Area S4. Una notte di Maggio del 1989, un reporter trasmette una storia da un collegamento via satellite di Las Vegas Nevada. Un giovane fisico ha parlato sotto identità ignota di 9 dischi alieni tenuti vicino il Lago Groom da un piccolo gruppo autonomo del governo americano. Ha usato lo pseudonimo di "Dennis" che è risultato essere il nome del suo superiore alla base. Alcune settimane più tardi è tornato sugli schermi usando il suo vero nome, Bob Lazar, ed è stato da allora soggetto di curiosità, speculazione e controversia world-wide.
Domanda: Che impressione ebbe quando entrò per la prima volta?
Lazar: Sembrava tutto molto militare e non molto scientifico, c'erano molti controlli ed un massimo livello di sicurezza, ovunque si andasse bisognava essere accompagnati da una guardia armata,
anche alla toilette. Tutte le porte si aprivano e si chiudevano con dei badge di plastica magnetici e c'era un'atmosfera molto oppressiva.
Domanda: Quante volte è dovuto entrare in quella zona prima di poter vedere il velivolo?
Lazar: Credo due o tre, forse due giorni prima di poterlo vedere.
Domanda: Cos'ha provato la prima volta che ha visto l'oggetto?
Lazar: La prima volta che entrai nell’hangar dissi tra me e me: ecco, questo finalmente spiega tutti quegli avvistamenti di strani oggetti è un veicolo militare segreto in fase di
sperimentazione. In realtà, fu la seconda volta che lo vidi, quando entrai al suo interno, che intuì cosa stava accadendo e cioè, che si trattava di un mezzo alieno, ma questo avvenne dopo
che avevo letto il materiale informativo.
Era tutto molto difficile da comprendere, mi sentivo come un intruso.
Domanda: Provi comunque :
Lazar: Ha presente le foto di Billy Meier scattate durante i suoi avvistamenti?
Era incredibilmente simile a quello delle sue foto, una linea sfuggente con lo scafo discoidale. E’ difficile descriverlo così senza disegnarlo, ma aveva la forma classica del disco
volante.
Domanda: Di un tipo solo o diversi?
Lazar: In totale i dischi erano nove, ma io lavorai a livello di retroingegneria solo su un’oggetto, erano in hangar separati, ma tutti visibilmente differenti.
Domanda: Le hanno detto in che modo erano stati recuperati dall’intelligence o dalla marina?
Lazar: No, assolutamente no. Molta gente ha avanzato varie ipotesi, che erano stati abbattuti o che erano precipitati, ma non sembravano danneggiati, quindi nutro seri dubbi su queste
ipotesi.
Domanda: Ce ne può descrivere l’interno?
Lazar: E’ molto semplice, c’è un solo colore dominante: è un grigio feltro, anche l’esterno è dello stesso colore, non ci sono scivoli.
All’interno, tutte le attrezzature hanno una forma arrotondata, anche i sedili e gli alloggiamenti per gli amplificatori è come se fossero stati fusi nella cera e poi modellati con queste forme
curvilinee, incluse le giunture tra le pareti ed il pavimento.
L’interno è essenziale, molto arioso : l’uso dello spazio non sembra per niente funzionale.
Ci sono tre ponti: quello più basso, ospita gli amplificatori montati su basi mobili.
Su quello di mezzo, da dove si accede alla nave, ci sono i sedili e gli amplificatori e poi c’è il ponte superiore, con una sezione limitata a cui non avevo accesso, non so cosa ci fosse.
Domanda: Per lei il velivolo era alieno?
Lazar: Assolutamente sì, alieno. Prima di tutto, lo scopo del progetto era di analizzarlo, se si fosse trattato di un’apparecchio degli Stati Uniti non avremmo perso tempo a capire come lo
avremmo costruito, in secondo luogo, per le dimensioni delle attrezzature interne, dalle dimensioni dei sedili e per i materiali utilizzati, a noi totalmente estranei e poi per il carburante :
l’elemento 115, che è virtualmente inesistente.
Ho sommato queste informazioni a quelle che mi erano state precedente fornite, in cui, si affermava chiaramente che si trattava di un veicolo extraterrestre.
Domanda: Le hanno detto come funzionava il sistema di propulsione?
Lazar: Faceva parte del mio lavoro d’ingegneria inversa, cioè, capire il sistema di propulsione. Avevano già fatto qualche progresso, ma, non so esattamente da quanto tempo il velivolo si
trovasse lì e se lo stessero esaminando da 1 o 10 anni, comunque, con scarsi progressi. Il sistema è fisicamente impressionante: è composto da 2 parti, dagli amplificatori di gravità e dal
reattore che fornisce energia, il reattore funziona ad annichilazione completa alimentato da antimateria.
L’annichilazione completa è praticamente la reazione nucleare più efficace tra le 3 ovvero:
Utilizza un elemento super pesante, l’elemento 115, cioè, questa sarebbe la sua collocazione nella tabella periodica degli elementi che sulla Terra non è stato ancora sintetizzato.
A mio avviso, su alcuni sistemi stellari questa sintesi avviene spontaneamente.
Questo elemento viene bombardato in un acceleratore dalle dimensioni estremamente ridotte. L’elemento che viene bombardato subisce una scissione spontanea e produce particelle di antimateria. Queste, grazie ad un dispositivo termoelettrico efficace al 100% reagiscono con la materia gassosa e vengono trasformate in elettricità.
Ora, l’efficienza al 100% di qualunque dispositivo elettrico è fisicamente impossibile, lo afferma la prima legge sulla termodinamica, perché si devono verificare dispersione di calore o altre perdite del genere, ma, io non ne ho rilevata nessuna in questo sistema è una tecnologia assolutamente stupefacente. L’incredibile quantità d’energia che viene generata dal sistema alimenta gli amplificatori e, come prodotto collaterale del bombardamento dell’elemento 115, si genera un fenomeno interessantissimo, cioè, una particolare onda detta “gravitazionale A”: tale onda viaggia in modo molto simile alle microonde.
Viene applicata agli amplificatori gravitazionali e per mezzo della corrente elettrica generata dal reattore viene amplificata e focalizzata.
Il segnale così amplificato, viene reso leggermente “afasico” e, grazie a questo è possibile attirare o respingere qualsiasi corpo gravitazionale.
Il velivolo è in grado di decollare anche utilizzando un solo amplificatore.
Questa nave in particolare era dotata di 3 amplificatori e, quando attiva un solo amplificatore per allontanarsi dalla Terra, utilizza la cosiddetta configurazione “omicron”.
Per viaggiare nello spazio la nave ruota su di un lato, focalizza i tre amplificatori su di un punto situato ad enorme distanza, poi, il reattore e gli amplificatori vengono portati alla massima
potenza e, praticamente, “attirano” il tessuto stesso dello spazio, distorno lo “spazio-tempo” e lo attirano verso la nave che così è in grado di coprire enormi distanze in un lasso di tempo
praticamente nullo. La nave non si sposta in maniera lineare, questo perché distorce lo spazio. Il tessuto stesso dello spazio, quindi, anche i campi gravitazionali ed il tempo sono strettamente
connessi.
Quando si distorce un campo gravitazionale, si distorce anche lo spazio ed il tempo.
Queste non sono semplici teorie, sono cose che conosciamo già da molto tempo, solo che non abbiamo la possibilità di poterle verificare, ed apparentemente, questa civiltà lo ha messo in
pratica.
Domanda: E voi siete mai riusciti a farne volare uno?
Lazar: Sono stati fatti molti collaudi, ma non al di fuori dell’atmosfera, voli brevi e a bassa quota. Del resto, hanno un oggetto dal valore inestimabile e non intendono distruggerlo con rischi
inutili o a causa del campo gravitazionale terrestre o volando a quote troppo elevate, ma ho assistito ad alcune prove al di fuori della recinzione di sicurezza ed in un’occasione ho visto tutto,
ma a non più di trenta metri dal velivolo.
Domanda: L’oggetto come manovrava in volo?
Lazar: era molto silenzioso, si alzava generando un debole sibilo, la superficie inferiore emanava una luce azzurra, probabilmente, dovuta all’altissimo voltaggio generato.
Dopo un po’, man mano che aumentava di quota, la luce scompariva.
Sembrava che galleggiasse dolcemente nell’aria per poi appoggiarsi al suolo, il tutto in modo assolutamente tranquillo e quasi totalmente silenzioso
Domanda: Potrebbe descrivere i documenti informativi ed il loro contenuto?
Lazar: Si trattava di un gran numero di documenti, circa 120 relazioni molto concise, in pratica, mi consentivano un’idea in generale sulle altre ricerche condotte sul velivolo, ma, la quasi
totalità delle informazioni e dei dettagli tecnici riguardava il sistema di propulsione e generazione d’energia, cioè, il campo in cui avrei dovuto lavorare.
C’erano anche documenti in cui si affermava che la nave era aliena.
I rapporti di alcune autopsie non erano molto approfonditi perché non c’era nessuna ragione per fornirmi informazioni dettagliate su questo, ma, con fotografie; anzi, per l’esattezza, c’erano due
fotografie di un corpo alieno con il torace aperto che aveva un solo organo che era stato rimosso e sezionato. Dal mio punto di vista non medico, sembrava che questo organo espletasse non una, ma
più funzioni.
Poi vi erano altri documenti che descrivevano ricerche metallurgiche condotte in altre parti della nave, insomma, erano brevi riassunti del lavoro svolto dai vari gruppi e viceversa, sicuramente
anche loro avranno ricevuto dei resoconti e brevi relazioni del lavoro svolto dal mio gruppo.
Domanda: Indicavano il luogo di provenienza degli alieni?
Lazar: Sì, dal sistema Zeta Reticulis, non so se questa informazione sia stata ricavata dallo scafo stesso, da mappe astrali o da strumenti di bordo
Domanda: C’erano informazioni su questa civiltà, sulla loro storia o su precedenti contatti con il genere umano?
Lazar: Non esattamente, non c’era scritto; è andata così, si faceva riferimento ad un’intervento alieno avvenuto nel passato risalente a moltissimi anni fa, precisamente, a milioni di anni fa.
Dai documenti che ho visto, ripeto, erano documenti sintetici, riassuntivi, che non so se fossero veri o falsi, posso solo fare supposizioni.
Tuttavia, le informazioni sul sistema di propulsione erano tutte vere, ne sono certo, ci lavoravo. Per il resto, c’erano solo accenni sul contatto con la Terra avvenuto più di 10.000 anni fa, ad
alterazioni genetiche che hanno prodotto un essere scimmiesco ed altre interazioni di questo tipo.
Domanda: Ha mai visto da vicino un alieno vivo o morto?
Lazar: No, solo in fotografia. Ho dichiarato più volte che, attraversando una certa zona, ho guardato in una finestra ed ho notato qualcosa di piccolo, ma non che fosse il corpo di un alieno. E’
inutile saltare a conclusioni che devo aver visto un alieno.
Potrebbe trattarsi di un manichino creato come modello sulle loro differenze corporee e sulle dimensioni dei sedili, quindi ribadisco, che in realtà non ho visto nessun corpo vivo che si
muovesse, in linea di principio rispondo di no.
Domanda: Perché hanno scelto lei per questo lavoro?
Lazar: e’ molto difficile rispondere, non saprei. Sicuramente, come fisico non sono molto indicato, quindi, non ne ho la più pallida idea. Viste le diverse angolazioni forse si sentivano
frustrati, non riuscivano a fare passi avanti, era da lungo tempo che non riuscivano ad andare da nessuna parte, o forse, volevano una persona nuova, qualcuno che potesse vedere le cose in
maniera diversa, d’altronde, io ho la fama di essere così.
Domanda: Perché ha deciso di divulgare queste informazioni?
Lazar: E’ difficile rispondere, ci sono vari motivi, ad esempio, per le pressioni che ho subito o per mia protezione personale e perché è ingiusto che su queste informazioni venga mantenuto uno
strettissimo riserbo.
Domanda: dopo che lei ha reso pubbliche queste cose hanno cercato di chiuderle la bocca?
Lazar: Oh sì, in ogni modo, mi hanno sparato mentre imboccavo l’autostrada qui a Las Vegas. Alcuni miei amici sono stati minacciati, hanno perso il posto di lavoro ed è successo di tutto.
Lazar volò dall'aeroporto McCarran di Las Vegas fino all'Area 51 che è una base governativa di alta sicurezza al Nevada Test Site. Area 51 è localizzata a 125 miglia a nord di Las Vegas, vicina alle Groom Mountains e il lago secco Groom.
"Dall'Area 51, sono stato trasportato in autobus in in un sito a sicurezza più elevata localizzato a 15 miglia dall'Area 51, chiamato S4.
Le immagini dal satellite erano state ottenute per verificare l'esistenza di una base segreta dove Lazar ha detto di aver lavorato. Lazar ha fornito le coordinate di Latitudine e Longitudine e i tempi che ha lavorato all'S4 e JFI li ha controllati.
Le coordinate di S4 sono N 37° 01' 40," W 115° 46' 35".
Le aree bianche rappresentano solo quelle aree a cui a Lazar è stato permesso passare.
Anche quando usava il bagno è stato scortato da due guardie intimidatorie.
Questo hangar (stanza col disco) era al termine di una fila lunga di 9 hangar identici, ciascuno con una porta scorrevole.
L'hangar era stato equipaggiato con attrezzi tipici ed estesi equipaggiamenti elettronici.
L'hangar aveva anche una macchina con un emblema a raggi X.
Un'altra, con gru-cavalletto che sollevava 20.000 libbre di peso, poteva alzare il disco su e fuori dell'hangar. L'equipaggiamento in questo hangar è stato marcato con il numero nero 41 e con un cerchio bianco intorno ad esso.
Questa area era interamente nel sottosuolo con un unico apparente accesso e, le nove porte degli hangar. Tutti gli scienziati sono usciti dall'autobus e sono entrati nella porta d'acciaio piccola
nel lato della montagna, 90 gradi dalle porte a pendio degli hangars.
Lazar ha lavorato nella sua area del laboratorio con uno altro, Barry Castillio, che è stato coinvolto anche negli esperimenti di propulsione.
Barry era un uomo ben addestrato, ed era là da molto più tempo di Lazar.
Il programma a S4 era compartimentalizzato con ciascun gruppo staccato dall'altro.
La gente nel programma ha lavorato su un sistema limitato.
Il primo giorno a S4 Lazar è stato portato all'ufficio dell'infermeria e gli é stato chiesto di sottoporsi a una prova di allergia del derma.
E' stata quindi disegnata una griglia sul suo braccio e diverse soluzioni diluite di sostanze sono state messe in ciascuna sezione della griglia.
Nel corso della visita successiva, le sezioni sono state controllate per verificare possibili eruzioni della pelle o altre reazioni allergiche avverse.
Gli venne data da bere anche una sostanza (che sapeva di "pino") e, gli venne detto, che avrebbe sostenuto la sua risposta immunitaria ad eventuali contatti con materiali alieni.
Più tardi, quella notte, ha sofferto forti crampi addominali, indubbiamente dovuti alla sostanza che ha ingerito. La sola altra persona presentata a Lazar al sito S4 era un uomo conosciuto solo come Rene. C'erano solo 22 persone con autorizzazione per essere a S-4.
Il campo di studio di Rene e la durata della sua permanenza a S-4 è ignoto.
Il supervisore di Lazar era un uomo chiamato Dennis Mariani.