❖ Biografia
Bender frequentò la scuola secondaria superiore a West Pittston, in Pennsylvania.
Durante il periodo scolastico fece parte dell'American Youth League, di cui fu eletto Vice Presidente e successivamente tesoriere. Richiamato alle armi in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu inviato nel Maryland a Fort George G. Meade, dove lavorò come odontotecnico. Successivamente, fu trasferito in Virginia a Langley, dove lavorò come odontotecnico e come redattore in un giornale dell'Esercito statunitense.
Congedato dall'esercito nel '43, Bender si trasferì con i genitori a Bridgeport nel Connecticut, dove trovò lavoro come impiegato in un'industria.
Rimasto orfano della madre Ellen, rimase a vivere con il patrigno Michael Ardolino.
Bender allora aveva 31 anni ed era ossessionato non solo dagli UFO ma anche dall’occultismo, i film horror e di fantascienza e tutto ciò che prospettasse esperienze fisiche e mentali fuori dall’ordinario. Si appassionò anche di ufologia e nel 1952 fondò una delle prime associazioni ufologiche, l'International Flying Saucers Bureau (IFSB) e cominciò a pubblicare anche un proprio bollettino trimestrale, Space Review.
Il numero dei soci crebbe rapidamente, superando i 600 membri, l'associazione si diffuse in tutti gli USA ed ebbe anche corrispondenti all'estero.
Bender e i suoi collaboratori cominciarono a indagare su casi di avvistamenti di UFO, pubblicando le loro inchieste su Space Review. Nell'estate del 1953 Bender annunciò che avrebbe fatto importanti rivelazioni sugli UFO, ma, nell' Ottobre dello stesso anno pubblicò l'ultimo numero di Space Review e nel mese successivo sciolse la sua associazione senza spiegazioni. In seguito, confidò ad alcuni stretti collaboratori, tra cui Gray Barker, di avere ricevuto la visita di 3 misteriosi uomini interamente vestiti di nero, che lo avrebbero invitato ad interrompere le sue attività ufologiche e a sciogliere la sua associazione.
Nell'Ottobre 1954 Bender si sposò con Betty Rose.
Su insistenza di Gray, Bender scrisse un libro sulla propria esperienza, che pubblicò nel 1962 con il titolo Flying Saucers and the Three Men.
Nel 1965 Bender si trasferì con la moglie in California, dove lavorò come Direttore di un motel. Nello stesso anno fondò la Max Steiner Music Society. Bender morì all'età di 94 anni.
❖ L'ufologo impaurito
La leggenda dei Men in Black è legata al nome di Albert K Bender, fondatore di una delle prime associazioni ufologiche, l'International Flying Saucer Bureau (Ifsb).
Appassionato di occultismo e acriticamente attratto da presunti fenomeni paranormali, non rientrerebbe nella definizione di ufologo critico, ma fino agli anni Sessanta ha avuto un'enorme influenza. Nel Settembre del 1953 Bender convocò i suoi collaboratori più fidati e raccontò che 3 uomini del governo lo erano andati a trovare e gli avevano rivelato il segreto degli UFO. Non poteva però parlarne, non in quel momento e, anzi, avrebbe dovuto smettere di interessarsi al fenomeno, altrimenti lo avrebbero messo in prigione.
Dopo l'incontro, Bender era stato male per 3 giorni: non disse altro agli amici, se non che erano vestiti di nero. In breve, Bender sciolse l'associazione e abbandonò le sue pubblicazioni.
La storia sarebbe potuta finire lì, ma, l'anno successivo, Gray Barker, principale collaboratore di Bender, già raccontava dell'inquietante esperienza dell'amico in un articolo.
Poi, nel 1956, ne parlò nel suo libro They Knew Too Much About Flying Saucers, sostenendo che quanto capitato a Bender non fosse un caso isolato.
Nel frattempo Barker, che era anche un editore, continuò a insistere perché Albert Bender scrivesse un resoconto completo di quell'esperienza.
Alla fine Bender si convinse, e consegnò il manoscritto, che uscì nel 1962 col titolo Flying Saucers and the Three Men (libro in alto).
❖ Le metamorfosi degli uomini in nero
Nel libro Bender non parlava più dei Men in Black come agenti governativi, ma rivelava che erano alieni a loro volta. Non alieni qualunque, ma quelli dietro all'avvistamento del mostro di Flatwoods, un memorabile caso ufologico del 1952 che sia Bender che Barker conoscevano bene (oggi è tra i mostri del videogioco Fallout 76).
Dotati di poteri paranormali, avrebbero trasportato Bender alla loro base al Polo Sud, spiegandogli che erano sulla Terra per estrarre qualcosa che a loro serviva dall'acqua marina. Gli consegnarono un dispositivo che avrebbe monitorato il suo silenzio fino alla fine della loro missione, nel 1960.
La storia di Bender metteva alla prova il senso critico anche degli ufologi meno razionali ma, come ha osservato Giuseppe Stilo del Cisu, associazione ufologica di orientamento razionalista, quella pubblicazione segna la fine del primo ciclo di creazione del mito.
Gli uomini in nero di Bender, soprattutto grazie a Barker, cominciavano a entrare nel folklore ufologico. In Italia, riporta Stilo, se ne parlò già nel 1956 sulla Domenica del Corriere, ma è negli anni '60 che il fenomeno si espande.
Che si tratti di agenti governativi che devono insabbiare il fenomeno UFO, o alieni che vogliono nascondersi, aspetto e comportamento degli uomini in nero avvistati tenderanno a variare intorno a uno stereotipo. Quasi sempre vestiti di scuro, ma non sempre con una scintillante divisa, a volte possiedono capacità paranormali e si comportano in modi bizzarri.
Camminano e si muovono in modo strano, prediligono grandi macchine scure e spesso sono in 3. A questo proposito Edoardo Russo e Paolo Toselli del Cisu notano che i Men in black potrebbero non essere un'assoluta novità del panorama leggendario.
Secondo il folklorista Peter Rojcewicz sarebbero incarnazioni moderne di figure mitologiche come il trickster o il diavolo stesso. Anche prima dell'inizio del fenomeno UFO (1947) sono circolate sulla stampa storie su uomini misteriosi che intimidivano i testimoni degli avvistamenti di aeronavi. In questo caso l'ipotesi extraterrestre era minoritaria e i presunti velivoli erano interpretati soprattutto come tecnologia nemica.
Se il mito dei MIB (Men in black) si deve ad autori come Bender e Barker e si è probabilmente avvitato su tradizioni precedenti, rimane comunque da spiegare chi fossero le persone identificate come uomini in nero. In altre parole, di solito un testimone vede qualcosa prima di raccontarlo a modo suo.
Tra i pochi casi che è stato possibile approfondire, Russo e Toselli spiegano che il più delle volte i MIB si sono rivelati normali membri delle forze dell'ordine, o addirittura ufologi.
Non si può però escludere che, in un periodo in cui il governo degli Stati Uniti si domandava cosa fossero gli UFO (in particolare se fossero una minaccia straniera), alcuni ufologi e forse lo stesso Bender, abbiano ricevuto effettivamente visite da parte di agenti interessati.
❖ Il secondo incontro
Bender non è stato il primo, tuttavia, a riferire visite a ricercatori UFO da uomini in nero.
Bender riferì di aver avuto un secondo incontro soprannaturale.
Fu visitato da tre figure oscure che non toccavano il pavimento, ma si librarono sopra di esso. Gli dissero che il loro aspetto umano era un'illusione e che qualsiasi informazione avesse detto alla gente sulla loro visita non sarebbe stata creduta.
Presumibilmente gli dissero che catturavano persone dalla Terra e che usavano i loro corpi per camuffarsi.