La sera del 29 Gennaio 1986, una strana sfera rossa apparve improvvisamente davanti a centinaia di testimoni nei cieli sopra la piccola città mineraria di Dal'negorsk
, all'estremo sud-est dell'Unione Sovietica. Dopo essersi spostata costantemente sopra il villaggio per diversi istanti, improvvisamente, iniziò a cadere per poi schiantarsi contro il monte
Izvestkovaya, noto a molti come "Altezza 611" o "Collina 611".
I testimoni avrebbero riferito di aver sentito un'esplosione e di aver assistito a intensi incendi e fiamme intorno al luogo dell'incidente. Prima che gli investigatori ufficiali potessero
esaminare la scena,il giorno successivo, diversi abitanti del posto si avventurarono sul luogo dell'incidente. Sebbene abbiano trovato prove evidenti di uno schianto e, probabilmente un
intenso calore a giudicare dalla vegetazione bruciati, non videro né recuperarono alcun relitto. Tuttavia, hanno scoperto strani pezzi "simili a rocce" ma con un aspetto metallico.
Questi pezzi vennero poi consegnati all'investigatore capo, Valeri Dvuzhilni, del Comitato dell'Estremo Oriente per i fenomeni anomali.
Quando gli investigatori esaminarono i luogo dell'impatto con un tronco di un albero abbattuto e i terreni coinvolti in modo più approfondito, riscontrarono minuscole "goccioline" metalliche di
dimensioni comprese tra i 2 e i 5 millimetri. Quando questi furono successivamente esaminati, si scoprì che questi frammenti presentavano una struttura interna molto complessa di fibre
metalliche, insieme a fili d'oro e rivestimenti di cristallo di quarzo. Anche se minuscole, queste strane goccioline, o il materiale che le produceva, avevano un evidente design complesso e
intelligente.
Inoltre, si scoprì che il tronco d'albero bruciato si era sciolto su un lato (presumibilmente, il lato più vicino al calore del luogo dell'incidente).
La cosa strana è che la combustione del legno generò del carbonio e ci sarebbe voluto un calore superiore a 3.000 gradi Celsius (5.432 ° F) per fondere tale carbonio.
Il caso rimane inspiegabile ancora oggi, anche se, Dvuzhilni teorizzerebbe la possibilità che il caldo intenso non sia dovuto alle fiamme generate dallo schianto per la maggior parte dell'incidente, ma per via delle riparazioni che permisero al velivolo di decollare prima che la gente del posto arrivasse sulla scena.
❖ Rilievi e analisi, il parere degli esperti
Tre giorni dopo l'incidente, un gruppo di ufologi guidati da Valerij Dvužil'nyj salì sulla cima del monte. Il gruppo effettuò diversi rilievi, prelevò campioni di terreno e scattò alcune
fotografie. Gli ufologi rilevarono un cratere di circa 2 metri per 2 (altre fonti riferirono che le dimensioni erano di 3 metri per 3). Il terreno appariva come se fosse stato riscaldato ad
un'alta temperatura. Le rocce apparivano coperte da materiale nerastro e, attorno al cratere, c'erano residui di alberi bruciati. Alcune delle rocce presentavano sferette di una sostanza
argentata che fu riconosciuta come grafite. Il tipo di grafite trovato sul luogo del cratere fu riconosciuto come differente da quello trovato in altri depositi del luogo.
L'analisi chimica delle sferette raccolte, come già citato brevemente poc'anzi, mostrò che le sferette erano composte da grafite, silicio e ferro.
Alcune di esse mostravano quantità significative di zinco, bismuto ed altri elementi rari.
Fu eseguita un'analisi di campioni di rocce, suolo e residui di alberi bruciati e fu notato che la composizione era simile a quella dei campioni raccolti dal sito dell'evento di Tunguska.
Ulteriori analisi hanno rinvenuto la presenza di oro, argento, nichel e molibdeno.
È stata ritenuta molto interessante la presenza di oro, perché a Dal'negorsk non ci sono miniere né rocce che contengono questo minerale.
❖ Speculazioni ufologiche
Valerij Dvužil'nyj ipotizzò che si fosse trattato della caduta di un veicolo extraterrestre.
Negli USA, l'incidente fu oggetto di una puntata della trasmissione televisiva Sightings trasmessa nel 1995 dalla rete Fox. Il giornalista Tod Mesirow si recò sul luogo ed intervistò i
testimoni e alcuni scienziati. Mesirow dichiarò che le analisi dei frammenti metallici dimostravano che il metallo non era di manifattura umana ma era qualcosa d'altro.
❖ Spiegazioni
Lo scienziato Gennadij Belimov affermò nel 1993 che si trattava di un pallone sonda militare sovietico; la velocità di caduta del pallone sarebbe stata di 54 km/h, molto inferiore a quella
stimata da Dvužil'nyj. Tale spiegazione venne contestata dall'ufologo Michael Gershtein, che sostenne che l'oggetto aveva una traiettoria definita e non poteva essere un pallone spinto dal vento.
Secondo il giornalista scientifico V. Psalomščikov si trattava di un veicolo militare sovietico pilotato a distanza.
Alexander Rempel, in un articolo pubblicato sulla rivista NLO Magazine, scrisse che dall'esame dei frammenti non si poteva concludere se l'oggetto fosse di natura terrestre o meno. Il geologo V.
Berliozov affermò che le tracce di impatto sul suolo lasciavano pensare ad un oggetto di origine cosmica. Venne pertanto ipotizzato che trattasse di un meteorite.
J. Vasil'ev in un articolo pubblicato sulla rivista Rybak Primor'ja ipotizzò che il pezzo trovato altro non era che un frammento dello Space Shuttle Challenger caduto in territorio sovietico.