di Gaetano Barbella
❖ L'avvistamento UFO del 27 ottobre 1954 su Firenze
Il 27 Ottobre 1954, ebbe luogo un avvistamento di oggetti non identificati (UFO) nel cielo di Firenze, evento che tuttora è oggetto di interesse nel mondo dell'ufologia e argomento di trasmissioni televisive e articoli giornalistici che trattano di eventi inerenti al mondo del mistero e del paranormale.
❖ I fatti
Gli avvistamenti si ebbero nella giornata del 27 Ottobre 1954, soprattutto in 2 luoghi:
I testimoni oculari riferirono l'avvistamento quel giorno nei cieli di Firenze di numerosi oggetti non identificati di colore bianco, a forma "di ali di gabbiano" secondo alcuni e "di cappello da
mandarino cinese" secondo altri.
La prima manifestazione si ebbe all'incirca alle ore 14:20, sopra il Duomo, dove gli oggetti volanti rimasero visibili per una quindicina di minuti; poi gli avvistamenti si concentrarono sopra lo stadio, dove circa 10.000 spettatori stavano assistendo al secondo tempo, iniziato da pochi minuti, di una partita amichevole tra Fiorentina e Pistoiese, che a causa delle evoluzioni aeree di quegli strani oggetti venne sospesa.
La direzione di questi velivoli sarebbe stata da nord-ovest verso sud-est, lungo un asse che congiungeva la zona delle Cascine a Rovezzano.
A questi eventi seguì, per una mezz'ora circa, la caduta a mo' di "nevicata" di filamenti di un materiale sconosciuto biancastro e appiccicoso, battezzati dalla stampa dell'epoca col nome di
"bambagia silicea" (altresì noti come "capelli d'angelo").
Tra le numerose testimonianze dell'accaduto, si registrano anche quelle del capocronista de La Nazione Giorgio Batini e dei calciatori Ardico Magnini, Romolo Tuci e Ronaldo Lomi.
❖ L'analisi dell'evento
Un'indagine del Cicap rilevò che in quella settimana erano in corso esercitazioni militari che facevano uso di chaff (una contromisura radioelettrica di difesa antimissile che disturba e inganna
i radar dei sistemi di puntamento degli aerei nemici attraverso la dispersione di nuvole di materiale radar-riflettente, come striscioline di carta stagnola), che avrebbero verosimilmente creato
riflessi nel cielo.
La presenza dei filamenti, sempre secondo il Cicap, sarebbe invece legata al fenomeno del ballooning ("effetto mongolfiera"), una tecnica di migrazione aerea messa in atto da alcune specie di
ragni. Questi, attraverso le proprie ghiandole sericigene, producono lunghi filamenti biancastri che formano istantaneamente una grande tela triangolare che funge da
paracadute, aggrappati alla quale riescono a librarsi in aria e spostarsi in volo anche per migliaia di chilometri sfruttando le correnti d'aria e i campi elettrici della Terra.
Il periodo della migrazione di questi ragni coincide con quello in cui avvennero gli
avvistamenti di Firenze. Il fenomeno era pressoché ignoto all'epoca;
❖ Trattazione dell'evento da parte dei media
Nei giorni seguenti, i mezzi di comunicazione di massa diedero grande risalto all'avvenimento. Vari giornali dell'epoca lo seguirono in dettaglio, tra cui La Nazione e La Domenica del Corriere. Negli anni successivi, fino ai giorni nostri è stato spesso citato in trasmissioni televisive che trattano di ufologia e altri argomenti di carattere pseudoscientifico, come Voyager o Il bivio - Cosa sarebbe successo se...
Nel 2013 e nel 2014, sono apparsi 2 articoli sull'argomento nella sezione Sport del giornale online dell'emittente BBC World Service, rispettivamente intitolati "The day UFOs hovered over Fiorentina's Stadio Artemio Franchi" e "The day UFOs stopped play"1.
❖ La "nevicata" di bambagia del giorno della “Fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore” di Roma del 1358.
La “Fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore” è un dipinto che ritrae lo scenario dell'inizio della costruzione della della Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma.
Il fatto insolito è che nello scenario è presente una considerevole flottiglia di dischi volanti e in uno di essi sono ritratti Gesù e la Madonna.
Traggo dal web un articolo su questo caso della clipeologia, la nuovissima (e controversa) disciplina che studia la presenza di (presunti)
dischi volanti e tracce aliene nei dipinti e nei quadri più antichi. Deriva da clipeus, scudo in latino e termine col quale (secondo i sostenitori di queste ipotesi) gli antichi romani indicavano
le apparizioni degli UFO in cielo.
Al Museo di Capodimonte di Napoli (primo piano, sala 5) è conservato uno dei dipinti più discussi, di quelli che affascinano i clipeologi e gli appassionati di teorie non
convenzionali. Si tratta della Fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, opera di Tommaso Di Cristoforo Fino, alias Masolino da Panicale (illustrazione 2).
E può vantarsi di essere tra i primi dipinti a venir “analizzato” in chiave ufologica.
Se ne sono occupati in tanti, dall’Italia e fin negli Stati Uniti. È (forse) da quest’opera che la clipeologia ha iniziato a lasciare le polverose tombe maya e i torridi deserti egiziani per
dedicarsi all’esame delle opere medievali italiane.
Già l’artista rappresenta un (mezzo) mistero da sé. Solo da qualche anno, infatti, si sono potute accertare le sue origini, umbre. È stato ritenuto, per anni, il maestro del
grandissimo Masaccio, uno dei più grandi geni dell’arte pittorica dell’Italia Medievale e morto quando aveva appena ventisette anni a Roma. Oggi quest’ipotesi pare
andare affievolendosi, a favore dell’idea che i due fossero collaboratori, “soci”.
Per due lunghi anni è stato in Ungheria, alla corte del re.
Di questo periodo non si sa nulla, non si hanno notizie.
Ciò che interessa ai cultori della materia, però, è il fatto che quando Masolino rientrò in Italia, sbucando a Roma, iniziò a dipingere la Pala Colonna, nel 1427 in cui ritrasse
anche la Fondazione della Basilica che, oggi, interessa così tanto i cultori dei misteri.
La scena rappresentata riguarda il miracolo a seguito del quale Papa Liberio decise di intraprendere la costruzione tempio. Era il 358, pieno agosto, quando una misteriosa nevicata si rovesciò
sull’Esquilino. Era un segno divino, quello. Da non ignorare. Era lì che la Vergine voleva sorgesse la Basilica. Il dipinto, a sfondo dorato, rappresenta la scena “fondativa” con il Papa, i
patrizi proprietari del terreno dove era avvenuto il miracolo, i dignitari e il popolo intenti a celebrare il miracolo con l’inizio della costruzione mentre dall’alto Cristo e la Vergine,
raffigurati all’interno di un medaglione, guardano all’assolvimento del loro ordine divino mentre un battaglione di nuvole scure e nere dà l’impressione di muoversi in cielo. Ecco, nella
rappresentazione pittorica, sono le nuvole ad affascinare i cacciatori di misteri.
Nel dipinto di Masolino, secondo i clipeologi, le nubi che hanno fatto nevicare su Roma in pieno agosto assomiglierebbero più a degli Ufo. Sono state dipinte con una forma allungata, e sono di
colore scuro. Per loro, la nuvola in primo piano (quella su cui è posato il medaglione in cui campeggiano Cristo e la Madonna) toglie ogni dubbio: quello ritratto dall’artista umbro è un disco
volante (secondo loro, eh).
Una delle tantissime spiegazioni che si trova navigando online nella galassia degli
appassionati di Ufo, è che – poiché è impossibile che nevichi ad agosto – gli alieni abbiano fatto precipitare della bambagia, chiara e magari appiccicosa. Per motivi non meglio specificati ma
che contribuiscono ad accrescere il mistero. >2.
Ed ecco che il 27 ottobre 1954 a Firenze, mentre nel cielo apparivano dei dischi volanti, ci fu un'altra nevicata di bambagia e non solo. I dischi alieni sorvolarono il Duomo per 15
minuti e poi il campo sportivo.
Come a veder chiudere un affascinante cerchio per sviluppare un tema mai esaminato prima e trarvi, chissà, delle ipotesi per aprire un orizzonte sul fenomeno ufologico.
di Paola Maresca
Considerato che l'evento della fondazione della Basilica romana di Santa Maria Maggiore ha dato luogo a certe concezioni esoteriche, il fenomeno della incredibile "nevicata" mi induce a orientare la ricerca sul caso dell'apparizione dei dischi volanti a Firenze che sappiamo.
E così trarre elementi che li accomulano, per esempio esaminando il paesaggio di Firenze attraverso la sua mappa topografica, poichè incuriosisce scoprire una strana configurazione (illustr. 2),
attraverso tre giardini, di Boboli, di Corsi Annalena e di Torrigiani.
Capovolgendola sembra di intravedervi uno strano oggetto volante a forma di sigaro...
< “La geometria - annota Keplero - è Dio stesso e gli ha fornito gli archetipi per la Creazione del mondo”. Se la geometria sacra, scienza matematica per eccellenza, ovvero
le figure geometriche che rimandano a un codice di segrete allegorie, costituisce il modulo occulto dell’architettura, anche nel disegno dei giardini si nascondono simboliche forme e proporzioni
numeriche. Fin dall’antichità, infatti, un complesso apparato di simboli caratterizzerà il giardino, dove la natura, appositamente predisposta e sintonizzata con le frequenze dell’anima, entra in
contatto con la nostra profonda essenza. [...]
Lo stesso Marsilio Ficino, che amava studiare e sperimentare nel giardino della villa di Careggi a Firenze, le proprietà occulte delle piante, sosteneva che ogni sostanza animale, minerale e
vegetale non solo soggiace all’influsso di un particolare pianeta o costellazione ma, ne riassume in sé le qualità così come contiene i 4 umori fondamentali:
Il giardino di ficiniana memoria è in sostanza un riflettersi del macrocosmo nel microcosmo, dove la stessa costruzione geometrica doveva attenersi a ben precise regole al fine di attrarre con maggior forza le virtù celesti.
Scrive, infatti, Plotino nella quarta Enneade:
“Gli antichi saggi, che hanno voluto fra loro presenti gli dei costruendo templi e statue, mirando alla natura dell’universo, capirono che è sempre facile attirare l’anima universale, ma che è particolarmente agevole trattenerla, solo che si costruisca qualcosa di affine e capace di riceverne la partecipazione. Ora l’immagine figurata di una cosa è sempre disposta a subire l’influenza del suo modello, come uno specchio capace di imprigionarne l’immagine”.
E da qui prende vita il gioco delle immagini, ovvero dei talismani, che attraggono le influenze celesti, dove il disegno delle planimetrie dei giardini ricordano i diagrammi mnemonici dell’ars memoria di Raimondo Lullo.
Così i 4 elementi, in un’orditura complessa di miti e allusioni, si distendono sul palcoscenico grandioso del giardino. E sarà proprio nel Rinascimento, con la creazione dei primi ortibotanici, realizzati secondo un preciso disegno, dove ancora il numero 4 e i suoi multipli sottendono alla suddivisione dello spazio.
L’8 è il numero che caratterizza la costruzione dell’Orto Pisano, il primo orto botanico realizzato in Italia, ideato nel 1543 per volere del Granduca Cosimo I dal modenese Luca Ghini, lettore di botanica presso lo studio pisano.
Infatti, il terreno di forma rettangolare era suddiviso in 8 aiuole quadrate, dai complessi disegni geometrico-simbolici al fine di catturare, secondo la filosofia neoplatonica, le energie celesti. [...]
Federico V, Re di Boemia ed Elettore Palatino, commissionò a Salomon De Caus l’incarico di realizzare un vero e proprio compendio di scienza ermetica.
De Caus, a conoscenza della magia dei numeri e delle forme, sosteneva che non solo i giardini, realizzati secondo una geometria simbolica, possono captare le influenze astrali ma che, attraverso le stesse forme dei giardini, si possono influenzare gli astri, esercitando in tal modo una sorta di magia simpatica secondo il potere delle forme.
Nel disegno dei giardini e nella ricchezza del codice decorativo traspaiono velati rimandi al pensiero alchemico di Michel Maier. Arricchivano il complesso apparato numerose grotte dove risuonavano musiche prodotte da organi meccanici azionati dalle acque secondo la pneumatica di Erone. Nelle grotte, il linguaggio musicale si miscelava con la magia delle forme in una composizione allegorica di natura alchemica.
Esiste, infatti, una stretta connessione tra alchimia e musica, entrambe accomunate dalla qualità intrinseca di trasmutare la materia facendo vibrare l’anima.
Pensiamo alla magia incantatoria della musica Orfica e non è un caso se proprio le grotte, luogo iniziatico per eccellenza e dove, in analogia all’alchemico athanor, si compie il processo di trasmutazione, celebrino spesso il mito di Orfeo. >3
❖ Visione geomantica dei 3 giardini di Firenze: di Boboli, Corsi Annalena e di Torrigiani.
Illustrazione 4: Mappa geomantica capovolta dei 3 giardini di Firenze: di Boboli, Corsi Annalena e di Torrigiani. Uno strano oggetto volante a forma di sigaro.
Geometria della vista dall'alto del Duomo del quale uno dei 16 triangoli rettangoli ispira il triangolo rettangolo seduto su una poltrona che sembra il suo trono.
La cartografia mappale mostrata dall'illustrazione 4 è un esempio di una lettura geomantica che ho appena disegnato. Si tratta di una delle numerose concezioni da me eseguite da veggente geomantico sin dal 1997 ad oggi che, poi, ho anche interpretato ed ora mi appresto a esaminare la cartografia della suddetta mappa dell'illustrazione 4.
Si tratta della planimetria in chiave esoterica dei 3 giardini di Firenze: di Boboli, Corsi Annalena e di Torrigiani.
Come si vede, oltre alle configurazione allegoriche, si aggiunge anche la geometria sacrale che la vista dall'alto della cupola del Duomo di Firenze ispira.
Infatti a volte mi servo anche di uno o più impianti di geometria che si risolvono con figure di geometria sacra. In merito alla mia storia come particolare geomante (non contemplato nella casistica di questa disciplina esoterica) nel 1997 furono pubblicati miei studi su due periodici italiani, "Il Giornale dei Misteri" e "I Misteri".
In seguito ci furono alcuni ricercatori che mi contattarono per approfondire la tematica su queste mie configurazioni insolite e nel 1999 entrai in relazione con il Dott. Mauro Bigagli, il coordinatore della rivista Energie di "Studi, Ricerca e Scienza dello Spirito" di Cosentino.
Egli così si espresse in una lettera, in seguito ad una mia, per esprimere il suo giudizio in relazione alle mie configurazioni terrestri:
«...La sua sensibilità è tale che non può essere compreso facilmente dall’Uomo di oggi.
Lei nelle sue cartografie vede una realtà astrale, appartenente ad una dimensione eterica che nessuno può concepire; questa è la verità.
Ciò che dice è vero ma appartiene alla realtà dell’energia astrale.
Ho approfondito molto le sue cartografie e questa è la mia conclusione.
La sua sensibilità lo eleva e vede cose che altri non vedono.
Lei ha una trance lucida...».
❖ Commento esoterico della cartografia geomantica dei tre giardini di Firenze
«È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago
che un ricco entri nel regno di Dio». (Matteo 19,24)
La citata parabola, tratta dal vangelo di Matteo, ci permette di entrare nel vivo dell'interpretazione del disegno in primo piano della cartografia geomantica dell'illustrazione 3. A chi è rivolta è ben chiaro, non solo agli abitanti di Firenze, perché questa città è meta dei turisti di tutti il mondo e pertanto è una lezione che vale per tutti gli uomini della terra.
Per cominciare si capisce molto bene l'allegoria del cammello e del televisore che vale come
segno evangelico della cruna d'ago, ma anche per indicare il regno dei cieli, cioè di Dio.
Questa significazione è rafforzata dal fatto che nell'insieme, l'immagine ha la forma di un astronave a forma di razzo diretto verso l'alto del cielo.
Nell'ogiva di prua del razzo alloggia la novella coppia adamitica rigenerata, liberata dal peso
del peccato originale e risorgente attraverso la corporeità.
La resurrezione dei morti promessa da Gesù.
Dietro il cammello c'è un passeggero di rango che siede e su una poltrona, un particolare triangolo rettangolo che corrisponde a uno dei 16 triangoli rettangoli delle 8 falde della cupola di del
Duomo di Firenze, grandiosa opera di Brunelleschi.
Ed ecco il nesso che lega la cartografia in esame con l'avvenimento dell'astronave aliena che si sofferma per 10 minuti sulla Basilica fiorentina.
❖ Il triangolo rettangolo in alchimia
Il triangolo rettangolo è uno dei risultati del lavoro dell'alchimista alla fine della prima fase, quella della Nigredo, cioè l'Opera cosiddetta al
Nero.
E la Materia Prima Passiva che è soggetta alle numerose fasi depurative è rappresentata dal cammello in cui si ravvisa il drago nero, noto in alchimia con tanti nomi (è chiamata "Aries" da Filalete). Scopo della Nigredo è la successiva fase dell'Albedo, cosiddetta al Bianco e si può capire che è il televisore la relativa rappresentazione.
Infatti nella parabola evangelica iniziale, la cruna d'ago è il varco dell'Albedo.
L'Albedo, altra grande fase, quella dell'Opera al Bianco, vede la distillazione dal piombo all'argento, che ne è il materiale simbolo. Associata alla purezza, alla luce, nel mito classico anche
alla Luna Bianca e alla figura femminile della Grande Dea, da Iside a Diana e Venere.
Nel mito cristiano è la Resurrezione, l'apparizione di Cristo nel nuovo corpo spirituale circonfuso di luce. La transizione da Nigredo ad Albedo, da prima a seconda fase, vede lo svilupparsi della Cauda Pavonis, una fase di rapide sequenze cromatiche che hanno meno rilievo delle tre - quattro principali: la Viriditas è una di queste, a cui si associa anche talvolta una fase Viola- Blu.
In effetti, anche scientificamente, il passaggio dal nero al bianco passa per la "girandola di colori" che, una volta apparsi, si fondono nella pura luce.
La Viriditas, teorizzata da Ildegarda, monaca-alchimista spirituale del XII secolo, rappresenta l'apparire del principio vitale, che è diffuso nello stato di natura in ogni dove.
Un po' tutta la scintilla vitalistica della cauda pavonis rappresenta questa esplosione di energia arcobaleno che trasmuta la cupezza plumbea della Nigredo.
Vi è anche una fase arancio-gialla, in alcuni casi, che ha finito per fagocitare in certe visioni la citredo, che viene quindi associata all'Oro Rosso della Rubedo.
All'interno della coda del pavone tuttavia ha particolarmente forza il Verde, che si associa anche al primevo testo alchemico, la Tabula Smaradgina, la tavola di smeraldo che riunisce i principi alchemici. Inoltre il Verde è simbolo della forza generativa vegetale della natura: non a caso, come vediamo sopra, il "leone verde" è quello da cui si genera tutto, mentre poi tutto il resto si pone come "cauda pavonis" tra i due poli del nero e del bianco, il Corvo (simbolo frequente) e la Vergine che esce dal sepolcro 4.
Resta da intravedere nell'illustrazione 3 dei tre giardini di Firenze la collocazione delle fasi alchemiche fin qui descritte. Dai colori si capisce chiaramente ogni cosa in proposito:
❖ Il Giano bifronte
Dopo la poltrona del triangolo rettangolo sono la rappresentati 2 esseri che a prima vista possono essere visti come il noto Giano bifronte (Ianus Bifrons), una delle più antiche divinità degli
antichi latini e dei romani, venerata fin dagli albori della città di Roma.
Raffigurato con 2 volti, uno speculare all’altro, Giano è il dio degli inizi, delle porte e dei passaggi. Essi sono alloggiati nella poppa dell'astronave.
Già si capisce che la loro funzione è quella della propulsione del razzo.
2 personaggi emblematici che per meglio definirli è l'alchimia che ce li indica col nome di Rebis filosofale. Il re-bis o rebis alchemico (dal latino res bis, o res bina, «cosa doppia») è un
termine usato in alchimia per indicare il risultato di un matrimonio chimico, designando anche la pietra filosofale, intesa come unione degli opposti, o compositum de compositis.
Viene rappresentato graficamente e simbolicamente come un androgino a 2 teste.
Tra le immagini ricorrenti nei trattati e nelle illustrazioni alchemiche, il rebis può essere raffigurato di volta in volta come l'unione sacra di Maschile e Femminile, ovvero di zolfo e
mercurio, luce e tenebre, giorno e notte, Sole e Luna, Re e Regina, principio attivo e passivo, qualità fredde e calde, oppure secche e umide.
Sul piano filosofico realizzare il rebis significava approdare a Dio, concepito dai filosofi neoplatonici, in particolare da Nicola Cusano, come coniunctio o coincidentia oppositorum, cioè
«unione degli opposti»: esso è l'Uno che continuamente crea e comprende in sé il molteplice. In Lui è il rebis, l'Adamo primordiale, ovvero la comune radice di tutto ciò che appare
contraddittorio e bipolare alla pura ragione e che l'alchimista non si limita a teorizzare, ma cerca di realizzare in modo pratico nel suo laboratorio.
Ma a questo punto viene il difficile perché il risultato prodigioso dell'«unione degli opposti» non è così semplice e facile da realizzare.
❖ L'alchimia del mistero del Terzo Sale, il Caput Mortuum
In alchimia il sale è uno dei 3 Principi, presenti sia nel cosmo sia nell’uomo: una triade mistica, composta dal sale, dal mercurio e dallo zolfo.
Benché si presenti come una polvere bianca, inerte, il sale è uno dei grandi misteri e simboli dell’iniziazione. Nella tradizione alchemica esso era l’emblema di un patto sacro che non poteva mai essere rescisso, simile a quello che il neofita stringeva con la sua scuola o il suo maestro. «Il patto di sale» di cui parla l’Antico Testamento potrebbe avere un significato diverso da quello che gli viene di solito attribuito.
Il Nuovo Testamento è meno evasivo in proposito: in Matteo, infatti, «sale della terra» sono gli eletti, ossia gli iniziati e non, come si tende oggi a pensare, quanti sono poco più che semplici contadini. Nei secoli lontani gli eletti sedevano al posto d’onore, «più in alto del sale», perché avevano conquistato il sale che avevano dentro di sé.
Come si spiegherebbe altrimenti tutta l’importanza che nei convivi medievali veniva attribuita al salinum, ossia alla saliera? [...]
Gli alchimisti ponevano talora a emblema del sale il più semplice di tutti i sigilli: un minuscolo quadrato o un piccolo rettangolo.
Con quelle 4 linee ☐ che descrivono uno spazio vuoto – come lo spazio fra l’Aria e l’Acqua – intendevano delineare i misteri dei 4 elementi o disegnare una bara?
Il reverendo Brewer, un colto collezionista di idee curiose, totalmente ignaro di esoterismo, ci ricorda la consuetudine, tuttora esistente, di porre una manciata di sale nella cassa del morto. C’è forse un nesso fra il sale e la morte?
Un altro sigillo del sale – usato con frequenza nei gruppi alchemici rosacrociani – era un cerchio tagliato a metà da una linea orizzontale Θ .
Quel sigillo deriva dalla theta maiuscola di Thanatos, che in greco significa «morte».
In numerosi testi alchemici il sale rappresenta il processo mentale, che è un processo di morte. Il sale è il residuo dell’attività spirituale che avviene nella nostra testa: come nella triade alchemica è la scoria che resta quando la vita è volata via, è il cranio, il caput mortuum, la polvere bianca residua dopo l’estrazione dell’oro. È la cenere del pensiero.
Quando la testa – o la sua attività spirituale che chiamiamo mente – raggiunge il punto in cui non è più in grado di capire, in cui l’ordine dell’universo sembra frantumarsi, allora produce lacrime salate.
❖ Approfondimenti esoterici dei 2 casi UFO, del passato del 1358 a Roma e contemporaneo del 1954 a Firenze
Esoterismo, caso UFO del 1358 a Roma
C'è modo di approfondire la ricerca esoterica dell'evento romano del 15 Agosto 1358, ricorrendo all'astrologia, conoscendo: giorno, mese, anno e le coordinate del luogo, della Basilica di Santa
Maria Maggiore di Roma, e così calcolare le effemeridi.
Show: Icons
Display: Full and system Inner system Size: 320 Stereo: Cross
Orbits: Logarithmic
Observing site: Latitudine 45°53'52"N Longitudine 12°29'53"E
Heliocentric: Latitudine 90°N Longitudine 0
Ephemeris: /
❖ La presenza della Madonna Nera
Il diagramma dell'illustrazione 5 in cui il vettore della Luna rappresenta la madonna che combatte le forze avverse della bestia e i suoi re del mondo dell'alchimia mistica, si lega alle
rappresentazioni mariane dall’incarnato scuro che hanno attraversato tutta la storia del cristianesimo ed ancora oggi dedicano alla Madonna Nera un culto appassionato.
< Le rappresentazioni generalmente riconosciute come Madonne nere sono statue ed icone lignee. Una Madonna Nera è una rappresentazione della Vergine accompagnata dal Bambin Gesù i cui volti e
le mani hanno un colorito scuro. [...]
L’assenza di luce non è che l’attesa che essa arrivi; il nero non è «la fine», ma il punto da cui sorgerà la luce. Tuttavia, per quanto sia possibile indagare le tecniche degli artisti, non
esistono resoconti scritti sulle intenzioni di chi scolpì e dipinse le Madonne nere.
Essi utilizzavano nelle loro opere elementi che rendono assolutamente uniche le loro rappresentazioni dall’incarnato scuro.
Illustrazione 5: Diagramma Ephemeris Solar System: Wed 1358 Aug 15 12:00 a Roma Basilica Santa Maria Maggiore. Luna Nera. La Madonna che combatte le forze avverse della bestia e i suoi re del mondo dell'alchimia mistica. La Luna, in questo caso è un elemento tellurico di depurazione e purificazione che in alchimia è l'Opera al Nero, detta Nigredo.
Ad esempio, in alcuni simulacri di Vergini nere sono intagliati sul capo dei diademi regali tipici della cultura arabo – bizantina. Sono decorate con gioielli e pitture risalenti ad epoche pre – cristiane e le linee di certe Madonne scure pre – romaniche sono prolungate fino all’estremo. Soprattutto non sono vestite come nelle rappresentazioni sacre usuali, con il famoso mantello mariano azzurro. Questi sono tutti elementi non presenti nelle rappresentazioni mariane dall’incarnato chiaro.
E un non elemento che non è presente in tantissime immagini scure è l’assenza di croci cristiane aggiunte solo in seguito. Le Madonna Nera esiste perché vi è un culto ad esse dedicato. Una simile
affermazione non ammette ulteriori domande e cerca la sua risposta al
tempo del cristianesimo delle origini. La Madonna Nera in termini assoluti (materia, tempo e spazio per lei non esistono), non ha delimitazioni temporali.
Per lei mille o più secoli o un istante sono la stessa cosa, essendo essa perpetua ed eterna.
Le regine nere sparse in tutta Europa stanno ad indicare le antiche radici cristiane di questo continente. Molti miracoli si sono ripetuti e moltiplicati nei luoghi di culto della Madonna Nera. Questa è la motivazione per la quale i fedeli si rivolgono alla rappresentazioni mariane nere simbolo insieme universale e locale. >5.
❖ Salus populi romani
<Salus populi romani (in italiano «salvezza del popolo romano», nell'accezione di «protettrice») è il titolo dato nel XIX secolo all'icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino che si
trova nella cappella Paolina o Borghese della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. (illustrazione 6)
Essa ha riacquistato il suo primato grazie a papa Pio XII: l'ha onorata quando ha proclamato il dogma dell'Assunzione di Maria nel 1950 e l'ha mandata in processione per le vie di Roma
nel 1953 per iniziare il primo anno mariano nella storia della Chiesa.
Nel 1954, l'icona fu incoronata dallo stesso pontefice come "Regina del Mondo" presso la Basilica di San Pietro. Attualmente i gioielli, la collana e le preziose corone apposte in tale occasione
alle figure che sono stati rimossi.
Ciononostante l'icona è sempre stata oggetto di una particolare devozione da parte dei pontefici: nel 593 Papa Gregorio I portò in processione l'icona mariana per far cessare la peste che in quel
tempo imperversava su Roma.
Nel 1571 Papa Pio V pregò l'icona per implorare la vittoria nella battaglia di Lepanto.
Nel 1837 Papa Gregorio XVI l'ha pregata per chiedere la fine di una epidemia di colera.
Altri esempi più recenti di devozione papale sono quelli di Paolo VI, Giovanni Paolo II, che l'ha indicata come protettrice delle GMG, Benedetto XVI, che ha venerato la Salus populi romani in diverse occasioni, nonché di Papa Francesco che ha effettuato la prima visita da pontefice in tale basilica per pregare innanzi a tale icona.
Il 15 Marzo 2020 Papa Francesco ha pregato davanti a quest'icona per implorare la fine della pandemia di COVID-19 che colpisce l'Italia e il mondo.
Il 27 Marzo 2020, sempre Papa Francesco ha fatto condurre l'icona in Piazza San Pietro per implorare nuovamente la fine della pandemia di COVID-19; quel giorno si registrò il picco di morti giornalieri in Italia nella prima ondata di COVID- 19, che dal giorno successivo iniziò a declinare. >6.
❖ La "Dormitio Mariæ”
Negli splendidi mosaici dell’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, viene narrata la vita di Maria. In particolare, il mosaico centrale del semicatino inferiore raffigura la “Dormitio Mariæ”. Fin dai primi secoli la Chiesa ha creduto che il morire di Maria, ossia il suo passaggio dalla vita terrena alla vita divina sia stato un addormentarsi nel Signore.
Autore del ciclo musivo mariano dell’abside è il frate francescano Jacopo Torriti, che su incarico del primo pontefice proveniente dall’ordine francescano, il Papa Niccolò IV (1288-1292), eseguì tali mosaici nel 12967.
Da quarant’anni una particolare celebrazione orientale è stata adattata alla tradizione latina da padre Ermanno Toniolo, presidente del Centro di Cultura Mariana e professore emerito alla Pontificia Università Teologica Marianum
.
“La Chiesa bizantina - spiega a Radio Vaticana Italia entrando nei dettagli - considera la solennità dell’Assunzione, che loro chiamano “Dormitio Mariæ”, ossia dormizione della Madre di Dio, come la festa delle feste. La ritiene come la pasqua di Maria ed è per questo che i 14 giorni precedenti vengono detti quaresima in analogia alla grande quaresima del Signore.
Maria che sale al cielo è la sua glorificazione, dunque pasqua della sua gloria”.
Alla luce di queste premesse non si fa fatica a comprendere perché il rito bizantino, sia cattolico che ortodosso, abbia deciso di porre la veglia di questa celebrazione serale del Sabato in perfetta simmetria con quella del Sabato Santo di Pasqua.
Racconta padre Toniolo:
“In conseguenza di questo parallelismo i fedeli vegliano tutta la notte presso un piccolo altare che rappresenta la tomba di Maria, sul quale pongono un’immagine della dormizione.
E tutta la notte cantano inni alternati con il Salmo 118, il Salmo dell’obbedienza, proprio come nel Sabato Santo di Pasqua”8.
❖ Presagio della “Dormitio Mariæ” in un segno del cielo apparso ad un'appassionata di astronomia
Il 27 Novembre 2011 a Montespertoli il primo avvistamento "certo"
Tra le manifestazioni del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, il Centro Italiano Studi Ufologici (CISU) di Torino ha tenuto un convegno sugli avvistamenti dei cosiddetti "dischi volanti", oppure UFO (Unidentified flying objects).
Anche se la traduzione dall'inglese significa oggetti volanti non identificati.
Ebbene, il primo avvistamento "certo" di cui si ha notizia, in ordine di tempo, è della contessa Henrietta Gertrude Walker in Baldelli.
Era il 1º novembre 1864 alle ore 22.53, quando la nobildonna, residente a Montespertoli, vide "in località Poggio Ubertini un bianco globo di fuoco, molte volte più grande della luna,
accompagnato da una palla arancione che rimase sospeso nel cielo pressoché immobile per oltre un minuto avanti di sparire".
Così è stato pubblicato quell'anno dalla rivista scientifica Astronomical register (volume 3, pagina 53). Si trattò di un raro fenomeno naturale, o di un vero e proprio avvistamento come quello che avvenne nel 1954 allo stadio comunale di Firenze, nel corso della partita amichevole Fiorentina-Pistoiese? Di questo evento ufologico se è ampiamente parlato nel capitolo iniziale, "L'avvistamento UFO del 27 ottobre 1954 su Firenze".
❖ Le lamentele dei vicini del Nuovo Osservatorio di Arcetri
Si intreccia con l'avvenimento della contessa Henrietta Gertrude Walker in Bandelli un fatto curioso legato ad una sua conoscenza del direttore dell'Osservatorio di Firenze, Giovanni Battista Donati.
ll numero di Agosto 1870 della rivista amatoriale inglese The Astronomical Register riporta fra la corrispondenza una lettera della contessa Gertrude Baldelli (1814-1903) nata Walker, membro della nutrita comunità anglofona di Firenze.
La Contessa, appassionata di astronomia e abbonata alla rivista, era una conoscente del direttore dell'Osservatorio di Firenze, Giovan Battista Donati.
In un lungo colloquio, l'astronomo fiorentino si era sfogato raccontandole tutti i problemi che aveva dovuto affrontare fino ad allora per realizzare il nuovo osservatorio ad Arcetri.
La lettera descrive l'ultimo e più curioso fra gli "ostacoli" affrontati da Donati.
Gli abitanti di alcune ville vicine al sito dove sarebbe stato costruito l'osservatorio, infatti, si lamentavano della perdita della "libertà", ovvero, del fatto che il telescopio avrebbe permesso di violare la privacy delle signore nelle loro stanze!
Donati, pazientemente, dovette spiegare che, per quanto potessero le signore in questione essere simili a corpi celesti, il telescopio non avrebbe potuto osservarle perché troppo remote dal cielo... ma solo perché distanti da questo - sembra alludere il testo - non perché le signore non fossero celestiali! 9
❖ Relazioni del caso della contessa Gertrude Baldelli amante dell'astronomia con la “Dormitio Mariæ”.
In esoterismo hanno una fondamentale rilevanza i segni, l'unico modo, insieme alla veggenza, di esaminare i fatti occulti che, in questo ultimo caso della contessa Baldelli, ci permettono di legarli - mettiamo - alla "Dormitio Mariæ”.
Si tratta dei conseguenti effetti salvifici dell'Assunzione in cielo della Madre di Dio, per questo caso, con la contessa Baldelli colpita dalla visione di un disco luminoso nel cielo più grande della luna piena il 1° Novembre 1864.
Di qui l'ipotesi che, per vie interiori, sia avvenuto in lei un cambiamento occulto da intravederla coniugata col cielo astronomico, un fatto che tradotto in termini alchemici, significa che il
suo spirito di natura terrestre si è unito al cielo, come una sorte di matrimonio. È stato un modo per spiegare esotericamente l'analogia con l'assunzione in cielo della Madonna, cioè la
"Dormitio Mariæ”.
A volte i più piccoli particolari, al punto di apparire stupidi, sono determinanti per dar luogo a fenomeni spirituali da non credere, ma il fervente iniziato ai lavori alchemici non li trascura
e sa che nell'oscurità della sua esperienza tombale sono una traccia, una pista da poter percorrere per trovare infine la luce.
Il fatto curioso delle "lamentele" degli abitanti romani delle villette accanto al sito dove stava per sorgere l'osservatorio di Arcetri è appunto un segno che può risultare insignificante, ma in relazione al tema del processo esoterico della resurrezione futura dei corpi biologici, non è da trascurare.
Interessante perciò il fatto che è toccato alla contessa Henrietta Geltrude Baldelli, fervida appassionata di astronomia, vivere in quell'attimo della visione della grande sfera bianca e brillante, quella notte del 1º Novembre 1864 alle ore 22.53 a Montespertoli, l'annuncio celeste della promessa di nozze col cielo.
In pratica, senza dubbio, quella scossa generata dal bagliore dell'inattesa visione inverosimile di quella grande sfera luminosa attivò nella nobildonna inglese l'incondizionato fervore per l'astronomia.
Ma intanto si preparava in lei qualcosa di più elevato che avrebbe permesso di dimorare in altri corpi generati da lei.
Peraltro non va trascurato che già si era disposto in lei il connubio fra 2 popoli, l'anglosassone con l'italico col suo matrimonio col Conte Antonio Baldelli.
La prima trasmigrazione dello spirito aureo legato al cielo, si dovette avverare con la nascita di Bianca, la figlia della contessa Baldelli, morta il 10 Luglio 1869 *10.
Ma in modo molto più chiaro e convincente si determinarono nel cielo astronomico i segni dell'avvenuto matrimonio celeste attraverso l'eros della contessa Baldelli, circolante nel suo sangue e di lei in quello della figlia Bianca volata in cielo 10 Luglio 1869.
Com'è stato per la Madonna Nera, la Salus populi romani, con l'indagine astrologica tramite le effemeridi 15 Agosto 1358, il giorno dell'apparizione di un UFO sulla Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, così si farà ora ricercando le effemeridi della situazione planetaria solare del giorno della visione della contessa Baldelli avvenuto durante la notte del 27 Ottobre 1954 a Montespertoli dove lei abitava.
* Eglise Evangelique-Reformée de Florence Régistre des Morts: Bianca Baldelli, Florence, fille de Comte Antoine Baldelli/ sposato con Gertrude Walker.
Chiesa Evangelica Riformata Svizzera, 1827-present.
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Orbits: Real Logarithmic
Observing site: Latitudine 43°38'34"N Longitudine 11°4'36"E
Heliocentric: Latitudine 90°N Longitudine 0
Ephemeris: /
Illustrazione 11: Diagramma effemeridi avvistamento globo di fuoco a Montespertoli (Toscana) della contessa Geltrude Baldelli - 1864-11-01 22h 53min.
Il 27/10/1954 matrimonio della contessa, appassionata di astronomia, con lo spazio siderale.
Come volevasi dimostrare, una lezione in particolare per quelle allarmate signore, per niente addottorate, delle villette adiacenti il sorgente osservatorio di Arcetri, timorose della trasgressione della loro privacy a causa della presunta invadenza visiva del telescopio.
Di qui il trionfo della scienza a loro dispiacere, per aver prescelto la donna della scienza, appunto, la Contessa Henrietta Geltrude Baldelli, appassionata amante dell'astronomia, a far da sposa in cielo lo stesso dove girano quasi in eterno i pianeti fra cui la Terra intorno al Sole. L'illustrazione 11 ce ne dà la prova allo stesso analogo modo con cui è stato possibile nell'illustrazione 5 costatare l'assunzione in cielo della Madonna della romana Basilica Santa Maria Maggiore.
La Madonna che combatte e vince le forze avverse della bestia e i suoi re del mondo dell'alchimia mistica. Ma in questa nuova raffigurazione planetaria sono 2 raggruppamenti di pianeti che si fronteggiano per poi accertarsi in amore per un matrimonio dalle sfaccettature alchemiche.
Un segno veramente interessante è la combinazione della Luna con Venere.
L’unione di queste 2 energie femminili rende i nati con la congiunzione Luna-Venere affettuosi, amabili, aperti e con una inclinazione naturale a stabilire rapporti amichevoli. L’amore per chi ha una congiunzione Luna Venere è la cosa più importante della vita: la Luna ha bisogno di appartenere, di essere nutrita di attenzioni, di coccole e carezze, la Venere ha bisogno di esprimere l’affettività, condividere il piacere, esprimere le proprie emozioni.
Sono adatti a un lavoro che li mette a contatto con il pubblico, perché sanno mostrare interesse e comprensione, ispirano fiducia e simpatia e cercano di aiutare le persone a risolvere i propri problemi.
❖ Esoterismo: caso UFO del 1954 a Firenze
Anche per questo caso c'è modo di approfondire la ricerca esoterica dell'evento romano del 27 Ottobre 1954, ricorrendo all'astrologia, conoscendo, giorno, mese, anno e le coordinate del luogo, della Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma e così calcolare le effemeridi.
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Observing site: Latitudine 43°63'23"N Longitudine 11°15'25"E
Heliocentric: Latitudine 90°N Longitudine 0
Ephemeris: /
«Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio, l'altare e il numero di quelli che in esso stanno adorando.
Ma l'atrio, che è fuori dal tempio, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi». (Ap 11,1-2)
Il tempio di Dio è la sfera terrestre di natura eterica dell'illustrazione 7, e il raggio di Marte rappresentala sua «verga». Tutti gli altri pianeti e Sole rappresentano, «l'atrio che è fuori
dal tempio» dei «pagani» dell'Apocalisse 11,1-2 di Giovanni.
La sfera terrestre di natura eterica si riferisce alla nostra terra cava.
A tutt'oggi c'è molta incomprensione su un mondo nella cavità terrestre chiamato in vari modi, 2 dei quali sono i più noti, Agarthi e Shamballa.
In realtà sono da considerarsi di natura eterica, ovvero di sostanza molecolare estremamente sottile che si compenetra con la materia fisica.
Dal punto di vista esoterico l'esistenza di Agarthi è stata considerata seriamente da numerosi europei, come, ad esempio per citarne alcuni, i seguaci della teosofia di Madame Blavatsky, la
veggente fondatrice della Società Teosofica Internazionale, che sosteneva di essere in contatto telepatico con gli antichi «Maestri della Fratellanza Bianca», i sopravvissuti di una razza eletta
vissuta tra Tibet e Nepal, i quali in seguito alla spaventosa catastrofe che aveva distrutto Lemuria si sarebbero rifugiati nelle viscere della terra dove avrebbero fondato la mitica Agarthi.
Anche il nazismo si interessò alla mitica Agartha, finanziando una ricerca avente lo scopo di trovare la residenza dei progenitori
della «razza-madre» dell'umanità, di stirpe ariana, di cui parlavano i teosofi.
Tra il 1937 e il 1938, perciò fu organizzata una spedizione in Tibet.
Un'altra organizzazione esoterica collegata ai Maestri appartenenti a un luogo che ricorda Agarthi è l'Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce11.
Dal punto di vista delle attività ufologiche potremmo intravedere nell'atterraggio di un UFO a Marliens della Francia, 10 Maggio 1967, dove lasciarono delle particolari impronte sul terreno. Non
potevano essere quelle di un carrello di atterraggio per permettere agli alieni dell'UFO di scendere a terra.
Inoltre, le impronte erano costituite da pozzetti scavati nel terreno sul cui fondo c'erano dei piccolissimi condotti che si sprofondavano ancor più nel terreno.
Nello studio che ho fatto e pubblicato a questo link, mi resi conto che gli alieni della navicella si smaterializzavano per entrare nella terra eterica posta nella cavità terrestre. Inoltre, le impronte confluenti nei pozzetti suddetti avevano un strana forma e capii che contenevano un messaggio in codice per trasmettere la data di 2 eventi del futuro. Di qui l'idea di considerare gli alieni in questione dei profeti e vederli legati ai fatti dei 2 Testimoni che si stanno analizzando.
A questo punto ci si domanda in che modo quest'attività eterica si lega col mondo terrestre della vita attuale, considerato quale segno l'apparizione ufologica del 17 Ottobre 1954 a Firenze? In
particolare, l'attività depurativa di Giovanni profeta?
L'unica spiegazione è che si tratta dell'incarnazione terrena epocale di Giovanni che opera in questo secolo fra noi attraverso l'opera terrena di molti di noi per preparare il nuovo corpo fisico
della resurrezione.
Nessuno lo sa ed io posso considerarmi solo un "messo".
<Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi e il mare non c'era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo
da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii una gran voce dal trono, che diceva: «ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate »>. (Ap 21, 1-4)
Ma se Giovanni misura il tempio di Dio, il fatto che subito dopo si parla dei «2 Testimoni vestiti di sacco» vuol dire che egli impersoni anche questi 2 personaggi occupati a profetizzate nel
mondo eterico della "sfera cava" terrestre, ma che poi, una volta espletato questo compito depurativo, sono "uccisi" dalla bestia (attenzione si tratta di una colossale Opera al Nero alchemica,
la Nigredo e l'uccisione si riferisce alla vecchia terra eterica che si trasmuta nella nuova terra, la suddetta «nuova Gerusalemme») e risorgono per la sopravvenuta fase alchemica al Bianco,
l'Albedo.
Ed ecco ora la spiegazione della seconda apparizione degli UFO sul campo sportivo di Firenze durante una partita di calcio.
Il campo ha molteplici significati, oltre a indicare quello del calcio dove si raccolgono gli sportivi del calcio. Il campo indica anche la città, una regione ed infine tutta la terra. Ma nel
piccolo è la tavola dove si mangia ed è, per esempio, l'analoga tavola dove i dirigenti di un'industria si riuniscono per prendere decisioni e così via con tanti altri esempi. Ed ecco che si ha
modo di capire il significato esoterico dell'apparizione ufologica sul campo sportivo di Firenze.
E legandoci alla cupola del Duomo di Firenze da cui siamo partiti nel commentare la mappa geomantica dell'illustrazione 4, si scopre oggi la natura del passeggero di rango che siede su una poltrona dell'astronave aliena, un particolare triangolo rettangolo che corrisponde a uno dei 16 triangoli rettangoli delle 8 falde della cupola brunellesca. Nella tarda mattinata di sabato 25 Febbraio appena trascorsa è stata ritrovata una vecchia pistola nascosta in un muro al Giardino di Boboli in corrispondenza del cammello.
L’arma, totalmente arrugginita, ma ancora riposta nella sua fondina, risale presumibilmente alla Seconda Guerra Mondiale13.
Ed ecco il segno che ci riporta al diagramma delle effemeridi dell'illustrazione 7 per confermare l'aderenza di questo segno con il segno del pianeta Marte nella parte di Giovanni dell'Apocalisse.
❖ La Galassia della Gerusalemme celeste dell'Apocalisse
La Cupola del Duomo di Firenze, che già ha ispirato il passeggero di rango dell'astronave aliena dell'illustrazione 4 e poi la Gerusalemme celeste dell'Apocalisse di Giovanni, non manca di sorprendere nel ravvisare una meravigliosa galassia attraverso un indizio della sua costruzione. Un elemento che caratterizza la Cupola del Duomo in osservazione è la composizione architettonica della muratura, detta a «spinapesce», che crea una curva «lossodromica». (illustrazione 9)
<La curva della «spinapesce» si avvicina sempre di più ai poli della sfera.
Una struttura a base ottagonale presenta maggiori difficoltà nell’applicazione di questa tecnica; la sua struttura non ha la stessa continuità delle cupole circolari; infatti ciascuna vela è una
porzione di un cilindro ellittico e non di una sfera.
La Cupola di Santa Maria del Fiore è costituita da 2 calotte divise da uno spazio di circa 1,20 mt. in cui sono ubicati i corridoi e le scale di accesso alla base della Lanterna ed è formata da 8
vele che rappresentano porzioni di un cilindro ellittico.
La superficie di intradosso di ogni vela è quindi una porzione del mantello di un cilindro a sezione retta ellittica con l’asse che passa per i 2 centri di curvatura degli spigoli di estremità della vela.
Con l’avanzamento della costruzione, i mattoni vengono disposti secondo i paralleli, si inclinano sempre di più e per evitare un loro scivolamento verso il basso prima che la malta abbia fatto presa vengono disposti ad intervalli regolari alcuni mattoni posti per coltello, più precisamente, con il lato più lungo perpendicolare a quelli posizionati sui paralleli. Questa tecnica si chiama a «spinapesce».
E’ un metodo usato dagli architetti islamici, che lo avevano appreso dai bizantini e questi probabilmente lo avevano imparato dagli antichi romani.>14*
Nelle cupole emisferiche lo sviluppo delle spirali della «spinapesce», come già detto, crea una curva «lossodromica», cioè una curva che forma angoli costanti con i paralleli. Volendo ora
immaginare la linea seguita dalla nave sulla superficie terrestre, ci troviamo a dover definire una curva che forma con il meridiano un angolo costante, curva che viene chiamata lossodromia.
Se, per esempio, partiamo dal Polo Nord con rotta 60°, come si vede nell'illustrazione 10, descriviamo una curva sulla superficie terrestre –una spirale (una spirale logaritmica, per l’esattezza)– che si avvicina ai poli senza mai raggiungerli: navighiamo, appunto, per lossodromia.
Brescia, 2 Marzo 2023
*14 Geometria e costruzione nella storia dell’architettura di Roberto Corazzi