James Albert Harder (Fullerton, 2 Dicembre 1926 – Tahlequah, 31 Dicembre 2006) è stato un ingegnere statunitense. È stato professore di ingegneria civile e idraulica all'Università della California, Berkeley. È inoltre conosciuto per l'attività svolta nel campo dell'ufologia.
❖ Biografia e carriera
Nato in California, nel 1944, durante la Seconda guerra mondiale, Harder si arruolò nella U.S. Navy come tecnico elettronico. Conclusa la guerra, studiò al California Institute of Technology, dove nel 1948 conseguì il Bachelor of Science.
Cominciò quindi a lavorare al Ministero dell'Agricoltura statunitense nel Servizio per la conservazione dei suoli, dove rimase fino al 1950.
Riprese quindi gli studi e nel 1952 conseguì la laurea in ingegneria civile all'Università di Berkeley. Dopo la laurea lavorò nella stessa università come ricercatore di ingegneria fino al 1957. Nello stesso anno conseguì il Ph.D. in meccanica dei fluidi.
Dopo il dottorato divenne professore assistente in ingegneria idraulica all'Università di Berkeley fino al 1962 e quindi professore associato di ingegneria civile nella stessa università. Nel 1970 Harder divenne professore ordinario di ingegneria civile, sempre all'Università di Berkeley, dove prestò servizio fino al suo ritiro avvenuto nel 1991.
Harder è morto in Oklahoma. Gli interessi scientifici di Harder furono rivolti prevalentemente all'analisi dei sistemi idraulici e all'idrologia della superficie dell'acqua.
Prima dell'avvento dei computer digitali, Harder si occupò anche di simulazione analogica.
Nell'ultima parte della sua carriera si occupò dell'applicazione dei principi della meccanica dei fluidi nel campo della medicina.
Harder fece parte dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS) e dell'American Society of Civil Engineers (ASCE).
❖ Attività in ufologia
Harder cominciò ad interessarsi di ufologia fin dal 1952, anno di inizio del Progetto Blue Book. Dal 1969 al 1982 è stato direttore dell'APRO, un'organizzazione civile per lo studio degli UFO. Nel 1982 lasciò l'APRO e e fu uno dei fondatori della Society for Scientific Exploration (SSE). In campo ufologico, Harder fu un sostenitore dell'ipotesi extraterrestre.
Applicò le sue conoscenze di ingegneria allo studio di alcuni casi ufologici, tra cui, le interpretazioni delle analisi relative ai frammenti di magnesio riguardanti l'incidente UFO di Ubatuba. Si è anche interessato al fenomeno dei presunti rapimenti alieni e partecipò alle indagini sul rapimento alieno di Pascagoula, sul caso di Travis Walton e altri.
Alcune ipotesi di Harder su UFO e alieni sono molto controverse.
Sulla base dei racconti di presunte vittime di rapimenti alieni sottoposte a ipnosi regressiva, Harder ipotizzò l'esistenza di una Federazione Galattica di razze aliene, i cui membri visiterebbero la Terra a scopo di studio ed avrebbero un atteggiamento benevolo (ma non sempre). Gli scettici obiettano che nell'ambito della comunità scientifica l'ipnosi regressiva è oggetto di critiche. Harder ha inoltre affermato che gli astronauti di alcune missioni Apollo avrebbero visto degli UFO durante le missioni lunari; ciò sarebbe comprovato dalle conversazioni avute dagli astronauti dell'Apollo 11 e dell'Apollo 12 con il Centro di controllo della missione, ma sarebbe stato tenuto nascosto dalla NASA.
Il giornalista scientifico James Oberg obiettò dicendo che Harder non forniva alcuna prova concreta di tali affermazioni.
Questa strana sfera metallica che si muove da sola venne scoperta dalla famiglia Betz nel 1974 e rapidamente divenne un oggetto affascinate, controverso e allarmante per scienziati, funzionari militari, ufologi e il pubblico in generale, poiché la storia di questa sfera misteriosa si diffuse come un incendio attraverso i media internazionali.
Il 26 Maggio 1974, Terry Mathew Betz, di 21 anni, studente di medicina, insieme a sua madre e suo padre Antoine, stavano ispezionando i danni causati da un incendio che divampò attraverso 88 acri di bosco da loro recentemente acquistato sul paludoso Fort George Island, che si trova appena a est di Jacksonville, in Florida.
Inizialmente, egli ipotizzò che poteva essere “una palla di cannone vecchio stile che qualcuno aveva placcato d’argento” come un souvenir di ricordo.
Incuriosito da questo straordinario ritrovamento, Terry decise di mettere la sfera in auto e portarla presso sua abitazione simile a un castello, ove, mostrò l’oggetto insolito a un parente di 12 anni di nome Wayne, il quale rimase perplesso dall’oggetto misterioso proprio come il resto della famiglia.
Il giovane studente di medicina, mise il suo strano ritrovamento vicino alla finestra nella sua camera da letto, dove, l’oggetto anomalo, rimase quasi dimenticato per circa 2 settimane.
2 settimane più tardi infatti, Terry decise di intrattenere la sua amica Teresa Fraser con un recital di chitarra improvvisato nella sua stanza, suscitando alcune reazioni decisamente insolite da parte della sfera.
❖ Il risveglio della sfera
Secondo il rapporto di Terry, pochi istanti dopo che iniziò a strimpellare la chitarra, la palla metallica iniziò a “vibrare come un diapason” e iniziò ad emettere un curioso suono pulsante in risposta a certe note. Questo suono e/o risonanza che sembrava essere impercettibile, almeno dall’orecchio umano, turbò invece il cane della famiglia Betz.
Nei giorni che seguirono da questa strana performance, la famiglia Betz cominciò a notare alcune altre caratteristiche peculiari della sfera.
Essi osservarono che, quando la sfera veniva spinta sul pavimento, si fermava, vibrava per un momento, cambiava direzione (spesso più di una volta) e incredibilmente tornava da chi l'aveva lanciata. In una circostanza, che potremmo definire, senza precedenti, la sfera rotolò per 12 minuti di seguito senza una singola pausa!
Come se non fosse già abbastanza stupefacente quanto visto fino a quel momento, Terry e la sua famiglia presto si resero conto che la sfera, a dispetto di ogni logica, sembrò essere sensibile alle condizioni atmosferiche; diventando notevolmente più attiva nei giorni luminosi a differenza di quelli coperti, come se venisse direttamente influenzata dall’energia solare.
Anche se fosse chiaramente influenzata dalla luce del sole, la sfera non registrò alcuna modifica evidente quando esposta a calore diretto o alla luce infrarossa.
La sfera, sporadicamente, si metteva a vibrare a una frequenza bassa, come se “un motore fosse in funzione al suo interno” e, altra cosa intrigante, aveva solo un piccolo punto sulla sua superficie che era intensamente magnetico.
Quando Terry collocò l’oggetto sulla superficie piana di vetro del tavolo da caffè di sua madre, la sfera iniziò a mostrare un comportamento davvero interessante.
Un tentativo dopo l’altro, la sfera rotolava fino alla fine della superficie del vetro posizionato sul tavolo, faceva una pausa e invertiva la sua direzione; per poi fermarsi nuovamente al bordo opposto per ripetere la manovra. Si verificò poi un evento ancora più bizzarro, uno dei membri della famiglia decise di inclinare il tavolo da un lato verso l’alto e, il globo, cominciò a ruotare verso l’alto utilizzando il proprio slancio.
Questa sfida apparentemente impossibile alle leggi di gravità newtoniane, lasciò i Betz completamente sconcertati. Non c’è alcun legame evidente tra il caso appena citato e quello che stiamo per citare, ma, degno di nota per alcune apparenti similitudini.
Durante l’estate del 1972, un simile (anche se non di forma sferica) oggetto anomalo, afflisse un gruppo di adolescenti, che, in più occasioni, riuscirono anche a catturare e successivamente a perdere un piccolo dispositivo "intelligente e autoguidato" nel corso di un periodo di 4 settimane nella zona Kera di Kochi City in Giappone.
Lo strano dispositivo venne poi battezzato come l’UFO Kera (immagine sopra).
I movimenti di questo strano oggetto sfidavano la logica e sembravano essere motivati da “istinto” di autoconservazione. Ma, questa storia ve la racconteremo a breve in un'altra sezione di Silverland.
❖ La frenesia dei media
La prima chiamata che la Sig.ra Betz fece (la madre), fu al giornale locale Jacksonville Journal. Il giornale inviò un fotografo esperto, Lon Enger, per ottenere la storia e per scattare qualche fotografia. Quando Enger arrivò a casa Betz, venne subito accolto dalla madre che non si perse in chiacchiere e gli "presentò" subito la sfera.
Enger descrisse quel momento sul St. Petersburg Times, edizione del 12 aprile 1974:
“Sono diffidente per questo genere di cose.
Quando arrivai, la signora Betz disse, “se non lo vedi non puoi crederci.”
Fu allora che la matriarca della famiglia Betz incaricò l’ancora dubbioso Enger di dare alla palla una piccola spinta sul pavimento. Ecco l’evento nelle parole di Ender:
“Mi ha detto di metterla sul pavimento e di dargli una spinta.
Rotolò per un po’ e poi si fermò.
E allora? E lei rispose, basta aspettare un minuto.
Poi la palla si girò e rotolò per circa quattro piedi. Poi si fermò nuovamente.
Poi si girò di nuovo e rotolò verso sinistra per circa otto piedi, poi fece un grande arco e tornò diretta ai miei piedi.”
Enger esaminò la sfera attentamente e, come la famiglia Betz prima di lui, non trovò alcuna saldatura, alcuna indicazione di qualche produttore in superficie, a parte, il simbolo triangolare imperscrutabile impresso su un lato.
Non appena il fotografo, adesso convertito, trasmise la sua fantastica storia al suo editore, la stampa non perse tempo nel pubblicare il suo resoconto e, in pochi giorni, una tempesta di fuoco dei media da tutto il mondo si scatenò.
Giornalisti di prestigiose testate come il New York Times, il London Daily e decine di altri giornali provenienti da paesi lontani come il Giappone, chiamarono o viaggiarono fino a St. George Island per vedere questa sfera misteriosa con i propri occhi.
Questo strano caso, non aveva suscitato solo la curiosità dei giornalisti, ma, anche le comunità scientifiche e militari, che, anche loro, chiesero a gran voce di dare una "bella" occhiata a questo oggetto insolito.
I rappresentanti del Corpo dei Marines degli Stati Uniti che la NASA contattarono la famiglia Betz, cosa che fecero anche i ricercatori degli UFO dell'Aerial Phenomena Research Organization (APRO). I visitatori che spesso arrivavano scettici, all'unisono se ne andavano sia impressionati che perplessi dalle abilità bizzarre della sfera.
❖ La sfera posseduta
Proprio quando la scena che circondava la casa Betz era diventata quasi insopportabilmente frenetica, diventando quasi di routine per la famiglia tormentata, le cose presero improvvisamente una svolta decisamente strana… o, più strana, a seconda dei casi.
Gerri Betz infatti, riferì che lei e la sua famiglia cominciarono a sentire una strana musica simile a quella di un organo propagarsi attraverso la loro dimora nel cuore della notte, anche se, all'interno della loro casa non c’era tale strumento.
Come se non fosse già abbastanza raccapricciante, le porte cominciarono a sbattere di loro spontanea volontà e a tutte le ore del giorno e della notte.
La famiglia Betz affermò inoltre, di non temere e/o di aver paura delle forze tipo poltergeist che sembravano aver ormai invaso la loro casa, questo nuovo risvolto però, destò una certa preoccupazione sia a Antoine che Gerri, i quali decisero che fosse giunto il momento di andare a fondo di questo mistero.
Per raggiungere questo obiettivo contattarono la Marina degli Stati Uniti.
❖ La Marina degli Stati Uniti
A seguito di una serie di disturbi notturni spaventosi, la famiglia Betz alla fine cedette la sfera agli scienziati della Jacksonville Naval Air Station.
Gli sforzi iniziali dei metallurgici della marina portarono a vicoli ciechi, poiché, le loro macchine a raggi X non erano abbastanza potenti per penetrare la sfera.
Secondo il portavoce della marina, CPO Chris Berninger:
“i nostri primi tentativi con i raggi X non ci hanno portato da nessuna parte.
Abbiamo intenzione di usare una macchina più potente sulla sfera e anche eseguire test spettrografici per determinare di quale metallo sia composta…
C’è sicuramente qualcosa di strano.”
Alla fine gli scienziati alla stazione furono in grado di determinare l’esatta dimensione della sfera, che era pari a 7.96 pollici di diametro e che pesava esattamente 21.34 libbre.
1 pollice corrisponde a cm 2,54
1 libbra corrisponde a Kg 0,453592
Essi inoltre conclusero che il guscio del globo fosse di circa metà pollice di spessore e che, sempre secondo il rapporto, la sfera avrebbe potuto resistere ad una pressione di 120.000 libbre per pollice quadrato e che fatta in acciaio inossidabile, in particolare, in di lega magnesio ferrosa serie 431. Questa lega è magnetica, usata nei cuscinetti in acciaio con Nickel progettati per trattamento termico alle più alte proprietà meccaniche e di resistenza alla corrosione. Il potente X-ray 300 KV della marina scoprì anche due oggetti rotondi presenti all’interno della sfera e che questi erano circondati da un “alone” fatto di un materiale con una densità inusuale. Essi rilevarono inoltre che la sfera mostrava 4 diversi poli magnetici, 2 positivi, 2 negativi e che non erano concentrici.
La Marina inoltre concluse che, nonostante il globo fosse intensamente magnetico, non mostrava segni di radioattività e non sembrava essere esplosivo.
A questo punto, gli scienziati della marina presero seriamente in considerazione l'idea di tagliare l’oggetto per avere una visuale migliore, ma, Gerri Betz rifiutò categoricamente dichiarando alla stampa:
“ho detto loro che ci aspettiamo un rapporto completo in 2 settimane e se non può essere identificato come proprietà del governo, allora deve essere restituita a noi.”
Infine, la Marina restituì loro la sfera.
Adesso sapevano cosa non fosse, ma non avevano ancora idea di cosa fosse.
Iniziò allora a prendere corpo l’ipotesi che potesse trattarsi di un oggetto extraterrestre, anche se questa idea non piaceva a Berninger.
❖ L’istituto Omega Minus One
Carl Willson, ricercatore dell’Istituto Omega Minus One di Baton Rouge in Lousiana, dopo aver esaminato la sfera per ben 6 ore, confermò sostanzialmente le anomalie già accertate dalla Marina Militare, riscontrando un alto livello di magnetismo, la presenza di un flusso radio (che rende l’oggetto simile ad un radio-trasmettitore) e dei 4 già citati poli magnetici definiti nello specifico "un vero rompicapo".
Willson avrebbe peraltro anche osservato i bizzarri movimenti dell’oggetto, ma senza riuscire a ricavarne alcun modello di riferimento. James Harder, professore emerito dell’università di Berkeley ed esperto di ingegneria civile e idraulica, si sarebbe spinto molto più in là: secondo Harder infatti il materiale interno alla sfera risultava composto da elementi con numero atomico superiore a 140 (l’uranio ha il 92).
Ciò rendeva l’oggetto un detonatore di enorme potenza se fosse stato aperto, come avrebbe voluto fare la marina di Jacksonville. Curiosamente, proprio le apocalittiche conclusioni a cui giunse Harder nel 1977 fecero scendere il sipario su questa bizzarra storia.
Dei Betz e della loro sfera si persero letteralmente le tracce, rendendo vano qualsiasi tentativo di approfondire ulteriormente il mistero anche in tempi più recenti.
Chi è avvezzo a storie di questo tipo non si stupirà: non è inconsueto che la parola fine scenda infatti nel modo più improbabile, così come dal nulla spuntino sostenitori di ipotesi razionaliste tese a tirare per la giacca anche il mistero più fitto nei perimetri della logica.
È il caso ad esempio di Robert Edwards, presidente di una società di forniture industriali locale, che mostrò alla stampa come la Bell&Howell di Bridgeport avesse prodotto una valvola a sfera del tutto comparabile alla sfera dei Betz:
“non dico che quell’oggetto non provenga dallo spazio profondo, perché non l’ho mai visto, ma dico solo che è identica a quella che abbiamo in magazzino”.
O di James Durling-Jones, scultore locale, che dichiarò di aver perso 3 anni prima un paio di valvole a sfera identiche a quella incriminata mentre attraversava l’area di Jacksonville col suo camper Volkswagen: secondo Durling-Jones il misterioso crepitio proveniente dalla sfera sarebbe facilmente spiegabile con il particolare procedimento costruttivo, che, imporrebbe la foratura prima del rivestimento con la conseguente caduta di trucioli di fresatura al suo interno. Gli anni ’70 sono stati spesso la culla di storie misteriose che hanno mantenuto il loro fascino resistendo al passare degli anni, spesso, per mancanza di elementi concreti o di una seria capacità di analisi.
L’enigmatica sfera dei Betz non rappresenta un’eccezione, rientrando dritta nell’ambito di quelle leggende che spesso il web riporta in auge anche a distanza di decenni.
Ciò non toglie che i fatti siano realmente accaduti e che nessuno ne abbia mai fornito un’interpretazione davvero convincente. Forse, l’oggetto è stato acquisito tempo fa da un collezionista naif e ora passa da una bancarella all’altra in qualche mercatino dell’usato della Florida. Per quanto riguarda i Betz, forse e dopo aver riconquistato (faticosamente) l'anonimato, si guarderebbero bene dal riportare alla luce una storia del genere.
Come gli anni sono scivolati in decenni, 2 questioni principali hanno perseguitato gli investigatori e lo faranno ancora: