C’è una nuova corsa allo spazio, forse meno eclatante rispetto a quella che vide gli Stati Uniti gareggiare contro l’Unione Sovietica negli Anni 60 e 70 del secolo scorso, ma certamente non meno importante: la gara è tra aziende spaziali private e aziende spaziali pubbliche e tra le aziende private stesse. Tra le società private vi sono la Space X di Elon Musk, la Blue Origin di Jeff Bezos e, anche se finora ha fatto parlare meno di sé, la Bigelow di Robert Bigelow, un immobiliarista di Las Vegas.
Questi sta scommettendo sul futuro dello spazio non tanto costruendo razzi o navicelle che porteranno gli uomini oltre l’atmosfera terrestre, bensì, sui veicoli spaziali espandibili, grandi strutture in grado di ospitare uomini e materiali, ma molto più leggeri rispetto ai moduli rigidi utilizzati finora. La Bigelow ha già lanciato con pieno successo due prototipi di stazioni orbitanti negli anni 2006 e 2007 (Genesis I e Genesis II), ma il salto di qualità lo ha fatto quando la NASA ha accettato di agganciare un piccolo modulo di prova alla Stazione Spaziale Internazionale il cui lancio e attracco è avvenuto nell’Aprile del 2016.
A oggi, quel modulo è ancora agganciato e mostra piena affidabilità.
Il passo dunque, verso la realizzazione di moduli per stazioni spaziali o per basi lunari e marziane è stato fatto. La visione dello spazio di Bigelow seguirà due strade: da un lato con le agenzie spaziali internazionali per i grandi progetti di esplorazione del sistema solare, dall’altro, per proprio conto o in collaborazione con altre società private per costruire stazioni spaziali raggiungibili da turisti o ricercatori privati.
Nell’Aprile dello scorso anno, Bigelow ha firmato un contratto con la United Launch Services per lanciare un modulo chiamato B330 nel 2020 utilizzando un razzo Atlas V.
Quel modulo, da solo, può offrire ospitalità a più di un astronauta per periodi di varie settimane.
Eppure, Robert Bigelow mostra un lato della sua passione per lo spazio che proprio non ci si aspetterebbe per chi sta creando stazioni spaziali per ogni dove: il suo credo sviscerato per gli UFO. In un’intervista alla CBS ha raccontato che tutto è nato sentendo il racconto di un incontro ravvicinato tra un UFO e i suoi nonni. “Quell’oggetto volante rasentò il parabrezza della loro auto prima di sparire in lontananza”, ha detto Bigelow.
Da quell’evento è nata la sua ricerca negli UFO per la quale ha speso“…milioni, milioni e milioni. Probabilmente, sono l’individuo singolo che ha speso per la ricerca degli alieni più di qualunque altro negli Stati Uniti”. Il suo credo nell’esistenza degli alieni costantemente presenti sulla Terra non lo mette in alcun modo in imbarazzo di fronte alla gente.
“La FAA (Federal Aviation Administration) ha confermato per anni l’esistenza di fenomeni inspiegabili”, ha sottolineato Bigelow.
Tra l’altro, lui stesso ha avuto degli avvistamenti, ma non vuole entrare nei dettagli.
Certamente, non si può definire Robert Bigelow un visionario, non fosse altro per gli obiettivi raggiunti e per il modo con il quale li ha ottenuti.
Alle stazioni spaziali “gonfiabili”, la NASA aveva lavorato fin dagli Anni Sessanta, ma nel 2000, il Congresso degli USA tagliò ogni fondo al progetto.
Bigelow colse la palla al balzo e investÌ milioni di dollari nel far progredire l’idea dell’Agenzia spaziale Statunitense. In sei anni ha lanciato il primo modello, in 15 ne ha agganciato uno sulla ISS. Oggi l’idea di moduli gonfiabili è studiata anche da altre Società, come Thales Alenia Space, perché si è capito che in essi passa il futuro delle abitazioni nello spazio e sui pianeti del sistema solare.
Luigi Bignami
Chissà cosa l'ha portato a dire con certezza che gli alieni esistono, ma non solo nello spazio, addirittura sulla Terra. Il Sig. Robert Bigelow sarà stato forse influenzato dallo SKINWALKER RANCH che ha acquistato? Sarà lo stesso R. Bigelow?
A voi la risposta...
Quanto può esser considerata intelligente una specie che ritiene di essere la sola ad aver avuto la fortuna di essersi sviluppata in un Universo composto da miliardi di galassie, ognuna delle quali, a sua volta è composta da miliardi di stelle?
La comunità scientifica sembra ormai globalmente convinta del fatto, che la fuori, magari distante centinaia o migliaia di anni luce dal nostro pianeta, vi siano altri mondi abitati da creature più o meno tecnologicamente evolute.
Scoprirle non sarà semplice, ed entrare in contatto con loro si presume ancor più complicato.
Nel frattempo, tuttavia, colpisce l’annuncio fatto da Robert Bigelow, amministratore delegato della Bigelow Aerospace, società partner della NASA.
Ha visto una navicella aliena e anche l'equipaggio.
Il 73enne, interpellato sullo stato di sviluppo del “veicolo spaziale espandibile” in grado di gonfiarsi nello spazio, ha spiazzato tutti dicendo di aver visto lui stesso un disco volante alieno. “E’ stato un contatto molto rapido - ha detto alla CBS-.
Era proprio davanti al parabrezza della mia auto.
Successivamente si è alzato perpendicolarmente ed è sparito molto velocemente”.
A dirla tutta è proprio grazie a quell’avvistamento che il miliardario ha deciso di fondare la Bigelow Aerospace, società il cui logo è non a caso, un “grigio” (vedere immagine sotto).
Gli extraterrestri sono stabilmente sul nostro pianeta.
Bigelow, che nel corso dell’intervista si sarebbe lasciato sfuggire di aver avuto anche degli incontri ravvicinati con l’equipaggio del veicolo alieno, sostiene, che i governi sanno molto di più di quanto non dicano, ma nascondono la verità per interessi non meglio precisati.
L’amministratore delegato della società partner della NASA è certo che un certo numero di extraterrestri sia da tempo sul nostro pianeta.
“Sono assolutamente convinto di quel che dico - evidenzia il milionario.
Sulla Terra c’è stata e c’è ancora oggi una presenza extraterrestre molto importante.
Qualcuno dirà che sono pazzo, ma non mi importa.
Quello che dicono di me non cambia ciò che io so”.