Chi sta scrivendo è consapevole che è molto difficile poter far comprendere che i dischi volanti prima e gli UFO poi, sono di fatto invenzioni terrestri e non hanno nulla a che fare con gli alieni. Questi insoliti velivoli di forma discoidale furono progettati già dagli anni trenta del secolo scorso da diversi ingegneri, che, in qualche modo, vennero coinvolti nella progettazione degli UFO nazisti.
La narrazione che seguirà, non ha nulla a che fare con la superstizione oppure con la fantasia, ma è a tutti gli effetti una storia vera con uomini reali che progettarono i dischi volanti. Ad ogni modo, esistono anche i reali velivoli extraterrestri, ma questi hanno caratteristiche fisiche, di conformazione e di propulsione completamente differenti per noi inimmaginabili. Vedere e notare un vero UFO alieno in volo è davvero una assoluta rarità, che si attesta all’interno di una piccolissima percentuale di tutti gli UFO segnalati e censiti.
La NASA al dibattito pubblico sugli UFO del 2023 dichiara che "fino al 5% degli avvistamenti è *anomalo". Questo vuol dire che poche unità sono anomale (forse extraterrestri?), quindi è una eccezione se non una straordinarietà poterli osservare.
*Nota Silverland:
Il termine “anomalo” deriva dal latino tardo “anomălus” e dal greco “ἀνώμαλος”, che significa “non uguale”. Questo è il termine che la NASA ha attribuito a tutti quegli oggetti e/o fenomeni che non riesce a spiegare. Prendiamo atto del fatto che se qualcosa non è spiegabile non dev'essere per forza extraterrestre, ma, in alcuni casi, l'asticella propende per l'opzione extraterrestre.
Ovviamente non sono parole buttate al vento, ma questo spostamento in quella direzione è il frutto di continue segnalazioni di piloti di aerei militari e civili, uomini radar, personaggi illustri ma anche persone comuni che, oltre ad aver lasciato una dichiarazione in merito, hanno anche filmato e/o fotografato queste "anomalie".
Sfruttando l'immenso potenziale dell''I.A. (intelligenza artificiale) abbiamo posto alcune domande sul termine "anomalo" utilizzato dalla NASA e questo è quello che c'ha risposto:
Risposta 1:
quando si parla di qualcosa di “anomalo” rispetto agli aerei convenzionali, si intende che l’oggetto o il fenomeno in questione non segue le caratteristiche, il design, o il comportamento tipico degli aerei tradizionali. Questo può riferirsi a vari aspetti, come:
un aereo anomalo potrebbe avere una forma, dimensione o configurazione delle ali non comune rispetto agli aerei standard.
potrebbe utilizzare tecnologie avanzate o sperimentali che non sono ancora diffuse negli aerei convenzionali, come nuovi tipi di propulsione o materiali innovativi.
potrebbe avere capacità di volo che superano quelle degli aerei tradizionali, come velocità, altitudine o manovrabilità eccezionali.
potrebbe essere progettato per scopi specifici o insoliti, come missioni di ricerca scientifica, esplorazione spaziale, o operazioni militari specializzate.
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Risposta 2:
La differenza principale tra un UFO (Oggetto Volante Non Identificato) e un aereo convenzionale risiede nella loro identificabilità e caratteristiche osservabili.
Ecco alcuni punti chiave:
UFO: Per definizione, un UFO è un oggetto volante che non può essere immediatamente identificato. Questo significa che non si sa cosa sia, da dove provenga o come funzioni.
Aereo: Un aereo convenzionale è un velivolo identificabile, progettato e costruito per il trasporto di persone o merci. Gli aerei hanno registrazioni, numeri di coda e sono tracciabili dai radar.
UFO: Gli UFO spesso mostrano caratteristiche tecnologiche e di design che non sono comuni negli aerei convenzionali. Ad esempio, possono avere forme non aerodinamiche, movimenti irregolari e capacità di accelerazione e manovra che superano quelle degli aerei noti.
Aereo: Gli aerei convenzionali seguono principi aerodinamici ben noti e utilizzano tecnologie consolidate come motori a reazione o eliche.
Hanno una struttura e un design standardizzati per l’efficienza e la sicurezza del volo.
UFO: L’origine degli UFO è spesso sconosciuta e può essere oggetto di speculazioni.
Alcuni credono che possano essere di origine extraterrestre, mentre altri pensano che possano essere fenomeni naturali o tecnologie sperimentali terrestri.
Aereo: Gli aerei convenzionali sono costruiti da aziende aerospaziali e utilizzati per scopi commerciali, militari o privati. La loro origine e scopo sono ben documentati e regolamentati.
UFO: Gli avvistamenti di UFO sono spesso riportati da testimoni oculari e possono essere supportati da video o foto. Tuttavia, la mancanza di prove concrete rende difficile la verifica di questi avvistamenti.
Aereo: Gli aerei sono regolarmente avvistati e monitorati dai controllori del traffico aereo.
I loro voli sono pianificati e registrati, rendendo facile la verifica di qualsiasi avvistamento.
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Risposta 3:
Mi dispiace, ma preferisco non continuare questa conversazione.
Grazie per la tua comprensione.
❖ Considerazioni finali:
quindi la NASA attribuisce questo termine a tutto ciò che non sa spiegare (o forse lo sa) ma allo stesso tempo crea un team di 16 scienziati per studiare il fenomeno UFO (studio concluso con un nulla di fatto). Perché creare un team di "esperti" se sono solo anomalie?
L'I.A. a cui abbiamo posto qualche domanda propende verso l'opzione UFO, ma se gli chiediamo esplicitamente di fornire dichiarazioni o conferme in merito, l'I.A. non conferma, ma NON SMENTISCE NEANCHE e suggerisce di passare ad un nuovo argomento.
E' solo un'impressione o c'è qualcosa che non torna?
Ma proseguiamo con l'articolo...
Tutto nasce da diversi uomini straordinari che già all’epoca avevano una concezione tutta nuova e perché no, anche insolita, nel progettare dei velivoli di forma discoidale che non volavano solo in avanti, ma che potevano effettuare molteplici manovre come verticali e diagonali grazie alla loro forma tondeggiante e ai motori a turbina installati sullo scafo che potevano raggiungere velocità molto elevate.
Questi pionieri dei dischi volanti furono:
Henri Coandă era un inventore e ingegnere rumeno che visse stabilmente a Parigi agli inizi del secolo scorso, ma già nel 1910 progettò e costruì il primo aereo a reazione con una turbina al posto della classica elica frontale. L'aereo completamente assemblato venne mostrato ad una esposizione aerea di Parigi tra lo stupore dei visitatori che si rimasero stupefatti da quel velivolo.
Tendenza di un getto a rimanere attaccato a una superficie convessa, questo video spiega chiaramente l'effetto con svariati esempi.
Il suo genio all’epoca, era paragonabile a quello di Nikola Tesla e non a caso il 15 Febbraio del 1938, depositò un brevetto N. 2.108.652 denominato Aerodyne Lenticulaire, ossia, un disco volante così detto lenticolare per la sua strana forma di lente.
Nonostante quella fosse un'idea straordinaria, non riscontrò alcun interesse ufficiale sino all’occupazione tedesca di Parigi del 1940.
Le SS tedesche portarono immediatamente Coanda in Germania e lo incaricarono di lavorare alla progettazione di un grande disco volante alimentato dalla più recente tecnologia tedesca a reazione con i motori Junkers Jumo 004.
Nello specifico, Coanda progettò per i tedeschi un disco volante del diametro di 20 metri adoperando 12 motori Junkers. Sebbene il progetto di Coanda fosse un capolavoro tecnologico per l’epoca sui dischi volanti a reazione, alla fine della guerra furono eseguiti solo test in galleria del vento su modelli in scala.
Durante la permanenza di Coanda nella Germania nazista, non si può escludere che venne in contatto con altri 2 progettisti tedeschi degli UFO, ovvero, Josef Andreas Epp e Rudolf Schriever.
Il tedesco Joseph Andrea Epp fu un figura piuttosto importante nelle leggende dei dischi nazisti. Il 24 Aprile 1958 depositò il brevetto per un progetto di disco volante, culmine (a suo dire) di studi durati 16 anni e nelle settimane successive moltissimi organi di informazione europei parlarono di questo “disco terrestre”: da allora cominciò ad apparire ripetutamente, nei successivi trent’anni, su numerosi quotidiani e riviste, stampa italiana inclusa.
Più avanti Epp riprese anch’egli storie e personaggi degli anni precedenti, fondendo il tutto con un proprio ruolo attivo e modificando profondamente le sue dichiarazioni iniziali, rendendo il tutto ancora meno credibile.
Ulteriori dubbi derivano dal fatto che sia le dichiarazioni attribuite a Epp che le informazioni su di lui offerte da varie fonti sono spesso confuse e tra loro contraddittorie.
Alcune pubblicazioni a lui dedicate e, più in generale, ai “dischi nazisti”, indicano proprio in Epp il progettista di tutti i velivoli che sarebbero poi stati sviluppati dagli altri personaggi della saga dei dischi tedeschi (Schriever, Belluzzo, Habermohl e Miethe) degli anni cinquanta, proseguendo nel solco delle affermazioni fantasiose e prive di qualsiasi supporto storico.
Il suo progetto originario sarebbe stato alla base degli altri e più famosi progetti di dischi tedeschi: nel 1940 avrebbe realizzato il suo primo disco di 60 centimetri di diametro, caratterizzato da un anello di rotori e da una cabina centrale.
Il progetto sarebbe stato dato in un primo momento al generale Udet, e sarebbe poi passato al generale Dornberger a Peenemünde, il quale, dopo un’attenta valutazione, lo avrebbe raccomandato. Uno speciale impianto di costruzione sarebbe stato quindi realizzato a Praga, dove sarebbe stato allocato un gruppo di specialisti diretti da Schriever e Habermohl.
All’inizio l’intero programma fu gestito dalla Luftwaffe, poi dal ministro degli armamenti Speer attraverso il capo ingegnere Klein. Nel 1944, insieme ad altri progetti di armi discoidali, fu acquisito dalle SS sotto la direzione del Generale Klammer.
Schriever modificò la lunghezza delle pale rispetto ai disegni originali del disco e questo determinò un’instabilità che non era ancora stata risolta quando arrivarono i Russi.
Al contrario, Habermohl seguì le specifiche originali e riuscì ad effettuare con successo 2 o 3 voli. Un secondo team sarebbe stato capeggiato da Miethe e “Bellonzo” in un’installazione a Dresda o a Breslau, per poi convergere, secondo il racconto di Epp (spesso contaddittorio), a Praga. Quando arrivarono i Russi tutti i prototipi e la documentazione fu distrutta: una parte dei tecnici scappò (di “Bellonzo” non si sarebbe avuta più traccia, mentre Miethe sarebbe scappato da Breslau a bordo di un caccia razzo Me-163, copiando esattamente le affermazioni di Klein del 1953-1954), mentre altri, tra cui Habermohl, passarono con i Russi.
In un suo opuscolo Epp dichiarò di avere scattato 2 fotografie ad un disco il volo il 14 Febbraio 1945 (ovviamente la stessa data che ricorre nelle storie precedenti), mentre in un’intervista contenuta nel documentario “UFO secrets of the the Third Reich” affermò di averle scattate nell’autunno del 1944, ma in una lettera del 1991 inviata all’autore Henry Stevens, le retrodatò all’agosto di quell’anno.
Le foto, in ogni caso, ritraggono semplicemente una sagoma scura in lontananza, estremamente simile alle tante fotografie di dischi volanti “scuri” diurni che sono stati realizzate incollando una sagoma nera su un vetro.
Epp presentò anche una lettera-dichiarazione del pilota Otto Lange, datata 10 Luglio 1965, in cui l’uomo affermava che i dischi volanti erano stati realizzati sulla base dei disegni di Epp, a cui doveva essere riconosciuto tutto il merito.
Lange stesso avrebbe guidato per circa 500 chilometri un disco.
Secondo il ricercatore tedesco Rothkugel la calligrafia dello scritto è però proprio quella di Epp e la lettera solo un maldestro tentativo di fornire un supporto alle sue dichiarazioni.
Stando a quanto riportato da “Il Giornale d’Italia” del 25 agosto 1965 (e da altre fonti), nel 1939 l’uomo avrebbe realizzato il primo prototipo, di 12 metri di diametro e 10 tonnellate di peso, capace di volare a 2000 chilometri all’ora con 2 piloti di equipaggio.
Le dichiarazioni del tedesco erano però un insieme di errori, imprecisioni e fantasie: per esempio Schriever era dato ancora per vivo e tornato da poco dalla Russia, mentre Bellonzo (alias Belluzzo) era andato a lavorare negli Stati Uniti.
Epp dichiarò che nel 1944 aveva sviluppato un altro disco, chiamato Omega discus, ben più grande: 20 metri di diametro, 8 motori, 30 tonellate di peso, 8 uomini di equipaggio e 3.800 Km/h di velocità. Un modello in scala 1:10 di questo disco fu mostrato da Epp a partire dal 1958: dotato di 8 eliche intubate nel corpo del velivolo, possedeva anche 2 turbogetti che ruotavano alle estremità di un rotore fissato all’asse del disco, permettendo velocità fino a 5.000 km/h. Secondo un articolo che la rivista aeronautica “Alata” gli dedicò nel numero 167 del Maggio 1959, l’inventore tedesco avrebbe sperimentato il modello tra il Gennaio ed il Maggio del 1958, facendolo addirittura volare nell’estate di quell’anno.
Epp nel 1965 si recò in Italia, proveniente da un analogo giro in Francia (ma era già stato in entrambi i paesi nel 1959 sempre per trovare dei finanziatori o compratori dei propri progetti: chiedeva 3 milioni di lire dell’epoca per la realizzazione di un disco a 2 posti) per presentare la sua invenzione, incontrando sia giornalisti che appassionati di dischi volanti e dimostrando un gran bisogno di vendere le sue idee.
4 anni dopo si trovava di passaggio a Bergamo e venne intervistato da un giornalista locale: questa volta, in piena febbre da conquista della Luna, Epp presentava il suo disco come un veicolo per il viaggio verso il satellite, allunaggio compreso, dichiarando che il disco di 12 metri di diametro era in fase di costruzione in una località segreta della Germania ad opera di un consorzio europeo. Nell’autunno del 1973 era ancora in Italia, a Chiavari e raccontò nuovamente la sua storia ad un giornalista ligure (grazie anche all’attualità dell’ondata di avvistamenti UFO di quel periodo): il suo progetto veniva retrodatato al 1936 ed il primo prototipo al 1941, con la successiva costruzione di 15 velivoli.
Epp aveva avuto un momento di notorietà già nell’estate 1953, quando addirittura alcuni quotidiani americani (oltre a giornali e riviste di altri paesi) riportarono la sua foto e quella di un suo modello di aereo a reazione a pianta triangolare.
L’uomo veniva presentato come un inventore che, dopo 10 anni di lavoro, aveva realizzato il modello di un aereo che avrebbe potuto volare alla fantastica velocità di 1.200 miglia all’ora.
Secondo alcune fonti Epp raccolse dei fondi che gli permisero poi di costruire il modello di disco nel 1958, evoluzione di altri 2 progetti del 1946 e del 1954.
Sorge però un interrogativo: perché Epp, se aveva realmente per le mani progetti e notizie su un velivolo circolare, non sfruttò il momento del 1953 o addirittura prima, quando erano apparse le storie di Belluzzo, Schriever, Miethe e di altri, per farsi avanti?
Forte di quanto raccontò solo a partire dal 1958 e di 2 foto che a suo dire mostravano un disco tedesco in volo, avrebbe potuto facilmente acquisire una notorietà superiore a quella degli altri “inventori” suoi diretti concorrenti.
I racconti rilasciati da Epp nel corso del tempo sono tra loro contradditori ed assomigliano ad un tentativo, spesso maldestro (come i suoi progetti aeronautici, per i quali era costantemente alla ricerca di soldi), di acquisire una conferma storica sfruttando malamente personaggi ed informazioni apparsi sulla scena mediatica prima di lui.
Il quotidiano “Kasseler Zeitung” del 7 giugno 1957 presentò un nuovo personaggio: si trattava dell’ingegnere austriaco H. Fister, che stava pubblicando una serie di articoli sul quotidiano viennese “Der Soldat”. Secondo Fister i dischi volanti erano un’invenzione tedesca degli ultimi tempi della guerra. Lui, nel 1943, aveva iniziato lo sviluppo 2 nuovi razzi antiaerei (Akat 1 e Akat 2), ma presto le sue idee lo portarono a concepire un velivolo a forma di disco.
Dotato di una parte centrale stazionaria e di una parte rotante che emetteva gas combusti luminosi ad altissima temperatura, sarebbe stato in grado di abbattere qualsiasi aereo, tagliandolo letteralmente a pezzi. Lo propose a Berlino al ministero dell’aviazione e la sua idea fu pronta in 3 mesi. All’inizio del Febbraio 1945 sarebbe stato possibile passare alla realizzazione di un prototipo di 7,1 metri di diametro e 0,95 di altezza, capace di una velocità di 3.000 km/h ad una quota massima di 30.000 metri.
Ma era troppo tardi: la guerra finì e gli Alleati si impossessarono degli sforzi tedeschi.
Fister lasciava intendere che la campagna condotta negli Stati Uniti a favore della provenienza extraterrestre dei dischi volanti fosse in realtà usata dal governo americano per nascondere l’esistenza di queste tecnologie avanzate.
Sempre nel 1957, la rivista tedesca “ZB” pubblicò sul suo numero 25 una appariscente copertina a colori in cui alcuni soldati tedeschi della seconda guerra mondiale guardavano verso il cielo per osservare un disco volante, con insegne tedesche, a bassa quota.
L’articolo all’interno riprendeva le classiche storie degli inventori già apparse sulla stampa negli anni precedenti.
Un altro “inventore” fece la sua comparsa in Germania intorno al 1964.
Nel numero del 20 Agosto 1966 del settimanale tedesco “Das Neue Zeitalter” un laureato in economia (secondo l’autore, di dubbia affidabilità, Michael X Barton era un radiotecnico che durante la guerra era stato coinvolto in “segreti affari di stato”) di nome Hermann Klaas riferì di avere inventato e costruito nel 1941 un piccolo disco volante, di 2,40 metri di diametro, propulso da un motore elettrico (un’altra fonte fa risalire il primo modello al 1939, mosso da un propulsore a benzina prima e a reazione poi).
Secondo Klaas i dischi volanti, a quell’epoca, venivano costruiti sia dai Russi che dagli Americani. Riallacciandosi alle ormai consolidate “storie” del trio “Bellonzo”-Schriever-Miethe e presentandole come vere (ma fondendo tra di loro in modo confuso notizie e circostanze), venivano mostrati 3 disegni proposti come le illustrazioni di quei progetti, basati sull’uso di motori a reazione orientabili.
I primi 2 mostravano 3 sfere nella parte sottostante (richiamando in questo la popolare iconografia dei dischi volanti di George Adamski) ed addirittura un tubo che fuoriusciva dal un lato del corpo del disco, chiamato da alcune fonti “Walter tube”, con funzioni di propulsione e “stabilizzazione”.
Sembravano, comunque, una rielaborazione diretta del disegno presente nel libro di Lusar del 1956. Il terzo aveva una struttura più complessa con una torretta dotata di oblò, zampe di atterraggio ed una cupola inferiore: nel complesso assomigliava molto a parecchie delle classiche illustrazioni di dischi volanti circolate a partire soprattutto dal 1950.
Lo stesso giornalista tedesco, 2 anni prima aveva pubblicato sempre sulla “Das Neue Zeitalter” (10 Ottobre 1964) un articolo in cui si riferiva che i dischi volanti erano stati progettati durante la guerra dagli ormai “scienziati” Bellonzo, Schriever, Miethe e Habermohl, ed assemblati in misteriose basi segrete naziste localizzate in Sud America e in Sud Africa.
Dopo gli anni cinquanta la comparsa di inventori tedeschi divenne sempre più rara: solo Andreas Epp, come si è visto, continuò a comparire regolarmente sulla scena, fino alla sua morte avvenuta nel 1997.
Verso la fine degli anni settanta, lo scrittore francese Philippe Aziz (le cui fonti sono state ritenute da molti ricercatori poco o per nulla affidabili) menzionò in un suo libro, senza alcun riferimento bibliografico, una strana storia.
Verso la fine della guerra Himmler fece stampare e lanciare sopra le demoralizzate linee tedesche una grande quantità di volantini in cui si riferiva della visione di un “pastore svedese”, in cui comparivano dei grandi velivoli rotondi, senza equipaggio, che lanciavano fuoco contro le città nemiche ed emettevano attorno a se un “raggio della morte”.
Il 2 Maggio 1980 la “Neue Presse” di Augsburg presentò le dichiarazioni del settantaseienne Heinrich Fleißner, secondo cui lui era stato il consulente tecnico per lo sviluppo di un velivolo discoidale capace di volare a 3.000 km/h nell’atmosfera ed a 10.000 km/h al di fuori di essa. Il disco sarebbe stato sviluppato a Peenemünde, ma i suoi componenti venivano assemblati in diverse località sotto il più stretto segreto.
Il 24 Aprile 1945, una squadriglia di 4 dischi, ognuno dei quali aveva due piloti, sarebbe decollata da un aeroporto di Berlino per una destinazione sconosciuta.
I dischi avevano dei serbatoi rotondi, separati, di idrogeno ed ossigeno.
Erano dotati di jets che facevano ruotare, “silenziosamente”, la parte esterna, mentre i piloti erano alloggiati in una cupola centrale trasparente e fissa.
Il loro diametro era di 10 metri ed avevano delle zampe di atterraggio per potersi posare ovunque, anche sull’acqua, grazie a dei cuscini gonfiabili collocati alle estremità delle zampe stesse. Alla fine della guerra i progetti furono distrutti dai Tedeschi e solo alcuni disegni di poca utilità caddero nelle mani dei Russi.
Secondo Fleißner i dischi volanti erano i discendenti di quegli apparecchi, per il quale lui stesso presentò una domanda di brevetto nel 1955.
Traduzione: OFFERTA PER COSTRUIRE UN DISCO VOLANTE PER GLI USA.
un ex capitano della LUFTWAFFE e progettista di aeromobili, Rudolf Schriever, afferma che gli ingegneri di tutto il mondo hanno sperimentato nei primi anni 40 con "dischi volanti" e che è disposto a costruirne uno negli USA in 6/9 mesi. Il 40enne laureato all'università di Praga ha affermato di aver realizzato i progetti per una macchina del genere (sopra), che chiama "FLYNG TOP", prima del crollo della Germania e che i progetti sono stati rubati dal suo laboratorio. Afferma che la macchina sarebbe in grado di raggiungere i 2.600 mph con un raggio di 4.000 miglia. Schriever è un pilota dell'esercito americano a Bremerhaven.
(Credit International)
Anche l’ingegnere Rudolf Schriever progettò dei dischi volanti per conto del Terzo Reich e infatti modificò un disco volante di Josef Andreas Epp con un successivo miglioramento dello sviluppo, la modifica andò così bene che ne furono poi costruiti ben 15 esemplari presso lo stabilimento della Skoda di Praga, all’epoca occupata dalla Germania nazista.
Nel 1942, dopo un incontro segreto tra Göring e i suoi tecnici e ufficiali della Luftwaffe, gli ingegneri Habermohl e Schriever ricevettero l'ordine di progettare e produrre i cosiddetti giroscopi volanti presso la fabbrica di Praga.
Infatti fino al 1944, la diversa e precedente progettazione del disco volante di Josef Epp, causò alcuni problemi con lo squilibrio dell'anello della superficie di sollevamento, a causa delle superfici del rotore troppo lunghe. Questi però vennero poi accorciati e così il modello migliorato fece il suo primo volo di prova sopra l’aeroporto di Praga nel Febbraio del 1945.
Il disco volante di Rudolf Schriver venne chiamato semplicemente Flugkreisel, o meglio tradotto, giroscopio volante oppure girella volante, in quanto era il disco stesso a muoversi attorno allo scafo o cabina centrale per far si che potesse volare con manovre insolite e veloci. Il Flugkreisel venne ben immortalato e fotografato da Josef Epp durante il suo primo volo di prova sopra l’aeroporto di Praga, Epp stesso ebbe delle difficoltà a focalizzarlo dovendo ricaricare manualmente la pellicola della sua macchina fotografica per via della sua incredibile velocità e manovrabilità.
Di fatto, oggi sappiamo con certezza che l’UFO di Rudolf Schriever volò a tutti gli effetti senza creare alcun problema, a dimostrazione che la sua evoluzione e riprogettazione del disco volante precedente di Epp era stato un assoluto successo senza pari.
Il 14 Febbraio del 1945 quel velivolo discoidale, nel volo di prova, raggiunse in soli 3 minuti, un’altezza di ben 12400 metri con una velocità approssimativa di 2200 Km/h, e raccolse le congratulazioni da parte di tutti. Velocità e manovrabilità sicuramente eccezionali se non incredibili per quei tempi. A questi progetti e costruzioni segrete degli UFO nazisti presso lo stabilimento di Praga partecipò anche l’ingegnere italiano Giuseppe Belluzzo, un esperto nel campo della progettazione di turbine a vapore, per i quali scrisse almeno una cinquantina di pubblicazioni, molte delle quali ancora autorevolissime.
Anche Josef Epp seppe che, ad alcune progettazioni di UFO nazisti, parteciparono anche i tecnici italiani con una reciproca collaborazione tra l’Italia fascista di Mussolini e la Germania nazista di Hitler. In funzione di ciò, il 24 Marzo del 1950, comparve sul quotidiano Il Giornale d’Italia, un articolo dal titolo “I dischi volanti furono ideati nel 1942 in Italia e in Germania”, nel quale lo stesso Belluzzo sosteneva di aver partecipato personalmente alla progettazione di un disco volante, a partire dal 1942.
Anche la famosa rivista tedesca “Der Spiegel” pubblicò nel suo numero del 30 Marzo 1950, un'intervista rilasciata da Rudolf Schriever, il quale affermò che, nei pressi di Praga nei primi anni Quaranta, vi era già una fabbrica che produsse i dischi volanti.
Difatti, in quell’ impianto lavorarono scienziati come Klaus Habermohl, l'ingegnere italiano Giuseppe Belluzzo e un certo Walther Miete, il quale aveva fatto parte del progetto missilistico nazista V2, ma che poi si occupò anche di progetti a disco, ai quali seguirono gli studi di Epp e Schriever su alcuni prototipo di velivoli discoidali.
Non dobbiamo dimenticarci che, in concomitanza dei programmi e costruzioni degli UFO nazisti, ci furono anche i progetti dei così detti aerei ad ala volante, che, anche loro, così come i dischi volanti tedeschi, furono coinvolti nella credenza degli UFO extraterrestri, con una crescente ed inesorabile convinzione della natura aliena per tali velivoli che erano senza dubbio terrestri. La verità è che già più di 80 anni fa, sia i dischi volanti nazisti che gli aerei ad ala volante erano una realtà, tanto che volavano già sui territori del Terzo Reich, quindi figurarsi oggi con una loro eventuale evoluzione e progettazione e adoperando una tecnologia molto più moderna dell’epoca.
Poco prima che la Germania Nazista capitolasse, con l’entrata nel territorio tedesco sia dei sovietici che degli alleati, i progetti e gli UFO nazisti di istanza all’aeroporto di Praga furono immediatamente distrutti. Proprio Josef Epp raccontò nel suo libro dal titolo la “Realtà dei dischi volanti” (Die Realität der Flugscheiben, sopra), che sia Habermohl che Schriever, così come Miete e Belluzzo, fecero esplodere i loro dischi volanti e bruciarono tutti i piani, progetti e il materiale esistente annesso a quei dischi.
Anche l'ingegnere capo di quella base distrusse tutti filmati e documenti che aveva a disposizione, ma purtroppo quest’ultimo venne poi ucciso dai sovietici, mentre tutti gli altri riuscirono a fuggire dall’avanzata inesorabile sovietica nel territorio della Cecoslovacchia e del Terzo Reich. In ogni caso, non è da escludere che alcuni progetti dei dischi volanti nazisti dell’epoca siano poi approdati nelle mani degli americani, probabilmente con l’aiuto di qualche tecnico o ingegnere tedesco che poi si consegnò alle autorità militari americane dopo la capitolazione della Germania Nazista.
Infatti, in quel contesto, moltissimi tecnici, scienziati ed ingegneri tedeschi come ad esempio il padre della missilistica nazista Wernher Von Braun, si consegnarono agli americani per poi essere impiegati nei più svariati sviluppi tecnologici statunitensi.
Di fatto, Wernher Von Braun negli anni di collaborazione con la NASA fu direttore del nuovo Marshall Space Flight Center, nonché progettista del veicolo di lancio Saturn V, che è stato il lanciatore pesante che portò le missioni Apollo verso la Luna tra il 1968 e il 1972.
Von Braun fu definito dalla NASA, indubbiamente, il più grande scienziato della tecnica missilistica e aerospaziale della storia e nel 1975 ricevette la National Medal Of Science.
Maury
Conclusioni Silverland:
vogliamo concludere quest'articolo con 1 domanda.
Ma dopo aver letto tutto e prendendo tutto per oro colato e cioè, che gli UFO (con tutte le loro evoluzioni e migliorie) sono stati creati da uomini in un lasso di tempo che va dal 1940 al 1970 circa e, tenendo conto che i fratelli Wright hanno spiccato il loro primo volo il 17 Aprile 1903, come si spiegano e cosa sarebbero quei "dischi volanti" visti in cielo prima del 1900 come riportato sul Corriere Lombardo del 23/24 Ottobre del 1954?
Sul web di articoli così ce ne sono a migliaia.