Nell’immaginario collettivo qualsiasi concetto o considerazione che possiamo avere sulla parola alieno, sarebbe comunque fuorviante o ingannevole, semplicemente perché qualunque tesi possa emergere dal nostro cervello è comunque derivante da certe memorie che abbiamo nel frattempo immagazzinato nelle più svariate forme e che poi associamo a quelle che sono le nostre esperienze umane.
Qualunque fonte possa aver riempito i nostri ricordi sulla parola alieno, questa non può provenire che da film, serie TV, libri, racconti, conferenze, social media, documentari, studi ufologici, oppure anche da alcune presunte testimonianze o esperienze di contatto, che sono comunque tutte emanazioni prettamente umane.
Di conseguenza, se volessimo elaborare la parola alieno, lo faremmo esclusivamente con un approccio umano che di per sé è già sbagliato dal principio.
Per cercare di comprendere o definire la parola alieno, bisogna partire da un presupposto imprescindibile e cioè, che alieno è un qualcosa di estraneo, misterioso, enigmatico, segreto, nascosto, nonché completamente sconosciuto e diverso, ma anche un intruso.
Spesso l’alieno viene associato ad un extraterrestre, quindi proveniente da un altro mondo o di origine non terrestre e cioè, completamente differente dall’essere umano terrestre, seppur con sembianze similmente umanoidi.
Nessuno al mondo, neanche gli addotti, che hanno avuto o che hanno tutt'ora a che fare con loro (gli alieni) in diverse occasioni o da sempre mediante il "prelevamento" alieno da loro perpetrato, possono dire di conoscere gli extraterrestri, semplicemente perché nessun essere umano ha mai vissuto con loro qui sulla Terra o sul loro pianeta o, senza aver avuto la possibilità di una convivenza costante e durevole all’interno di un certo lasso di tempo.
Solo in quel caso si potrebbe studiare e conoscere una specie aliena, in quanto, convivendo con loro ed immergendosi nella loro società, si potrebbero assimilare tutte quelle conoscenze utili per poter capire e, soprattutto, per definire la parola alieno.
Siccome questo non è mai stato sperimentato da nessun essere umano, ecco quindi che la parola alieno rimane inspiegabile nonché incomprensibile.
Per queste ragioni, se un essere umano non adeguatamente preparato dovesse ipoteticamente incontrare un alieno, come minimo ne rimarrebbe terrorizzato, ciò avverrebbe perché non disporrebbe di canoni di paragone verificabili o confrontabili con quelle che sono le proprie conoscenze, esperienze e/o abitudini terrestri.
In quel caso si troverebbe completamente da solo nel senso più ampio del termine.
Infatti, non è un caso che le diverse specie aliene in contatto con le persone addotte, inizino ad avere delle interazioni quando questi sono ancora molto piccoli, ossia, da quando la persona prelevata ne ha memoria. In questo modo e con queste interazioni, gli alieni riescono ad "abituare" l’addotto alla loro presenza; importante sottolineare che queste interazioni potrebbero continuare per tutta la vita o, fino a quando l’addotto avrà uno scopo o un'utilità (che al momento nessuno conosce) per gli extraterrestri.
E’ molto probabile che anche il DNA della persona prelevata possa avere una attinenza con un certo adeguamento o preparazione per una simile esperienza non comune e molto singolare. Infatti, si ipotizza che l'addotto non sia altro che il frutto di un controllo continuo basato su una linea genetica o della propria famiglia.
Questa sorta di controllo avrebbe una sua logica, in quanto, si potrebbero monitorare e verificare gli sviluppi di determinati esperimenti. Come dicevamo poc'anzi però, quali siano le finalità di queste operazioni al momento rimangono sconosciute.
Per tale motivo, non è un caso che gli alieni scelgano chi deve essere addotto e chi invece no, visto che le persone coinvolte sono di un numero davvero limitato nonché modesto.
Di conseguenza, non è assolutamente auspicabile che un umano qualunque, non opportunamente preparato, possa incontrare un alieno; anche se questa ipotesi sarebbe comunque improbabile e da scartare categoricamente, per il semplice fatto che sono gli alieni a scegliere chi deve essere contattato e chi no.
Nota Silverland:
*Anche se non escludiamo, a parer nostro, che possano esserci incontri casuali, vedi:
Travis Walton, coniugi Hill, il caso Emilcin etc.
Non a caso esiste un termine tutto terrestre che si chiama "imprevisto", tale termine indica una circostanza che non è possibile prevedere e che giunge inaspettata.
In questi 3 casi, come per molti altri, le persone coinvolte si sono trovate
Gli alieni non fanno nulla per *caso, quindi non hanno alcun motivo, ma neanche nessun vantaggio a contattare un umano qualsiasi se questo non dovesse essere utile per i loro progetti. Sul contattismo extraterrestre si è letto e sentito di tutto, addirittura che questi contatti avverrebbero per appuntamento.
Se analizzassimo tutti questi racconti, ipotesi e teorie, ci accorgeremmo che derivano tutti da atteggiamenti e pensieri strettamente umani e che questi non hanno nulla di alieno.
Sono gli alieni a scegliere dove, come e quando contattare un umano e, in questo caso, l’umano è sinonimo di addotto, diversamente è davvero difficile considerare un contattato che non sia anche un addotto.
Pensare e parlare di loro con parametri umani è un errore che l’ufologia si porta dietro da sempre e che ormai ha contaminato se stessa con questa ideologia che continua a considerare l’approccio con questi esseri alla stregua di un incontro qualsiasi tra umani che si ritrovano per un aperitivo. Come abbiamo già specificato all’inizio di questo racconto, alieno è sinonimo di completamente sconosciuto e quel poco che sappiamo, lo dobbiamo grazie agli addotti che continuano ad avere interazioni con questi esseri.
Anche le interconnessioni tra alieni e addotti avvengono esclusivamente tra le sfere di contatto che concernono principalmente il rapporto tra persona prelevata e alieno all’interno del contesto del prelevamento. Solo sporadicamente o raramente si possono avere informazioni o dialoghi con questi esseri anche al di fuori di quella situazione o ambito.
Ad ogni modo, queste influenze riguardano principalmente il rapporto stretto che possono avere le persone prelevate con gli alieni coinvolti in questo particolare fenomeno.
Pensare e credere di voler o poter avere un incontro con gli alieni per pura curiosità o interesse, così come si potrebbe avere con una nuova amicizia con una persona dall'altra parte del mondo o di società terrestre è un desiderio improponibile, impossibile e non augurabile. Gli alieni non sono umani, quindi sarebbe persino difficile pensare di poter aver un dialogo qualsiasi con loro come se lo avessimo con un altro essere umano.
Qualsiasi incontro che potremmo avere con un nostro pari anche di un altra razza, continente, lingua, società o religione è comunque qualcosa di ben definibile che conosciamo e che quindi ci fa sentire più sicuri.
Incontrare un alieno che è completamente estraneo, inspiegabile o sfuggente, terrorizzerebbe chiunque, nessuno escluso.
Gli alieni non hanno alcun motivo per incontrare umani da loro non scelti o non preparati come possono essere gli addotti, conseguentemente, una qualunque ipotesi di volontà di contatto è da scartare a priori e semmai questo dovesse avvenire, con una modalità di un contatto massivo, allora potrà accadere solo quando l’umanità sarà pronta.
E’ probabile che quando questo avverrà, allora saremo anche pronti a viaggiare oltre i nostri confini terrestri. Ad ogni modo, dovremmo comunque essere fieri di appartenere alla specie umana terrestre nonostante tutte le nostre deficienze e limitazioni e, allo stesso tempo, smettere di considerare gli alieni come se fossero dei *maestri, profeti o salvatori come un certo pensiero ufologico vuol far credere, ebbene, anche questo concetto è prettamente umano. Considerazione personale:
"ma poi, chi ci dice che gli alieni siano effettivamente *così visto che nessuno li conosce.
Maury