"Billy" Eduard Albert Meier (03/02/1937) è un cittadino della Svizzera che sostiene di essere un UFO contattista e profeta. Egli è anche la fonte di molte controverse fotografie UFO, che, egli afferma siano la prova dei suoi incontri.
Meier riporta regolari contatti con gli extraterrestri che chiama i Plejaren (alieni provenienti al di là delle Pleiadi), descrivendoli come umanoidi alieni nordici.
Un contadino nato nella città di Bülach nelle Lowlands svizzere, Eduard "Billy" Meier sosteneva che il suo primo contatto extraterrestre si verificò nel 1942, all'età di 5 anni, con un uomo anziano extraterrestre umano chiamato Sfath.
Il contatto con Sfath durò fino al 1953. Dal 1953 al 1964, Meier proseguì con una donna extraterrestre umana chiamata Asket. Meier disse che dopo una pausa durata 11 anni, i contatti ripresero ancora una volta (il 28 Gennaio 1975) con una donna extraterrestre umana chiamata Semjase, la nipote di Sfath. Nei suoi anni dell'adolescenza, Meier aderì alla Legione Straniera francese, ma che presto lasciò per tornare a casa.
Egli ha viaggiato molto in tutto il mondo, perseguendo esplorazioni spirituali che ricoprono circa 42 paesi in oltre 12 anni. Nel 1965 perse il braccio sinistro in un incidente d'autobus in Turchia. Nel 1966 conobbe e sposò una donna greca, Kalliope, con la quale ebbe 3 figli.
Il soprannome "Billy" è "venuto" per mezzo di un amico americano, che ha pensato che lo stile di vestire cowboy di Meier gli ricordava "Billy the Kid " (da qui il nome).
Questo aneddoto è stato raccontato da Meier stesso in un'intervista rilasciata a Bob Zanotti di Radio Svizzera Internazionale nel Giugno del 1982.
Meier accumulò una vasta collezione di fotografie che mostrano controverse presunte astronavi (chiamate beamships) così come extraterrestri umanoidi (chiamati Plejaren).
Meier disse che il Plejaren gli diede il permesso di fotografare e filmare le loro beamships, al fine di produrre alcune delle prove delle visite extraterrestri.
Meier venne creduto e contestato dagli scettici sugli UFO e dagli appassionati.
❖ Contatto
A partire dal 1975, Meier iniziò i suoi contatti ufficiali ("ufficiale" in tale prova doveva essere fornita al pubblico, a differenza di precedenti contatti), comunicando direttamente (face-to-face) mediante la telepatia, con un gruppo centrale di Pleiadiani/Plejaren, o Errans, come egli si riferisce anche a loro (Erra è il loro pianeta natale), che hanno dato i loro nomi come "Ptaah", "Semjase", "Quetzal" e "Pleja", tra gli altri numerosi nomi.
Secondo lo stesso Meier in "Contatti" il documentario video, dice che il suo primo contatto con gli extraterrestri iniziò il 28 Gennaio 1975.
Questi visitatori, proverrebbero, da quanto riferito, dal dal sistema stellare Plejares, che è al di là delle Pleiadi e, in una dimensione che è una frazione di secondo in futuro dalla nostra (una supplente linea temporale). Queste Plejaren avrebbero presumibilmente offerto a Meier un campione più interessante di evidenze rispetto a quelli ricavabili dalla maggior parte degli incontri, compresa la fotografia una molto dettagliata, video, multi-tonalità registrazioni sonore, l'uso temporaneo di un'arma che ha impiegato per la prova su un albero nelle vicinanze e campioni di leghe metalliche.
Meier sostenne che i visitatori lo incaricarono di alcuni compiti informativi e di sensibilizzazione. Come intraprese questa missione, incontrò una grande quantità di scherno e derisione nei sui confronti, oltre a (suo dire) 21 tentativi di assassinio.
Alcuni di questi presumibilmente iniziati da alcune entità extraterrestri ostili e, successivamente, sconfitti in gran parte attraverso l'intervento dei suoi amici Plejaren.
Meier era a disagio con le associazioni megalomani, qualcuno gli attribuiva al suo ruolo di "rappresentante" (l'uso del termine "profeta" ad esempio).
Nel 1975 Meier istituiì il Freie Interessengemeinschaft für Grenz-und Geisteswissenschaften und Ufologiestudien (Comunità gratuita degli interessi per le scienze marginali e spirituali e gli Studi ufologici ), o FIGU, una organizzazione no-profit a beneficio di ricercatori in questo campo, con sede presso il centro stella d'argento Semjase.
Meier afferma che vebnne chiesto di trascrivere le sue conversazioni con gli extraterrestri, ove, alcune delle quali vennero pubblicate in lingua tedesca.
Questi libri sono indicati come le note di contatto (o Rapporti di contatto).
Attualmente, ci sono 10 volumi (pubblicati) delle relazioni di contatto dal titolo Plejadisch Plejarische Kontaktberichte.
Alcune delle relazioni di contatto sono state tradotte in inglese e pubblicate in out of print in 4 volumi "Messaggio dalle Pleiadi" da Wendelle & Cece Stevens.
Le discussioni di Meier con i Plejarens sono molto dettagliate e ad ampio raggio e, trattano argomenti che spaziano dalla spiritualità, la vita ultraterrena, i pericoli delle religioni tradizionali, la storia umana, la scienza, fenomeni astronomici, ecologia, pericoli ambientali oltre alle profezie di future tendenze storiche ed eventi.
Un ulteriore aspetto del caso Meier è un libro molto controverso, il Jmmanuel Talmud.
Si dice che sia la traduzione di antichi rotoli aramaici che sono stati scoperti da Meier e da un collega a Gerusalemme nel 1963.
Il libro sostiene essere gli insegnamenti originali e gli eventi della vita di un uomo di nome Jmmanuel (si chiama Gesù Cristo da storici e cristiani).
Ampio studio è stato fatto del libro di James Deardorff.
❖ Le fotografie e i film
Alcune delle prove più importanti per i crediti Meier provengono dalla sua vasta collezione di fotografie controverse. Queste, includono immagini di presunti veicoli spaziali nella campagna
svizzera, l' Apollo-Soyuz 1975 docking e distanti fenomeni astronomici.
I sostenitori insistono sul fatto che le immagini sono di qualità eccezionalmente alta e che un uomo senza un braccio non poteva averli fabbricati.
Nel 1978, le immagini e Meier stesso furono oggetto di 6 anni di indagini in loco da Retired Lt Col. Wendelle Stevens e un team americano infatti, lavorarono all'unisono al fine di stabilire se fosse stato creato un inganno. Per il Colonnello Stephens il caso era vero, ma, i suoi risultati vennero largamente ignorati dalla comunità UFO a causa del suo rifiuto di consegnare le prove, motivata dal fatto che si potessero creare condizioni di manomissione o di furto. (citazione necessaria)
Critici come Stanton Friedman e Jacques Vallée ritennero invece che fossero dei falsi.
Alcuni critici fornirono esempi di foto false molto simili e, conforontandole, sottolinearono che alcune delle sue foto (di Meier) fossero state prese dai libri di fantascienza, dipinti e programmi televisivi. Meier affermò che quelle foto fossero state modificate dalle agenzie di intelligence e infilate nella sua collezione al fine di screditare la sua testimonianza sugli UFO.
Alcune delle ricostruzioni più convincenti delle immagini di Meier, vennero create mediante l'utilizzo di effetti fotografici specializzati con animazione stop-motion da Alan Friswell nel Giugno 2005 per la rivista Fortean Times.
Friswell impiegò le tecniche utilizzate nell'era pre-digitale di film con effetti speciali cinematografici, come processi moderni, che, a parere Friswell, risultavano "antisportive".
Utilizzando trucchi retrò, come miniature in primo piano e ritagli fotografici, Friswell realizzò copie credibili degli UFO di Meier. Ma, sostenne anche, che i suoi lavori non confermarono in alcun modo che Meier fosse un mistificatore.
Il Rapporto di Meier con la moglie Kalliope finì nel 1997 ove ella dichiarò in un'intervista che delle foto dell'UFO sembravano i modelli che Meier si era fatto prendendo spunto da oggetti come il cestino, coperchi e oggetti per uso domestico e che, le storie citate nelle sue avventure con gli alieni, altro non erano che del tutto fittizie.
Successivamente venne scoperto che i volti delle 2 presunte astronaute extraterrestri ritratte nelle foto di Meier erano quelle di altrettante soubrette apparse in una famosa serie televisiva statunitense. In merito alle foto controverse, come quelle delle 2 "astronaute" e alcune altre, Meier ha ripetutamente affermato che non sono state realizzate da lui, ma falsificate da organizzazioni ben definite che volevano screditarlo.
Anche il figlio di Meier ha sostenuto la medesima tesi, affermando, che alcune pellicole fotografiche scattate dal contattista svizzero sono state sostituite con altre.
In seguito a questa vicenda infatti è stata indicata una foto definita ufficialmente non falsificata che ritrae la vera Asket, una extraterrestre incontrata da Billy Meier.
❖ I campioni di metallo
Diverse prove di questi campioni vennero analizzate da 2 scienziati: il Dr. Edwin Walker (Tucson/Arizona) e dal Dr. Marcel Vogel della IBM Labs di San Jose (California) - la stessa persona che sviluppò il rotolino magnetico, il floppy disc ecc.
Anche in questo caso, le prove eseguite sui metalli diedero risultati incredibili, il Dr. Walker disse di non aver mai visto niente del genere in trent'anni di attività.
Da svariate analisi (metallografiche e non) la struttura interna del metallo denotava chiaramente un processo di fusione non ancora immaginato sulla Terra, apparentemente ottenuti tramite fusione fredda (non come avviene sulla Terra con la nostra tecnologia dove abbiamo bisogno di temperature elevate per portare il metallo al punto di liquefazione).
Nel 1979, Meier invitò Marcel Vogel, un chimico che lavora in IBM ad analizzare cristallo e campioni di metallo che Meier disse di aver ricevuto dai Pleiadiani. Vogel esaminò questi campioni con un microscopio elettronico a scansione e dichiarò che:
"quando ho toccato l'ossido con una sonda in acciaio inox, sono apparse delle striature rosse ed è scomparso il rivestimento di ossido. Appena ho toccato il metallo invece... ...ha iniziato a deossidare e a diventare un metallo puro. Non ho mai visto un fenomeno simile prima".
"Vogel che esaminò un altro campione di metallo che conteneva quasi ogni elemento della tavola periodica afferma che: "ogni elemento puro è stato legato a ciascuno degli altri, eppure, in qualche modo, ha mantenuto la propria identità".
A 2500 X Vogel afferma che:
il campione era, "...in metallo, ma allo stesso tempo... era di cristallo!"
E qui è un pezzo di testo trascritto da un file video da un'intervista di Vogel:
"è una combinazione molto particolare dal punto di vista metallurgico.
Ho mostrato questi campioni a metallurgici e scuotono il capo.
La cosa più insolita è la purezza di questi metalli in adiacenza l'uno all'altro senza la loro contaminazione incrociata.
Sono molto sensibili alla marcatura, prima li ho esposti a luce intensa del mio microscopio e il metallo si ossida molto rapidamente e si rompe semplicemente. Non ho mai visto questo".
Nel libro di Wendell Stevens "UFO Contact from the Pleiades - A Preliminary Investigation Report: un rapporto Indagini Preliminari del 1982, a pagina 424 si legge:
"guardando il pezzo per diffrazione di raggi X, per analisi elementare, ho trovato un elemento di Tulio, un elemento di transizione raro nel Lanthide e anche di Renio, un altro metallo raro".
Thulium
Peso atomico 168.93421
Densità 9.321 g/cm3
Punto di fusione 1545 °C
Punto di ebollizione 1950 °C
Dati tecnici completi
Il Tulio è tra gli elementi più oscuri della tavola periodica. Ha pochissime applicazioni. C'è chi la considera il più più inutile di tutti gli elementi presenti in natura.
Rhenium
Peso atomico 186.207
Densità 21.02 g/cm3
Punto di fusione 3186 °C
Punto di ebollizione 5596 °C
Dati tecnici completi
Si tratta di un bel po' di Renio e non è chiaro il motivo per cui qualcuno dovrebbe fare una spessa e pesante barra. Gli usi tipici comprendono fili sottili, polveri fini, o composti chimici, non barre piene da mezzo pollice
quadrato.
Lanthanum
Peso atomico 138.9055
Densità 6.146 g/cm3
Punto di fusione 920 °C
Punto di ebollizione 3464 °C
Dati tecnici completi
Una miscela di Lantanio con altre terre rare viene usata per la fabbricazione delle pietre per accendini.
Derivati del lantanio sono usati per la costruzione dei microscopi elettroici per individuare gli atomi e, nella
illuminazione di vaste aree nell'industria
cinematografica.
Più in basso, sempre nella stessa pagina, merita particolare attenzione anche il seguente passaggio. Il Gruppo Independent Investigations (IIG) che ha analizzato i dati provenienti da Marcel Vogel presentati nel video Beamship 1985: l'analisi dei metalli e nel libro di Steven Wendell sopra citato conclude nel seguente modo:
l'elemento che è stato trovato è alluminio e non Thulium
Le prove per la presenza di tutti gli elementi del campionev e la radiazione di frenamento non incidono sulla composizione elemento, la struttura esotica suggerisce micro manipolazioni che possono essere trovate sulla superficie dei metalli lavorati in seguito a normali utensili da taglio in una officina meccanica. La prova del cristallo birifrangenza rilevata utilizzando la tecnica della microscopia Nomarski e Cross-Polarized può essere riprodotta dalla topografia di una semplice struttura in metallo senza birifrangenza associata ad esso.
Il Gruppo Independent Investigations (IIG) non ha trovato pertanto dati a supporto della presenza di renio o di qualsiasi altro elemento raro della Terra.
❖ Analisi di tutto il materiale di Meier
Neil Davis, un esperto di elaborazione d’immagine citato da Gary Kinder (Kinder, 1979), dichiarò di non avere trovato alcuna evidenza di falso nelle foto di Meier e che le stesse ritraevano un grande oggetto ripreso ad una certa distanza dalla macchina fotografica.
Piccolo problema: venne presentata una sola frase nell’ambito di un rapporto di ben 4
pagine! Il resto che è stato tralasciato diceva, praticamente, trattarsi solo ed unicamente di risultati preliminari e che, in ogni caso, erano assolutamente necessari i negativi:
i risultati stessi erano da considerarsi quindi inconclusivi (Korff, 1995).
Il Dr. Michael Malin, un esperto nell’elaborazione d’immagine al computer, che però insegnava geologia planetaria e geomorfologia, affermò di non avere trovato “..alcun segno evidente di contraffazione", ma anche qualcosa che non è stato riportato da Kinder: “...senza gli originali delle foto, non c’è quasi da niente da dire in proposito”.
Inoltre, chiese di potere avere la macchina fotografica usata da Meier ed i negativi delle foto, ma entrambe le richieste non trovarono mai accoglimento da GENESIS III (Korff, 1995).
Le registrazioni sonore fatte da Meier ad un'astronave pleiadiana che sono state sottoposte ad analisi da parte del gruppo GENESIS III erano delle copie di 3ª generazione.
Come tutte le registrazioni audio, se non sono ottenute in condizioni scientificamente controllate, non costituiscono alcuna prova.
Kinder, per esempio, non parla del fatto che in tali registrazioni si sentiva distintamente, per 2 volte, un interruttore nell’atto di essere azionato: un elemento sospetto, che induce a pensare ad una messinscena operata appositamente con l’ausilio di una fonte sonora esterna. (Korff, 1995). Wally Getleman fu contattato da Kinder per esaminare film e fotografie di Meier e venne presentato come un esperto che lavorò come direttore degli effetti speciali fotografici nel film di Stanley Kubrick “2001 Odissea nello Spazio”:
in realtà ebbe un breve rapporto con Kubrick e lasciò la produzione dopo solo qualche settimana, come si può ben verificare dai titoli di coda del film stesso, dove non è affatto menzionato. In realtà, egli non era un analista fotografico e non aveva competenze tali da potere condurre analisi ed emettere giudizi su reperti fotografici, prova ne è un semplice problema di ombre su una foto, evidenziato da Korff.
Quest’ultimo ha altresì dimostrato come l’affermazione che sarebbero necessarie almeno “15 persone” ed 80.000 dollari per riprodurre le foto di Meier sia completamente errata, visto che egli stesso le ha replicate, con ottimi risultati e con minimi sforzi.
Gentleman, in ogni caso, non ebbe accesso ai negativi dei documenti che gli vennero sottoposti e neppure ai luoghi in cui furono ripresi, dove avrebbe dovuto eseguire quelle convalide strumentali delle misure che eseguì sui documenti stessi. (Korff, 1995).
Kinder nel suo libro ha omesso quanto affermato dall’analista Eric Eliason (esperto di elaborazione di immagini):
”...E’ necessario partire dai negativi. Quindi, in un certo senso, questa (le altre sue dichiarazioni riportate da Kinder) non è una dichiarazione scientificamente valida”.
In precedenza era stato raggiunto da J.Dilettoso con 2 sole foto di Meier, per le quali aveva affermato di non avere trovato indicazioni per potere affermare che si trattasse di un fotomontaggio: ma aggiunse altresì che non si poteva escludere la possibilità che il fotomontaggio potesse essere stato fotografato a sua volta, in modo da ottenere un risultato difficilmente evidenziabile e senz’altro ingannevole per il computer (Korff, 1995).
Eliasion riferì inoltre che Dilettoso voleva assolutamente credere alla genuinità delle fotografie e cercava di convincere lui stesso della cosa.
Robert Nathan, uno dei migliori esperti di analisi di immagini, fu contattato da J.Dilettoso per valutare un set di 10 foto di Meier. A seguito di questo, avrebbe affermato che non era possibile rintracciare l’evidenza di un falso. In realtà, Nathan fu successivamente intervistato da Kal Korff, al quale avrebbe detto che Dilettoso avrebbe mentito sia su come fu condotta l’analisi che sui risultati stessi (entrambi riportati con enfasi da Kinder nel suo libro): a suo giudizio le foto erano degli “ovvi falsi”, di “qualità estremamente povera e di nessun valore analitico”, probabilmente prodotte con l’uso di modelli sospesi a dei fili (come poi fu successivamente confermato dalle analisi condotte dallo stesso Korff).
W.C. Stevens gli fornì dei negativi rappresentanti delle immagini fuori fuoco che non corrispondevano con le stampe che gli erano state fornite.
La giustificazione di ciò fu trovata nella confusione attribuita a Meier sul livello di generazione dei negativi che egli aveva fornito ai suoi amici americani (Korff, 1995).
Marcel Vogel, un esperto in chimica che lavorava presso i laboratori di ricerca della IBM a San Josè, in California, accusò Stevens di avere sottratto da casa sua 2 foto provenienti da un progetto di analisi dell’IBM (presso cui lavorava), che sarebbero state successivamente spacciate come i campioni di metallo di Meier sottoposti a forte ingrandimento.
Lo stesso Vogel a seguito delle sue analisi sui campioni di metallo che gli erano stati forniti da GENESIS III, dichiarò di non aver mai incontrato una cosa del genere, ma Korff riferisce che gli disse trattarsi di “saldatura d’argento”, proprio quando, nel 1980, ne ricevette dalle sue mani un pezzettino. Vogel, inoltre, ad un certo punto non fu più in armonia con GENESIS III a causa delle cose che il gruppo aveva pubblicato senza la sua approvazione.
Ma Vogel non presentava, comunque, un’integrità al di sopra di ogni sospetto: era un tipo che affermava di piegare i metalli con la forza della sua mente (tanto che fu intervistato anche dal “National Enquirer” in proposito) e di riuscire a guarire le persone imponendo loro le mani: purtroppo per lui, fu clamorosamente smentito durante una prova delle sue capacità psichiche, condotta, in condizioni sperimentali controllate, da un gruppo di specialisti nel 1980. Era molto interessato all’area del paranormale e dei fenomeni psichici in particolare, non disdegnando altresì l’argomento ufologico e sviluppando una competenza specifica nel campo di studio della “comunicazione” tra piante ed esseri umani.
Dichiarò inoltre a Korff, che Meier era probabilmente un falsario, ma che Semjase esisteva veramente. Non solo: poteva anche parlare con lei, concentrandosi su un grosso cristallo di quarzo ed ametista che aveva proprio sul tavolo!
La società De Anza Systems presso cui GENESIS III ha affermato di aver condotto delle analisi fotografiche a computer (peraltro pubblicate in GENESIS III, 1979) ha negato qualsiasi coinvolgimento del genere, affermando, anzi, di non essere in grado di fornire un servizio del genere. I membri di GENESIS III (in particolare Dilettoso e Welch) si recarono da loro raccontando di volere acquistare un loro computer grafico: a scopo di dimostrazione si fecero digitalizzare una foto, a cui vennero applicate semplicissime tecniche di elaborazione di immagine. Quanto visualizzato dal monitor fu fotografato e quindi, presentato come “sofisticate tecniche” di analisi fotografica in grado di confermare la genuinità delle foto di Meier. Nonostante ciò, GENESIS III affermò di avere speso 40.000 dollari per le investigazioni e ben 60.000 per le analisi fotografiche.
Il gruppo americano G.S.W., famoso tra gli anni '70 ed anni '80 per le pionieristiche analisi al computer di foto ufologiche, ricevette 10 fotografie di Meier di seconda generazione da un ricercatore tedesco, nel 1976.
Il verdetto fu inequivocabile: un falso realizzato con diverse tecniche, come modelli sospesi, doppie esposizioni e fotomontaggi.
❖ I personaggi che hanno promosso l'affare Meier
Wendelle C. Stevens, un
ex-tenente colonnello dell’USAF che si è definito come “uno dei maggiori esperti di ufologia al mondo” (ma in realtà, come ricordato dall’ufologo canadese Stanton Friedman è un collezionista di foto ufologiche) [AA.VV.,
1980], venne a conoscenza del caso Meier
nel 1976 da parte dell’ufologo inglese Timothy Good e dell’ufologa svizzera Lou Zinstagg, il quale gli mostrò 16 foto di Meier.
Stevens disse di essere rimasto impressionato dalle fotografie e dal caso in sé e nell’Ottobre dell’anno successivo si recò direttamente in Svizzera ad incontrare Meier, primo di una lunga serie di viaggi. Se ne tornò a casa con 300 fotografie.
Tornò da Meier l’anno successivo, questa volta in compagnia degli amici Brit e Lee Elders e, dopo di ciò, tutti insieme, decisero di pubblicare sotto forma di libro le informazioni raccolte sul caso. Per far ciò, fondarono una piccola società, insieme a Tom Welch, che fu battezzata GENESIS III Productions Limited.
Lee Elders firmò un accordo personale di diritti con Meier: quest’ultimo avrebbe fornito il materiale, mentre GENESIS III lo avrebbe promosso e diffuso, agendo come unico distributore esclusivo.
Essendo senza contante, la società ricevette un prestito di 39.923,57 dollari da un agente di marketing di nome Michael Osborn, il quale si dichiarò peraltro disponibile ad aiutarli.
Nel 1979 uscì il primo libro, “UFO ... Contact from the Pleiades” (tradotto anche in italiano, nel 1990), presto esaurito e ristampato in un’edizione riveduta e corretta l’anno successivo.
Nel 1983 Stevens e GENESIS III produssero, separatamente, altri 2 titoli: “UFO ...Contact from the Pleiades - A Preliminary Investigation Report” e “UFO ...Contact from the Pleiades - Vol. II”. Altri libri seguirono negli anni successivi, come si può evincere dalla bibliografia.
Oltre alla produzione libraria, GENESIS III produsse e/o distribuì anche dei documentari, uno dei quali girato nel 1979 è stato presentato anche in Italia nell’ambito della serie prodotta dalla Columbia Tristar con la supervisione e “consulenza” del Centro Ufologico Nazionale e di Roberto Pinotti in particolare.
W.C. Stevens e gli altri componenti del gruppo GENESIS III furono sconfessati ed allontanati da tutti i maggiori gruppi americani, MUFON in testa.
Il compianto Jim Lorenzen, direttore dell’APRO, si dissociò completamente dalla citazione del suo nome all’interno del primo libro su Meier di tale gruppo, accusando i membri dello stesso, fra l’altro, di avere “censurato” le dichiarazioni e le foto più assurde prodotte da Meier, in modo da rendere il più possibile credibile ed accettabile l’intera storia.
Non solo: Stevens aveva collaborato con l’APRO in relazione a qualche inchiesta locale, ma fu trovato a dirottare verso la sua abitazione il materiale di un caso fotografico indirizzato all’APRO stessa:
Lorenzen lo dichiarò persona “non gradita” e troncò ogni contatto con lui (Lorenzen, 1984).
GENESIS III ha pubblicato diversi libri dedicati a contattisti (tra cui anche l’italiano Dibitonto) e caratterizzati dalla profusione di fotografie in essi contenuti (ad esempio, quelli dedicati al contattista Hermann, che con le sue centinaia di foto può ben essere definito un emule americano di Meier). GENESIS III ricevette una percentuale sulle royalties del libro di G.Kinder, per avere messo in contatto l’autore con Meier ed avergli permesso di raccogliere il materiale sulla questione (Moore, 1981).
Meier stipulò, praticamente, un contratto di rappresentanza con GENESIS III, a cui cedette i diritti di sfruttamento delle sue storie.
In cambio, Meier si impegnò a fornire tutte le informazioni ed il materiale per potere condurre tale opera di sfruttamento. William Moore vide personalmente questo accordo a Los Angeles, nel 1981. GENESIS III, quindi, non può certo essere considerato un gruppo di investigatori, ma bensì, di biografici-amici, come successe con Desmond Leslie nei confronti di George Adamski: nessuna investigazione imparziale e critica, quindi, ma acritica e tesa a dare conferme là dove non ci sono. Più recentemente, i membri del F.I.G.U. si sarebbero lamentati con l’americano R.Winters per il fatto che un gruppo di americani (presumibilmente quelli di GENESIS III) avevano usato il loro materiale solo per loro profitto personale, tradendo loro ed i loro messaggi spirituali, senza mantenere le promesse che avevano fatto (Winters, 1992). Tale affermazione appare ancora più “strana” per il fatto che è stata riportata in un articolo pubblicato sulla rivista ufologica di W.C. Stevens: in ogni caso, negli ultimi anni i coniugi Elders si sono praticamente eclissati ed il solo Stevens è rimasto sulla scena. GENESIS III ha minacciato, parecchie volte, azioni legali contro ricercatori che stavano investigando, criticamente, il caso Meier: non per niente Lee Elders è sempre stato molto collerico verso chi esprimeva opinioni contrarie sul caso Meier.
Per contro, la società non pagò il conto della produzione del primo libro e la casa editrice (Collins Publishing) fallì, lasciando un buco di circa 40.000 dollari, direttamente provocato dalla pubblicazione del libro stesso. Ne seguì un’azione legale da parte del curatore del libro e della stessa casa editrice contro GENESIS III (Moore, 1981).
Il 16/02/1993 Wendelle C. Stevens si dichiarò volontariamente colpevole di fronte ad una corte di giustizia dello stato dell’Arizona, al fine di conseguire un duplice risultato: la riduzione dei capi di imputazione che pendevano su di lui da 16 (10 per molestie su bambini, 4 per aver fornito articoli osceni o pericolosi a minori e 2 per le riprese video e foto di minori impegnati in atti sessuali osceni) a 3 e la mancata resa di dominio pubblico dell’evidenza probatoria contro di lui. Il 15 Marzo dello stesso anno fu condannato a 7 anni, ed il 1° Giugno successivo fu incarcerato in una prigione poco fuori Tucson, da dove uscì nel 1990.
Ovviamente, Stevens fu presto presentato come un “martire” incastrato dalla CIA, perché ormai troppo vicino alla realtà sugli UFO: egli stesso contribuì a diffondere tali dicerie per mezzo di parecchie lettere, senza peraltro portare alcuna prova e raccontando parecchie frottole al fine di apparire “pulito” (Korff, 1995).
Gli Elders affermarono che Stevens fu stato accusato sulla base della testimonianza di un vicino di casa a cui Stevens aveva negato dei soldi in prestito: sarebbe stato messo a tacere perché “ufologo scomodo” (Moore, 1981).
Jim Dilettoso è un personaggio che è stato “usato” da GENESIS III per organizzare le pretese analisi scientifiche sui vari tipi di evidenza presentata da Meier, presentandolo nel contempo come un esperto particolarmente degno di fede.
Lo stesso Dilettoso disse di essere uno dei maggiori esperti di analisi fotografica tramite computer, ed affermò che tutte le foto di Meier erano state “testate ed autenticate” da lui medesimo. Millantò, fra l’altro, conoscenze in microscopia elettronica che non possedeva assolutamente. Ha ripetutamente fornito false indicazioni riguardo il suo coinvolgimento e le sua attività in relazione al caso Meier, presentando in modo fuorviante i risultati dei pochi test che furono effettivamente condotti sull’evidenza disponibile, specie le foto.
Ha dichiarato di aver avuto contatti con specialisti che, però, non si ricordano affatto di lui o che hanno rilasciato pareri ben diversi da quelli riportati, una volta intervistati da terze parti: per esempio, la società De Anza Systems prese in considerazione la possibilità di fargli causa per le affermazioni che gli attribuì nel primo libro (GENESIS III, 1979).
Dilettoso dichiarò di avere conseguito una laurea presso l’università McGill di Montreal, che però, in un fax del 17/11/1994, precisò di non saperne assolutamente nulla (Moore, 1981)(Korff, 1995). James Deardorff è un Prof. “emeritus” all’università dell’Oregon, che da anni ha sposato la causa di Meier, soprattutto in un’ottica spirituale-religiosa.
E’ autore di un libro (Deardorff, 1990) in cui viene presentata e studiata la cosiddetta “Talmud Immanuel” (o Jmmanuel), dove vengono presentate 200 diverse ragioni per ritenere tale testo la fonte primaria del vangelo di Matteo.
Afferma che nessuna delle foto di Meier è stata trovata contraffatta e che il contattista non incoraggia nessuno fuori dal suo gruppo a promuovere in alcun modo la sua storia: ciò non spiega, però, l’intensa attività di conferenzieri e divulgatori di personaggi come G.Moosbrugger, R.Winters e altri.
Deardorff appoggia incondizionatamente Meier e dà per assolutamente scontata la presenza degli extraterrestri sul nostro pianeta: tutte le dichiarazioni di Meier, a suo giudizio, risultano compatibili con una strategia di contatto dei Pleiadiani, riuscendo sempre a trovare una spiegazione, in tale ottica, a qualsiasi evidenza negativa nei confronti di Meier!
A suo dire, per l’analisi dell’intero caso è necessario un diverso atteggiamento, basato sulla consapevolezza che gli extraterrestri esistono ed hanno una loro strategia per confrontarsi con una civiltà emergente come la nostra (Deardorff, 1985).
L’intera storia di Meier è stata seguita da altri autori.
Nel 1985 lo scrittore Gary Kinder ricevette l’incarico dal proprio editore di scrivere un libro sul contattista, che vide la luce nel 1987 e vendette bene e velocemente, passando presto ad un’edizione in tascabile. Nell’agosto 1991 il tedesco Michael Hesemann pubblicò il libro di Guido Moosbrugger “...und sie fliegen doch !”, quella che viene presentata come l’opera più completa sull’argomento e che è stata recentemente tradotta in 4 lingue.
Altri libri sono riportati in bibliografia.
Da ricordare anche la non indifferente produzione di “merchandising” legata a Meier ed alle sue foto: stampe, dipinti, calendari illustrati e poster.
Lo stesso agente Mulder della popolarissima serie televisiva X-Files ha appeso ad una delle pareti del suo ufficio un poster con una delle più classiche foto di Meier e la dicitura “We want to believe”. Gary Kinder, autore di “Light Years”, ha lavorato a stretto contatto con Lee e Brit Elders per scrivere il suo libro, per il quale avrebbe ricevuto un anticipo di 100.000 dollari dal suo editore, Morgan Entrekin. Non per nulla il copyright del libro stesso è condiviso con loro, peraltro, destinatari di una royalty sulle vendite.
Il libro scaturì da un contatto che i coniugi Elders stabilirono con l’agente letterario R.Pine: quest’ultimo rimase entusiasta dalla storia di Meier, tanto da presentarla a Kinder per fargli scrivere un libro. La sua inchiesta non può certamente definirsi imparziale, in quanto, raccolse materiale e frequentò assiduamente la parte pro-Meier, tralasciando ampiamente il materiale e le informazioni che gli furono fornite da quei ricercatori che si erano mostrati critici nei confronti dell’intera storia.
Esemplare è il caso di Korff che fornì a Kinder gli elementi necessari per dimostrare che si trovava di fronte ad un falso e comunque, sufficienti per fargli dubitare ampiamente sulla veridicità della questione. Al contrario, Kinder cercò di far dire a Korff che almeno qualche parte dell’evidenza di Meier poteva essere genuina.
Un altro esempio: Kinder non intervistò le famiglie svizzere Jacob e Wyss, di cui conosceva l’esistenza e che avrebbero potuto fornirgli dati concreti e di prima mano sui falsi realizzati da Meier (Korff, 1995). Kinder è un esperto scrittore che sembra eccellere nella scelta selettiva dei dati e nella omissione di tutti quelli indesiderati, ma significativi per la tesi opposta: non condusse alcuna investigazione con metodologie scientifiche, ma si comportò unicamente come un divulgatore interessato.
Per esempio, affermò di avere parlato con gli ufologi che avevano criticato e smascherato Meier, ma non presentò affatto le loro conclusioni.
Ancora, riprese, senza effettuare alcun reale controllo, le falsità e le imprecisioni relative alle “analisi” condotte da molti dei pretesi esperti citati da GENESIS III come conferme alla genuinità delle foto di Meier. Per tutta questa somma di ragioni, il libro di Kinder fu accolto con rifiuto pressoché totale dai ricercatori americani, in quanto, videro in esso un’operazione commerciale che sembrava presentare un’evidenza scientificamente credibile e le dichiarazioni di Meier come degne di fede.
L’ufologo americano Dennis Stacy lo definì “estremamente credulone”, avendo lui avuto piena fiducia nei suoi confidenti Stevens e Elder.
Lo stesso New York Post, del 12 Gennaio 1987, affermò in un articolo, che l’editore di Kinder si trovava in difficoltà finanziarie ed avrebbe cercato di produrre un libro con una forte connotazione di marketing (orientato al soddisfacimento della voglia di “credere” e quindi, dell’aspetto più sensazionalistico della vicenda, lasciando perdere tutti gli aspetti deboli e criticabili) per venderlo al meglio. Michael Hesemann è un piccolo editore tedesco che produce una rivista, libri e videocassette sugli UFO, sfruttando abilmente tutti i filoni più sensazionalistici che emergono di volta in volta sull’argomento e che si tramutano in ottimi richiami per i compratori dei suoi prodotti (sintomatico il suo coinvolgimento nel caso della famosa autopsia dell’alieno di Santilli e con tutti i personaggi, anche italiani, interessati all’affare, come pure il suo costante presenzialismo a livello di congressi internazionali).
E’ stato, a più riprese, un supporter delle storie di Meier, dandogli ampio risalto nella sua rivista, “Magazin 2000” e, pubblicando almeno un intero libro, quello agiografico dell’austriaco Guido Moosbrugger (Moosbrugger, 1991), sull’argomento.
Quest’ultimo è uno degli amici più intimi di Meier e membro dell’originario gruppo di metafisica. Maestro di scuola elementare, rappresenta un vero e proprio “ambasciatore” di Meier in giro per il mondo, dove frequenta numerosissimi convegni ufologici o paraufologici (soprattutto negli Stati Uniti) al fine di diffondere il “verbo pleiadiano”.
Il libro sui contatti di Meier è riccamente illustrato e contiene un gran numero di informazioni significative sull’intera faccenda, grazie proprio al fatto di averla vissuta (e viverla tutt’ora) dall’interno. Randolph Winters è uno dei principali sostenitori di Meier negli Stati Uniti.
Dando una grande enfasi al “messaggio spirituale” di Meier, fuse le storie e gli “insegnamenti” del contattista svizzero con varie tematiche “New Age” e di “channelling” (comunicazioni ricevute da spiriti o da entità extraterrestri per via medianica), argomenti sempre di moda negli USA. Il risultato è stata una intensa attività di conferenziere, un libro scritto direttamente ed altri pubblicati, un sito INTERNET, dove è possibile acquistare tutto quello che si vuole e, magari, iscriversi anche a dei corsi spirituali New Age, tenuti il Sabato e la Domenica da Winters e sua moglie su vari argomenti, alla modifica cifra di 350 dollari, il cui 50% deve essere versato in anticipo. Winters è anche colui che ha scoperto tale “Adrian”, un tipo che vivrebbe in Florida e che fin dal 1974 avrebbe anch’egli avuto contatti con i Pleiadiani, scattando parecchie foto (“stranamente” simili a quelle di Meier).
Sintomatica l’esperienza di Winters con il gruppo di Meier: si recò in Svizzera nel 1988 per incontrare il contattista, ma, la possibilità gli fu negata.
Trascorse quindi 3 settimane alla “comune”, lavorando di giorno nella fattoria per avere il privilegio e la sera, per parlare con i membri del gruppo ed avere, alla fine, la possibilità di vedere gli originali delle famose “note di contatto”.
Una delle componenti del F.I.G.U. gli raccontò, fra l’altro, di avere visto Meier materializzarsi improvvisamente davanti a lei, al ritorno da uno dei incontri (Winters, 1992).
Il California Study Group è l’ultimo dei gruppi pro-Meier che sono apparsi negli ultimi anni, ma senz’altro appare come il più organizzato.
Organizza conferenze, pubblica, traduce e distribuisce il materiale sulla vicenda del contattista, funzionando come la vera e propria filiale americana del F.I.G.U. e, prendendo quindi il posto che era una volta di GENESIS III.
Organizza una volta al mese una riunione nell’area di Los Angeles, dedicata a tutti coloro che vogliono meglio conoscere i contatti di Meier.
Hanno un proprio sito WEB, gestito direttamente con un proprio dominio INTERNET (www.billymeier.com) ed, attraverso di esso, offrono qualche informazione, ma soprattutto, la vendita di vario materiale per tutti coloro che sono dotati della magica carta di credito.
❖ Gli ultimi sviluppi
Una donna indiana, chiamata con lo pseudonimo “Pauline” (non vuole esporsi direttamente, perché ha paura di perdere il proprio posto di lavoro alle Nazioni Unite), dichiarò che quando era
ragazzina e si trovava dal nonno a Mehrauli, in India, avrebbe visto Meier in compagnia di Asket (la Pleiadiana che era in contatto a quel tempo con lo svizzero) nel 1964.
Si ricorda anche di avere visto Meier fotografare la cosmonauta.
Nel 1995, quando venne a conoscenza dell’indirizzo di Billy in Svizzera, si recò a visitarlo e là riconobbe Asket nelle foto che Meier tutt’ora conserva (ma, che a quanto pare, non sono conosciute). Alcuni sostenitori di Meier hanno intervistato a lungo la donna, tra di essi anche W.C. Stevens, che ne pubblicherà una foto e la storia sul quarto volume di “Message from the Pleiades”. Il novello Meier, scoperto da R. Winters nel corso di una sua conferenza, ha anch’egli un raccoglitore contenente un gran numero di foto relative ad almeno 3 diversi tipi di astronavi. Pur avendo iniziato i suoi contatti nel 1974, questo personaggio (peraltro conosciuto unicamente allo stesso Winters) non ha mai voluto presentarsi in pubblico e compiere quell’azione di “divulgazione” così tanto cara a Meier ed amici.
Secondo lui, i Pleiadiani hanno ripreso i contatti nel 1995 (in contraddizione con le dichiarazioni provenienti dal contattista svizzero, secondo cui, se ne sarebbero andati proprio in quell’anno!), in quanto, quello sarebbe stato l’anno di inizio di una nuova era di cambiamenti dominata da disastri naturali come diluvi, terremoti, uragani, tornado ed altri eventi naturali catastrofici. Stando alle ultime “rivelazioni”, quelli che sono stati fin qui chiamati “Pleiadiani”, proverrebbero, in realtà, da un pianeta ad ottanta anni luce da noi, nella direzione della nostra galassia in cui si trova il sistema stellare delle Pleiadi.
❖ Kal Korff: l'anti - Meir
Kal Korff, californiano, ha incominciato ad occuparsi giovanissimo del caso Meier e, con l’aiuto dell’ufologo William Moore, fu uno dei primi ricercatori a criticare apertamente e con motivazioni
circostanziate l’intera storia, additandola come un probabile falso: oggigiorno è uno dei maggiori esperti in materia, senz’altro, il principale e più preparato sul versante dei “critici”. Dopo
avere dato alle stampe, nel 1981, un primo libro di 127 pagine, nel 1995 pubblicò quello che può essere definito il più completo studio critico sulla questione, un’opera di ben 440 pagine
intitolata “Spaceships of the Pleiades” edito dalla Prometheus Books, casa editrice specializzata in libri “scettici”.
In tale opera, presenta anche i risultati di un’investigazione diretta, abbastanza ardita e senz’altro inusuale per il mondo ufologico: una visita, sotto false generalità, al quartier generale di Meier in Svizzera. Durante tale visita di 3 settimane, ebbe modo di intervistare parecchie persone che avevano avuto a che fare con l’ex-gendarme nel passato, acquisendo inoltre, una grande quantità di materiale, parlando con i membri del F.I.G.U., ispezionando i luoghi dei principali avvistamenti, riprendendo in foto e su video gli stessi, oltre che riprodurre localmente alcune delle fotografie più famose con dei modelli appositamente costruiti per dimostrare la facilità di falsificazione dei documenti fotografici presentati dal contattista svizzero. Data la sua conoscenza del tedesco, ebbe modo di avere accesso diretto agli scritti originali di Meier in tale lingua.
Oltre al libro, Korff produsse anche una videocassetta (“EXPOSED: The Billy Meier Hoax”) in cui mostra direttamente i risultati delle analisi fotografiche da lui condotte (fornendo i particolari necessari alla loro riproduzione anche da parte di terzi) ed altro materiale inedito utile ad una migliore comprensione dell’intera vicenda.
La società che ha prodotto la videocassetta è la Underground Video, piccola società specializzata in video su materie misteriose, tra cui gli UFO: inizialmente distribuì anche quelli relativi alle storie di Meier, prodotti da GENESIS III ed altri, quindi decise di condurre una propria inchiesta indipendente sull’intera vicenda.
La conclusione fu che Meier falsificò deliberatamente tutto quanto.
Come reazione, i responsabili della società dichiararono di volere denunciare Billy Meier ad un tribunale californiano per truffa nei confronti dei “consumatori”.
La conclusione finale di Korff al suo libro appare piuttosto equilibrata: “...non è possibile affermare che tutte le foto ed i filmati di Meier siano dei falsi, ma, anche se avesse avuto delle esperienze precedenti, non c’è alcuna evidenza credibile che supporti le stesse.
Visto che non è possibile separare il rumore dal segnale, il problema del se le dichiarazioni di Meier siano vere non può essere risolto”. Korff venne addirittura accusato per il suo approccio rigoroso e critico all’argomento e, di essere un agente della CIA: pur avendo lavorato, come civile, per parecchie agenzie governative è pur sempre un semplice ricercatore. Efficace, a questo riguardo, l’affermazione dell’ufologo americano Russ Estes:
“Se possiedi anche solo mezzo cervello, sei automaticamente etichettato come CIA”.
Il lavoro di Korff venne recentemente oggetto di una risposta di 21 pagine da parte di James Deardorff, in cui viene attaccato e fortemente criticato quasi esclusivamente per ciò che concerne la
questione della cosiddetta “Talmud Jimmanuel”, il testo religioso di cui Deardorff è un acceso sostenitore.
Al di là di alcuni contorsionismi logici (es.: il tedesco con cui è stato tradotto il testo è estremamente simile a quello, stilisticamente scorretto, di Meier, perché Rashid, il traduttore, corrispondeva con lui e ne sarebbe, quindi, rimasto influenzato), le critiche partono comunque dalla rigida assunzione che i Pleiadiani esistono e sono (o sono stati) qui sulla Terra e che Meier, ovviamente è totalmente in buona fede.
Deardorff mette poi in discussione polemica i risultati delle analisi fotografiche di Korff relative ad una delle serie più famose, quella di Hasenboel-Langeberg del 29/3/1976: secondo il ricercatore californiano si tratta di un modello posto vicino alla fotocamera (in quanto, all’analisi al computer appare chiaramente davanti all’albero presso cui è ripreso) e probabilmente sostenuto con dei fili ad una corda posta superiormente per potere cambiare a piacimento la posizione del modello (Pag. 206 - 207).
L’oggetto sarebbe stato ripreso in controluce, proprio al tramonto, per nascondere al meglio la presenza dei fili. Deardorff afferma che le stampe in possesso di Korff erano di livello superiore (ma da ciò non risulta perfettamente evidente) rispetto a quelle in possesso di W.C. Stevens. Di conseguenza, la minore qualità disponibile avrebbe portato Korff a non rilevare durante le analisi al computer la presenza di rami davanti all’oggetto: la polemica sui risultati di questa analisi si sviluppa poi sulla base di altri particolari piuttosto discutibili e che, comunque, presuppongono alla base la totale buona fede di Meier, cosa lungi dall’essere dimostrata.
❖ Concludendo
L’affare Meier dimostra ancora una volta, al pari di altri episodi che hanno visto coinvolti personaggi e situazioni similari, come un’abile presentazione di dati inconsistenti, se non palesemente contraffatti (e comunque spesso contraddittori, stando alle diverse fonti disponibili, tutte più o meno direttamente legate allo stesso Meier), ma comunque difficili da controllare direttamente, possa essere sfruttata per fornire un’aura di credibilità capace di ingannare non poche persone e di lasciare comunque una buona dose di dubbi, legata soprattutto al fatto che le informazioni presentate sembrano, appunto, credibili.
Ne sono la prova argomenti come “Le analisi scientifiche dell’evidenza di Meier” che ancora vengono presentati nel corso di conferenze tutt’ora organizzate, con una buona affluenza di pubblico pagante in varie parti del mondo e specialmente negli Stati Uniti.
Non solo: il sapiente uso della creazione di situazioni misteriose e legate a fantomatiche “congiure” (es.: la sparizione di fotografie o di evidenze fisiche, come i frammenti di metallo, in modo che non sia più possibile confutare le dichiarazioni originali), aiuta ulteriormente a superare i punti più deboli della storia ed a rafforzare ancora di più il suo alone di fascino.
Le ragioni del successo del contattista svizzero vanno quindi ricercate, soprattutto, nella credulità di molte persone e nella mancanza di pensiero critico, loro e di molte altre ancora.
L’ufologia abbonda di personaggi mediocri (o meno che tali) e di falsi, autoproclamati, “esperti” che dichiarano credenziali e competenze inesistenti, con le quali cercano di sostenere i loro lavori e, conseguentemente, i casi che trattano.
Il gioco di presentare l’”esperto” o lo “scienziato” di turno funziona per la maggior parte delle volte, proprio nel tentativo di fornire una maggiore dignità e credibilità a casi o situazioni altrimenti soggette, quantomeno, al beneficio del dubbio.
Ben si sa come la reazione media di un pubblico generico e potenzialmente acritico sia di completo ossequio nei confronti del “professore” corredato di qualche credenziale altisonante, specie se quest’ultimo conforta le proprie credenze ed aiuta a fugare le ultime incertezze, permettendo di dire:
“... anche lo scienziato X ha detto che ... “.
Ci sono poi gli pseudo-ufologi che si inventano completamente tali personaggi e costruiscono appositamente le loro pretese credenziali, sempre allo scopo di rendere più credibili ed accettabili le loro investigazioni. Tale scenario non si applica unicamente al caso Meier, ma anche, a molte altre situazioni meno note ed eclatanti, tra le quali, non poche avvenute anche nel nostro paese. Una ragione di più, questa, per affrontare l’argomento UFO con la necessaria cautela ed obiettività, armi necessarie per controbattere i sempre più numerosi personaggi ed azioni screditanti per l’ufologia, che hanno come risultato, quello di dare ulteriore forza ai più ottusi approcci negativisti verso la materia.