Boianai è un villaggio che sorge su una piccola lingua di terra creata nel Maser River dove quest’ultimo fuoriesce da un gorgo profondo dagli Owen Stanleys.
Si trova sul lato meridionale della Goodenough Bay, a circa 20 miglia da Menapi.
Circa 4 miglia verso l’interno sorgono alte le montagne culminanti in 2 picchi che dominano il gorgo da tutte le parti, Monte Nuanua e Monte Pudi e sono alte circa 1300 metri.
Dietro di esse sorgono varie catene montuose, fino al Monte Simpson, alto circa 3300 metri, che domina tutta la catena. Sulla spiaggia troviamo la Stazione della Missione di Tutti i Santi, a Boianai, con una chiesa corallina di cemento e vari edifici della missione.
E’ rivolta verso nord, mentre la spiaggia va da nord/ovest a sud/est.
Guarda sulle basse colline di Giwa e Menapi sulla Penisola di Capo Vogel.
Il Missionario in Carica, il Reverendo William Booth Gill è un mio vecchio amico.
E’ venuto a Papua con me nel 1946. Era sulla sua piccola barca di 5 metri e navigava a circa un miglio sotto costa e stava tornando a casa dopo la visita ad una stazione periferica.
Erano le 18.50 e stava per diventare scuro. Il tempo era sereno sopra di lui, ma c’erano nuvole e nuvoloni tutt’intorno. Le montagne avevano un profilo scuro rispetto al cielo che era ancora luminoso. Improvvisamente, notò una brillante luce bianca, “come quella generata da una lampada Tilley”, apparentemente posata in alto sul fianco del Monte Pudi non lontano dalla cima. Calcolò che la luce si trovasse a circa 150 metri dalla cima.
Rimase molto incuriosito da quella luce, ma non eccessivamente, così distolse lo sguardo continuando a leggere il suo libro.
5 minuti dopo alzò nuovamente lo sguardo verso la montagna, ma la montagna era al buio.
La luce era scomparsa. La cosa gli sembrò di nuovo strana, ma non le diede importanza e continuò nuovamente a leggere.
Dopo altri 5 minuti fu nuovamente consapevole della presenza della luce che risplendeva su un fianco della montagna, ma, con sua sorpresa, splendeva da una posizione completamente diversa sul lato opposto della montagna.
Si era spostata di un buon miglio verso est, cosa abbastanza impossibile se fosse stata portata da un uomo. Però, padre Gill non si rese conto del significato di quello che aveva visto e, distolse di nuovo lo sguardo. Quando guardò nuovamente da quella parte, la luce era scomparsa e non ricomparve più. Il mattino seguente, esaminò la montagna alla luce del giorno e si rese conto che non c’erano case o villaggi e nemmeno tracce di vita umana lassù, ma solo i lati a picco delle montagne.
Soltanto quando ricevette una mia lettera a proposito dei più recenti avvistamenti di Giwa gli venne in mente che avrebbe potuto trattarsi di un UFO.
Padre Gill fu nuovamente testimone di un’osservazione successiva che avvenne il 26 Giugno 1959. Questa volta però, c’erano 38 testimoni in tutto e le loro descrizioni dell’UFO e dei suoi occupanti sono diventate classiche.
Quello che segue è un estratto di un rapporto sull’evento redatto dal Reverendo Cruttwell.
Padre Gill aveva appena cenato ed uscì dalla porta principale della Casa della Missione.
C’era un piccolo fraticello ed alcuni alberi, comprese palme da cocco, poi, una discesa di circa 15 metri verso la spiaggetta sottostante.
Lanciò distrattamente un’occhiata al cielo cercando Venere, che in quel periodo era molto luminosa. Per usare le sue parole:
“ho visto Venere, ma ho visto anche quell’oggetto scintillante che mi sembrò molto strano proprio perché scintillava e perché era veramente molto luminoso ed era vicino a Venere e così rimasi a guardarlo per un po’, dopo di che, lo vidi discendere verso di noi”.
Stephen Gill Moi (un maestro della missione nativo del posto), che si unì a Padre Gill qualche minuto dopo, lo descrisse come “splendente con una brillante luce bianca, come una lampada Tilley”. Ananias (un lavoratore indigeno) si servì esattamente della stessa espressione. Stephen sottolinea che sembrava sciogliersi e svanire per poi diventare più luminoso, come se si stesse avvicinando ed allontanando.
A un certo punto, si avvicinò abbastanza e rimase immobile ad un’altezza che Padre Gill stimó tra i 130 ed i 150 metri, anche se ammette che fu molto difficile stabilirne l’altitudine di notte senza conoscere le dimensioni dell’oggetto.
Calcola il suo diametro apparente come 12 centimetri tenuti alla distanza di un braccio.
Stephen disse che se allungava una mano chiusa a pugno riusciva a coprirne metà.
Padre Gill dichiara che cambiò da una brillante luce bianca, quando era molto lontano, ad un giallo opaco, o forse arancione pallido quando venne più vicina.
Alla domanda se pensava che si trattasse di un oggetto metallico, rispose:
“Be, sembrava solido, certamente non trasparente né poroso; possiamo solo dire che fosse metallico in base alla nostra esperienza di cose che viaggiano e trasportano uomini”.
Tutti i testimoni sono d’accordo sul fatto che era circolare, che aveva una grossa base ed una parte superiore più stretta, che sotto aveva delle specie di gambe; che di tanto in tanto produceva una lama di luce azzurra che splendeva in alto verso il cielo a un angolo di circa 45° gradi e che in cima comparvero 4 “figure umanoidi”.
2 testimoni dichiararono di aver visto circa 4 oblò o finestrini sulla fiancata e che hanno indicato anche nei loro disegni. Essi non compaiono invece nei disegni di Padre Gill.
Commentando questi disegni disse:
“ho visto quelli che sembravano pannelli sul fianco dell’oggetto che brillava un po’ più luminoso del resto, ma non li ho interpretati come oblò.
Per questo non li ho indicati nel mio disegno approssimativo”.
Discutendo l’aspetto dell’oggetto e dei suoi occupanti, il rapporto del Rev. Cruttwell continua:
C’è una certa discrepanza tra i calcoli dei vari testimoni sul numero di gambe, anche se tutti convengono che erano divise in 2 gruppi.
Padre Gill tiene a sottolineare che c’erano 4 gambe aperte, 2 per parte e un po’ divergenti.
Ho riprodotto il disegno di Padre Gill e i disegni di 3 testimoni per poterli paragonare (Figura 14 sopra), disegni che sembrano comprendere il vero aspetto dell’oggetto così come si ricava dalla descrizione dei testimoni.
Riportiamo qui i commenti di Padre Gill sugli “uomini”:
“Mentre lo guardavamo (l’oggetto), da esso uscirono degli uomini e comparvero nella parte superiore su quella che sembrava una piattaforma sulla sommità di quel grosso disco.
In tutto c’erano 4 uomini, in certi momenti 2, poi 1, poi 3, poi ancora 4; annotammo le varie occasioni in cui tali uomini comparvero.
In seguito, tutti quei testimoni furono abbastanza sicuri del fatto che le nostre registrazioni fossero corrette e che concordavano con esse e i video ("degli uomini") nello stesso momento in cui li vidi io… poterono firmare la loro testimonianza su quella che interpretammo come un’attività umana o comunque di creature di qualche tipo poste sull’oggetto stesso”.
“Un’altra cosa peculiare era la lama di luce blu emanata da quello che sembrava il centro del disco. Gli uomini sembravano illuminati non solo dalla luce che si rifletteva su di loro, ma anche da una specie di bagliore che li circondava completamente insieme al velivolo.
Il bagliore non li toccava, ma sembrava esserci un po’ di spazio tra il loro profilo e la luce.
Ho cercato di indicarlo nel disegno. Sembravano illuminati in 2 modi:
(A) da luce riflessa, come gli uomini visti al lavoro in alto su un edificio di notte, ed illuminati dal bagliore di una lampada ossiacetilenica
(B) da questa curiosa aureola che li delineava, seguendo ogni contorno delle loro figure senza però mai toccarli. In effetti, sembravano essere illuminati nello stesso modo in cui lo era la macchina/oggetto”.
Tutto questo è indicato nel diagramma di Padre Gill.
Alla domanda se pensasse che quegli uomini indossassero tute spaziali, rispose:
“non saprei dirlo. Può anche darsi; la cosa mi sembrerebbe una spiegazione possibile del doppio profilo, ma non vidi nessuna tuta effettiva”.
Gli chiesi se avesse potuto vedere qualche dettaglio, come per esempio il colore della loro epidermide. Rispose che erano troppo lontani per poter vedere tali dettagli, ma che comunque avrebbe detto che probabilmente erano pallidi.
Per quanto riguarda i dettagli dei loro corpi, l’unica cosa di cui poteva essere sicuro era che avevano il contorno di normali esseri umani dalla cintura in su.
Le loro gambe erano nascoste dai lati del veicolo.
Se portavano abiti, erano estremamente aderenti.
La seconda notte
L’oggetto tornò la sera seguente e ripeté le sue esibizioni.
Un astronomo americano, il Dr. Menzel, *dichiarò che l’oggetto che tutti i testimoni stavano guardando eccitati altro non era che il pianeta Venere!
*Nota Silverland:
quello che ci lascia davvero perplessi (ancora una volta) è l'affidabilità del Sig. Menzel per spiegare eventi ufologici di cui non sa praticamente nulla, ove, non è nemmeno testimone dell'evento. Questa non è la prima volta e non sarà nemmeno l'ultima che rilascia frettolose valutazioni personali prive di analisi scientifiche che poi vengono smentite.
Troviamo davvero strano che proprio un astronomo che basa le sue ricerche su dati certi e calcoli minuziosi si cimenti in un campo minato pieno di incognite per sparare soluzioni a casaccio. Penso che queste valutazioni vadano a minare anche la sua credibilità in qualità di astronomo. La nota davvero curiosa in questa vicenda è che la smentita viene data proprio nel campo di Menzel, che non ha verificato nemmeno un dato così banale come quello sull'orario del tramonto.
Questa ipotesi può essere rifiutata su basi astronomiche, per non parlare delle altre.
Il 27 Giugno il sole tramonta ora locale alle 18.15; quindi, il cielo sarebbe stato ancora parecchio luminoso alle 18.02, quando secondo le annotazioni di Padre Gill fu chiamato per andare a vedere un oggetto sufficientemente chiaro nel cielo da provocare costernazione tra i nativi del luogo. Venere semplicemente non avrebbe mai potuto apparire così chiara in un cielo ancora azzurro. Il Reverendo Cruttwell, che conosce molto bene il terreno montagnoso di Boianai, conferma personalmente questo fatto:
Alle 18 il sole sarebbe andato dietro le montagne, ed il cielo rimane brillante fino alle 18.30.
Non diventa realmente buio fino almeno alle 18.45.
Ciò esclude qualsiasi possibilità che l’oggetto sia stato un pianeta, quale Venere, che non avrebbe potuto essere tanto luminoso così presto.
Riportiamo qui il rapporto di Padre Gill sugli eventi di sabato 27 Giugno:
“Un grosso UFO fu avvistato per primo da Annié Laurie Borwa, un’assistente medico papuano, apparentemente nella stessa posizione della notte precedente. Erano all’incirca le ore 18”.
Chiamò Padre Gill, che uscì intorno alle 18.02 e vide anch’egli l’oggetto.
Aveva lo stesso aspetto dell’oggetto della notte precedente, ma sembrava un po’ più piccolo, probabilmente a causa dell’accresciuta distanza. Padre Gill continua:
“Ho chiamato Ananias e parecchie altre persone e siamo rimasti all’aperto a guardare.
Anche se il sole era tramontato dietro le montagne, c’era luce sufficiente per i seguenti 15 minuti. Guardammo delle figure apparire in cima… erano 4… non c’è dubbio che fossero umane. Questi è probabilmente lo stesso oggetto che considerai “nave madre” la notte precedente.
2 UFO più piccoli vennero avvistati nello stesso momento, stazionanti, uno sopra le colline a ovest e un altro sopra di noi.
“Sul più grande, 2 delle figure sembravano intente a fare qualcosa vicino al centro del disco… di tanto in tanto si piegavano ed alzavano le braccia come se stesero regolando e/o “sistemando” qualcosa di non visibile.
Una figura sembrava in piedi e ci guardava dall’alto (eravamo circa una dozzina)”.
Padre Gill, descrivendo in seguito questa scena al Rev. Cruttwell, gli disse che “l’uomo” era in piedi con le mani sulla “ringhiera” e guardava in basso, “proprio come si potrebbe fare guardando dal ponte di una nave”. Il rapporto di Padre Gill continua:
“Alzai le mani sopra la testa e feci un cenno di saluto.
Con nostra grande sorpresa quella figura restituì il saluto.
Ananias e tutti noi cominciammo ad agitare le braccia e tutti e 4 sembrarono rispondere ai nostri saluti. Sembrava non esserci alcun dubbio sul fatto che stavano rispondendo ai nostri movimenti. Tutti i ragazzi della missione emisero grida percepibili (di gioia o di sorpresa, o forse entrambe le cose)".
“Mentre il buio stava scendendo, mandai Kodawa a prendere una pila, dopo di che, diressi una serie ritmata di lampi verso l’UFO. Dopo un paio di minuti, l’UFO evidentemente riconobbe il segnale e cominciò a fare diversi movimenti in avanti e indietro (in direzione laterale, come un pendolo). I nostri saluti vennero ripetuti e la cosa fu seguita da altri lampi della pila, poi l’UFO cominciò lentamente a diventare più grande, evidentemente si stava muovendo verso di noi.
Smise di avvicinarsi dopo circa mezzo minuto e, da quel momento, rimase immobile.
Dopo altri 2 o 3 minuti, quelle figure persero evidentemente ogni interesse per noi, in quanto, scomparvero sotto coperta. Alle 18.25, 2 figure ricomparvero, riprendendo quello che stavano facendo prima dell’interruzione. La lama di luce blu ricomparve per qualche secondo, 2 volte in successione.”
(Dal volume: "UFO: realtà di un Fenomeno"; Armenia Ed. 1975)