❖ Premessa
Nel 2000 lavoravo a Roma in qualità di redattore della rivista "Stargate", dove pubblicai una serie di articoli inerenti le mie ricerche sulle apparizioni di Fatima e il famoso Terzo Segreto, i
vari misteri coinvolgenti il Vaticano nonché, le possibili implicazioni aliene delle stesse apparizione portoghesi avvenute nel 1917.
In seguito alla pubblicazione iniziai a ricevere una serie di e-mail da un personaggio che si definiva un "insider" del Vaticano, il quale, fu spinto a contattarmi (anche se in maniera anonima, sporadicamente lo aveva già fatto in precedenza) perché attratto proprio dalle mie ricerche inerenti l'inchiesta sulle apparizioni di Fatima e non solo.
Dalle lettere inviatemi da questo personaggio, emergeva che il Vaticano annoverava una struttura d'intelligence chiamata dal mio interlocutore "Servizio Informazioni del Vaticano" (in breve SIV).
Nelle mail erano contenute delle informazioni interessanti, ed, in una di esse, mi fu preannunciato che molto presto avrei ricevuto del materiale, tra cui, un video fattomi recapitare in seguito
per posta, inerente l’osservazione del presunto decimo pianeta in avvicinamento al sistema solare. La ripresa sarebbe stata effettuata da
una sonda spaziale inviata nello spazio remoto, facente parte di un programma spaziale avviato nei primi anni '90, denominato "Siloe". Da tali indicazioni e non solo, ho capito che lo scrivente
era a conoscenza di informazioni di gran lunga più dettagliate di quelle rilasciatemi per iscritto.
Per un anno circa vi furono contatti informali via e-mail e per posta, nei quali, mi rivelò di essere un Gesuita membro del SIV e di lavorare a Roma presso alcune strutture della Santa Sede, cosa
che in seguito verificai essere vera informandomi a sua insaputa.
In seguito e con una certa difficoltà riuscì ad avere un primo incontro fisico in un luogo pubblico della capitale, dove, iniziò a rivelarmi alcune informazioni.
L'incontro avvenuto nel 2001 fu voluto fortemente da me, in quanto, "conditio sine qua non" per il proseguimento dei nostri contatti, dato che, fino ad allora, il mio atteggiamento, nonostante il
videotape, fu contraddistinto da un ovvio scetticismo e diffidenza nei suoi confronti. Fu in quella occasione che i miei dubbi si dissiparono, quando mi mostrò le sue credenziali, alcune delle
quali corrispondevano in buona parte con quanto da me precedentemente appurato. Inoltre, mi rivelò di usufruire di un'autorizzazione alla supervisione denominata "Secretum Omega", che è la più alta categoria di classificazione di segretezza in Vaticano equivalente al "Cosmic Top Secret" della NATO.
Il dialogo si svolse sotto forma di continue domande e risposte, in quanto, durante l’ultima comunicazione era stato concordato che avrei posto delle domande ben precise.
Difatti, avvenuto l'incontro, il Gesuita ribadì tale impostazione del dialogo, anche se, nonostante il mio desiderio di porre svariate domande e il poco tempo a disposizione, alcune sue risposte hanno ovviamente stravolto l'impostazione originaria di alcuni quesiti.
Tuttavia, la conversazione che segue, anche se costituisce la summa di quanto rivelatomi non è del tutto completa, in quanto, alcune informazioni e dettagli aggiuntivi ricevuti, sia in precedenza
che in seguito all'incontro, ho preferito non rivelarli, almeno per il momento.
C. Barbato: Come è entrato a far parte del S.I.V.?
Gesuita: Il S.I.V. annovera elementi provenienti da diverse realtà, tutte strettamente connesse alla Chiesa e composte soprattutto, almeno nella parte dirigenziale, da sacerdoti in maggioranza
aderenti all'ordine dei Gesuiti, monaci Benedettini e Religiose; in tutto poco più di un centinaio di elementi. Possono sembrare pochi, ma non è così se si considera che in ogni parte del mondo
dove c’è un sacerdote o una suora c’è una potenziale fonte di informazioni preziose. Altri elementi, sono stati e tutt'oggi sono seguiti in ambienti ed istituzioni a carattere laico interne alla
Chiesa, come ad esempio: associazioni a carattere umanitario, schieramenti politici vicino alla Santa Sede, movimenti cattolici giovanili, ecc.
Il mio iter è stato molto simile a questo.
In sintesi, gli elementi come me sono stati segretamente seguiti, indirizzati e formati secondo determinati criteri noti in certi ambienti. Ognuno di noi, oggi, si rende conto di aver avuto in
passato un suo "angelo custode" nonché mentore, successivamente.
C. Barbato: Potrebbe fornirmi maggiori elementi sul S.I.V.?
Perché è stato creato, da quanto tempo opera...
Gesuita: La struttura è top secret, ma, per ora, posso dirle che è organizzata in maniera analoga alle altre strutture d’intelligence come CIA, MI6 l’ex KGB ecc.
Non ha una sede ufficiale fissa, ma, sceglie di volta in volta un sito dove riunirsi in strutture però sempre sotto la giurisdizione della Città del Vaticano.
Da un punto di vista cronologico, la scintilla che ha innescato l'avvio di tale organizzazione, scaturisce da un evento avvenuto nella prima metà degli anni '50 negli Stati Uniti, per l’esattezza, nel Febbraio del 1954.
L’evento in questione fu l'incontro di una delegazione aliena avvenuto in California nella base di Muroc Airfield (divenuta poi la sede della base aerea di Edwards) con il presidente Dwight Eisenhower, a cui, presenziò l'allora Vescovo di Los Angeles James Francis McIntyre.
L'incontro venne opportunamente filmato dai militari con tre cineprese 16mm dislocate in vari punti e caricate con pellicola a colori e motore con caricamento a molla; quest'ultima soluzione, risultava piuttosto scomoda, perché costringeva ogni operatore a cambiare bobina ogni 3 minuti circa di ripresa, questa soluzione fu necessaria, in quanto, in presenza degli alieni e delle loro astronavi, i motori elettrici delle cineprese più grandi non riuscivano a funzionare.
Furono girati in tutto 7 rulli da 30 metri per un totale di circa venti minuti di ripresa.
Al termine dell’incontro, ogni membro della delegazione terrestre giurò solennemente di non rivelare a nessuno quanto visto e sentito degli alieni.
Non mi chieda che fine ha fatto il film, perché credo che conosca già la risposta.
Comunque, nei giorni a seguire, McIntyre, probabilmente contrariato per aver prestato un giuramento che in coscienza riteneva iniquo, partì di gran fretta per Roma al fine di incontrare il Santo Padre Pio XII per riferirgli dell'incredibile evento.
Ma, il Vescovo McIntyre, per poter giungere in Italia, doveva effettuare uno scalo prima a New York per poi ripartire alla volta di Roma, il tutto, con l’ausilio di un aereo privato.
Il velivolo, decollato in un primo momento da Los Angeles, dopo circa un’ora e mezzo di volo, a causa d'improvvisi problemi tecnici fu costretto ad atterrare nel cuore della notte su una pista dell'aeroporto "Skyhaven" sito a Las Vegas.
Durante il periodo necessario alla riparazione dell'aereo, circa un'ora e mezzo, salì sull'aereo un personaggio che chiese di conferire con il Vescovo.
L’uomo che mostrò credenziali militari delle forze armate USA ,era un colonnello dell’USAF e fu ricevuto da McIntyre. La conversazione durò circa 20 minuti, durante i quali, quest’uomo diffidò il Vescovo dal riportare con esattezza tutta la vicenda a cui aveva assistito, in quanto, l’intera questione aliena era già oggetto di studio e controllo da alcuni anni e che doveva essere d'esclusivo appannaggio dell'USAF.
Il militare sottolineò che il Presidente aveva chiesto solo un parere di carattere spirituale e soprattutto di discernimento in quella situazione assai anomala e che, il giuramento non si riferiva soltanto ad una possibile divulgazione di un tale evento al mondo intero, ma che, si estendeva anche al Santo Padre.
Non ultimo, il problema delle infiltrazioni di spie sovietiche all'interno dello stesso Vaticano.
Il Vescovo rispose che era suo preciso dovere riferire al Papa di tale incredibile evento.
Oggi si è propensi a pensare che quel guasto fu voluto preventivamente per dar luogo a quest'incontro, organizzato da alcuni militari probabilmente all'insaputa dello stesso Eisenhower. Prima di congedarsi, il militare disse al Vescovo che la scelta di riportare quella notizia a Roma avrebbe creato seri problemi e a lui personalmente sarebbe potuto costare molto. Tra l'altro, quanto di quell'incontro con gli alieni fosse stato predetto in qualche messaggio di carattere divino non c’è dato sapere.
2 giorni dopo il Pontefice Pio XII ricevette il Vescovo McIntyre.
Dopo aver meditato molto sulle implicazioni che avrebbe potuto avere un rapporto esclusivamente militare con gli alieni, il Papa decise di istituire un servizio di informazioni segreto con una denominazione sulla falsa riga del servizio di informazioni militare fascista, il SIV appunto, che avrebbe dovuto raccogliere tutte le informazioni possibili sulle attività delle entità aliene e sulle informazioni che su di esse avrebbero raccolto gli americani.
Era di fondamentale importanza tenere aperto il canale di comunicazione con il presidente Eisenhower. Il SIV sostanzialmente venne costituito per acquisire e gestire tutte quelle informazioni riservatissime che riguardavano soprattutto la tematica extraterrestre coordinandosi con le altre strutture d’intelligence di altri paesi.
La neonata struttura si proponeva fondamentalmente di gestire gli aspetti dal punto di vista morale, filosofico, etico e religioso.
C. Barbato: Cos’è che ha fatto pensare a Pio XII che i militari americani avrebbero condiviso informazioni così delicate con il Vaticano?
Come la mettiamo con il militare incontrato all'aeroporto di Las Vegas?
Gesuita: Vede, essere convocati dal presidente degli USA nel cuore della notte per un aiuto ed un supporto spirituale in una situazione che potremmo definire unica nella storia dell'uomo moderno,
credo sia solo segno di stima e fiducia.
A conferma di ciò, le dico che una volta tornato negli Stati Uniti, McIntyre e l’Arcivescovo di Detroit Edward Mooney in un secondo momento, furono i principali coordinatori delle operazioni di passaggio delle informazioni al Vaticano.
Gli eventi però presero una piega inaspettata, in quanto, lo stesso McIntyre ed altri esponenti del SIV iniziarono ad avere degli incontri diretti, in assenza e all'insaputa dei militari con una
razza aliena di tipo nordico, apparentemente positiva proveniente dalle Pleiadi; questi alieni ci misero in guardia dagli esseri che erano stati incontrati in precedenza dagli americani nel
deserto della California. Questi incontri con esponenti del SIV si verificarono più volte negli USA e, 2 volte, anche all’interno dei Giardini Vaticani presso la Pontificia Accademia delle
Scienze alla presenza dello stesso Papa Pio XII.
C. Barbato: Allora, quello che asserì Padre Pio da Pietralcina sull'esistenza di esseri viventi in altri mondi che non avevano peccato e che, per tale motivo hanno raggiunto un
grado evolutivo elevatissimo è vero?
Gesuita: Certamente, ma questi esseri a cui adesso si riferisce vivono su un piano dimensionale, se così si può dire, diverso, pur non essendo angeli nel vero senso della parola, mentre gli
alieni nordici di cui ho parlato sono esseri in carne e ossa, che, seppure molto evoluti da un punto di vista tecnologico e spirituale hanno la loro corporeità.
Queste creature asserirono di aver scoperto nella Chiesa Cattolica, o più precisamente, nel messaggio Cristico, la presenza autentica di Dio e si dichiararono disponibili alla collaborazione per il bene dell'umanità. Fu proprio questa affermazione da parte di questi esseri che convinse Pio XII a collaborare con loro, considerandoli addirittura autentici convertiti alla fede cristiana. Probabilmente, il Pontefice pensò che la Chiesa Universale doveva cominciare ad estendere il suo messaggio anche ad esseri provenienti da altri mondi. Comunque sia, questi alieni negli anni a seguire furono d'aiuto determinante per la Chiesa di Roma nel portare avanti specifici compiti nel mondo.
In particolare, intervennero in determinate situazioni di carattere politico e sociale di portata mondiale (su questo punto invito a rileggere quanto scritto a suo tempo dal console Alberto Perego in alcuni dei suoi libri, NdA). In seguito, anche Papa Giovanni XXIII beneficiò dell’appoggio di questi esseri che avevano sposato la causa Cristiana, ma, preferì rendere sempre comunque il merito a più vaghi "interventi angelici".
Papa Giovanni aveva ereditato, se così si può dire, un accordo di collaborazione tra la Santa Sede e gli alieni positivi di razza nordica stipulato con il predecessore.
La cosa andò avanti per tutta la durata del pontificato di Roncalli, il quale però, aveva più volte espresso ai vertici del SIV il suo disappunto per l’estrema fiducia che si stava riponendo in
quelle creature, tanto che oggi si è portati a pensare che uno dei motivi che diede il via al Concilio Ecumenico Vaticano II sia stata proprio la necessità di fare un primo e concreto passo verso
il rinnovamento della Chiesa, anche in vista di un possibile ed imminente "contatto".
C. Barbato: In riferimento a questi interventi o "mediazioni celesti", possiamo includere anche il presunto incontro avvenuto nel 1963 tra il contattista americano George Adamski e il Papa?
Gesuita: Ci stavo proprio arrivando. Adamski incontrò realmente il Papa.
Si recò a San Pietro una volta soltanto per incontrare l'allora Pontefice, il quale, aveva già deciso che la Chiesa non doveva più intrattenere rapporti diretti e collaborazioni con gli alieni, seppur positivi. Giovanni XXIII riteneva inoltre inaccettabile che una simile relazione fosse rivelata al popolo cristiano. Il compito affidato dagli alieni ad Adamski fu quello di tentare un estremo ed ultimo accordo con il Pontefice ormai morente.
Egli fu un messaggero per conto degli stessi esseri che incontrarono Pio XII.
Queste entità incaricarono lo stesso Adamski di consegnare al Papa un dono; quest'ultimo, che conteneva una sostanza liquida che avrebbe fatto sparire in pochi giorni l'eteroplasia gastrica da cui era affetto, peggiorata in quelle ultime ore da una peritonite acuta.
Il Papa non bevve quella sostanza; disse in punto di morte guardando il Crocefisso:
"quelle braccia allargate del Cristo sono state il programma del mio pontificato.
Un pontificato umile e modesto quanto volete, ma, di cui mi sono assunto tutte le responsabilità. Sono contento di quello che ho fatto e di come l'ho fatto....".
Tuttavia, questo gesto da parte degli alieni fece concludere al Papa, con quel poco di lucidità ed energie che gli erano rimaste, che questi "fratelli del cosmo" avrebbero potuto condurre un'attività sicuramente positiva e benevola verso l'umanità, ma che, avrebbero dovuto operare autonomamente e distintamente alla Chiesa e, in generale, dall'operato dell'uomo che, con la preghiera, agisce secondo la Legge di Dio e, in particolare, sotto l'azione dello Spirito Santo. Con il tentativo di Adamski terminò il rapporto diretto tra queste creature ed il Papa stesso e, i suoi successori, i quali fidandosi dell'illuminazione di Giovanni XXIII stabilirono che non era più opportuno avere rapporti diretti.
Successivamente, in un manoscritto riservato di Papa Roncalli per il suo successore, con allegato un dossier riservato sul S.I.V., il Pontefice menzionò un passo del Vangelo che chiudeva e
spiegava chiaramente l’atteggiamento della Chiesa nei confronti degli esseri positivi provenienti da altri mondi:
Dal Vangelo secondo Marco (9, 38 e seg)
In quel tempo, Giovanni rispose a Gesù dicendo: "maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato perché non era dei nostri".
Ma Gesù disse: "non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa".
Il senso, in estrema sintesi è che la presunta attività positiva di questi alieni, che avevano aderito al messaggio cristico, non doveva essere ostacolata, ma "benedetta", doveva essere però
un'attività disgiunta e parallela a quella della Chiesa.
Gli alieni di conseguenza erano da considerarsi alla stregua dello straniero che guarì nel nome di Cristo e questi, non gli impedì di farlo. In tal senso andrebbe inserito il discorso che, il neo Pontefice, insediatosi al defunto Pio XII, fece il 5 Aprile 1961, quando, rivolgendosi alla folla riunitasi in Piazza San Pietro per l’udienza generale disse:
"alcune voci che prima ci erano ignote. Ma si tratta sempre di voci che dal cielo scendono sulla Terra, voci che hanno il riflesso dell’onnipotenza del Padre Celeste".
C. Barbato: Parliamo dei suoi incarichi in seno al SIV.
Gesuita: I miei incarichi erano di carattere puramente tecnico, i più importanti erano ad esempio ricevere informazioni segretissime provenienti da un radiotelescopio del Vaticano situato in
Alaska e girarle ai rispettivi destinatari…
C. Barbato: Un attimo solo, ma di quale radiotelescopio sta parlando?
Non sapevo che il Vaticano possedesse una struttura del genere in tale area geografica.
Gesuita: Il Vaticano possiede e gestisce un radiotelescopio avanzatissimo, che adotta sistemi e tecnologie all’avanguardia, gestito solamente da personale appartenente all’ordine dei gesuiti e
che è ubicato all’interno di un impianto industriale per il recupero del petrolio, apparentemente dimesso, sito nello stato americano dell’Alaska.
Il complesso è mimetizzato, perché, ufficialmente, le attività che vi si svolgono non sono le stesse della struttura del VATT in Arizona e sono coperte dal massimo segreto.
C. Barbato: Quando è stato costruito tale apparato e soprattutto, con quali finalità visto che il Vaticano annovera già altri siti astronomici in varie parti del mondo?
Gesuita: Quello che posso dire è che è stato costruito nel 1990 con lo scopo di studiare i corpi celesti "anomali" in avvicinamento alla Terra, analogamente a quanto fatto per esempio dalla CIA,
che tra i tanti suoi "occhi segreti" annovera il telescopio gemello di Hubble, SkyHole 12. Inoltre, il SIV fu avvisato durante gli incontri con Pio XII dell’avvicinamento di un corpo celeste al
sistema solare ospitante una razza aliena evoluta e molto bellicosa.
Seppi ben presto, che il materiale che dovevo ricevere qui a Roma, ed elaborare al computer, era molto interessante e segretissimo. Fu durante l’elaborazione di alcuni dati e informazioni provenienti da questo radiotelescopio che una sonda inviata nello spazio remoto, inserita all’interno di un programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni '90 denominato SILOE, aveva fotografato un pianeta di dimensioni enormi in avvicinamento al sistema solare. I dati furono ricevuti in Alaska nel mese di Ottobre del 1995.
Qui cominciarono i miei problemi. Scoprii che non dovevo decrittare io i dati provenienti da quella sessione di trasmissione e si creò una situazione pericolosa.
Fu allora, che il mio referente mi rivelò che all’interno del Vaticano erano conviventi 2 fazioni che si contendevano la gestione di un tipo di informazioni con un livello di segretezza di gran
lunga superiore al TOP SECRET.
C. Barbato: Potrebbe fornirmi ulteriori dettagli sul programma spaziale SILOE?
Chi ha progettato la sonda, da dove è stata lanciata…
Gesuita: La sonda denominata "Siloe" prende il nome proprio dall'omonimo programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni '90. Inoltre, posso aggiungere che il programma Siloe è a sua
volta inserito in un altro e più vasto programma, denominato Kerigma.
(Sulla natura di quest'ultimo e degli altri sottoprogrammi che lo compongono non mi è stato rivelato nulla, NdA). Per ora posso solo dirle che la sonda è stata assemblata presso l'Area 51, disponeva di un motore a impulsi elettromagnetici e, una volta completata, fu collocata in orbita da un velivolo del tipo Aurora. La sonda
non disponeva di calcoli e pre-indicazioni sulla traiettoria e ubicazione precise di Nibiru, per cui, il suo scopo era di approssimarsi al
pianeta correggendo la rotta il più possibile per poi riavvicinarsi al Sistema Solare ad una distanza tale da poter trasmettere dati e immagini al radiotelescopio segreto posizionato in Alaska.
La sonda venne lanciata una volta ultimato il radiotelescopio ed effettuò la trasmissione delle riprese nel 1995.
C. Barbato: Quanto da lei affermato mi spinge a rammentare alcune delle teorie formulate dal ricercatore Zecharia Sitchin in merito al noto 12° pianeta e
di un suo futuro ritorno.
Conosce tali studi?
Gesuita: Si, almeno negli aspetti principali; ciò che posso dirle di sicuro è che il S.I.V. in collaborazione con la Lockheed Martin inviò quella sonda che realizzò le immagini da me elaborate.
Si tratta di un corpo celeste molto grande, che, nel giro di tre anni al massimo, a partire dal 2001, farà "sentire" la sua presenza all'interno del sistema solare.
C. Barbato: In che modo ha avuto accesso a simili informazioni?
Gesuita: Attualmente usufruisco di un'autorizzazione alla supervisione denominata "Secretum Omega". Questa è la più alta
classificazione di segretezza in Vaticano, equivalente al "Cosmic Top Secret" della NATO.
Esso è suddiviso in 3 livelli d'informazione: dal meno dettagliato Secretum Omega livello III al Secretum Omega livello I che è il più completo.
Il mio compito attualmente è di formare nuovi elementi del S.I.V. e di avviarli all'uso dei sistemi di comunicazione propri di tale organismo.
C. Barbato: In Italia le informazioni raccolte dal radiotelescopio in Alaska come giungono?
Gesuita: In Italia esistono impianti radio e antenne unitamente a 2 satelliti geostazionari sopra l'Italia stessa di una compagnia di telecomunicazioni americana, la Sprint International, che ha
parabole nel nord e nell’estremo sud dell'Italia.
Tale compagnia ha un contratto speciale con il SIV e su un canale riservato invia e riceve dati cifrati con un algoritmo di crittografia riservato e personalizzato, in uso dal 1994.
Prima, il SIV usava un sistema di crittografia ideato da una società Svizzera, che in seguito fu abbandonato perché uno dei membri di questa società lo rivendette clandestinamente agli
israeliani. Altre informazioni di carattere tecnico per ora non posso fornirle.
C. Barbato: Vorrei porle una domanda su un noto religioso italiano legato alla Chiesa, mi riferisco a Monsignor Balducci che ha pubblicamente rilasciato determinate affermazioni sulla
tematica extraterrestre. Balducci per caso opera in accordo con il S.I.V.?
È a conoscenza della sua esistenza?
Gesuita: Sicuramente Padre Balducci ha condotto i suoi studi e le sue ricerche in maniera totalmente autonoma senza seguire alcun tipo di programma stabilito in precedenza.
Nelle sue ricerche non è mai stato ostacolato, anzi, in qualche circostanza è stato in un certo modo incoraggiato.
C. Barbato: Un attimo solo, mi è sembrato di aver capito dalle sue parole che esisterebbe un programma di divulgazione. È forse per tale ragione che ha deciso d'incontrami e rivelarmi
tali informazioni?
Gesuita: Siamo "schegge impazzite" secondo il sistema, ma consapevoli che certi eventi che stanno per verificarsi coinvolgeranno tutti gli esseri viventi del pianeta, nessuno escluso.
L’umanità intera in questa attuale fase storica sta vivendo un periodo molto particolare e strettamente collegato ad alcuni eventi "chiave" contenuti nel libro dell’Apocalisse.
Il genere umano deve affidarsi completamente al messaggio di salvezza e di redenzione di Cristo, quello che San Paolo ha definito il Kerigma, quello che Giovanni Paolo II cerca di portare in
tutte le nazioni del mondo. Crede che il Papa non sappia quanto siano vicini certi avvenimenti?
C. Barbato: Ma di tutte queste informazioni l’attuale Pontefice quanto conosce, alla luce anche delle accorate dichiarazioni rilasciate da un anno a questa parte?
Gesuita: All’interno del Vaticano esistono 2 correnti in contrapposizione; una è fautrice di questo programma di informazione ed è difesa anima e corpo da Wojtila, l'altra è tutta protesa ad
ostacolarlo con ogni mezzo, a tal punto, che alcuni elementi di questa fazione fanno parte anche di gruppi di potere occulti che, per fare un esempio, controllano il mercato petrolifero mondiale
che attualmente sta incidendo sulle varie economie internazionali, con l'unico obiettivo di schiacciare ogni iniziativa legata alla diffusione di energie pulite alternative. Gruppi come quello a
cui si può ricondurre la vicenda del famoso e controverso caso ufologico "Guardian" che lei conosce, drammaticamente autentico in
gran parte, tranne in quella relativa ai fotogrammi della presunta entità aliena.
Comunque, la documentazione cartacea e le informazioni in esso contenute descrivono una situazione reale. La realtà spesso supera la fantasia più sfrenata; purtroppo è così.
Ma di tali organizzazioni occulte, il vertice è l’SVS.