❖ Biografia
Robert Scott Lazar (26 Gennaio 1959) è un imprenditore statunitense, sedicente fisico e controversa figura centrale nella discussione sugli UFO.
Lazar dichiarò di aver lavorato presso l'area S-4 del Nevada Test Site (vicino all'Area 51) sotto speciale richiesta di Edward Teller.
❖ Dischi volanti
In una intervista, Lazar descrive le strutture dei dischi volanti nei dettagli, dopo averli disegnati precedentemente, dice che questi "aeromobili" si sostentavano grazie a 3 specie di "marmitte pieghevoli" che permetterebbero di scegliere le direzioni di volo, ma, paradossalmente, dice anche che questi oggetti erano tanto veloci e potenti quanto instabili.
I cosiddetti UFO non sarebbero stati costruiti da umani, in quanto, la cabina di pilotaggio era a dimensione di bambino; quindi, con questa affermazione, Lazar vorrebbe documentare la tesi secondo cui, questi mezzi tecnologici sarebbero stati costruiti e pilotati da alieni; inoltre, i velivoli non avrebbero presentato punti di saldatura, come se fossero stati interamente formati da un unico pezzo e per di più, di un materiale sconosciuto sulla Terra.
❖ Critiche
Le affermazioni di Lazar sono state pesantemente criticate e giudicate prive di fondamento, sia negli aspetti scientifici, sia in quelli che riguardano la sua biografia.
Per il primo aspetto, diversi fisici, tra cui David L. Morgan e Stanton T. Friedman (sostenitore dell'ufologia), affermano che Lazar non possiede una padronanza della fisica nemmeno a livello concettuale, dimostrando scarsa padronanza della terminologia e delle distinzioni basilari di significato dei concetti fisici, facendo confusione ad esempio tra gravità, onde gravitazionali e onde elettromagnetiche, ma anche tra materia e massa.
Dimostra inoltre di non comprendere il concetto di gravità e i suoi effetti e, tanto meno, la descrizione che ne dà la relatività generale. Lo stesso accade per le descrizioni dei meccanismi nucleari e subnucleari e quelle riguardanti l'evoluzione stellare.
Rispetto ai dati anagrafici, il nome di Lazar è stato rinvenuto negli archivi del Los Angeles Pierce College e classificato tra gli alunni con i risultati peggiori.
Inoltre è registrato presso il college in un periodo in cui egli stesso sostiene stesse seguendo i corsi presso il Massachusetts Institute of Technology a 4000 km di distanza.
Presso questa università e il California Institute of Technology, che Lazar sostiene di aver frequentato con successo, non risulta alcuna registrazione, alcuna affiliazione ad organizzazioni studentesche, alcun articolo, o un'indispensabile tesi, né lo stesso è stato in grado di indicare il nome di qualche professore di cui avrebbe seguito i corsi.
Il nome di Lazar è stato trovato nelle rubriche telefoniche dei Los Alamos National Laboratory (per conto dei quali affermò di lavorare nel Nevada Test Site), associato al nome di un dipendente, Kirk Meier, indicando che Lazar ha lavorato per quest'ultimo, non per il Los Alamos National Laboratory, inoltre, essendo stato tenutario di una casa di tolleranza, non avrebbe potuto ottenere un permesso di alta sicurezza.
Negli anni ottanta Lazar dichiarò bancarotta per una somma di 300.000 $, registrandosi come montatore di film.
❖ AREA 51: Bob Lazar e la retroingegneria aliena
Nell'installazione militare nota come "Area 51" oppure "Dreamland" (la terra dei sogni), il Pentagono fin dal 1954 sviluppò per conto della Central Intelligence Agency (CIA) tutti gli aerei coperti da segreti militari, cominciando dall'aereo spia "U2", passando per il "Blackbird SR71" , l'F117 Stealth, il bombardiere Stealth "B2", fino ad arrivare al nuovissimo "Aurora", che vola all'incredibile velocità di Mach 8 (8 volte la velocità del suono).
La zona è strettamente sorvegliata da militari armati e nessun aereo può sorvolare il suo spazio aereo che è il più protetto degli Stati Uniti. E' quindi comprensibile come la zona sia sempre stata avvolta dal più fitto mistero, dovuto anche dal fatto che l'Aeronautica Militare ed il Governo degli Stai Uniti continuano a negarne addirittura l'esistenza.
❖ Ma un fatto assolutamente imprevedibile avrebbe provveduto, almeno parzialmente, a sollevare quel velo di mistero e segretezza.
Il 25 Luglio del 1990 gli spettatori di KLAS TV, una televisione locale di Las Vegas, durante la trasmissione "UFO: the best evidence", ascoltarono l'esplosiva intervista rilasciata dal fisico nucleare Robert Lazar al conduttore George Knapp:
Knapp: Prego, ci descriva la sua esperienza.
Lazar:
Ho lavorato a Los Alamos nei laboratori federali come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratorio per la base S4, che è una base dell'US Navy.
Knapp: Dov'è ubicata questa base?
Lazar:
Si trova a circa 20 Km a sud di Groom Lake e a circa 180 Km a nord di Las Vegas.
Knapp: Le hanno detto quale lavoro avrebbe fatto?
Lazar:
Mi hanno detto che si trattava di un lavoro ad alto contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato.
Knapp: Da quando ha cominciato a fare rivelazioni, pensa che il suo telefono sia sotto controllo?
Lazar:
Si. Ho un rivelatore che si attiva molte volte.
Knapp: Qual è stata la ragione che l'ha spinta a divulgare queste informazioni?
E' stato perché la importunavano?
Lazar:
Si. Essenzialmente era per fermare tutto questo.
Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva più e che io non ero mai nato all'ospedale in cui nacqui.
Questo mi fece riflettere seriamente su quello che stava succedendo.
Così ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e scoprì, che anche tutto quello era sparito. Così presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch'io, come il mio passato.
Knapp: Così anche a Los Alamos risultava che non l'avevano mai assunta?
Lazar:
Esatto.
Knapp: Dopo che il suo resoconto è apparso in televisione cosa è successo?
Lazar:
Mi hanno fatto sapere che mi sono molto vicini.
Knapp: Era preoccupato per la sua vita?
Lazar:
E' questo il motivo per cui ho detto tutto ai microfoni.
E' un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.
Knapp: E' ancora preoccupato?
Lazar:
Si.
Knapp: Parliamo ora della tecnologia che ha visto, della prima volta che ha visto qualcosa che a suo parere non era terreno.
Lazar:
La prima esperienza fu con il reattore antimateria.
Knapp: Ci spieghi che cos'è, come funziona e cosa fa.
Lazar:
E' un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra.
All'interno della sfera c'è una scaglia di elemento 115, che è un elemento molto pesante.
Il 115 nell'interno crea un campo gravitazionale ed espelle onde gravitazionali, che sono poi amplificate nella parte bassa dell'apparecchiatura.
In generale, questa tecnologia ci è virtualmente sconosciuta.
Knapp: Abbiamo visto il modello e le foto. Ci sono parti in movimento?
Lazar:
Non individuabili. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa.
Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto.
E se si poteva produrre con materiale terreste.
Knapp: Cosa si può fare con un generatore di antimateria?
Lazar:
Trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell'1% della trasformazione della materia in energia.
Knapp: Come funziona?
Lazar:
Apparentemente il 115, bombardato con protoni, rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all'interno del reattore con generazione di calore.
All'interno del sistema c'è un generatore termoionico a rendimento 100%, che trasforma il calore in energia elettrica.
Knapp: Questo reattore antimateria com'è collegato al campo gravitazionale?
Lazar:
Il reattore ha 2 funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all'impiego del 115, il cui funzionamento è oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso la parte bassa del generatore, dove ci sono 3 amplificatori di gravità che provvedono ad aumentarle di intensità.
Knapp: Che cosa ha imparato sulla gravità?
Lazar:
La gravità è un'onda. E' stato ipotizzato che la gravità sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. E' in definitiva un'onda che può essere ottenuta da un elemento come il 115.
Knapp: Cosa si può fare con questo campo gravitazionale?
Lazar:
Si ha la possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio.
Così facendo, si può avere un diverso modo di viaggiare.
Così, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a sé la destinazione senza muoversi.
Knapp: Molti scettici dicono che gli alieni sono troppo distanti nello spazio - tempo per arrivare fino a noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa considerazione. Giusto?
Lazar:
Esattamente. Quando distorci il tempo non c'è più un riferimento normale del tempo stesso e questo è tutto ciò che fa la gravità che tu produci.
Knapp: Cioè si può viaggiare avanti o indietro nel tempo?
Lazar:
Non necessariamente. Alla base del disco volante ci sono i 3 generatori di gravità.
Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla destinazione.
Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano lo spazio verso quel punto.
Tutto questo avviene con la distorsione del tempo, così la velocità è teoricamente infinita.
Knapp: La prima volta che ha usato il reattore antimateria che esperimenti ha eseguito?
Lazar:
Gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce.
Knapp: Era come se avessero creato un buco nero?
Lazar:
Si, potrei dire che c'è un'analogia.
Knapp: Che cos'è il 115 e perché dice che non può essere prodotto sulla Terra?
Lazar:
E' un elemento molto pesante. Nella carta degli elementi presenti sulla Terra che noi abbiamo sintetizzato, ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti questi elementi si disintegrano fino al 106.
Gli scienziati ritengono comunque che, fra il 113 ed il 116, gli elementi dovrebbero essere stabili. E questo è vero perché il 115 esiste. E' stabile.
Ma sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio che vengono messi in un acceleratore e bombardati con protoni, immettendo protoni nei loro atomi per incrementarne il numero atomico.
Per creare il 115 ci vorrebbe una quantità infinita di potenza e tempo.
Knapp: Che altre proprietà ha un elemento così?
Lazar:
Ha una grande capacità di produrre energia. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacità di distruzione. Inimmaginabile se usato come arma.
Knapp: Come che cosa? Cosa causerebbe mezzo chilo di 115?
Lazar: Un chilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all'idrogeno di 10 megatoni l'una. Un chilo corrisponde, come dimensioni, a due prugne.
Knapp: La gente che ci chiama non crede molto a queste affermazioni.
Credono che lei abbia lavorato in S4, ma credono che il 115, i dischi volanti e i generatori di antimateria siano progressi nostri di cui lei non era a conoscenza.
Lazar:
Innanzitutto è impossibile produrre il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base sono là per scoprire come sono fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti.
L'idea del progetto è di riprodurre tutto ciò con materiali terrestri.
Ovviamente, si trattava di cose trovate, o dateci.
Knapp: Da dove arriva il 115?
Che tipo di ambiente può produrlo?
Lazar:
Secondo me il 115 può trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema binario, dove c'era maggiore massa durante la formazione, dando così la possibilità di formazione di elementi pesanti.
Knapp: Così ha visto un generatore di antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha letto dei rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti.
Ce ne può parlare?
Lazar:
La ragione per cui non l'ho mai fatto prima d'ora è perché si trattava solo di rapporti.
Erano solo parole scritte sulla carta e potevano essere una fonte di disinformazione.
Certamente, ciò che lessi sul 115, aveva avuto un riscontro pratico nel laboratorio in cui ho lavorato. I rapporti erano sugli alieni e perfino sulla religione.
C'erano fotografie di alieni, rapporti di autopsie, molte informazioni.
Knapp: Qual 'era il loro aspetto?
Lazar:
Erano i tipici Grigi. Una creatura alta circa 1,2 metri, una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe. Magri.
Knapp: Cosa diceva l'autopsia?
Lazar:
Ho visto dei corpi in esame. L'interno era scuro come se l'elemento principale che li componeva fosse il ferro e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in sé le funzioni di cuore, fegato, polmoni, ecc... Il rapporto, in fin dei conti, riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.
Knapp: Diceva almeno da dove arrivavano?
Lazar:
Si, un rapporto diceva che arrivavano dal Reticolo 4.
Knapp: Dove si trova questo Reticolo?
Lazar:
Mi è stato detto che venivano dalla costellazione Z e, per Reticolo 4, intendevano il quarto pianeta da quel Sole. Nello stesso rapporto la Terra era indicata come Solar 3, cioè il terzo pianeta dal nostro Sole.
Knapp: Lei ha letto molto sugli UFO.
E' possibile che abbia mischiato quelle informazioni con queste apprese nei laboratori?
Lazar:
No. Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro.
Non faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più.
Knapp: Qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete mentre lavorava nei laboratori di S4 e collaborava con loro. E' vero?
Lazar:
Non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno, ma di più non posso dire.
Knapp: In definitiva, stava rompendo i giuramenti fatti al governo.
Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario?
Lazar:
Pensi alla grandezza di cosa sta succedendo...
Tutta la tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma certamente il profilo generale di ciò che accade non può essere tenuto segreto, né agli americani né al resto del mondo.
Divulghiamo i fatti basilari. Ad esempio, che almeno una volta queste astronavi sono venute sulla Terra e ci hanno lasciato qualcosa da analizzare.
Knapp: Cosa significherebbe dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa?
Lazar:
E' difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare completamente diverso.
E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo?
Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.
Knapp: Pensa che tutto questo verrà mai divulgato?
Lazar:
Personalmente credo di no.
Dopo questa intervista, l'ufologo e scienziato Jacques Vallèe andò a casa di Bob Lazar per cercare di coglierlo in contraddizione, dimostrando in tal modo che era soltanto un mistificatore. Ma si rese subito conto che Lazar possedeva un vocabolario tecnico preciso e che rifletteva seriamente sulle domande prima di rispondere; in definitiva, dava prova di una conoscenza della fisica atomica non facilmente accessibile per un profano.
Un'ulteriore conferma alle teorie fisiche sui viaggi nello spazio - tempo descritte da Lazar nel 1989, si è avuta nel Marzo del 2000 da un articolo scritto dall'autorevole fisico Paul Davies sulla rivista "Le Scienze".
Cosa significa tutto questo, che Bob Lazar era effettivamente a conoscenza dei tanti segreti gelosamente custoditi all'interno della misteriosa Area 51?
Questa domanda rimarrà purtroppo senza risposta, perché il Dr. Robert Lazar oggi è praticamente irreperibile.
Bob Lazar è tornato.
È lui il protagonista assoluto del film “Bob Lazar, Area 51 & Flying Saucers” nel quale, a 30 anni dalle sue prime clamorose rivelazioni, viene fatta nuova luce sulla vicenda e sulla sua figura, tra le più bistrattate nella storia dell’ufologia.
A distanza di 3 decenni, l’uomo che ha svelato l’esistenza della base segreta di Groom Lake ha di nuovo accettato di parlare davanti ad una telecamera di sé, di come la sua vita sia stata stravolta e di quello che ha visto nei laboratori segreti in cui sostiene di aver lavorato.
Il suo nome è annoverato sia tra le gole profonde che tra i mistificatori (dipende dai punti di vista). Chi crede alle sue affermazioni, lo considera quasi un benefattore che ha messo a repentaglio la carriera e persino la sua stessa esistenza pur di far conoscere al mondo una verità scomoda: il Governo americano da tempo è in possesso di astronavi aliene e studiandone la tecnologia gli scienziati statunitensi hanno realizzato nuove scoperte.
Lui stesso, Lazar, ha sostenuto di essere specializzato in “ingegneria inversa” e di aver lavorato sui sistemi di propulsione di un mezzo volante che non poteva essere terrestre.
Ma per tutti gli scettici, non è altro che un millantatore e un bugiardo.
Era il 1989, quando un giovane Bob Lazar, in forma anonima, rilasciava le prime confessioni alla stampa riguardo il suo coinvolgimento in questo segretissimo programma all’interno di un laboratorio chiamato S-4 che si trovava nell’ Area 51.
Il primo ad intervistare questo sedicente fisico, all’inizio ripreso nell’ombra per non farsi riconoscere, fu il giornalista di KLAS News (una tv di Las Vegas associata alla CBS), George Knapp. Poco tempo dopo, però, Lazar decise di uscire allo scoperto rivelando volto e nome e il suo caso divenne famoso, tanto quanto l’Area 51.
Che tuttavia all’epoca non esisteva, almeno, non ufficialmente.
Il governo negava che ci fosse una base in quel punto del Nevada.
Oggi sappiamo che non era vero. Analogamente, per anni è stato smentito che Lazar sia stato un dipendente del governo e che sia stato licenziato dopo le sue rivelazioni su questi argomenti top-secret.
Anzi, scavando nella sua vita, non è emerso alcun documento che provasse la sua attività in questo o nell’altro laboratorio di Los Alamos dove sosteneva di aver lavorato in precedenza.
Non risultavano nemmeno la sua laurea e le sue specializzazioni al Caltech e al MIT.
Non è stato possibile trovare neppure un compagno di scuola che si ricordasse di lui.
Insomma, un perfetto fantasma, come se il suo passato fosse stato cancellato con un colpo di spugna. Un elemento, questo, che per gli ufologi sembrava rafforzare (piuttosto che smontare) il suo castello di accuse.
Proprio di questo si è discusso durante una puntata dello show radiofonico Coast to Coast, molto seguito negli USA e ora condotto proprio da Knapp.
Ospite, il regista Jeremy Corbell, autore del film su Bob Lazar.
“La questione centrale, per me, era capire se davvero Lazar avesse mai lavorato nei laboratori di Los Alamos, in un ruolo scientifico o tecnico, se avesse avuto autorizzazioni di sicurezza: questo, credo, avrebbe giustificato l’idea che avrebbe potuto essere assunto in un posto come l’Area 51”, ha detto Knapp.
E, indagando, aveva trovato delle conferme per Los Alamos: dei colleghi, che tuttavia non volevano esporsi pubblicamente; il suo nome sull’elenco del telefono; una sua foto, con la didascalia, “fisico”, su un giornale. “Sapevamo che era stato lì”.
Ma Corbell ha fatto di più: è riuscito a trovare una persona disposta a testimoniare che sì, Bob Lazar è davvero chi dice di essere e ha davvero lavorato in quei centri supersegreti.
Si tratta di un fisico, il Dr. Robert Krangle, che ha accettato di far registrare le sue risposte.
Negli anni ’80 del secolo scorso, ha detto di aver lavorato saltuariamente per i Los Alamos National Laboratories e di farlo ancora ogni tanto.
Si è laureato nel 1973 al MIT di Boston con una tesi sulla fisica dei semiconduttori.
Ha poi lavorato in varie installazioni governative (come China Lake, la Kirtland Air Force Base, a Los Alamos, a Sandia), tutte credenziali che Corbell ha potuto verificare come autentiche. Così il regista gli ha domandato se avesse mai conosciuto di persona Bob Lazar quando lavorava come fisico a Los Alamos. E lo ha confermato senza alcun dubbio.
“Era un fisico, esattamente come me...
Nota Silverland:
abbiamo trovato e letto l'intervista in inglese disponibile sul web.
In quella intervista, alcuni suoi colleghi smentiscono che Lazar fosse un fisico e lo stesso Krangle non conferma, cosa che invece leggiamo in quest'articolo.
Quindi, non sappiamo cosa ci sia vero in tutta questa vicenda o se su Krangle o sugli ex colleghi di Lazar siano state esercitate pressioni per creare il solito caos mediatico che nel mondo ufologico sembra essere diventato parte integrante del fenomeno stesso.
Ufologia=caos.
...Noi ci riconosciamo l’un l’altro. Anche se nessuno me lo avesse detto, basta dargli uno sguardo per capire che lui è un fisico.
Cioè, si veste esattamente come un secchione”, ha risposto Krangle.
Non solo, insieme a Lazar avrebbe partecipato anche ad alcune riunioni ristrette durante le quali “ti chiedono di non parlare a nessuno di quello che stai facendo o di quanto hai visto”.
In merito allo specifico campo di lavoro di Lazar, l’uomo ha però risposto:
”non sapevo cosa facesse lui più di quanto lui sapesse quello che facevo io”.
Dunque, sicurezza a compartimenti stagni.
Ha poi continuato: ”capisco che Los Alamos lo abbia escluso.
Ha commesso un suicidio professionale”.
La sua colpa è aver spezzato la consegna del silenzio per condividere la informazioni di sua conoscenza. Ma perché adesso Krangle ha accettato di parlare mettendosi a sua volta contro il sistema? Perché (ha spiegato Corbell) è già ai margini è un ribelle lui stesso.
Non gli servono i contratti di Los Alamos per campare e quindi non è preoccupato delle eventuali ripercussioni. Di sicuro, ora sarà lui a finire sotto la lente di ingrandimento degli scettici allo scopo di dimostrare che non è affidabile...
Nota Silverland:
sulla base di ciò, quindi, non escluderei che qualche scettico formuli ipotesi strampalate sul Dr. Krangle del tipo: ...erano compari, Lazar lo ha pagato, vista la popolarità raggiunta da Lazar perché non posso farlo anch'io? ...e altre cose di questo tipo.
In funzione di ciò, la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi è:
ma perché chiedere a questi fantomatici scettici di parlare di questi personaggi o di ufologia quando non ne sanno praticamente nulla?
La risposta credo sia scontata.
Per farvi capire meglio quale possa essere la risposta, facciamo un esempio calcistico, sarebbe come chiedere a un tifoso dell'Inter cosa pensa della Juventus (o viceversa)
Secondo voi, cosa potrà mai dire di positivo nei confronti dei suoi avversari?
E qui è esattamente la stessa cosa.
Ma ora che le cose stanno cambiando, da quando il New York Times ha dato la notizia bomba sugli UFO, dove anche le istituzioni americane hanno ammesso che ci sono delle cose strane che neanche loro riescono a spiegare (mettendo in campo addirittura dei team di esperti), a questi scettici, che hanno sempre ridicolizzato il fenomeno e discriminato i diretti interessati cosa dovremmo dire? Siamo sicuri che non andrebbero banditi e perseguiti legalmente per aver fornito notizie fuorvianti non supportate da studi scientifici a danno di intere nazioni che avrebbero potuto studiare il fenomeno e prendere le giuste contromisure in merito alla pericolosità che il fenomeno potrebbe creare?
...Ma per ora, la testimonianza del Dr. Krangle sembra dissipare ogni dubbio:
Bob Lazar è chi ha detto di essere e ha lavorato davvero per il Governo.
Se questa parte del racconto è vera, sarà vero anche il resto?
Davvero, allora, avrà studiato i dischi volanti precipitati o catturati in territorio statunitense per carpire i misteri della loro tecnologia?
Lo ribadisce lui stesso nel trailer ufficiale diffuso sul web per promuovere il film:
“Mi chiamo Bob Lazar, sono noto per aver lavorato in una base segreta e per aver sottoposto a ingegneria inversa delle astronavi aliene.
Non avevo nessun motivo per mentire”.
E poi la voce registrata del giovane Bob 30 anni fa dice:
“Potrebbe essere l’evento più importante della storia… un contatto fisico, una prova da un altro sistema, un altro pianeta, un’altra intelligenza”.---
All’inizio di Dicembre, “Bob Lazar, Area 51 & Flying Saucers” è stato presentato a Los Angeles davanti a un pubblico di 1600 persone. In poche ore è balzato in testa alla classifica dei documentari scaricati da iTunes. “Il mio film vi dà una comprensione del vero Bob Lazar, il che rende più complicato rigettare tutte le sue affermazioni.
Più si conosce Bob Lazar, più si deve affrontare la scomoda possibilità che dica la verità.
Guardate le prove, guardate il mio film e poi decidete”, ha detto il regista.
Rubando una frase dal trailer, possiamo concludere: una storia straordinaria, specialmente se fosse vera…
Sabrina Pieragostini