Aggiornamento del 09/07/2019
❖ Biografia
Abraham "Avi" Loeb (in ebraico : אברהם (אבי) לייב ) è un fisico teorico israeliano americano che lavora e studia l'astrofisica e la cosmologia.
Loeb è Frank B. Baird Jr. Professore di scienze all'Università di Harvard .
È presidente del dipartimento di astronomia di Harvard dal 2011 (Presidente del comitato consultivo per il progetto Breakthrough Starshot, che mira a lanciare veicoli spaziali leggeri verso le stelle più vicine usando un laser potente (dal 2016), Direttore fondatore della Black Hole Initiative di Harvard) il primo centro interdisciplinare mondiale dedicato allo studio dei buchi neri dal 2016 e Direttore dell'Institute for Theory and Computation (ITC) dal 2007 all'interno dell'Harvard - Smithsonian Center for Astrophysics .
Loeb è un eletto dell'American Academy of Arts and Sciences, dell'American Physical Society e dell'Accademia Internazionale di Astronautica.
A partire dal Luglio 2018 è stato nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Fisica e Astronomia (BPA) delle Accademie Nazionali, che è il principale forum delle Accademie per le questioni relative ai campi della fisica e dell'astronomia, compresa la supervisione del loro decadimento sondaggi.
Nel Dicembre 2012, la rivista TIME ha scelto Loeb come una delle 25 persone più influenti nello spazio. Nel 2015, Loeb è stato nominato direttore della teoria delle scienze per le iniziative innovative della Fondazione Breakthrough Prize .
Nel 2018, attirò l'attenzione dei media per suggerire che le astronavi aliene potrebbero essere nel nostro sistema solare, usando il comportamento anomalo di 'Oumuamua come esempio. Nel 2019, Loeb riferì insieme al suo studente universitario di Harvard, Amir Siraj, la prima scoperta di una meteora originata al di fuori del Sistema Solare.
Il luminare di Harvard Avi Loeb non demorde ed è pronta una sua ricerca approfondita sul fenomeno Oumuamua. Il fisico è convinto che si tratti di un contatto extraterrestre.
Avi Loeb, Direttore del dipartimento di astronomia della prestigiosa università di Harvard, pensa che gli alieni esistano davvero: il Professore si riferisce al fenomeno di Oumuamua, il misterioso oggetto che si era avvicinato alla terra il 19 Ottobre 2017, considerato il primo asteroide arrivato da oltre il nostro sistema solare.
Apparve di colore rosso e con forma estremamente allungata per essere un asteroide.
❖ Oumuamua la storia
Gli scienziati e gli astrofisici di tutto il mondo si gettarono nell’analisi per capire cosa fosse.
❖ Un “oggetto” controverso
Il ricercatore che aveva scoperto per prima Oumuamua, nome hawaiano che significa “primo messaggero che arriva da molto lontano”, definì le conclusioni di Loeb una “selvaggia speculazione”, altri paragonarono il professore al pari dei sostenitori della terra piatta. Ma in questi mesi Loeb, come racconta il Boston Globe, non è tornato indietro, liquidando le critiche come “stupidi pregiudizi” dettati dalla gelosia.
Il suo studio, spiega adesso, si basa su dati scientifici:
“quell’oggetto non si muoveva come avrebbe dovuto fare un asteroide o una cometa quando si avvicina al sole. C’è sempre un’accelerazione, lì invece rallentò in modo incredibile”.
Un’altra anomalia è la conformazione all’estremità, diversa dal classico asteroide, inoltre, mancava la classica coda formata da gas e polvere.
Loeb è deciso di portare avanti la sua teoria, continuando con le ricerche, anche se sa che questo attirerà nuovi attacchi. “Nell’esercito c’è un detto (spiega l’astronomo):
se sei un bravo soldato, sdraiati sul filo spinato e fai passare i tuoi compagni.
Io voglio mettere il mio corpo su quel filo per aiutare gli altri scienziati”.
Credibile o no, Loeb spera che la sua teoria possa servire in futuro.
“Al prossimo avvistamento non facciamoci trovare impreparati”.
❖ Conosciamo meglio 1I/'Oumuamua
1I/'Oumuamua, noto anche come 2017 U1, è il primo asteroide interstellare classificato come tale. L'esistenza di asteroidi interstellari come pure di comete interstellari è stata teorizzata da decine di anni, ma fino alla scoperta di 2017 U1 l'esistenza di questi tipi di oggetti era solo un'ipotesi.
La sua scoperta ha imposto alla IAU la necessità di stabilire una nuova denominazione, nonché, di dare un nome all'oggetto.
In tempi molto rapidi l'oggetto è stato quindi denominato ufficialmente 1I/'Oumuamua, in cui il numero 1 indica che si tratta del primo oggetto di questo tipo catalogato, la I proviene dall'indicazione Interstellare, mentre ʻOumuamua (con l'ʻOkina iniziale) significa "messaggero che arriva per primo da lontano" o "messaggero da un lontano passato" in lingua hawaiana (ʻou significa "raggiungere" e mua "prima, in anticipo"), in onore dell'arcipelago dove è situato l'osservatorio che ne ha effettuato la scoperta.
Sono accettabili anche le denominazioni 1I, 1I/2017 U1, e 1I/2017 U1 ('Oumuamua).
Un recente studio condotto da 2 astrofisici dell’Arizona State University, Steven Desch e Alan Jackson della School of Earth and Space Exploration, ha stabilito che si è trattato di un pezzo di un pianeta simile a Plutone proveniente da un altro sistema solare.
❖ Scoperto poco più di un anno fa, questo primo oggetto interstellare che ha attraversato il sistema solare mostra stranezze che riguardano composizione, forma, traiettoria e che sfidano molte conoscenze sui sistemi planetari e sulla possibile origine di asteroidi e comete. Ma vediamo quali sono...
Il 19 Ottobre 2017, il primo oggetto interstellare, ‘Oumuamua è stato scoperto dalla survey Pan-STARRS.
L’esperienza è stata simile alla presentazione a sorpresa in una cena di un ospite proveniente da un altro paese. Interrogando quest’ospite, possiamo conoscere la cultura di quel paese senza la necessità di visitarlo, una cosa positiva in questo caso, dato che ci vorrebbero 100.000 anni per visitare anche la stella più vicina usando i razzi chimici convenzionali. Sorprendentemente, il nostro primo ospite interstellare è apparso strano e diverso da tutto ciò che abbiamo visto prima.
Quando ce ne siamo accorti, l’ospite era già fuori dalla porta con la sua immagine che svaniva nella strada buia, quindi non abbiamo avuto la possibilità di dare una seconda occhiata alle sue caratteristiche misteriose.
Di seguito è riportato un elenco di 6 peculiarità mostrate da ‘Oumuamua:
1) Innanzitutto, supponendo che gli altri sistemi planetari somiglino al sistema solare, Pan-STARRS non avrebbe dovuto scoprire né questa né qualsiasi altra roccia interstellare.
In un articolo pubblicato 10 anni fa, prevedevamo un’abbondanza di asteroidi interstellari di molti ordini di grandezza più limitata (da 2 a 8) rispetto a quella necessaria per spiegare la scoperta di ‘Oumuamua, ipotizzando, che sia un membro di una popolazione casuale di oggetti. In altre parole, ‘Oumuamua implica che la popolazione di oggetti interstellari è molto più numerosa del previsto. Ogni stella nella Via Lattea ha bisogno di espellere un numero di questi oggetti pari a 10 elevato alla 15 (10¹⁵) durante la sua vita per rendere conto di una popolazione grande quanto quella implicata da ‘Oumuamua.
Pertanto, i vivai di oggetti simili a ‘Oumuamua devono essere diversi da quelli che conosciamo in base al nostro sistema solare.
2) ‘Oumuamua ha avuto origine da un sistema di riferimento molto speciale, il cosiddetto sistema di riposo locale (SRL), che è definito facendo la media dei movimenti casuali di tutte le stelle nelle vicinanze del Sole. In quel sistema, solo una stella su 500 si muove tanto lentamente quanto ‘Oumuamua. L’SRL è la cornice ideale per la mimetizzazione, ovvero, per nascondere le origini di un oggetto ed evitare la sua associazione con una particolare stella.
Il movimento di ‘Oumuamua rispetto al Sole riflette il moto del Sole rispetto all’SRL.
‘Oumuamua è come una boa che giace in quiete sulla superficie dell’oceano, mentre il sistema solare lo attraversa come una nave veloce.
Potrebbe esistere una serie di boe che rappresentano una rete di stazioni di ripetizione o di cartelli stradali, definendo il sistema di riferimento galattico medio nello spazio interstellare?
3) Si prevede che la maggior parte degli asteroidi interstellari vengano strappati via dalla propria stella quando si trova alla periferia del sistema planetario di nascita (come la nube di Oort nel sistema solare che si estende fino a 100.000 volte la separazione Sole-Terra), dove è più debolmente legata alla gravità della stella.
In queste periferie, possono essere rimossi con una piccola spinta di velocità inferiore a un chilometro al secondo, nel qual caso manterranno la velocità della loro stella rispetto all’SRL.
Se ‘Oumuamua proveniva da una stella tipica, dev’essere stato espulso con una spinta di velocità insolitamente elevata. A rendere le cose ancora più insolite, c’è il fatto che l’impulso dovrebbe essere stato uguale e opposto alla velocità della sua stella rispetto all’SRL, che è di circa 20 chilometri al secondo per una stella tipica come il Sole.
L’origine dinamica di ‘Oumuamua è estremamente rara, da qualunque parte la si guardi.
Ciò è sorprendente, dal momento che il primo ospite straniero a una cena dovrebbe essere statisticamente comune (soprattutto in considerazione della popolazione più numerosa del solito dedotta al primo punto).
4) Non abbiamo una foto di ‘Oumuamua, ma la sua luminosità dovuta alla luce del Sole riflessa, variava di un fattore di 10 mentre ruotava periodicamente ogni 8 ore.
Questo implica che ‘Oumuamua ha una forma estremamente allungata: la sua lunghezza è da 5 a 10 volte più grande della sua larghezza proiettata.
Inoltre, un’analisi del suo movimento rotatorio ha concluso che si troverebbe al massimo stato di eccitazione atteso considerando il suo viaggio tumultuoso, se avesse una geometria simile a quella di una frittella. La forma stimata è la più estrema fra quelle di tutti gli asteroidi precedentemente osservati nel sistema solare, che hanno un rapporto lunghezza-larghezza al massimo di 3.
5) Il telescopio spaziale Spitzer non ha rilevato alcun calore sotto forma di radiazione infrarossa provenire da ‘Oumuamua. Data la temperatura della superficie, determinata dalla traiettoria di ‘Oumuamua vicino al Sole, questo impone un limite superiore alla sua dimensione di centinaia di metri. Considerato questo limite dimensionale, ‘Oumuamua deve essere insolitamente brillante, con una riflettanza che è almeno 10 volte superiore a quella mostrata dagli asteroidi del sistema solare.
6) La traiettoria di ‘Oumuamua deviava da quella attesa basandosi solo sulla gravità del Sole.
La deviazione è piccola (un decimo di punto percentuale) ma statisticamente molto significativa. Le comete mostrano un simile comportamento quando i ghiacci sulla loro superficie si riscaldano per l’illuminazione solare ed evaporano, generando una spinta per effetto razzo. La spinta extra di ‘Oumuamua potrebbe aver avuto origine da un degassamento di tipo cometario se almeno un decimo della sua massa fosse evaporata.
Ma un’evaporazione così massiccia avrebbe naturalmente portato alla comparsa di una coda cometaria, che nessuno però ha mai visto.
Le osservazioni del telescopio Spitzer pongono anche limiti stretti su qualsiasi molecola o polvere contenente carbonio intorno a ‘Oumuamua ed escludono la possibilità che sia coinvolto il normale degassamento di una cometa (a meno che non sia composto da acqua pura). Inoltre, il degassamento cometario avrebbe cambiato il periodo di rotazione di ‘Oumuamua e non è stato osservato alcun cambiamento del genere.
Complessivamente, ‘Oumuamua non sembra essere una tipica cometa né un tipico asteroide, anche se rappresenta una popolazione molto più abbondante del previsto.
La spinta extra mostrata dall’orbita di ‘Oumuamua non può essere il frutto di una frantumazione, perché un evento simile avrebbe fornito una spinta singola e impulsiva, differente dalla spinta continua osservata. Se è escluso il degassamento cometario e la forza in eccesso stimata è reale, rimane solo una possibilità: un’ulteriore spinta dovuta alla pressione di radiazione proveniente dal Sole.
Affinché questa spinta sia efficace, ‘Oumuamua dovrebbe essere spesso meno di un millimetro ma con una dimensione di almeno 20 metri (per essere un riflettore perfetto), cioè, dovrebbe essere simile a una vela solare di origine artificiale.
In questo caso, ‘Oumuamua sarebbe simile alla vela della missione giapponese IKAROS o a quella ideata per l’iniziativa Starshot. Un’origine artificiale offre la sorprendente possibilità di scoprire “un messaggio in bottiglia” dopo anni di ricerche fallite di segnali radio provenienti da civiltà aliene. Una simile vela solare sopravviverebbe alle collisioni con gli atomi interstellari e con la polvere mentre viaggia attraverso la galassia.
Nel contemplare la possibilità di un’origine artificiale, dovremmo tenere a mente ciò che diceva Sherlock Holmes: “quando hai escluso l’impossibile, qualsiasi cosa rimanga, per quanto improbabile, dev’essere la verità”.
Il satellite Kepler ha rivelato che circa un quarto di tutte le stelle nella Via Lattea ha un pianeta abitabile della dimensione della Terra, che, potenzialmente, potrebbe avere acqua liquida sulla sua superficie e una chimica della vita per come la conosciamo.
È quindi concepibile che lo spazio interstellare sia pieno di detriti prodotti artificialmente, o sotto forma di dispositivi che servono a uno scopo in una missione di ricognizione o sotto forma di attrezzature dismesse.
Tuttavia, per convalidare l’ipotesi di un’origine artificiale esotica per ‘Oumuamua, abbiamo bisogno di più dati. Come disse Carl Sagan:
“affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie”.
In effetti, la possibilità di una missione mirata aggiunge un po’ di capacità di spiegazione.
È improbabile che 10¹⁵ vele solari vengano lanciate da ogni stella per formare una popolazione casuale di oggetti simili a ‘Oumuamua.
Ciò richiederebbe un tasso irragionevole di un lancio da un sistema planetario ogni 5 minuti, anche se tutte le civiltà vivessero per tutta la durata della Via Lattea.
Invece, i numeri richiesti potrebbero essere ridotti drasticamente se gli oggetti simili a ‘Oumuamua non esaurissero tutte le possibili orbite casualmente, ma piuttosto seguissero orbite speciali che s’inoltrano nelle regioni più interne e abitabili dei sistemi planetari come il sistema solare.
‘Oumuamua si muove troppo velocemente perché i nostri razzi chimici lo raggiungano ora senza un aiuto gravitazionale dei pianeti. Ma poiché a ‘Oumuamua occorreranno migliaia di anni per lasciare del tutto il sistema solare, osservarlo da vicino con un flyby rimane una possibilità, se riuscissimo a sviluppare nuove tecnologie per viaggiare nello spazio più velocemente entro un decennio o due. È interessante notare che alcuni oggetti interstellari che passano vicino a Giove possono perdere energia ed essere catturati dal sistema solare.
Questi sono ospiti a cena che hanno urtato contro un muro dopo essere usciti e sono rimasti in giro dopo cena. Il sistema Sole-Giove funziona come una rete da pesca.
Se fossimo in grado di identificare gli oggetti interstellari intrappolati osservando le loro insolite orbite legate con inclinazioni insolitamente elevate rispetto al piano del sistema solare, potremmo progettare missioni per visitarle e saperne di più sulla loro natura.
In alternativa, possiamo aspettare che compaia il prossimo ospite interstellare.
Entro pochi anni diventerà operativo il Large Synoptic Survey Telescope (LSST) e sarà molto più sensibile alla rilevazione di oggetti simili a ‘Oumuamua.
Dovrebbe quindi scoprire molti di questi oggetti entro il suo primo anno di attività.
Se non ne troverà, sapremo che ‘Oumuamua era speciale e che dobbiamo inseguire questo ospite per strada per scoprirne l’origine.
Aggiornamento del 09/07/2019
Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, dopo le ricerche che lo indicano come una cometa, una nuova analisi dimostra in modo inequivocabile che il misterioso intruso del Sistema Solare 'Oumuamua non è una astronave aliena.
Pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, lo studio si deve ai ricercatori guidati da Matthew Knight, dell'Università americana del Maryland.
I primi dati sulle "strane caratteristiche" di 'Oumuamua, come l'anomala accelerazione e l'insolita traiettoria, avevano indotto alcuni ricercatori a ipotizzare che si trattasse di un oggetto artificiale, come un veicolo mandato da un'altra civiltà.
Ma la ricerca, basata sull'analisi degli studi precedenti, suggerisce fortemente che 'Oumuamua abbia un'origine puramente naturale.
"Non abbiamo mai visto nulla di simile a 'Oumuamua nel nostro Sistema Solare" ha detto Knight. Per esempio la sua forma allungata simile a un sigaro.
Tuttavia, ha aggiunto: "l'ipotesi del veicolo spaziale alieno è un'idea divertente, ma suggeriamo che esistono molti fenomeni naturali che potrebbero spiegarlo", a partire dal colore rosso scuro, simile a molti piccoli oggetti osservati nel nostro sistema planetario.
'Oumuamua ha inoltre accelerato lungo la sua traiettoria, in modo simile a come fanno le comete e per questo l'ipotesi prevalente è che si tratti di una cometa aliena.
Ma il ricercatore ammette che non sono state trovate le prove di emissioni gassose che tipicamente creano questa accelerazione: "non c'è《ha detto》una chioma di polvere e gas che circonda le comete attive, né una coda di polvere o getti di gas".
Secondo i ricercatori l'oggetto potrebbe essere stato espulso dalla forza di gravità di un pianeta gigante in orbita attorno a un'altra stella.
Inoltre, non vedono l'ora di utilizzare il telescopio Large Synoptic Survey Telescope (LSST), che dovrebbe essere operativo nel 2022, presso l'Osservatorio di Cerro Pachón in Cile, per cercare altri visitatori del Sistema Solare in modo da comprendere meglio anche l'identità di 'Oumuamua.
I visitatori alieni dallo spazio sono qui sulla Terra e stanno lavorando con gli esseri umani per creare una specie "ibrida" superiore, un accademico dell'Università di Oxford ha scandalosamente rivendicato.
Gli ibridi alieni nati da una parentela mista sopravviveranno agli esseri umani sulla Terra quando il cambiamento climatico devasterà il pianeta.
La bizzarra teoria è stata presentata dal docente coreano Dr. Young-Hai Chi, che insegna all'Oriental Institute di Oxford. L'accademico di Oxford è un convinto sostenitore della teoria della visitazione aliena e dei frequenti rapimenti da parte degli extraterrestri (abduction).
Ora ha delineato le sue più bizzarre affermazioni aliene nel libro coreano visitazioni aliene e la fine dell'umanità.
"In secondo luogo, per creare specie che possano sopravvivere alle future condizioni climatiche.
"In terzo luogo, alcuni sequestri riferiscono che questi ibridi sono di un'intelligenza molto elevata, così, stanno producendo questi ibridi come soluzione al
problema e con un futuro leader"
Il Dr. Young-Hai Chi, crede che ci siano 4 tipi principali di specie, tutte caratterizzate dalle loro distinte apparizioni fisiche. Queste specie sono un tipo di insetto alieno, alieni con squame e occhi di serpente, piccoli alieni e alieni alti e audaci.
Si dice che la specie simile a un insetto sia la specie dominante e ruoti intorno agli extraterrestri minori. Alla fine, tuttavia, il Dr. Young-Hai Chi ha sostenuto che le azioni degli alieni siano completamente autoguidate e non altruistiche.
Egli disse: "essi non vengono per il nostro bene, ma per il bene di loro, la loro sopravvivenza. Ma, la loro sopravvivenza è in realtà la nostra sopravvivenza,
la sopravvivenza di tutta la biosfera.
Ha inoltre detto: "lo scopo principale del rapimento è quello di produrre ibridi – ibridi umani-alieni – e, il secondo è lo scopo principale del progetto ibrido,
colonizzare la Terra.
"Egli basa il secondo argomento sulle osservazioni.
La prima è la produzione di massa degli ibridi di seconda generazione.
"Gli alieni producono ibridi non solo tra loro e gli esseri umani, ma anche tra questi ibridi-umani alieni e gli esseri umani." Questi "ibridi di
seconda generazione" presumibilmente sono indistinguibili dagli esseri umani, in particolar modo, quando si fondono nella società.
Nel maMrzo 2019, il gruppo senza scopo di lucro Messaging extraterrestrial Intelligence (METI), rifletté sulla possibilità che gli esseri umani siano intrappolati
all'interno di uno zoo extraterrestre intergalattico.
La Professoressa Florence Raulin-Cerceau del Museo Nazionale di storia naturale di Parigi ha affrontato la teoria in occasione della riunione del gruppo a Parigi dicendo:
"quando cerchiamo di comprendere meglio l'universo, la questione se siamo soli è inevitabile".
L'astronomo Jean-Pierre Rospars, che ha anche partecipato alla riunione, disse:
"sembra probabile che gli extraterrestri stiano imponendo una quarantena galattica perché si rendono conto che sarebbe culturalmente distruttivo per noi imparare
su di loro.
"L'evoluzione cognitiva sulla Terra mostra caratteristiche casuali mentre segue anche percorsi prevedibili. "Possiamo aspettarci l'emergere ripetuto e
indipendente di specie intelligenti nell'universo e, dovremmo aspettarci di vedere forme di intelligenza più o meno simili ovunque, in condizioni favorevoli. "Non c'è motivo di pensare che gli
esseri umani abbiano raggiunto il più alto livello cognitivo possibile."
By Sebastian Kettley