E' il primo pomeriggio del 7 Gennaio del 1948.
La torre di controllo dell’aeroporto di Godman Field, nei pressi di Lousville (Kentuky, USA), riceve la telefonata da una pattuglia della polizia stradale che richiede informazioni sulla presenza di eventuali aeromobili di forma inusuale che sorvolavano la zona. Diversi testimoni oculari dalla città di Maysville si erano rivolti alla polizia segnalando la presenza di uno strano aereo. Il Sergente Cook, in servizio presso la torre di controllo di Godman Field non aveva informazioni riguardante traffico aereo convenzionale o sperimentale, tanto che, fu necessario sentire il Servizio Aereo di Wright-Patterson che confermò l'assenza di traffico aereo.
Dopo poco le telefonate alla polizia, ne giunsero altre da varie città ad ovest di Lousville (Owensboro e Irvington) e le informazioni sull’oggetto osservato erano più precise: si tratterebbe di un oggetto circolare del diametro di circa 70-100 metri in movimento verso ovest.
Il Sergente Blackwell di Godman Fiels ottenne un contatto visivo con l’oggetto e solo dopo qualche minuto, dopo non aver trovato spiegazioni sulla sua natura, decise di segnalare il traffico
anomalo ai superiori. Il comandante dell’aeroporto, il Colonnello Guy F. Hix insieme ad altri ufficiali della base, armati di binocolo, osservarono anche loro l’oggetto, ma nessuno comprese cosa
fosse: sembrava una specie di paracadute di colore bianco.
Nel frattempo, intorno alle 14:30, i radar segnalavano la presenza di 4 Mustang P-51 provenire da Sud. I piloti, il Capitano Thomas Mantell e i sottotenenti Albert Clements, Buford Hammonds e
Robert Hendricks, erano in volo di addestramento a velocità di crociera.
Il capo squadriglia, il Capitano Mantell, venne invitato via radio da Blackwell a verificare la natura dell’oggetto che veniva osservato da terra sotto la direzione degli uomini della torre di controllo. Hendricks, a corto di carburante, viene autorizzato ad abbandonare l’operazione.
La squadriglia si dirigeva verso sud dove era stata segnalata l’ultima posizione relativa all’UFO. Mantell precedeva gli altri Mustang salendo fino ad una quota di circa 3500 metri e, alle 14:45, comunicò alla base di Godman di avere un contatto visivo col bersaglio e chiese istruzioni ricevendo a sua volta la richiesta di descrivere l’oggetto.
Le cronache dell’episodio non sono chiare: sembrerebbe che Mantell abbia descritto l’oggetto come apparentemente metallico e di grosse dimensioni, ma mancano conferme su tali affermazioni. Gli
altri componenti della squadriglia perdono quasi il contatto visivo con Mantell e a 5000 metri di quota, dopo alcuni tentativi infruttuosi di stabilire un contatto radio con Mantell, sia Clements
che Hammond, abbandonano la missione perché non erano provvisti di ossigeno. Tutti gli attori dell’episodio concordano sul fatto che Mantell, nel suo ultimo contatto radio, dichiarò di voler
seguire l’oggetto a 7000 metri di quota.
Clements, una volta atterrato a Standford Field, poco a nord di Godman, ricaricò le riserve di ossigeno e decollò alla ricerca di Mantell. Alle 17 circa giunse la notizia del ritrovamento dei
rottami del Mustang e del corpo senza vita del Capitano Mantell in una vasta area nei pressi della città di Franklin. Quel giorno, almeno una dozzina di torri di controllo ricevettero
segnalazioni della presenza in cielo di quello strano oggetto.
Ormai non si trattava solo più di semplici osservazioni di fenomeni aerei anomali che si stavano susseguendo a ritmo incalzante in tutta l’America: ora c’era un morto e la stampa pressava i comandi militari e di conseguenza gli uomini del Project Sign; tanto che, prima che giunsero le squadre di soccorso sul luogo del disastro, troppo frettolosamente la versione ufficiale fornita fu che il fenomeno osservato riconduceva all’osservazione del pianeta Venere. Il rapporto ufficiale sul caso Mantell si concluse un anno dopo i fatti e, l’ipotesi di Venere fu quella considerata la più probabile.
Il Capitano Edward Ruppelt, che fu il primo comandante del Project Blue Book, nel 1952 verificò tutto il contenuto presente all'interno del rapporto Mantell cercando di ricomporre gli spazi vuoti riscontrati in alcune parti del rapporto.
Si rivolse anche a varie persone che, all’epoca della vicenda, parteciparono ai lavori del Project Sign, tra cui, il Prof. Josef Allen Hynek.
Quest'ultimo, confermò durante un incontro informale, che secondo i suoi appunti la posizione di Venere era pressappoco corrispondente a quella indicata dalle testimonianze raccolte all’epoca, ma anche, che all’ipotesi di Venere lui non aveva mai dato molto credito.
Il punto più importante a sfavore dell’ipotesi del pianeta, era la sua luminosità, che sarebbe dovuta essere eccezionale per essere osservato da così tanti testimoni ed in quell’ora del pomeriggio. Lo scienziato riferì, altresì, che l’aria che si respirava negli uffici del Project Sign non permetteva margini di manovra e che bisognava fornire all’opinione pubblica risposte rapide, anche se poco credibili, al fine di abbassare il livello di enfasi che aveva raggiunto la questione "dischi volanti". Vi era poi un altro quesito che rendeva l’ipotesi Venere del tutto fantasiosa:
potevano alcuni controllori del traffico aereo, tra cui, alcuni ufficiali ed un pilota, tra l’altro decorato come Mantell, scambiare il pianeta Venere per qualcosa di diverso e addirittura
tentare di intercettarlo?
Il fatto è che quella di Venere divenne la tesi.
Altre speculazioni furono elaborate sui resti dell’aereo e, sulle condizioni del corpo del pilota. Secondo queste, i rottami e i resti rinvenuti furono bucherellati come soggetti ad una altissima fonte di energia termica o altro.
Edward Ruppelt, nel suo libro, nega di aver rinvenuto tali informazioni nelle fonti d’archivio da lui consultati. Invece, una ragionevole ipotesi su ciò che osservarono i testimoni di quel pomeriggio del 7 Gennaio del 1948 fu quella degli Skyhook, palloni sonda la cui forma collimava con le descrizioni raccolte. Anche i quotidiani azzardarono l'ipotesi del pallone sonda. In relazione a ciò, Ruppelt scrisse nel suo "The Report on Unidentified Flyng Objects":
"A proposito della teoria, che resta da verificare, secondo la quale l'oggetto poteva essere uno dei palloni Skyhook (che raggiungevano i 35 metri di diametro), ricontrollai le descrizioni degli UFO rilasciati dai componenti della torre. Il primo uomo ad avvistare l'oggetto lo descrisse come un paracadute, altri lo descrissero come un cono gelato, rotondo, ecc..
Tutte queste descrizioni potevano essere ricondotte ad un pallone sonda".
Il dubbio di Ruppelt si sposta sul perché sia stata tirata fuori la questione Venere.
La spiegazione che offre Ruppelt è anch’essa chiara:
"il progetto Skyhook era altamente classificato in quel periodo e, dato che erano tutti convinti che l'oggetto osservato da testimoni civili e militari fosse stato di origine interplanetaria
(solo una minoranza credeva al velivolo russo), non si voleva smuovere la burocrazia della sicurezza per ottenere i dati sui voli degli Skyhook”.
Il primo pallone del progetto Skyhook venne lanciato il 25 Settembre 1947 e si susseguirono decine di lanci (in parte sperimentali ed in parte operativi) per gli anni a seguire.
Il Capitano Mantell si sarebbe imbattuto, quindi, in un oggetto luminoso ad altissima quota di cui non conosceva l’esistenza, essendo gli Skyhook ancora un progetto classificato?
Sembrerebbe, tra l’altro, che Mantell volasse senza il supporto dell’ossigeno, che, a 3500 metri di altezza diviene necessario per evitare il rischio di ipossia che, nei casi più gravi, possono
portare alla perdita di coscienza e al decesso. Ipotesi senza risposta per ciò che venne definito da alcuni commentatori "Il caso Mantell: il primo martire dell’ufologia".
Il Capitano Mantell è ricordato dal Kentucky National Guard Command, l'istituzione militare nata precedentemente all'unione degli stati americani, della quale faceva parte.
Sul sito dell'ente è pubblicato il profilo professionale di Mantell ed un breve resoconto di ciò che accadde:
Capitano Thomas F. Mantell Jr. nato a Franklin, Kentucky il 30 Giugno 1922.
Si era laureato alla Male High School, a Louisville.
Il 16 Giugno 1942, si è aggregato all’Army Air Corps, diplomandosi alla scuola di volo il 30 Giugno 1943. Durante la seconda guerra mondiale, Mantell è stato assegnato al 440° Gruppo delle Truppe di Trasporto al 96° Squadrone Trasporto Truppe e al 9° Air Force.
E' stato insignito della Croce Distinguished Flying e l’Air Medal per eroismo.
Dopo la guerra tornò a Louisville, entrando a far parte del Kentucky Air National Guard, come capo Volo, volo "C", 165 Fighter Squadron, Kentucky Air National Guard, il 16 Febbraio
1947.
Il 7 Gennaio 1948, durante un volo di addestramento con altri tre P-51Ds (Mustang) Mantell è stato diretto dalla torre di volo di Godman per inseguire un oggetto volante non
identificato.
Mentre inseguiva l'oggetto morì in un incidente aereo vicino a Franklin, Simpson County, Kentucky. La storia della morte di Mantell mentre inseguiva un oggetto volante non identificato fece notizia in tutto il paese e nel mondo.
Un’intensa indagine militare si svolse da parte del Progetto SIGN, che, in seguito, divenne il Progetto Blue Book, l’ente militare per le investigazioni sugli UFO.
Molte speculazioni e congetture sono state scritte su questo "vicenda" ed è ancora incerto quello che Mantell inseguì al momento dell’incidente.
Mantell è la prima vittima in volo dell’Air National Guard Kentucky.
I suoi resti furono riportati a Louisville e sepolto allo Zachary Taylor National Cemetery.
Sabato 29 Settembre 2001, la Società Simpson County Historical posizionò una lapide commemorativa in onore di Thomas F. Mantell, Jr.
La lapide si trova nella zona d’uscita della Franklin Kentucky Interstate 65, vicino al palazzo degli uffici di Simpson County.
Fonte
A seguire tutti i documenti declassificati sul caso del Capitano Thomas Mantell dal sito bluebookarchive.org