Il rapito è utilizzato per la creazione di una razza ibrida umano/aliena tramite rapporti sessuali (esogamia) con gli alieni o tramite inseminazione artificiale.
Uno dei casi di “UFO Abductions” più noti e forse il primo mai documentato nella storia dell’ufologia moderna. Riporto in questo post le dichiarazioni fatte da Antonio Villas Boas.
N.B. L’articolo originale presentava numerosi refusi, sono stati corretti.
La data: 22 Febbraio 1958
Il soggetto: Antonio Villas Boas.
La dichiarazione dei testimoni: Dott. Olavo T. Fontes, Joao Martins (il giornalista).
“Mi chiamo Antonio Villas Boas, ho 23 anni e di professione faccio il contadino.
Vivo con la mia famiglia in una Azienda Agricola che appartiene alla nostra famiglia.
È situata vicino alla città di Sao Francisco de Salles, nello Stato di Minas Gerais, vicino al confine con lo Stato di Sao Paulo.
Ho 2 fratelli e 3 sorelle e viviamo tutti assieme nell’Azienda di famiglia; un altro fratello e una sorella sono morti. Tutti i membri maschi della famiglia lavorano alla fattoria.
Ci sono molti campi e piantagioni di nostra proprietà che devono essere coltivati.
Abbiamo un trattore con motore a benzina di marca internazionale e che usiamo in 2 turni, uno diurno e l’altro notturno quando i campi devono essere seminati.
I lavoratori della fattoria lavorano solo durante il giorno.
Di notte, lavoro solo io, soprattutto solo o con uno dei miei fratelli.
Non sono sposato e sono in buona salute, lavoro duro e tengo un corso per corrispondenza e, quando posso, studio. È stato un sacrificio venire a Rio de Janeiro per via dell’urgente lavoro ancora da fare alla fattoria, ma, ho pensato che il mio dovere fosse quello di riferire sugli avvenimenti insoliti che mi hanno coinvolto.
Farò tutto quello che lei pensa sia giusto e corretto fare e, sono anche pronto a rilasciare una dichiarazione alle Autorità civili o militari".
Quindi, Antonio Villas Boas ha iniziato a raccontare uno dei più incredibili e, per certi aspetti, affascinante caso di rapimento che la storia ricordi sul fenomeno UFO dal Brasile durante gli anni ’50 e, conosciuto "mondialmente" dagli ufologi come l’UFO-FLAP:
❖ La seduzione di Antonio Villas Boas.
L’episodio è registrato come il primo rapimento di UFO dell’età moderna e avviene al malcapitato ventitreenne brasiliano sopra citato il 15 Ottobre del 1957.
Questo caso resta valido e, a oggi, resistite a tutti gli “esami a cui è starto sottoposto” .
Un caso documentato “fisicamente” dai dottori che hanno esaminato gli effetti fisici e psicologici del rapito. Il ricercatore Bruce Rux racconta:
”Antonio Villas Boas era riluttante a raccontare la sua storia, ma poi, convinto da Dott. Olavo T. Fontes, Professore di Medicina alla Scuola Nazionale di Medicina del Brasile ed anche da un rappresentante dell’APRO, raccontò pubblicamente quanto successo e lo fece, il 22 Febbraio dell’anno seguente davanti allo stesso Dott. Olavo T. Fontes, al giornalista Joas Martins e ad un’agente dell’intelligence militare brasiliana (SSB).
A Antonio V. Boas, dopo aver effettuato tutti gli esami, gli venne diagnosticata una sofferenza da avvelenamento da radiazioni e Fontes, a questo riguardo, ne volle sapere di più.
Fra i sintomi emersi, comparivano: dolori in ogni parte il corpo, la nausea, mal di testa, perdita di appetito, arrossamento, bruciore con lacrimazioni agli occhi e le lesioni cutanee che hanno continuato ad apparire per mesi, somigliavano a piccoli noduli rossastri, più duri della pelle, intorno, sporgenti e dolorosi quando venivano toccati, ciascuno con un foro centrale piccolo che produceva uno spurgo giallognolo. La pelle attorno alle ferite presentava un’area che dava una sfumatura ipercromatica violacea".
L’uomo dei Servizi Segreti Brasiliani (SSB) interrogò Antonio V. Boas, che venne assoggettato a una serie di test fisici e psicologici.
La maggior parte degli ufologi “conservatori” accetta il suo rapimento come un evento reale.
Il rapimento è avvenuto il 15 Ottobre, ma, i suoi incontri sono cominciati 10 giorni prima.
❖ Una luce intensa
Il 5 Ottobre avviene il primo incidente
“Quella sera, abbiamo avuto visite, ragion per cui, siamo andati a dormire soltanto dopo le 23:00, ben dopo l’ora solita. Ero nella mia camera, assieme a mio fratello João, faceva
molto caldo quella notte e, quando abbiamo aperto la finestra che dà sul terrazzo, improvvisamente, vedo una luce brillante che illuminava tutto l’ambiente.
Era una luce molto più chiara di quella del chiaro di Luna e, non siamo riusciti a comprenderne la sua origine ne provenienza, ma, solamente, che veniva dall’alto, come se un forte proiettore avesse diretto la sua luce verso terra illuminando tutta la nostra azienda agricola.
Tuttavia, lassù nel cielo, non ho potuto distinguere niente di preciso.
Chiamai mio fratello, perché anche lui potesse vedere questa luce, ma, non interessato e pigro come solo lui sa essere, non si disturbò ad alzarsi e ritenne che era meglio dormire.
In seguito, chiusi le persiane e tutti e 2 andammo a dormire.
Ciononostante, questa luce non mi usciva dalla testa e non mi lasciava chiudere gli occhi, di modo che, accusando una curiosità immensa, mi rialzai ed andai ad aprire le persiane per vedere ciò che avveniva fuori. La luce continuava persistente rimanendo al suo posto.
Restai ad osservare questa luce, quando, improvvisamente, si spostò avvicinandosi alla mia finestra. Spaventato, chiusi le veneziane, ma feci cosi tanto rumore che svegliai mio fratello João, che, nel frattempo, si era addormentato.
All’interno della stanza, io e mio fratello guardammo con sorpresa quella luce che "giocava" attraverso le persiane e che, era entrata anche attraverso il tetto, penetrando tra le fessure delle tegole. Alla fine, la luce scomparve e non torno più.”
❖ Un tentativo di caccia all'oggetto
Il 14 Ottobre avviene il secondo incidente.
“Deve essere successo tra le 21:30 e le 22:00, ma non posso essere sicuro dell’ora esatta perché non portavo orologi con me. Stavo lavorando con il trattore insieme a uno dei miei
fratelli, quando, improvvisamente, a 300 piedi (150 metri circa) al di sopra delle nostre teste, scorgiamo una luce molto chiara, penetrante, ad punto tale da avere male alla vista.
Quando la vedemmo per la prima volta, era grande e tonda, come una ruota di un carro, ed era situata alla fine del campo che dava a nord dove lavoriamo la terra.
Era di un colore rosso-chiaro e illuminava un grande settore.
Distinguemmo qualcosa che si muoveva all’interno della luce, improvvisamente e, molto velocemente, a sud, dall’altra parte del campo, dove è rimasto immobile fino a quel momento. Corremmo dietro alla luce che aveva cominciato a girare sui campi, ma ci sfuggiva sempre. Allora, abbiamo abbandonato l’inseguimento e abbiamo raggiunto gli altri fratelli.”
“Per diversi minuti la luce rimase immobile e a distanza, sembrava emettere raggi intermittenti in tutte le direzioni, mi fece pensare ai raggi del sole quando sorge.
In seguito, scomparve così improvvisamente da aver avuto l’impressione che si fosse spenta.
Tuttavia, non ho la certezza assoluta su/di queste cose.
Non sono abbastanza sicuro se questo sia effettivamente successo, in quanto, non ricordo se ho tenuto lo sguardo fisso in un'unica direzione.
Forse, per pochi secondi, ho fissato lo sguardo altrove e, può essere, che in quel frangente, si sia sollevato e sia scomparso prima che io abbia avuto il tempo di rigirarmi.”
❖ Il contatto
Il 15 Ottobre avviene il contatto.
“Il giorno seguente, il 15 Ottobre, ho lavorato da solo con il trattore.
Era una notte fredda con un cielo chiaro e particolarmente stellato.
Alle 01:00 vidi una stella rossa, d’aspetto uguale ad una di quelle grandi stelle ben chiare nel cielo (come la stella Sirio o l’Orsa Maggiore per intenderci).
Tuttavia, ebbi come la sensazione che non si trattasse di una stella, infatti, ne ebbi la conferma quando notai che aumentava gradualmente di dimensione dandomi l'impressione di dirigersi nella mia direzione. All’interno di questa “luce”, per alcuni momenti, scorsi un oggetto brillante dalla forma a uovo allungato con delle caratteristiche tecniche e dalla velocità incredibile. Il suo approccio era così rapido che in un istante era già sul trattore, prima ancora che potessi ragionare sul da farsi (scappare).
Successivamente, l’UFO si fermò improvvisamente a circa 100 metri da me, rimanendo immobile per alcuni istanti per poi discendere fino a 50 metri sopra la mia testa.
Il trattore ed il campo vennero illuminati, come immersi in una completa luce del giorno.
La luce dei fari del mio trattore venne completamente oscurata da questa luminosità penetrante di color rosso-chiaro. Percepii un timore orribile, ancor prima di sapere ciò che sarebbe
successo da li a poco. Decisi di fuggire con il trattore, ma, la velocità di quest’oggetto non era comparabile con quella del mio trattore, la sua marcia infatti era lenta e tutti i miei sforzi
per accelerare risultavano vani.
Inoltre, in quel momento, esclusi la possibilità di saltare dal trattore per cercare di fuggire a piedi, in quanto, correndo sulla terra recentemente arata, avrei solo rischiato di rompermi una gamba. Rimasi quindi fermo per 1 o 2 minuti, esitante, senza sapere cosa avrei potuto fare; poi, la “luce” cominciò a muoversi e si è fermò a 10-15 metri dinanzi al mio trattore e, successivamente, si posò al suolo.”
❖ Descrizione dell'UFO
“Si avvicinava a me, sempre più, fino a quando ebbi la possibilità di distinguerlo chiaramente e capendo che si trattava di una macchina fuori dal comune, quasi rotonda, con delle
piccole luci rosse disposte su tutta la circonferenza.
Nella parte anteriore, quella che si trovava nella mia direzione, c’era un enorme faro rosso, lo stesso che mi aveva oscurato la vista quando l’oggetto discese dall'alto.
Ora, distinguevo chiaramente i contorni della macchina; sembrava un uovo allungato con 3 pennacchi, 1 in mezzo e altri 2 ai lati.
Erano 3 pennacchi o protuberanze metalliche che finivano arrotondati in punta; non potetti distinguere il suo effettivo colore per via della forte e intensa luce rossa che emanava e nel quale erano immersi. In cima, sopra l’oggetto, vi era qualcosa che girava ad un’alta velocità (cupola rotante), che a sua volta emetteva della luce rossa fluorescente.
Nel momento in cui la macchina decelerò per posarsi a terra, le rotazioni della cupola rotante diminuirono e la sua luce cambiò (così mi sembrava) in verde.”
A questo punto, la parte rotante era visibile, era come un piatto, o come una cupola appiattita.
Da sottolineare, che questa parte rotante non si è mai fermata, per lo meno, si manteneva in rotazione permanente, anche quando l’oggetto volante era poggiato al suolo.
La maggior parte di questi dettagli non li notai subito, ma soltanto in un secondo momento, inizialmente, ero troppo nervoso per distinguerli chiaramente.
In prossimità del terreno, quando l'oggetto era a qualche metro da esso, dalla parte bassa si aprì un varco e da questo ne uscirono 3 "appoggi" metallici, molto probabilmente erano i
“sostegni d’atterraggio”. Ultimate tutte le mie risorse di autocontrollo, non fui più disposto ad attendere un solo istante di più a tale evento.”
❖ Tentativo di fuga
“Durante tutto questo tempo, il motore del trattore è sempre stato acceso, ed è in quel momento che decisi di spingere il piede sull’acceleratore nel tentativo di fuggire deviando
l’oggetto volante che si trovava dinanzi a me. Fatti alcuni metri, il motore e i fari si spensero.
Non capivo il motivo di questo improvviso spegnimento, visto che, fino ad un attimo prima, il motore e i fari funzionavano. Riprovai quindi a ripartire, ma il motore non rispondeva.
Prevedendo il peggio, in un istante saltai giù dal trattore, giusto dietro l’oggetto e iniziai a correre via. Tuttavia, poco più in là, un minuscolo essere che mi arrivava all’altezza delle spalle mi prese per un braccio per trattenermi...”
❖ Il sequestro
..."a quel punto, lo spinsi via facendogli perdere l’equilibrio liberando nel contempo il mio braccio e facendolo cadere all’indietro. In funzione di ciò, riprovai nuovamente a correre,
quando, istantaneamente, 3 altri esseri mi presero dalle spalle e ai lati, tenendomi per le braccia, gambe e sollevandomi dal suolo senza darmi la possibilità di divincolarmi.
Provai a scalciare invano, mi tenevano bloccato, gridai aiuto e maledicendoli dissi loro di lasciarmi andare. Inoltre, i miei rapitori rimasero stupiti, sorpresi o curiosi per le mie grida, perché, fino a quando non salimmo sull’oggetto, ogni volta che aprivo la bocca per gridare mi osservavano in viso, ma senza mai lasciare la presa che mi teneva bloccato.
Arrivai a questa conclusione per via del loro atteggiamento verso di me e, per questo, rimasi un po’ sollevato. Poi, mi portarono fino all’oggetto volante che era posto a circa 10 metri di altezza rispetto al suolo e che poggiava sui supporti metallici prima descritti, ma sempre tenendomi bloccato. Nella parte posteriore dell’oggetto volante, c'era una porta che si apriva completamente e che fungeva da pensilina, dava su una scala di metallo, dello stesso metallo argentato delle pareti dello scafo e che scendeva sino al suolo.
I miei rapitori riscontrarono una certa difficoltà nel farmi salire su questa scala che poteva essere usata al massimo da 2 persone stando uno accanto all’altro; inoltre, questa scala, non era stabile e loro, dovevano equilibrarsi fortemente ad ogni mio tentativo di liberarmi.
Su ogni lato della scala vi era un corrimano dello spessore di una impugnatura di una spazzola, alla quale mi afferravo ad ogni passo sui pioli per evitare di salire, questo, costringeva i miei rapitori a fermarsi ogni volta per togliermi le mani dal corrimano.
Ciononostante, anche il corrimano era mobile e, quando in seguito scesi dalla stessa, ebbi come l'impressione che loro fossero legati con una sorta di catena.”
❖ La nave spaziale
“una volta a bordo, mollarono la presa e mi lasciarono in una piccola stanza quadrata.
La luce brillante del plafond (soffitto) metallico si rifletteva sulle pareti anch'esse di metallo, senza interruzioni e senza alcuna ombra; era come una luce emessa da molte lampade regolate ed incastonate al di sotto del plafond e tutte attorno alla sala.
Inizialmente mi lasciarono per terra. La porta d’entrata, unita con la scala (che nel frattempo era stata raccolta) si sollevò e si chiuse.
L’interno era illuminato come se fosse giorno, ma, anche con questa luce brillante, non si percepiva il punto in cui c'era la porta, (dopo essere stata chiusa), era completamente integrata
alla parete; soltanto la scala metallica indicava il posto in cui era.
Uno dei 5 esseri presenti indicò con la mano una porta aperta e mi fece capire che dovevo seguirlo in questa stanza attigua. Obbedì, d’altronde, non avevo altra scelta.
Questa stanza, che era più grande di quell’altra era semiovale e le pareti splendevano come nella stanza precedente. Credo che ci trovassimo nel settore centrale dell’oggetto volante, dico questo perché nel mezzo vi era una colonna rotonda e apparentemente massiccia, il cui diametro diminuiva nel mezzo. Dubito che questa colonna si trovasse in quel punto a scopo ornamentale e secondo me, era un elemento portante del plafond (soffitto).
I soli "complementi d'arredo" esistenti erano una tavola dai disegni strani ma gradevoli e diverse sedie girevoli che sembravano le sedie dei banconi da bar.
Tutti gli oggetti erano di metallo. La tavola e le sedie avevano un solo piede nel centro e, il tavolo, era fermamente fissato alla base; nelle sedie invece, il piede poteva appoggiarsi a 3 rafforzamenti orizzontali a scala con un anello mobile ed intarsiato intorno ai fianchi.
Inoltre, le sedie si potevano muovere su tutti i lati.”
❖ Gli esami
“Gli esseri hanno continuato a tenermi e, evidentemente, parlavano al mio cospetto.
Quando dico “parlavano” è bene sottolineare che ciò che intendo dire è che non hanno niente a che vedere (nemmeno la minima similitudine) con i suoni umani.
Non sono in grado di imitare la loro voce o parole.
Tra l’altro, quei suoni o quegli strani versi, mi fanno ancora rabbrividire quando penso a loro!
Improvvisamente, quegli strani esseri sembravano essere arrivati ad una decisione e tutti e 5 uniti iniziarono a spogliarmi.
Ho cercato di difendermi come meglio ho potuto, ho gridato, mi sono divincolato e per un attimo si sono fermati, mi hanno osservato e credo che abbiano cercato di farmi intendere che fossero "gente" istruita. Tuttavia, hanno continuato a spogliarmi, fino a che sono rimasto completamente nudo. Nonostante le mie proteste violente, le mie forti discussioni durante tutto questo processo, non sono mai arrivati a ferirmi, né a strapparmi una qualunque parte del mio abito di dosso.
In conclusione, io ero completamente nudo e con un timore orribile, perché non sapevo cosa sarebbe successo in seguito. Uno dei miei rapitori si è avvicinò a me tenendo un qualcosa nella mano
che mi sembrava essere una specie di spugna, con la quale, mi passò un liquido su tutto il corpo. Era una spugna morbida, non una di quelle spugne comuni, ed il liquido era chiaro ed inodore,
tuttavia, più viscoso dell’acqua.
Pensai che fosse una specie di olio, ma non poteva esserlo, perché la mia pelle non era né unta né oleosa e né grassa; inoltre, dopo aver cosparso questo liquido sul mio corpo ho sentito un
freddo intenso, anche perché, all’interno dell’oggetto la temperatura era abbastanza bassa. Ho sofferto per essere stato spogliato, ma ho sofferto maggiormente per il freddo (dopo essere stato
cosparso dal liquido) ero tremolante per via del freddo.
Tuttavia, il liquido si è presto essiccato e, poco dopo, non ho sentito più nulla…”
“…Intanto, 3 dei rapitori mi sospinsero per una porta dalla parte opposta a quella dalla quale ero entrato. Uno di loro toccò qualcosa al centro della porta e questa si aprì dai 2 lati come una porta scorrevole (tipo ascensore dei giorni nostri) e che arrivava fino al soffitto.
Al di sopra, vi era una specie di iscrizione (come delle lettere luminose verdi) come una sorta di pannello indicatore. Gli effetti di luce di queste “lettere luminose”, attaccati alla porta per 1/2 cm in rilievo erano completamente diversi da qualunque altro simbolo da me conosciuto.
Ho cercato di registrarli nella mia memoria, ma, purtroppo, non ci sono riuscito (sotto ipnosi però, sembra che sia riuscito a ricordarmi i simboli di questa specie di insegna).
In compagnia di 2 degli esseri, entrai in una piccola stanza quadrata, illuminata come le altre stanze e la porta si è chiuse dietro di me dopo esserci entrato, ma, quando mi voltai per osservarla, la porta non c'era, c'era soltanto una parete uguale alle altre.
Successivamente, la parete si aprì e, da quella parete, poi rivelatasi una porta, entrarono 2 esseri che tenevano in mano due tubi di "gomma" rossi, sufficientemente spessi e di una lunghezza approssimativa di circa 1 metro.
Uno di questi tubi era collegato ad un recipiente di vetro a forma di calice e dall’altra parte, vi era una specie di beccuccio che sembrava essere più una ventosa, che, successivamente, mi venne messa sulla faccia, al di sotto del mento, dove, ancora oggi, ho una macchia scura con una sorta di cicatrice annessa.”
❖ Il prelievo di sangue
“Prima che l’essere iniziò la sua "operazione", compresse fortemente il condotto di gomma con la mano, come se volesse espellere tutta l’aria. Sin da subito non avvertii alcun dolore né
prurito, ma, osservai che la mia pelle era "risucchiata" nel punto di contatto; in seguito, sentii che bruciava e innescandomi un senso di sonnolenza; infine, scoprii che sul mento la mia pelle
era stata ferita. Dall'altra estremità del tubo, dove era posizionato un calice, notai che si stava "riempiendo" lentamente del mio sangue, fino a metà.
A quel punto, il tubo mi venne tolto, ma solo per sostituirlo con un altro.
Infatti, seguì un secondo prelievo di sangue, questa volta però dall’altro lato del mento.”
Con il secondo prelievo, il calice venne riempito fino al bordo.
A quel punto, gli esseri tolsero il tubo dal mio viso e notai che anche da questa parte ero rimasto "ferito" (col medesimo prurito e bruciore di prima), attonito e perplesso per ciò che stava accadendo.
❖ La stanza della purificazione
“Quando gli esseri uscirono dalla stanza in cui mi trovavo e, richiudendo la porta dietro di loro, mi lasciarono da solo per un certo periodo, forse per un’ora, ove nessuno si preoccupò di
me.
In questa sala/stanza non c’erano mobili, a parte una specie di letto senza materasso né coperte. Poiché questo letto era incurvato, sia in alto che sul fondo, non era molto comodo, in compenso, era morbido, come se fosse stato di schiuma o come una spessa coperta.
Dopo tutto quel che avevo passato fino a quel momento, mi sono sentito stanco e quindi mi sedetti su questo "letto".
Nello stesso istante, sentii un forte odore a me sconosciuto che mi causò delle nausee; in quel momento, ebbi come l’impressione di inalare del fumo denso, tagliente, che mi lasciò quasi
asfissiato. Precedentemente, quando esaminai la parete per la prima volta, osservai un certo numero di piccoli condotti metallici incassati nella parete all’altezza della mia testa,
simili ad una doccia, dai quali, era fuoriuscito un fumo grigio che poi si dissolse nell’aria.
In quel frangente, mi sentii piuttosto male e mi venne un senso di ansietà da vomito, qualche istante dopo infatti, andai in un angolo della sala e vomitai.
In seguito ripresi respirare senza difficoltà, tuttavia, continuai a sentirmi male per via di quest'odore. Rimasi molto scoraggiato da questa situazione perché non capivo che cosa pretendessero da me. Fino a quel momento, non ebbi la benché minima idea di quale fosse l’aspetto di questi esseri.”
❖ Gli esseri
Antonio Villas Boas descrisse queste creature fin nei minimi dettagli.
“I 5 esseri vestivano una blusa grigia molto aderente di un materiale di un certo spessore, molto morbida e, in alcuni punti, attaccata con delle cinghie nere.
Per coprirsi la testa ed il collo utilizzavano un casco dello stesso colore, ma, di un materiale diverso, rinforzato dietro e con strette cinghie di metallo.
Il casco copriva tutta la testa, lasciando spazio soltanto gli occhi che ho potuto distinguere attraverso qualcosa che sembravano un paio di occhiali rotondi.
Questi esseri sconosciuti mi fissavano con i loro occhi chiari che mi sembravano di colore blu.
Al di sopra degli occhi, il casco aveva 2 volte l’altezza di una fronte normale.
Probabilmente, al di sotto del casco, utilizzavano qualcosa che era invisibile dall’esterno.
A partire dalla metà della testa, scendendo lungo i fianchi e entrando nella blusa, all’altezza dei fianchi, ho osservato 3 tubi rotondi argentei, ma non saprei dire se fossero stati di metallo o di gomma. Il tubo centrale scendeva verso la colonna vertebrale, mentre gli altri 2 tubi scendevano sia a destra che a sinistra, fino a 10 cm al di sotto delle ascelle.
Non vi era alcuna depressione o ammasso che indicasse un collegamento tra questi tubi ed il recipiente o uno strumento nascosto al di sotto della blusa.
Le maniche della blusa erano strette e lunghe e le mani continuavano in guanti spessi, inoltre, ebbi come l'impressione che gli esseri riuscivano a toccare a malapena, con le
punte delle dita, la parte interna del guanto che le conteneva.
Tuttavia, questo non gli ha impedito di tenermi con molta fermezza agendo sui tubi utilizzati al momento di effettuare il prelievo. Credo che la loro blusa fosse una specie d’uniforme, dico questo perché tutti i membri dell’equipaggio utilizzavano uno stemma della dimensione di un disco d’ananas. Da li, una cinghia tipo seta argentata o di metallo si legava alla stretta cintura, senza buchi (asole), la blusa inoltre non aveva né tasche né bottoni.
I pantaloni erano lunghi e attillati e finivano nelle scarpe e/o stivaletto, ma, non si capiva dove cominciasse uno o dove finisse l'altro. Le suole delle scarpe sembravano avere uno spessore compreso tra i 4 e 7 cm; ed erano ben diverse dalle nostre scarpe tradizionali.
Sulla parte anteriore/cima sembravano leggermente incurvate.
Gli esseri si muovevano agiatamente, essa infatti interferiva poco e niente con i movimenti del loro corpo, ad ogni modo, avevano uno strano modo di camminare che sembrava rigido.
Erano tutti della mia altezza (1,64 cm - forse un po’ meno a causa di quei caschi) tranne 1 che non arrivava neanche all’altezza del mio mento.
Erano fisicamente forti, ma non ad un punto tale da averne timore; credo, che se avessi avuto un corpo a corpo con uno solo di essi, non avrei dubbi ad affrontarne qualunque di questi esseri.”
❖ Sesso all'interno dell'astronave
“ …un rumore nella porta interruppe i miei pensieri e la porta si aprì...
Mi girai e vidi una giovane donna avvicinarsi, mi veniva incontro lentamente ed era completamente nuda, svestita come me.
Rimasi perplesso e, apparentemente, ella trovò divertente l’espressione del mio viso.
Era molto bella, completamente diversa dalle altre donne che conoscevo.
I suoi capelli erano morbidi e biondi, quasi dello stesso colore del platino, gli scendevano giù dalla nuca, con la riga in mezzo e aveva grandi occhi blu a mandorla. Il suo naso era diritto.
Il contorno del suo viso era diverso, gli zigomi erano alti e prominenti e le conferivano un aspetto eterogeneo con il viso molto più ampio di quello degli indiani sud-americani.
Il mento dalla forma triangolare, le sue labbra erano molto magre, quasi invisibili e le sue orecchie erano esattamente come quelle delle nostre donne terrestri.
Aveva un corpo grazioso come le nostre giovani donne, con i seni ben formati, sodi, alti e dalle dimensioni contenute (forse una 3^). I suoi fianchi erano larghi, le gambe lunghe, i piedi piccoli, le mani fini e le unghie normali. Era di statura piccola, arrivava a malapena alle mie spalle.
Questa giovane donna si avvicinò a me in silenzio; mi osservava con i suoi grandi occhi che esprimevano una sorta di attesa, come se volesse dirmi che stava attendendo qualcosa da me. Improvvisamente, mi strinse e iniziò a sfregare il suo viso sul mio, fece lo stesso con il suo corpo, che sfregava contro il mio.
La sua pelle era bianca, come quella delle nostre donne terrestri bionde e aveva le braccia piene di efelidi. Sentivo soltanto l’odore del suo corpo, tipicamente femminile e senza alcun profumo sulla pelle o in prossimità dei peli. La porta a quel punto si chiuse.
Restai solo con questa giovane donna che non mi lasciò il minimo dubbio riguardo ai suoi desideri e ai suoi intenti, quella situazione mi eccitò fortemente.
Considerando la situazione nella quale mi trovavo, non era spiegabile e soprattutto improbabile, ma, molto probabilmente, credo che l'eccitazione sia stata causata dal liquido che mi passarono sul corpo gli esseri.
Quello che so per certo è che non riuscii a frenare il mio appetito sessuale in alcun modo…
…finì con il non pensare più a nulla, non rifiutando le avance della giovane donna e le sue carezze. Quello che successe dopo, fu un atto completamente normale e si comportò come qualsiasi altra donna, anche dopo molte ripetizioni dell’atto sessuale.
In seguito, si stancò e respirò con difficoltà…
… qualche istante dopo che i nostri corpi si separassero, la porta si aprì nuovamente e uno degli stranieri chiamò la giovane donna. Prima di uscire dalla sala, si girò verso di me indicando prima il suo ventre e, in seguito, con una specie di sorriso, il cielo. Poi uscì.
Interpretai quel gesto come se volesse dirmi che a breve sarei diventato padre e che sarebbe tornata e che avrei potuto andare a vivere con lei nello spazio se avessi voluto.
Ancora oggi, mi sento enormemente preoccupato e pieno di paure al sol pensiero che possano ritornare per rapirmi nuovamente, mi sentirei perso.
Non sarei pronto in alcun modo a separarmi dalla mia famiglia e ad abbandonare la mia terra. Qualche istante dopo, uno degli esseri mi ridiede i miei abiti e mi rivestii
Ritrovai tutti i miei effetti personali, tranne il mio accendino che, forse, potrebbe essermi caduto al suolo durante la lotta con i miei rapitori.
Poi, tornammo nell’altra stanza dove 3 dei membri dell’equipaggio si trovavano seduti sulle sedie girevoli. Quello che venne a prendermi raggiunse gli altri e mi lasciò solo.
Finché “parlavano”, cercai di registrare nella memoria tutti i dettagli del mio incontro e osservai minuziosamente tutto quanto avveniva.
In quest’ottica, vidi sul tavolo accanto ai rapitori, all’interno di una scatola quadrata con una copertura di "vetro", un disco, somigliante ad una sveglia/orologio; c’era infatti un’indicatore, ma, al posto dei numeri, c’era una marcatura nera.
Non so cosa fosse ne a cosa potesse servire, ma è cosi che l’ho vidi.
Mi avvicinai un poco alla volta a quest'oggetto e lo tirai giù dalla tavola con 2 mani, era pesante almeno 2 kg; tuttavia, non mi diedero il tempo di osservarlo da vicino che, nello spazio di un secondo, uno degli uomini mi spinse di lato e, togliendomi la scatola dalle mani in modo furioso la rimise al suo posto. Mi ritirai fino alla parete più vicina e rimasi immobile e in silenzio nell'attesa che succedesse qualcosa.
Non vidi più la giovane donna, né spogliata, né vestita, ma pensai di sapere dove potesse trovarsi, in quanto, nelle pareti della grande stanza c’era più di una porta e dietro una di queste si sentivano dei passi (come se qualcuno camminasse avanti e indietro in attesa di qualcosa e/o di qualcuno). Siccome tutti i membri dell’equipaggio erano nella grande stanza, pensai, che i passi che sentivo potevano essere solo della giovane donna.
Forse, in quell'ala dell'oggetto volante si trovava la “cabina” di pilotaggio.
Infine, uno degli stranieri si alzò e mi fece segno di seguirlo.
Non venni più controllato eccessivamente e camminammo a piccoli passi fino alla porta d’entrata che era già stata aperta e con la scala già rilasciata.
Tuttavia, non scendemmo subito; l’essere mi fece capire a suo modo che dovevo seguirlo fino alla rampa (pensilina) che girava su tutti i due lati della porta; era stretta, ma mi permetteva di girare completamente attorno all’oggetto volante!
Andammo sul davanti e vidi una protuberanza metallica sovrastante l’oggetto; nella parte opposta vi era la stessa massa. A giudicare dalla forma, forse, quello poteva essere un dispositivo di controllo per il decollo e l’atterraggio dell'oggetto.
Devo ammettere, che non avendo mai visto questo dispositivo in funzione, non so quale possa essere la sua funzione. Poi, uno degli occupanti dell'oggetto volante mi fece fare una sorta di giro "turistico" , ma non mi spiegò nulla, forse, non ci sarebbe stato neanche il modo per farlo.
Dopo avermi mostrato tutto, lo straniero mi accompagnò alla scala metallica e mi lasciò intendere che ero libero di andare. Non me lo feci ripetere un’altra volta e scesi dalla scaletta.
L’essere, dopo aver indicato con la mano prima me e poi lui, fece segno di ritirarsi, forse, una sorta di saluto, poi, scomparve all’interno dell’oggetto volante.
La scala metallica si ritirò e una volta ritirata tutta sparì nella parete dell’oggetto volante sino a rendersi invisibile. La luce dei pennacchi metallici del faro principale e della cupola divennero gradualmente più intensi con l’aumento delle rotazioni.
Lentamente, l’oggetto volante salì in linea verticale, facendo poi rientrare allo stesso tempo i supporti d'appoggio. In seguito, vidi che la parte sottostante dell’oggetto sembrava così liscia che non darebbe a pensare che da li sarebbe mai potuto uscire qualcosa.
L’oggetto volante poi salì delicatamente fino raggiungere 30 massimo 50 m d’altezza; poi, si arrestò per alcuni secondi mentre la sua luminosità si fece più intensa.
Il brusio creato dallo spostamento dell’aria era in continua crescita, al che, la cupola iniziò a ruotare vertiginosamente mentre le luci cambiavano continuamente colore fino a diventare di
un rosso-chiaro. In quel preciso momento, l’oggetto volante si inclinò leggermente di lato e, sempre con questo rumore ritmico in sottofondo, si posizionò verso sud ed improvvisamente partì come
una pallottola ad una velocità cosi impressionante che sparì dalla mia vista in pochi secondi…”
❖ La finalità di tali rapimenti è ancora un grande mistero per l'ufologia
“Sono stato rapito alle ore 01:15 circa contro la mia volontà e portato all’interno di un oggetto volante extraterrestre da cui sono uscito all’alba verso le 05:30.
Dunque, mi hanno trattenuto per 4 ore e 15 minuti circa.
Non ho parlato della mia esperienza con nessuno, eccetto mia madre, la sola persona con la quale mi aprivo e mi confidavo e che si è limitata a dirmi che era meglio non avere contatti con gente così! Non ho avuto il coraggio di parlarne nemmeno con mio padre.
Gli avevo accennato già precedentemente di una luce nel cielo, ma non credette alle mie parole e trovò solo da ridire, concludendo il tutto dicendo che era tutto frutto della mia immaginazione. Più avanti, decisi di scrivere al Sig. João Martins contando su ciò che avrei raccontato; per tale motivo, sono motivato dalla lettura del suo articolo per la rivista “La Crociera”.
❖ Note cliniche e relazione sull'esame medico firmato dal Dott. Olavo T. Fontes:
Dati personali:
António Villas Boas, bianco, nubile, agricoltore, residente a San Francisco de Sales, Minas Gerais.
Scheda clinica:
in conformità al suo rapimento, egli ha lasciato l’oggetto volante il 16 Ottobre del 1957 alle 05:30. Il suo stato fisico era sufficiente debole, anche perché, non aveva mangiato nulla dalle 21 della sera precedente, inoltre, finché è rimasto nell’oggetto volante ha vomitato diverse volte. Ha girato per casa esausto e ha dormito quasi tutto il giorno dopo.
Nel pomeriggio, alle 16:30, si è sentito meglio ed ha fatto un pasto regolare.
Tuttavia, già da quella notte e nelle notti seguenti, non riusciva più a dormire.
Era molto nervoso, fortemente eccitato, ed ogni volta che riusciva a prendere sonno sognava gli eventi della notte precedente come se rivivesse tutto.
A quel punto del sogno, si svegliava con un grido ed aveva la sensazione, diverse volte, di essere fermato dai suoi rapitori.
Il giorno dopo, era completamente confuso, andava da un posto all’altro e fumando una sigaretta dietro l’altra. Si è sentito stanco, affaticato ed esausto.
Ha avuto voglia di mangiare qualcosa, ma ha finito per prendere soltanto un caffè; subito dopo, si è sentito male ed ha vomitato; la nausea e l’ansietà dei vomiti ed i forti dolori di testa hanno continuato durante tutto il giorno.
Siccome era assolutamente senza appetito, ha respinto qualunque prodotto alimentare.
Quindi, la seconda notte dopo l’incidente, lo ha passato sveglio, insonne e nello stesso stato fisico del giorno prima. Sentiva ancora i suoi occhi bruciare, ma i dolori di testa erano spariti. Il secondo giorno, ha continuato con questa nausea di vomito ed era ancora senza appetito, tuttavia, non ha più vomitato, anche perché non aveva mangiato nulla.
Inoltre, gli occhi bruciavano sempre di più e sono cominciati a lacrimare costantemente benché non ci fosse alcuna infiammazione di un tessuto congiuntivo.
Non sono stati riscontrati sintomi di altra irritazione qualunque della vista o della prevenzione degli occhi.
La terza notte, il paziente è riuscito a dormire normalmente.
A partire da questo momento, ha sentito una necessità eccessiva di dormire che è durata più di un mese. Durante il giorno, arrivava per dormire, poco importa dove si trovasse o quello che facesse; si addormentava persino mentre parlava con altre persone.
Durante questo stato di sonnolenza, i suoi occhi continuavano a bruciare e a lacrimare.
Il terzo giorno, l’ansietà e la nausea del vomito sono scomparsi, il suo appetito è tornato ed ha mangiato normalmente. Gli occhi peggioravano quando esposti al sole e così, ha cercato di evitare ogni luce.
L’ottavo giorno, quando già lavorava nei campi, ha sofferto una leggera perdita di sangue sull’avambraccio; il giorno seguente, l’ematoma si è infettato, formando pus e provocando del prurito. Dopo la cura, al posto dell’ematoma è restato un circolo rosso.
Da 4 a 10 giorni più tardi, improvvisamente e senza alcuna ferita preliminare, simili ferite dermatologiche sono apparse negli avambracci e nelle gambe.
Cominciavano con delle pustole aperte nel mezzo che causavano forti pruriti e che richiedevano da 10 a 20 giorni per curarle.
Il paziente ci ha riferito che queste pustole, dopo essere state curate, lasciavano cicatrici con macchie rosse scure al suo interno.
Ci ha informato che in precedenza non aveva mai sofferto di eczemi, irritazioni cutanee, ematomi, contusioni o ferite aperte (segregazione del sangue); quando quest’ultimi apparivano, volta per volta, erano così leggeri che non si arrivava ad osservarli.
15 giorno dopo la sua esperienza, sono apparse 2 macchie giallastre, più o meno simmetricamente disposte, alla destra ed alla sinistra del naso; il paziente ha commentato al riguardo:
“queste macchie sembravano come se la pelle fosse morta, senza tatto, libera da irrigazione sanguigna”. Dopo una decina di giorni, le macchie sono scomparse come improvvisamente erano apparse. Accanto alle cicatrici lasciate dalle pustole, sporadicamente apparse nelle braccia durante quest’ultimi mesi c'erano ancora 2 piccole ferite aperte.
Gli altri sintomi descritti non sono più apparsi fino a questo momento.
Attualmente il paziente si sente bene ed egli stesso considera buono il suo presente stato di salute. Nega la presenza di sintomi tali come, febbre, diarrea, emorragie, itterizia, durante la fase acuta della sua malattia o in seguito. Né ha riportato depilazioni sul corpo e sul viso, o caduta di capelli dal periodo d’Ottobre fino ad oggi.
Nel contesto della fase della sonnolenza, la sua capacità di lavoro non è notoriamente diminuita. Nello stesso modo, non si è registrata una diminuzione qualunque nella sua libido, come non teneva anemia poiché non ha avuto indebolimenti, né aveva pustole nella bocca.
Olavo T. Fontes, Dottore in Medicina, Rio de Janeiro 22 Febbraio del 1958.
Riassumendo, il Dott. Fontes in seguito è tornato a ricordare che, all’inizio degli esami, ha saputo che Antonio non ha alcuna disposizione psicopatica.
Durante la sua deposizione, non una sola volta è caduto in contraddizioni o ha perso l’autocontrollo. Inoltre, quando in alcune occasioni ha esitato a rispondere ad una domanda, ha rivelato comportamenti normali di una persona che non vuole rispondere ad alcune domande su circostanze fuori dal comune. Quando questo succedeva, ha sempre detto, semplicemente: “non lo so” o “non so spiegare questo”, tenuto conto che tali evasioni potrebbero anche mettere in dubbio la credibilità della sua storia.
Del resto, Antonio ha detto al giornalista João Martins che si è sentito inabile a parlare di alcuni dettagli riguardo all’extraterrestre. Né, António ha rivelato inclinazioni per la superstizione o il misticismo; non ha considerato i membri dell’equipaggio dell’oggetto come angeli, super-uomini o demoni, ma, che sì trattava semplicemente di uomini che provengono da altre regioni di un altro pianeta.
Ha spiegato quest’idea per il costume del membro dell’equipaggio che lo ha accompagnato a visitare l’oggetto volante, ma soprattutto, per avergli indicato, prima lui, in seguito il suolo e per
ultimo il cielo.
Inoltre, durante tutta la sua permanenza a bordo, Antonio ha osservato come i membri dell’equipaggio utilizzavano uniformi e caschi chiusi; da qui ha concluso che l’aria normalmente inalata da
loro doveva essere diversa da quella sulla Terra.
Quando il giornalista João Martins ha parlato ad Antonio che nel caso in cui la sua storia venisse rivelata, molte persone lo avrebbero considerato un matto o un impostore.
Antonio assolutamente impressionato da tali prospettive, mi ha detto soltanto: “
in questo caso, inviterei a chi fa certe illazioni a casa mia e li, solleciterei ad informarsi sulla mia persona, così ben presto capiranno in un modo o in un altro se sono stato sincero."
Al giorno d’oggi, Antonio è sposato e vive molto felicemente con sua moglie ed i figli nell’azienda agricola. Continua ad affermare che l’incidente è avvenuto e si è svolto proprio come lui lo descrive e, a parte questo, non vuole più sapere nulla al riguardo.
Antonio non ha mai preso droghe o veleni.
Antonio Villas Boas si è ritirato dalla vita pubblica per continuare i suoi studi, ricevendo il diploma di legge e diventando avvocato praticante nella città di Formosa, Gojas.
È morto nel 1992 nella città di Ubera in Brasile nel Triangolo Mineiro.
Note dell’autore:
Lo scrittore Ralph Blum:
"Antonio Villas Boas ha dichiarato che il liquido chiaro era un afrodisiaco; nella mia mente la《logica》 della storia suggerisce che era un germicida di qualche tipo e che, il 《fumo》 era un elemento chimico che ha permesso alla straniera di respirare senza il suo casco (il resto dell’equipaggio ha indossato i caschi in ogni fase del rapimento).
Potrebbe essere che il sangue era pertinente ad alcuni criteri di incrocio.”
❖ Il ricercatore Bruce Rux evidenzia:
“In un secondo tempo, nel racconto della sua avventura, Antonio ha menzionato il fatto che la straniera aveva anche i peli del pube rosso-sangue.
Il fatto di avere omesso dalla pubblicazione originale questo particolare è dovuto sicuramente alle usanze sessuali del tempo.
I dettagli del suo incontro che in seguito a raccontato, non sono stati pubblicati, ma, apparentemente, ne ha discusso con qualche imbarazzo quando a raccontato la sua storia al Dott. Fontes e al Sig. Martins.”