❖ Biografia
Edoardo Russo è nato nel 1959 e vive a Torino.
Dopo gli studi classici si è laureato in economia.
Sa parlare francese e inglese, sa leggere lo spagnolo ma ha dimenticato quasi tutto ciò che sapeva di tedesco, latino e greco. Appassionato adolescente di UFO dal 1973 è stato attivo con alcune organizzazioni UFO (Gruppo Clypeus dal 1976, Centro Ufologico Nazionale 1978-1985, Centro Italiano Studi Ufologici 1985) e con comitati editoriali di diverse pubblicazioni UFO (Clypeus 1976, Ufologia, 1979-1984; Notiziario UFO, 1978-1984; Quaderni UFO, 1981-1983; UFO Phenomena International Annual Review, 1981-1984; UFO Rivista di informazione ufologica, 1986; Notizie UFO, 1985-2000; European Journal of UFO e studi sui rapimenti, 2000-2003). È autore di alcune centinaia di articoli pubblicati su periodici ufologici sia italiani che internazionali, oltre a diversi capitoli in libri sugli UFO e nel manuale di metodologia di indagine UFO Field. Ha inoltre presentato alcune decine di relazioni a congressi ufologici in Italia e all'estero; ed è stato intervistato alcune centinaia di volte su radio, TV e giornali.
Per un elenco dei suoi articoli e libri, vedere la Bibliografia di Edoardo Russo
❖ Info sul Manuale
Pubblicato originariamente nel 1984, una seconda edizione è stata stampata nel 1993.
Questa terza edizione aggiorna diverse parti, soprattutto in riferimento alle nuove tecnologie oggi a disposizione dell'inquirente, ed è arricchita da nuove appendici e corredata dal nuovo questionario del CISU (a sua volta aggiornato in alcune parti) e da un rapporto-tipo di indagine come esempio pratico di stesura secondo le regole del manuale stesso.
Effettuare un indagine e redigere un rapporto secondo le regole del Manuale significa raccogliere le maggiori informazioni nel miglior modo possibile per ogni caso e renderle consultabili e condivisibili per tutti ricercatori: si tratta perciò della "pietra angolare" sulla quale fondare la ricerca ufologica stessa.
di Paola Biondi
❖ Intro
Edoardo Russo, Presidente del CISU, racconta come raccolgono e analizzano i documenti sugli avvistamenti UFO, di cui hanno oltre 20.000 segnalazioni.
...Incontro a Torino Edoardo Russo (foto sopra), esperto di avvistamenti e di incontri ravvicinati e Presidente del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici), fra i più importanti centri d’Europa con sede a Torino. Il CISU custodisce il materiale relativo a più di 20.000 segnalazioni e oltre 100.000 ritagli di giornale, anche in lingua turca; per ogni avvistamento esiste un dossier di 300 pagine.
Edoardo Russo:
«Poiché sul fenomeno UFO ciascuno proietta la propria fantasia e il proprio vissuto, il nostro lavoro, oltre ad avvalersi di una grande interdisciplinarietà, a volte pone problemi etici, quando il testimone rimane deluso se si trova una spiegazione terrestre.
Per definire un UFO è meglio andare per negazione: prima bisogna appurare che non si tratti di stelle, bolidi, fenomeni meteorologici, palloni stratosferici, velivoli, anche telecomandati, o satelliti artificiali, fari, parti di razzi che rientrano nell’atmosfera (tutti schedati e il cui ritorno è previsto), o rifiuti spaziali che una volta erano abbandonati senza ritegno dalle navette.
Ci piace pensare di fare come i naturalisti del Settecento, che raccoglievano gli elementi per chi un giorno sarebbe stato in grado di studiarli».
❖ Molti Paesi hanno aderito al rilascio degli X-files
Oggi molti Paesi, fra cui l’Italia, hanno messo a disposizione i propri X-files.
Che cosa è cambiato?, gli chiedo.
Edoardo Russo:
«Anche al di fuori del microcosmo ufologico, c’è una più generale tendenza alla “trasparenza amministrativa”, che si riflette in iniziative giornalistiche, associazionistiche e anche legislative.
Le nuove tecnologie hanno dato una spinta potente alla richiesta di accesso agli atti da un lato, alla disponibilità a fornirli dall’altro.
Nel contesto specifico ufologico, poi, ci sono state iniziative specifiche (diverse per ogni Nazione) che hanno portato a questo risultato.
La cosa buffa è che hanno avuto un ruolo maggiore gli studiosi di orientamento razionalistico, piuttosto che i soliti cospirazionisti abituati a lamentarsi della “congiura del silenzio”.
In Spagna la declassificazione dei dossier militari sugli UFO è stata ottenuta da un veterano della ricerca ufologica (Vicente-Juan Ballester Olmos), considerato “scettico” dalle giovani generazioni; lo stesso è successo in Gran Bretagna, dove l’ex ufologo Dave Clarke è stato il motore e il consulente del rilascio integrale, nell’arco di più anni, di tutto il mitico archivio del MoD (Ministry of Defense); in Francia è stato lo stesso ente ufologico governativo (il GEIPAN, gruppo di studio e informazione sui fenomeni aerospaziali non identificati, attivo dal 1977 in seno al Centre National d’Etudes Spatiales, ovvero la NASA francese) a decidere la progressiva pubblicazione su Internet dei propri dossier.
In Italia il rilascio (e perfino la declassificazione) di migliaia di pagine dallo Stato Maggiore Aeronautica non è stato ottenuto dai fanatici, che tuttora continuano ad accusare i militari di nascondere le prove dell’invasione aliena, ma da studiosi, che senza clamore hanno lavorato anni per recuperare e archiviare dati un tempo chiusi negli armadi ministeriali».
E l’Italia?
Edoardo Russo:
«C’è un atteggiamento diverso in ognuno dei vari Paesi?».
«Ho in parte anticipato la risposta a questa domanda nel punto precedente.
Però va aggiunto che il MoD britannico (come già avevano fatto gli Stati Uniti nel 1969) ha approfittato del rilascio di dati per annunciare la chiusura del proprio UFO desk (l’ufficio composto da un impiegato civile che riceveva segnalazioni, rispondeva e le archiviava) in quanto ormai inutile; in Francia invece, dopo alcuni anni di sonnolenza, il GEIPAN ha potenziato le proprie attività e strutture negli ultimi anni, al punto da assumere per certi versi il ruolo-guida che ne aveva (inutilmente) proposto l’europarlamentare e scienziato italiano Tullio Regge, nel 1993, organizzando un seminario internazionale di altissimo livello per raccogliere e far discutere gli studiosi che affrontano il problema con un’ottica scientifica, anche se lontano dai clamori dei mass media; in Italia l’attività di raccolta e dossierazione prosegue come prassi burocratica, in gran parte basata sulle segnalazioni pervenute ai Carabinieri (che le raccolgono dal 1977), senza alcuna attività di studio»
❖ Quando gli avvistamenti e le testimonianze sono affidabili
Gli avvistamenti segnalati dalle persone sono considerati più affidabili di un tempo?.
Edoardo Russo:
«Non gli avvistamenti ma le testimonianze sono sempre state affidabili, nel senso che i testimoni in massima parte riferiscono in maniera abbastanza precisa quel che hanno osservato casualmente, tanto che, nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 90%), sulla base dei loro racconti si riesce anche a identificare una causa convenzionale degli avvistamenti: i veri UFO (nel senso di osservazioni di fenomeni aerei anomali, che non sono spiegabili) sono pochi, sia in percentuale, sia in valore assoluto: poche decine ogni anno, su migliaia di segnalazioni raccolte in Italia.
Paradossalmente però, proprio Internet e i nuovi media hanno portato ad un peggioramento del rapporto segnale/rumore, diffondendo un gran numero di osservazioni “a bassissima stranezza” e facilmente spiegabili, fra le quali è più laborioso setacciare i casi anomali e più interessanti per un approfondimento di quello che costituisce il nucleo duro del problema UFO.
I testimoni in genere riferiscono in maniera abbastanza precisa quello che hanno osservato, tanto che, in oltre il 90% dei casi si riesce anche a identificare una causa “normale” degli avvistamenti: i veri UFO sono poche decine ogni anno, su migliaia di segnalazioni.
Ormai oggi ognuno con un telefonino può fotografare una luce strana nel cielo.
Ma per definire un UFO si devono innanzitutto escludere aerei, stelle, bolidi, fenomeni meteorologici o elettrici in condizioni inusuali, palloni-sonda, velivoli telecomandati, satelliti artificiali, fari, parti di razzi che rientrano o “rifiuti” spaziali”.
❖ Molti episodi di fenomeni aerei insoliti
Chiedo a Edoardo Russo che cosa c’è di nuovo riguardo agli avvistamenti di astronauti e piloti.
Edoardo Russo:
«Di avvistamenti da parte di astronauti attualmente c’è ben poco e in gran parte purtroppo si tratta di bufale e false notizie. Circa i piloti invece, continuano come sempre ad osservare fenomeni aerei insoliti e a volte anomali, tanto che, esistono gruppi di studio (e cataloghi di casi) specializzati in questo tipo di osservazioni, che hanno le loro peculiarità».
Le sofisticate apparecchiature in orbita nello spazio hanno registrato qualcosa?
Edoardo Russo:
«Al di là della vecchia propaganda bellica sullo “scudo spaziale”, non ci sono sofisticate apparecchiature in orbita mirate a qualcosa di diverso dall’osservazione di obiettivi ben terrestri. Di tanto in tanto vengono fuori notizie non confermate su rilevamenti di oggetti anomali, ma il più delle volte, si tratta dell’equivalente satellitare delle decine di “foto senza avvistamento” che ogni settimana ci pervengono da tutta la penisola: strane macchie o oggetti che non sono stati visti al momento dello scatto, ma che vengono poi scoperti quando si proietta la foto sul televisore o sullo schermo del computer.
Anche questo è un sotto-fenomeno in netta espansione da quando la diffusione delle fotocamere digitali è divenuta universale (oggi, quasi ogni telefono cellulare è in grado di scattare fotografie)».
Per una serie di ragioni culturali, ogni volta che sentiamo parlare di “UFO” pensiamo immediatamente agli alieni (solitamente piccoli, verdognoli e con grandi occhi scuri).
Eppure, questo fenomeno culturale, che ha radici non lontane (i primi risalgono ai primi anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale) è ben più complesso e articolato.
Per approfondirlo, abbiamo intervistato Edoardo Russo, membro del Consiglio Direttivo del Centro Italiano Studi Ufologici, che ci ha illuminato sulla situazione attuale del contesto ufologico e sul lavoro svolto in Italia e a livello internazionale dalla sua associazione.
❖ L’ATTUALE CONTESTO UFOLOGICO ITALIANO
Cosa si intende esattamente per fenomeno UFO?
Edoardo Russo:
Avvistamento è una brutta parola (di origine militare) per indicare in realtà l’osservazione casuale da parte di testimoni occasionali, di oggetti o fenomeni aerei che all’osservatore risultano “non identificati”, ovvero, non riconducibili a una causa nota.
La sigla UFO (che in inglese sta precisamente per “oggetto volante non identificato”) è infatti l’espressione adottata alla fine degli anni ’40 dall’aeronautica militare degli Stati Uniti per etichettare le osservazioni di quelli che non sembravano aerei o missili, ma potevano risultare interessanti o rilevanti a fini di difesa dello spazio aereo.
Oggi, quelle 3 lettere hanno assunto a livello popolare un significato meno neutro e più “carico”, sovrapponendosi al concetto di “disco volante”, ovvero, di velivolo di provenienza aliena, cioè extraterrestre. Ma qui ci spostiamo dal “fenomeno UFO” al “mito UFO”, ovvero, l’insieme delle idee, immagini ed opinioni su cosa gli UFO sarebbero.
Il fenomeno UFO è invece l’insieme delle segnalazioni (racconti) di osservazioni (avvistamenti) di “UFO in senso lato”, ovvero, quegli oggetti o luci visti in cielo e non identificati (riconosciuti) dagli osservatori. Va aggiunto, che una grande percentuale (oggi molto superiore al 90%) di questi oggetti o luci sono in realtà identificabili da parte di qualunque studioso o analista che abbia un minimo di competenza: le cause sono varie, di origine naturale o artificiale e la loro identificazione trasforma quegli “UFO in senso lato”, che diventano “IFO” (oggetti volanti identificati). Rimane (e c’è sempre stata) una piccola percentuale di osservazioni non riconducibili a cause note e, questi sono gli “UFO in senso stretto” (oggetti che restano non identificati dopo analisi competente).
Trattandosi di una definizione “per negazione” è più che probabile che questo residuo sia di natura composita, con tutte le implicazioni che questo può avere.
Il numero di avvistamenti è stabile, in crescita o in calo negli ultimi anni?
E come ha influito l’avvento di Internet e dei social network sulla raccolta dei casi?
Ci sono periodi dell’anno in cui ci sono più segnalazioni?
Edoardo Russo:
Il numero di avvistamenti è sempre variabile nel tempo: ci sono stati anni più ricchi ed anni poveri, con trend condivisi a livello internazionale o viceversa e diversificati fra un paese e l’altro. La diffusione di massa di Internet ha portato a un forte aumento delle segnalazioni che ci arrivano, ma questo non implica necessariamente un aumento degli avvistamenti: sondaggi demoscopici (coerenti in diversi paesi europei) indicavano già negli anni ’80 il numero di persone che pensavano di aver visto un UFO in misura pari al 6%-6,5% della popolazione adulta. In Italia sarebbero oltre 3 milioni di testimoni, ma l’ordine di grandezza dei casi noti è delle decine di migliaia (la punta dell’iceberg), quindi, la maggior parte di chi vedeva cose strane in cielo non lo raccontava o lo raccontava solo ai propri conoscenti e la sua testimonianza non arrivava agli studiosi. Oggi è più facile usare Internet per cercare ufologi o comunque raccontarlo sulla “piazza globale” e quindi, l’esplosione (un ordine di grandezza) nel numero di casi raccolti annualmente, nell’ultimo decennio circa, può essere semplicemente l’emersione della parte sommersa di quell’iceberg.
Al di là di questo trend degli anni 2000, ci sono comunque (come sempre ci sono state) fluttuazioni quantitative nella raccolta, parte delle quali correlabili a variabili sociologiche, altre invece no. A livello stagionale, in linea di massima, i mesi della bella stagione forniscono più segnalazioni rispetto a quelli in cui si sta meno all’aperto o il cielo è più spesso coperto, ma ci sono frequenti eccezioni e non esiste una stagionalità precisa.
Partiamo dai casi facilmente risolvibili.
La maggioranza delle testimonianze è dovuta a fenomeni convenzionali non riconosciuti dall’osservatore, ma che sono facilmente identificabili ad una successiva analisi.
Quali sono i fenomeni “noti” che più spesso generano segnalazioni UFO?
Edoardo Russo:
Fra i fenomeni noti di origine naturale, le cause più diffuse in questi anni sono stelle/pianeti, meteore/bolidi. Fra le cause di tipo artificiale troviamo invece aerei, corpi aerostatici (sia i palloni meteorologici sia le famigerate “lanterne cinesi”), passaggi o rientri atmosferici di satelliti. Ma il ventaglio di possibili identificazioni è molto ampio, proprio perché “UFO” è diventata un’etichetta “piglia-tutto” che può adattarsi a qualsiasi cosa strana venga vista per aria.
Vi sono casi che, se pur spiegabili, necessitano invece di una particolare esperienza dell’inquirente e l’accesso a dati e strutture adeguati?
Edoardo Russo:
Al di là dei casi più facilmente (e immediatamente) riconoscibili dall’inquirente o dall’analista, a volte, non è così facile o così semplice riconoscere o ricostruire la causa di avvistamenti IFO.
La ragione può essere la rarità della causa (i lanci di missili per esperimenti in alta atmosfera non capitano tutti i giorni), oppure, le condizioni di osservazione, ma anche la predisposizione dei testimoni (ormai imbevuti di immaginario pseudo-ufologico) si è dimostrata rilevante in non pochi casi. Non è detto che ogni inquirente possa e debba avere tutte le nozioni o i contatti per una valutazione, che spesso avviene in un secondo momento di analisi: l’importante è che chi raccoglie i dati testimoniali sia formato e capace per farlo in maniera sufficientemente completa e senza influenzare o deformare la testimonianza.
A questo scopo esistono e sono ormai collaudate tecniche già utilizzate da poliziotti, psicologi e giornalisti, la più recente delle quali (anche se non la più maneggevole) è l’intervista cognitiva (una tecnica utilizzata in psicologia per ricostruire con la maggior fedeltà possibile i fatti raccontati da testimoni collaborativi, n.d.Intervistatore).
Un piccolo numero di casi, pur in presenza di informazioni di qualità, rimane irrisolto.
È possibile stimare quanti siano? Sono aumentati o diminuiti nel corso degli ultimi anni?
È una condizione “definitiva”, oppure si può sperare che nuove analisi dei singoli casi possa portare alla loro risoluzione (o all’identificazione di un nuovo fenomeno)?
Edoardo Russo:
Va premesso che la qualifica di “non identificato in senso stretto” non è oggettiva: può variare a seconda dello studioso (più o meno di manica larga, oltre che più o meno competente) e non sempre c’è accordo fra diversi studiosi.
Inoltre, tale qualifica può cambiare nel tempo in funzione della disponibilità di nuovi dati o elementi: di solito, per portare a identificare casi in precedenza rimasti insoluti; più raramente per smentire o confutare quella che prima sembrava la soluzione più probabile.
La quota di casi non spiegati è sempre stata molto bassa, sul totale delle segnalazioni generiche: sotto il 10%. Negli ultimi tempi si è abbassata (fino all’1%, sulla base dei dati raccolti in Italia dal CISU), probabilmente, in funzione del forte incremento di casi (in genere a basso “indice di stranezza”) che prima neppure arrivavano fino agli studiosi, mentre oggi superano i vecchi filtri, aumentando così il denominatore del rapporto.
In cifra assoluta però, il numero dei casi ad “alta stranezza” è pressoché costante, intorno a una decina all’anno per il nostro paese.
Insomma è aumentato il rumore di fondo, anche a parità di segnale.
Com’è cambiata nel tempo l’attività dell’ufologo?
Edoardo Russo:
Ha seguito l’evoluzione della società, della tecnologia, dello zeitgeist (la tendenza culturale predominante in un dato momento, n.d.Intervistatore)…
Dovremmo separare il ragionamento per l’Italia da quello per alcuni altri paesi occidentali (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna) e da quello del resto del mondo, ma sarebbe un discorso troppo lungo, quindi cerco di semplificare a rischio di generalizzare banalizzando.
Negli anni ’50 (e ancora nei primi anni ’60) parlare di ufologi voleva dire parlare soprattutto di appassionati all’idea che gli extraterrestri fossero arrivati sulla Terra.
Ben pochi (soprattutto in Italia, ma non solo) facevano attività di indagine strutturata e non pochi abbinavano i “dischi volanti” ad una sorta di spiritismo ET.
In alcuni paesi occorrerebbe considerare anche una componente politica o socio-politica, con interessanti varianti locali (es. USA del maccartismo, Spagna franchista e più tardi lo spontaneismo gruppista contro-culturale post-68 in Francia, Inghilterra e Italia).
Lo sforzo di trasformare l’ufologia in uno studio che facesse uso di mentalità e strumenti scientifici e decollato nella seconda metà degli anni ’60 è a lungo rimasto minoritario e a volte addirittura sommerso (il principale gruppo informale di scienziati e tecnici privatamente interessati agli UFO si auto-definiva “collegio invisibile”).
Gli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80 hanno visto il meglio di questa impostazione, che per qualche anno è anche sembrata dominante presso le principali associazioni: manuali di metodologia di indagine, tecniche di raccolta dati sul terreno, analisi delle foto, utilizzo delle prime tecnologie micro-informatiche, contemporaneamente al bando di tutte le componenti neo-religiose, neo-spiritualiste e simili.
Poi, il pendolo ha cambiato verso e, dalla seconda metà degli anni ’80 è tornato indietro, con i rapimenti alieni, i cerchi nel grano, il channeling, i dischi precipitati.
Oggi il paradosso è che ci sono competenze e strumenti migliori, ma è defatigante la commistione con una mitologia post-moderna che ha pervaso l’intera cultura popolare occidentale: le giovani generazioni partono indottrinate da una pubblicistica (new media compresi) sensazionalistica, infondata ma assordante e solo pochi tra gli appassionati del nuovo millennio riescono a capire che c’è dell’altro e che è possibile affrontare in modo serio.
Chi sono i contattisti? Come si pone il CISU nei loro confronti? E, viceversa, i contattisti sono interessati alla raccolta di informazioni e allo studio degli UFO?
Edoardo Russo:
Quando avevo 16 anni e facevo un po’ di confusione, il mio “maestro” mi spiegò (in modo rozzo ma efficace) che tra gli ufologi e i contattisti passa la stessa differenza che c’è tra lo studioso del periodo napoleonico e quello che dice: “Io sono Napoleone”.
In maniera meno brutale, potremmo dire che l’argomento (o meglio: la sua rappresentazione) si presta ad alcune forme di immedesimazione profetica (i contattisti) e poi addirittura di neo-religione (i gruppi cultisti che si raccolgono intorno a loro).
Se ne occupano da anni illustri studiosi di sociologia delle religioni ed esiste abbondante letteratura scientifica sul tema.
Volendo essere ancora cattivo, direi che i contattisti parassitano l’argomento ufologico, ma sono un fenomeno ben diverso rispetto alle persone che osservano strani fenomeni aerei.
È a livello di interpretazione che qualcuno (i contattisti stessi, i loro seguaci, i mass media) fanno per così dire: "d’ogni erba un fascio".
❖ IL LAVORO DEL CENTRO ITALIANO STUDI UFOLOGICI
Cos’è il CISU?Cosa fanno gli ufologi del CISU?
Edoardo Russo:
ll Centro Italiano Studi Ufologici è un’associazione culturale, basata sul volontariato, che ha per scopi: promuovere lo studio del fenomeno (e del mito) UFO con un’ottica scientifica, coordinare le attività di raccolta dei dati nel nostro paese, fare divulgazione di tipo razionale (non sensazionalistica, fideistica o commerciale).
I soci attivi del CISU fanno precisamente quello: raccolgono dati, fanno indagini, cercano di spiegare (identificare) gli avvistamenti, sostengono o conducono attività di studio e ricerca, fanno un po’ di divulgazione.
Il CISU è noto per il suo archivio. Come si è formato?
Cosa vi raccogliete oggi? Quanto è ampio? È possibile svolgervi ricerche?
E ha ancora senso, nell’era dell’informatica, mantenere un archivio cartaceo?
Edoardo Russo:
La raccolta e conservazione dei dati e della documentazione è da sempre uno dei punti qualificanti dell’attività del CISU e il suo archivio (libri, riviste, indagini, notizie di stampa, studi e ricerche, foto, registrazioni audio-visive, file informatici) è per dimensione il secondo in Europa.
Oltre alla passione e dedizione di alcune persone, deve molto a 2 cause:
L’attuale sede degli archivi (a Torino, n.d.Intervistatore) è un vasto open-space seminterrato (circa 150 metri quadrati, più uno scantinato di altri 100 m²) che oltre a riunioni settimanali (ininterrotte dal 1979) ospita occasionalmente studiosi che vengono appositamente in visita per consultare biblioteca, emeroteca ed archivi, non solo da tutta Italia, ma anche dall’estero.
Le potenzialità dell’informatica nulla tolgono alla preziosità delle fonti “fisiche” (cartacee e non solo), anche se ovviamente è in corso su più fronti il lavoro di digitalizzazione che consente di preservare, far circolare e meglio elaborare il contenuto di molte fonti.
Quello che mancano sono le risorse: economiche e umane soprattutto.
Il CISU sembra costituire un unicum nel panorama ufologico italiano, in cui sembra prevalere un approccio para o antiscientifico.
Com’è la situazione sul piano internazionale?
Nel 2014, lei ha partecipato al CAIPAN presso il francese Centre National d’Études Spatiales: può brevemente spiegarci di cosa si è trattato?
Edoardo Russo:
Senza avere pretese di unicità, il senso del CISU è stato e rimane proprio quello: mettere insieme le persone che nel nostro paese condividono un approccio razionale e di orientamento scientifico, senza partire da credenze (positive o negative) ma solo da un interesse e una curiosità di capire quello che, nel suo piccolo è un microcosmo che ci racconta non poco su noi stessi e sul mondo che ci circonda.
In un certo senso siamo un “unicum” anche a livello internazionale: negli altri paesi europei (e in quelli occidentali in genere) esistono e persistono studiosi e gruppi di studiosi del nostro medesimo orientamento, ma isolati o come minoranza e, raramente nella forma di un’intera associazione nazionale che continua a condurre in maniera coordinata le attività tradizionali (indagine, studio, raccolta e archivio, divulgazione e pubblicazione).
Tagliando del tutto fuori gli esponenti, tutto il rumoroso ciarpame che imperversa in edicola e in rete, buona parte di questa ufologia si è ritrovata a Parigi 2 anni fa, su iniziativa del CNES (la NASA francese, che da quasi 40 anni ha al suo interno un gruppo di studio ufologico nel senso che intendiamo noi) e con la partecipazione del collettivo europeo (EuroUfo.net) che raccoglie gli studiosi razionalisti del vecchio continente.
Un centinaio di uditori selezionati fra ricercatori universitari, qualche scienziato, non pochi ufologi del settore privato, la maggior parte francofoni europei ma con presenze che spaziavano dagli Stati Uniti alla Russia, dalla Norvegia all’Italia, riuniti in un seminario a porte chiuse su “Raccolta e analisi delle informazioni sui fenomeni aerospaziali non identificati”, concretizzato in 4 aree tematiche ben precise:
Relazioni orali, poster, dibattito fra pari: un altro mondo, veramente, rispetto a certi convegni o conferenze sugli UFO che danno spazio alla “congiura del silenzio“, alla “esopolitica” o altre tematiche in voga, solleticando la pancia e l’immaginazione.
A fronte di un’intensa attività di raccolta documentazione, sembra che l’attività di divulgazione del CISU sia abbastanza ridotta. Ci può spiegare il perché di questa scelta?
Edoardo Russo:
A differenza di altre realtà, dove “apparire” è essenziale (per ragioni economiche, psicologiche o altre), il Centro Italiano Studi Ufologici ha sempre considerato la divulgazione come secondaria e strumentale: per raccogliere testimonianze, per attirare risorse umane attive, più che per predicare un verbo o un’ideologia.
Questo non toglie che sono state centinaia le conferenze, le interviste e le partecipazioni radio-televisive nel corso degli anni. Ma proprio la scarsità di risorse umane ha portato (soprattutto negli ultimi anni) a privilegiare le attività interne (la raccolta, lo studio, la discussione), anche perché molta parte dello sforzo divulgativo lascia letteralmente il tempo che trova, tanto più se si presenta un approccio che di sensazionalistico ha ben poco e che punta alla testa invece che alla pancia (come TV, siti web e pubblicazioni da edicola fanno con effimero successo da oltre 20 anni). Proprio le mutate condizioni dell’offerta e degli strumenti consentono oggi di tenere un approccio basso ma presente, tale, che sia comunque visibile e rinvenibile da chi cerchi questo tipo di impostazione, senza dover correre dietro alla pseudo-informazione drogata, agli appassionati che credono di vivere in una puntata di X-files, ai “giornalisti” che cercano di riempire spazi di infotainment che non ci competono.
In che modo è possibile rivolgersi al CISU per segnalare eventuali avvistamenti?
Quali sono le informazioni chiave che è indispensabile od opportuno fornire?
Edoardo Russo:
A differenza di un passato non poi così lontano, ormai è facilissimo rintracciare su Internet il CISU (Web: www.cisu.org; Twitter: @cisuufologia, ndr) o qualche associazione ufologica (anche se non è così facile distinguere chi è più o meno serio, al di là delle apparenze o della propaganda). Per questo, il numero delle segnalazioni di avvistamento che ci arrivano direttamente, saltando ogni mediazione del passato (giornali, forze dell’ordine, ecc.) è ormai percentualmente preponderante e quantitativamente moltiplicato: ancora negli anni ’80 recuperavamo notizia della maggioranza degli avvistamenti dai giornali locali, mentre oggi, sono al 90% gli stessi testimoni a segnalarci le loro osservazioni; si parlava di decine o centinaia di segnalazioni annue, mentre ora parliamo di centinaia o migliaia ogni anno.
Le informazioni rilevanti sono quelle relative all’aspetto, alla dinamica, alla durata e alla direzione (azimut e altezza angolare) dei fenomeni osservati, per consentire una scrematura delle cause più frequenti di identificazione e poi eventualmente mirare un approfondimento sui casi più interessanti in quanto più “strani”.
Un questionario per la raccolta dei dati sull’osservazione di un presunto fenomeno UFO è scaricabile dal sito del CISU,.
Ma per facilitarvi la ricerca vi basterà cliccare 》qui《 per accedere al questionario del CISU.
E, infine, com’è possibile collaborare? Si può farlo anche da esterni?
Edoardo Russo:
Trattandosi di un’associazione, tutte le attività sono svolte da volontari e ogni apporto di risorse umane è benvenuto, interno o esterno che sia.
L’argomento presenta alcune peculiarità culturalmente affascinanti: servono (o ci si deve formare) competenze sia in scienze fisiche, sia in scienze umane; a volte sembra di essere una via di mezzo tra il giornalista, il poliziotto e il proto-scienziato del Rinascimento; si ha a che fare con persone, esperienze e ricordi da raccogliere “sul campo” usando opportune cautele, così come con documenti di vario genere da interpretare e inquadrare.
Due belle e interessanti interviste in ambito ufologico al Dr. Edoardo Russo una pietra miliare dell'ufologia italiana, da vedere assolutamente.
La prima, quella di HALF DESTINATION ( recentissima del 2024 ) l'altra, realizzata da NAUTILUS del 2020.