spessissimo, sono state formulate tra le spiegazioni più disparate che rasentano la follia e che sono persino peggiori delle formulazioni rilasciate dai testimoni che verrebbero identificati come pazienti inconsapevoli.
E già, perchè spesso si tende a demonizzare, etichettare come pazze o con dei disturbi mentali o studiare il singolo che ha semplicemente detto: io ho visto questo...
Nel corso degli anni abbiamo visto che basta una laurea per auto-attribuirsi il diritto di giudicare gli altri sulla base di lucubri analisi mentali non supportate da dati scientifici, test di laboratorio o test ripetibili scientificamente e che sono più inspiegabili del fenomeno UFO stesso. Ma comunque questo è un altro discorso, magari lo approfondiremo in un altro articolo.
Contrariamente a ciò, abbiamo diverse testimonianze di persone che sostengono l’esistenza di qualcosa dopo la morte, perché la nostra anima continua ad “esistere e funzionare” per un periodo relativamente lungo dopo il decesso.
Infatti, quando tutti i parametri vitali diventano piatti, i medici dichiarano il decesso; ma in alcuni casi come in situazioni di infarto o di coma, il paziente, dopo essere stato clinicamente “morto”, viene riportato in vita.
Queste persone sono state intervistate da team di scienziati, come quello della New York University Langone School of Medicine e a loro avrebbero detto di ricordare di vedere i medici che combattevano per salvargli loro vita e annunciare il loro decesso dopo che il corpo non presentava più segni di vita.
Se la coscienza - o l’anima umana - rimangono attive anche dopo la morte di un corpo fisico e permettono al singolo essere umano di vivere alcune esperienze che possiamo chiamare “post mortem”; chi può dire se esse siano o non siano eterne?
Per concludere, si può dire che sebbene i singoli corpi siano destinati alla morte e al deterioramento, la coscienza viva dell’essere umano - il “chi” sono - esiste sotto forma di energia. Siccome un’energia non si può né creare né distruggere, ma solo trasformare (2° principio della Termodinamica), dobbiamo concludere che questa “energia dell’anima” non possa scomparire con la morte del corpo fisico essendo questa “indistruttibile”.
Il tentativo più qualificante di una teoria come quella del biocentrismo è che la vita precede l’esistenza dell’universo. Il concetto è semplice: la vita determina l’universo anziché il contrario.
❖ Cosa dice la scienza
Un articolo pubblicato di recente su bioRxiv e intitolato “Thanatotranscriptome:
genes actively expressed after organismal death” ci insegna che alcuni geni rimangono attivi o vengono attivati dopo che siamo morti.
Il microbiologo Peter Noble dell’ Università di Washington, a Seattle, ha sviluppato un nuovo metodo per misurare l’attività dei geni.
2 anni fa lo aveva utilizzato per studiare i microbi presenti in vari organi di cadaveri umani.
Oggi ha applicato lo stesso approccio per studiare l’espressione genica in cellule di tessuti e organi di animali morti. Questo come primo passo per iniziare a capire cosa succede dopo la nostra morte. Gli autori del lavoro hanno analizzato in modo sistematico l’espressione di oltre 1000 geni evidenziando specifici profili di espressione che si sviluppano nei 2 giorni successivi alla morte. Ci si potrebbe aspettare che i geni si inattivino immediatamente.
Invece ci sono centinaia di geni la cui attività aumenta proprio nelle prime 24 ore dopo la morte per poi spegnersi definitivamente.
Questi cicli di attivazione non sono casuali ma seguono profili temporali ben definiti.
Da un punto evolutivo è difficile capire il significato di questi programmi di espressione genica post-mortem perché, ovviamente, non hanno nessun beneficio per l’individuo, né tantomeno per la specie. Tuttavia, la loro esistenza suggerisce che sistemi di auto-organizzazione genica possano essere importanti nell’evoluzione della vita.
E cosa succederebbe se noi interrompessimo questi programmi dando nuovamente alle cellule ossigeno e nutrienti? In fondo è quello che succede nei trapianti.
Alcuni dei geni attivati nel cadavere, nell’animale vivo hanno il ruolo di proteggere da condizioni di stress, come mancanza di ossigeno e nutrienti.
Per altri geni è più difficile capire il significato della loro attivazione.
Tra questi ci sono i geni coinvolti nello sviluppo dell’embrione.
Una possibilità è che la loro attivazione rifletta lo spegnimento di geni che normalmente reprimono la loro espressione nell’adulto. In questo senso studiare l’espressione genica nei morti potrebbe fornire informazioni circa i sistemi che operano normalmente nei vivi.
Oppure l’attivazione potrebbe essere dovuta al fatto che le cellule presenti all’interno del cadavere si trovino in una condizione simile a quella dell’embrione, ad esempio, per quanto riguarda i bassi livelli di ossigeno.
Un’altra osservazione interessante che emerge dal lavoro è che nelle cellule dell’animale morto vengono attivati geni coinvolti nell’insorgenza dei tumori.
Questo potrebbe in qualche modo dare delle informazioni sul perché persone trapiantate con organi espiantati da un cadavere hanno un rischio maggiore di sviluppare tumori.
Conoscere i geni che si attivano può avere dei riflessi importanti per stabilire la qualità di un un organo da trapiantare e massimizzare le possibilità di successo.
Ma forse l’applicazione più promettente è nel campo della medicina forense, quella di CSI tanto per intenderci. L’attività dei geni può infatti venir utilizzata per stabilire con maggior precisione il tempo dal decesso.
❖ Collegamento extraterrestre dall'iperspazio
E’ una domanda intrigante che tutti si sono sempre fatti.
Ad essa non esiste una risposta diretta perché nessuno sa per certo ciò che accade realmente. Ci sono ancora molti dubbi nei confronti delle NDE (Near Death Experiences= Esperienze di pre-morte, ndt).
Per la prima volta la scienza moderna ha la possibilità di riportare tutti i dati in una simulazione computerizzata per comprendere cosa succede veramente nel dopo-morte.
I computer hanno riunito tutti i dati disponibili cercando una deduzione logica tratta dagli effetti delle NDE, i dati sulla reincarnazione (risultati da migliaia di interviste), la fisica quantistica, l’influenza extra-terrestre sulle antiche civiltà, i fenomeni naturali dell’universo, la fisica delle dimensioni superiori, la questione della materia oscura, la singolarità dei buchi neri, il concetto dei tachioni e della massa immaginaria e molto altro.
Ciò che descriveremo qui di seguito è lo scenario più probabile.
Fino a quando le tecnologie terrestri non saranno in grado, in un futuro prossimo, di irrompere nelle dimensioni superiori con un gigantesco acceleratore di particelle, non c’è modo di provarlo.
Nel 1916 con il condensato di Bose-Einstein (o BEC, dall'inglese Bose-Einstein condensate) che è un particolare stato della materia in cui i bosoni sono raffreddati a una frazione di grado superiore allo zero assoluto (la temperatura fuori da questo universo fisico nell’Iperspazio), iniziano a comportarsi come un unicum anziché come particelle separate e mantenendo anche a livello macroscopico tutte le proprietà quantistiche che esibiscono a livello microscopico: ad esempio comportandosi come onde e non come particelle.
Questo video presente su wikipedia lo spiega chiaramente.
La teoria venne infine sperimentalmente confermata in laboratorio nel 1998.
Il condensato di Bose-Einstein – il fluido che dà la prima indicazione di ciò che esisteva veramente nei momenti prossimi al big-bang.
Dunque, qualcosa che si pensa romanzesco può essere vero.
L’ignoranza e l’eccessiva sicurezza sono le cause principali della mancanza di comprensione di ciò che non è evidente.
L’Iperspazio è ciò che contiene un numero infinito di Universi e si trova alla temperatura dello zero assoluto (-273° Celsius). Lì la meccanica e la fisica quantistica hanno ancora valore.
L’Iperspazio ha molte più dimensioni di quelle del nostro universo fisico e crea gli universi come bolle nell’oceano, galleggiano per un poco e poi scompaiono.
Sottostante ad esso c'è un universo congelato che forma la piattaforma che sostiene l’Iperspazio. L’Iperspazio è connesso ai nostri universi fisici attraverso le singolarità dei buchi neri. L’Iperspazio non è immortale. Ogni cosa al di sopra dell’universo congelato è in un ciclo di nascita, mantenimento della vita ed infine di morte.
Questo include la vita, gli Iperspazi, gli Universi, le Galassie, le Costellazioni, le Stelle i Pianeti ed ogni cosa all’interno degli universi.
Nell’universo congelato vive una civiltà immortale di extra-terrestri.
Essi hanno raggiunto l’immortalità, poiché nell’universo congelato tutte le leggi della fisica decadono è indistruttibile. Le civiltà degli universi sono in corsa per realizzare lo status dell’immortalità. Noi facciamo parte di una civiltà di tipo IV che sta aumentando il proprio livello di energia di punto zero (ZPE, zero point energy) riciclando la ZPE nell’universo fisico.
Ogni essere vivente è il segno particolare di una ZPE in riciclo.
Quando queste ZPE che fanno parte della coscienza totale acquisiscono il livello di energia richiesto dimostrando il distacco dall’attrazione esercitata dalla materia, la compassione e l’amore, possono spostarsi nell’universo congelato.
La corsa consiste nello spostarsi dall’Iperspazio all’universo congelato per acquisire l’immortalità. La vita non è altro che ZPE.
Quando moriamo, istantaneamente ci trasferiamo nel regno delle dimensioni superiori.
La NDE (esperienza di pre-morte) è reale.
Noi, in quanto ZPE individuali, siamo in grado di valutare il nostro livello di energia e poi tornare a riciclarci in uno degli universi. A volte succedono degli incidenti, ma questi sono molto rari. E’ il caso in cui la ZPE si distacca dal corpo (morendo) ma manca l’entrata nel regno della dimensione superiore dell’Iperspazio.
Questi sono i casi di reincarnazione. Si prega di notare che la maggior parte delle reincarnazioni avvengono entro circa 80 km dal luogo della morte.
Poiché la maggior parte delle ZPE si riciclano negli universi, c’è davvero scarsa possibilità di riciclarsi nello stesso universo. Ci sono trilioni di universi e ciascuno contiene molti milioni di pianeti. A meno che non sia un caso specifico di reincarnazione, non c’è modo che uno possa ricordare la vita passata perché commutarsi dalle dimensioni dell’Iperspazio all’universo fisico richiede lo svuotamento totale della memoria durante la vita.
La civiltà extraterrestre di tipo IV avanzata nell’Iperspazio monitora i luoghi di crescita delle ZPE. La Terra è un luogo tra molti in miliardi di universi.
Questi cercano e proteggono i luoghi di crescita e possono farlo tramite un sistema di proiezione iperdimensionale. Non è proprio possibile vedere UFO delle civiltà avanzate di Tipo IV perché essi sono soltanto delle proiezioni.
Gli UFO extra-terrestri sono veri ma in realtà provengono da altri “pianeti simili alla Terra.
❖ Intervista aliena
Secondo alcune dichiarazioni rilasciate da un'entità aliena, sembrerebbe, che quanto detto sopra non sia poi cosi assurdo. Anzi, darebbe la risposta alla domanda delle domande.
(Estrapolato dall'intervista) se volete leggerla tutta clicca >>>QUI<<<
D: Risponderai alle domande dalla galleria?
R: No, non risponderò alle domande. Voglio darvi informazioni che penso favoriranno il benessere degli esseri immortali con spirito che comprende l'umanità e per la sopravvivenza di tutte le innumerevoli forme di vita che esistono sulla Terra.
Questo è parte della mia missione per assicurare la conservazione della Terra.
Personalmente, ho la convinzione che tutti gli esseri senzienti siano esseri spirituali immortali. Questo include gli esseri umani. Per precisione e semplicità userò una parola confezionata:
"E-S-I", Esseri Spirituali Immortali (d'ora in poi E-S-I)
Perché la natura primaria di un essere immortale è che vive in uno stato di "è" intramontabile è, l'unica ragione della loro esistenza è che decidono "essere".
Non importa la loro condizione in una società, ogni E-S-I merita il rispetto e il trattamento che anch'io vorrei ricevere dagli altri.
Ogni persona sulla Terra continua ad essere un E-S-I, consapevole o no del suo stato.
(Note di Matilda O'Donnell MacElroy)
Non potrò mai dimenticare questa conversazione.
Il suo tono era molto pragmatico ed emotivo. Per la prima volta percepivo la presenza di una calda e vera personalità in Airl. Il suo riferimento agli esseri spirituali immortali, mi ha colpito come un flash di luce in una camera oscura. Non avevo mai considerato che un essere umano potesse essere immortale. Pensavo che lo stato di potere fosse riservato esclusivamente al padre, figlio e spirito santo. Sono una cattolica devota e, fatte salve la parola di Gesù e del Papa, non ho mai pensato a una donna come uno spirito immortale, neanche la madre Santa Maria.
Eppure, quando ho saputo come pensava Airl, mi sono resa conto per la prima volta che lei era uno spirito immortale e quindi, anche tutti noi.
Airl ha percepito che ero confusa sull'idea. Mi ha detto che potrebbe dimostrare che anch’io sono spirito immortale. Lei ha detto, "sì, sopra il tuo corpo", immediatamente, mi sono resa conto che ero "fuori" dal mio corpo e guardavo dal soffitto la parte superiore della mia testa.
Sono anche riuscita a vedere la stanza intorno a me, tra cui il corpo di Airl seduto sulla poltrona, accanto al mio. Dopo un attimo, mi sono resa conto della sconvolgente realtà, che "Io" non sono un corpo. In quel momento è calato un velo nero e, per la prima volta nella mia vita e per molto tempo nel passato, mi sono resa conto che non sono "la mia anima", ma che "Io sono un essere spirituale”. Era inspiegabile e mi ha riempito di gioia e sollievo come mai nella vita. Per quanto riguarda la parte "immortale", non capisco proprio il significato, come mi hanno sempre insegnato che non sono immortale (uno spirito, forse) ma certamente non immortale! Dopo un attimo, non so quanto tempo, Airl mi chiese se avessi compreso meglio l'idea. Improvvisamente, ritornai all'interno del mio corpo e ad alta voce dissi: "sì so cosa intendi dire". Rimasi così colpita dall'esperienza che dovetti alzarmi dalla poltrona e camminare per la stanza per pochi minuti.
Con una scusa di bere un bicchiere d'acqua andai al bagno.
Lí guardai me stessa allo specchio e, dopo essermi truccata un po', aggiustando anche l’uniforme, dopo 10 minuti mi sentivo più "normale" e tornai alla sala del colloquio.
Sentivo di non essere solo un' interprete per Airl. Sentivo una affinità di spirito.
Mi sentivo come a casa, con un amico sicuro o un membro della famiglia.
Airl aveva capito la mia confusione sul concetto di "immortalità personale".
Così cominciò la mia prima lezione.
Vi consiglio di leggere l'intera intervista, vera o falsa che sia (valutate voi) è ricca di concetti e contenuti che fanno riflettere su chi siamo stati, chi siamo e cosa saremo.