Waffle Rock: bizzarria geologica o residuo di una tecnologia di 250 milioni di anni fa?
Un gigantesco masso sulla riva occidentale del Jennings Randolph Lake continua a confondere ricercatori e visitatori. L'enigmatica conformazione reticolare impressa sul lato della roccia è una semplice bizzarria geologica, oppure il residuo di una tecnologia antica?
Il problema è che il masso risale a 250 milioni di anni fa!
È uno dei più grandi enigmi e ancora conosciuti dell’America e sono molti i motivi per cui la Waffle Rock è considerata un mistero. L’intricata rete di motivi geometrici è talmente regolare che risulta difficile credere che si tratti di un fenomeno naturale.
Se non si tratta di una struttura naturale, vorrebbe dire che la sua origine è da attribuire ad una civiltà antica in possesso di una sofisticata tecnologia sconosciuta.
Alcuni addirittura credono che la roccia mostri chiaramente i segni provocati da un’intensa radiazione lasciata dallo scavo di un velivolo spaziale atterrato sulla Terra eoni fa, o forse più
recentemente. Fatto sta, che, finché non ci sarà una risposta definitiva all’enigma, ognuno potrà immaginare la causa preferita.
La Waffle Rock si trova in Virginia, Stati Uniti, sulle sponde occidentali del Jennings Randolph Lake, posizionato sul piazzale di accesso dell’osservatorio del lago.
Il Jennings Randolph Lake è un bacino artificiale completato nel 1981 dall’U.S. Army Corps of Engineers come riserva d’emergenza d’acqua per la città di Washington, capitale degli Stati Uniti. La scoperta della roccia risale al 1984, riportata in un articolo della rivista Saturday Evening Post. La roccia venne soprannominata “waffle” a causa dello sconcertante motivo geometrico, molto simile ai segni lasciati dalla griglia utilizzata per cuocere le famose cialde, i waffle, appunto. Originariamente, il masso era completamente interrato, ma durante la realizzazione del lago si decise di innalzarne una parte per consentirne l’osservazione. Un piccolo pezzo della stessa roccia è anche in mostra presso l’Istituto Smithsonian di Storia Naturale di Washington.
Nel corso degli anni, l’origine della Waffle Rock è stata oggetto di numerose teorie.
Le speculazioni spaziano della traccia fossile della pelle di un rettile gigante, alla prova di viaggiatori spaziali in visita sulla Terra. Altri, soprattutto nella comunità scientifica, ritengono che la roccia sia una formazione geologica naturale.
Tuttavia, ammettono che tali formazioni sono piuttosto rare.
L’unica altra roccia conosciuta modellata in modo simile si trova sul lato orientale della Tea Creek Mountain, in Pocahontas County, West Virginia.
All’indomani della scoperta, dopo una prima analisi, il colonnello Martin W. Walsh Jr., del Corps of Engineers Commander, concluse che la roccia fosse di origine naturale, come riporta l’articolo del Saturday Evening Post del dicembre 1984.
Egli ipotizzò che la sabbia depositata dai torrenti si fosse consolidata nelle curiose “pieghe” durante l’orogenesi dei monti Appalachi, avvenuta circa 300 milioni di anni fa.
Durante questo enorme sconvolgimento, la roccia si frantumò in uno schema regolare, indicato come “articolazioni”, imprimendo nei sedimenti il modello a “cialda”.
Successivamente, il quarzo si mescolò con i depositi negli interstizi, producendo una malta resistente agli agenti atmosferici.
Con il passare del tempo, gli agenti atmosferici provocarono l’erosione della roccia racchiusa negli interstizi, lasciando il caratteristico schema a forma di waffle.
Non fa una piega. I critici della teoria, infatti, non discutono il processo che ha prodotto la griglia, ma si chiedono se la frantumazione della roccia possa acquisire naturalmente uno schema tanto preciso e ripetitivo.
Alcuni ricercatori hanno proposto l’idea che campi magnetici possano aver contribuito a formare i motivi geometrici della Waffle Rock: una tempesta elettromagnetica potrebbe aver influenzato lo schema al momento della sua creazione.
Tuttavia, queste sono solo speculazioni.
La verità è che la scienza non è ancora in grado di spiegare l’origine della Waffle Rock.
Per questo motivo, secondo i ricercatori più esotici, la possibilità che la roccia non sia di origine naturale non può essere respinta con certezza.
Ma se così fosse, quali strumenti o macchinari sarebbero stati utilizzati per creare tali modelli così incredibilmente perfetti? I teorici degli Antichi Astronauti ritengono che possa essere il segno lasciato da un veicolo spaziale in visita sulla Terra milioni di anni fa.
Gli storici alternativi, invece, ritengono che il reticolato sia la vestigia si una civiltà sconosciuta che viveva sul nostro pianeta in tempi remotissimi, in possesso di tecnologie sofisticate per noi inimmaginabili.
Insomma, è una bizzarra creazione di Madre Natura, un segno lasciato da viaggiatori extraterrestri o il residuo di una civiltà avanzata perdutasi nella notte dei tempi?
Il verdetto non è ancora stato emanato… ciascuno giudichi da sé, fino a prova contraria.
Una domanda da porre però noi ce l'abbiamo:
se la teoria sopra citata fosse corretta, perché non troviamo nelle vicinanze altre rocce simili a quella trovata?