❖ Pseudoscienza o imminente cambiamento di paradigma?
Tempo a dietro ci siamo occupati rispettivamente del "Secretum Omega" (sulla scorta della sconcertante testimonianza del free-lance Cristoforo Barbato, suffragata per altro da alcune prove documentarie provenienti da fonte autorevole e verificata ed inserite tutte in un medesimo contesto coerente di circostanze, fatti e testimonianze) e degli indizi nel mondo scientifico-ufficiale dell'esistenza di un 10° Pianeta del Sistema Solare orbitante come una cometa ed avente un periodo orbitale di circa 3600 anni.
Con questo nostro servizio andiamo direttamente al cuore archeologico della questione, presentando un'esclusiva intervista con il celebre sumerologo ed orientalista russo Zecharia Sitchin il quale, pur non essendo un membro dell'Establishment accademico-scientifico è uno studioso capace di una ricerca ed una divulgazione scientifica che nulla hanno da invidiare agli accademici-cattedratici acclamati dai media televisivi.
Anzi, a mio avviso è proprio perché l'orientalista russo è rimasto uno studioso indipendente che è riuscito a condurre le sue ricerche e a potersi esprimere abbastanza liberamente, conquistandosi negli anni con il suo rigore e la sua logica stringente un pubblico affezionato di lettori di tutto il mondo, avvinti dalla sua straordinaria capacità di effettuare studi comparati (sia di tipo sincronico sia diacronico), raccordando campi diversi del sapere come antropologia, archeologia, filologia, storia, genetica, astronomia ed astronautica.
Uno studio certamente sui generis, ma che ha saputo brillantemente dimostrare come la scienza moderna, figlia del metodo galileiano, stia man mano soltanto riscoprendo conoscenze astronomiche e biologiche già note in epoca antica nella "Terra fra i 2 Fiumi", la Mesopotamia, ovvero l'attuale Iraq.
Terra ove esse, secondo i testi antichi:
1* Tavolette d'argilla furono tramandate agli uomini da "Dei in carne ed ossa".
Per non parlare poi di come Sitchin è stato in grado di coniugare elegantemente 2 tesi apparentemente agli antipodi: creazionismo ed evoluzionismo.
❖ Chi è Zecharia Sitchin?
Nato in Russia e cresciuto fra Israele e Palestina, dove ha praticato la professione di giornalista, Sitchin si è laureato a Londra in Storia Economica alla "London School of Economics and
Political Science". Lo studioso, profondo conoscitore delle lingue semitiche e della scrittura cuneiforme, vive e lavora a New York da più di trent'anni.
Egli, da diverse decadi, sostiene che alcune centinaia di migliaia di anni fa, da un pianeta intruso nel Sistema Solare, discesero sulla Terra delle creature senzienti (chiamati
Anunnaki in sumero, Nephilim in termini veterotestamentari: letteralmente "coloro che scesero dal Cielo sulla Terra"), le quali
operarono a livello d'ingegneria generica sugli ominidi incontrati in Africa, creando così l'"Homo sapiens sapiens" a cui diedero conoscenze matematiche, legislative ed
artistiche per edificare le prime civiltà umane note.
In Italia le teorie del Dr. Zecharia Sitchin, per certi versi innovative ma difficilmente contestabili, sono state protagoniste più volte della stampa di nicchia in relazione a missioni spaziali
segrete: riviste del settore ufologico (per esempio il magazine "UFO Network", numeri 3, 4 e 7 anno 1999, e "Dossier Alieni" n. 19 e n. 20 anno 1999) e del campo dei miti e delle civiltà
scomparse. Per quanto riguarda la diffusione di tali teorie nell'ambito di convegni ed incontri culturali aperti al pubblico, un ruolo di primo piano lo ha avuto in Italia il biologo e
giornalista pubblicista Giorgio Pattera il quale, in qualità di responsabile scientifico del Centro Ufologico Nazionale e come membro del Centro Culturale di Ricerche
Esobiologiche Galileo di Parma, negli ultimi anni ha organizzato e tenuto convegni sugli studi di Zecharia Sitchin e sul mito del dio-pianeta Nibiru/Marduk.
2* La voce di Pattera è stata purtroppo sinora una voce nel deserto, fatta eccezione per l'unica visita di Sitchin in Italia avvenuta anni fa e passata un po' in sordina (a Bellaria nel 2000, ove, inoltre, il sumerologo russo ebbe un proficuo scambio di opinioni con Monsignor Corrado Balducci, eminente teologo e demonologo della Santa Sede ).
Le conferme dell'archeologia e della moderna astronomia.
All'estero invece Zecharia Sitchin ha riscosso maggiore successo mediatico, concedendo interviste alle più importanti televisioni europee.
Negli Stati Uniti d'America uno dei primi autorevoli quotidiani a menzionare le ricerche dello studioso russo fu il "Detroit News" (16 Gennaio 1981) 3*, il quale pubblicò in prima pagina una notizia diffusa ad un meeting dell'"American Astronomical Society" ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, dall'astronomo Thomas c. Van Flandern del "U:S. Naval Observatory" (una sezione della "U:S. Navy"). Secondo Van Flandern, dopo accurati calcoli teorici sulla base delle anomale perturbazioni orbitali di Urano e Nettuno, un corpo celeste più grande della Terra (almeno il doppio) è in orbita attorno al Sole con un periodo orbitale di almeno 1000 anni.
4* L'articolo pubblicato dal quotidiano statunitense era corredato dalla foto di un sigillo accadico del Museo di Stato di Berlino catalogato VA/243 e datato 2500 a.C.
5*, probabilmente copia di un originale sumero, che rappresenta quasi sicuramente il nostro Sistema Solare, ma sorprendentemente (per l'epoca) secondo la teoria eliocentrica, annoverando inoltre tutti i pianeti del sistema più 1 ancora oggi sconosciuto all'astronomia ufficiale. È da tale antico sigillo raffigurante 12 globi (oltre che dalla cosmogonia narrata nel poema epico babilonese della creazione, "L'Enuma Elish" 6*, cioè "Quando nell'alto") che Zecharia Sitchin prese spunto per intitolare il suo primo saggio: "Il dodicesimo pianeta", considerando il Sole, la Luna, i 9 pianeti del Sistema Solare conosciuti e un 10° membro del sistema: Nibiru, "pianeta dell'attraversamento".
L'esistenza di quest'ultimo oggetto celeste chiamato Nibiru dai Sumeri e Marduk dai Babilonesi, che farebbe ciclicamente la sua comparsa all'interno del Sistema Solare (non si sta parlando di un oggetto della Fascia di Edgeworth-Kuiper), sembra essere patrimonio storico di diversi popoli, oltre che un dato di cronaca riportato su diversi testi (inclusa la Bibbia nelle parole di Isaia e dell'Apocalisse di Giovanni).
❖ L'ultimo transito di Nibiru: durante l'Esodo?
Riponiamo per esempio una notizia raccolta dallo scomparso psichiatra russo Immanuel Velikovsky (Vitebesk, Russia, 1895 - Princeton, USA, 1979), maestro degli studi storici sincronici. Più di 50
anni fa Velikovsky (che fu anche buon amico di Albert Einstein) scrisse un saggio intitolato "Mondi in collisione" (Worlds in Collision), giudicato dal quotidiano americano "New York Times" un
"terremoto letterario" 7*.
Ebbene, leggendo il testo ho notato che Velikovsky nel suo saggio forse parla proprio di Nibiru. In diverse parti egli menziona le tradizioni mesopotamiche, includendo Tiamat (dio-pianeta citato da Sitchin nei suoi libri, originariamente presente in luogo della fascia degli asteroidi) ed una battaglia cosmica avvenuta nell'antico passato.
A pagina n. 76 dell'edizione italiana 8* egli scrive a proposito di una "cosrnic battle"; parla di una lotta fra Giove (Jupiter) e Tifone (Typhoon) raccontata da Apollodoro e Strabone.
Ma egli cita anche un testo intitolato "De cometis tractatus novus methodicus", scritto da Rockenbach (1602, Wittenberg), dove Rockenbach racconta di un "globus immodicus" (globo immenso) visto dagli Israeliti durante la fuga dall'Egitto.
Il colore del globo era rosso sangue (red blood).
Potrebbe essere stato un avvistamento del passaggio di Nibiru creduto allora una gigantesca cometa rossa? Infatti, secondo le traduzioni delle tavolette d'argilla incise in caratteri cuneiformi, il pianeta da cui provengono gli antichi dei mesopotamici sarebbe proprio di colore rossastro:
"Il grande pianeta, d'aspetto rosso scuro. Il cielo divide a metà e si presenta come Nibiru."
9* La data in cui è collocato l'Esodo degli Israeliti dall'Egitto è ancora oggi controversa: un epigono di Sitchin, il giornalista turco Burak Eldem 10*, situa l'ultimo passaggio di Nibiru proprio in concomitanza con l'Esodo e le piaghe d'Egitto, Esodo che secondo lui sarebbe avvenuto nel 1649 a.C.. Sitchin invece lo situa nel 1433 a.C. (vedi il saggio "L'altra genesi", in inglese "Genesis Revisited", 1991). In ogni caso è davvero significativo come recentemente una nuova scoperta scientifico-archeologica abbia retrodatato di 100 anni l'esplosione dell'isola di Thera (l'attuale Santorini), che coincise con la fine della civiltà minoica: da sempre collocata nel 1500 a.C., la spaventosa e potentissima eruzione vulcanica è stata ora spostata ad un periodo compreso fra il 1660 ed il 1613 a.C. attraverso la tecnica al radiocarbonio 14 applicata ad un pezzo d'olivo seppellito nella lava.
L'analisi in laboratorio è stata condotta da 2 diverse équipe, una danese e l'altra americana 11*. Questa sensazionale scoperta, ed una precedente, in cui un team danese, estraendo carote di ghiaccio in Groenlandia, scoprì uno strato di ceneri datato proprio intorno al 1650 a.C., sembrano proprio dare credito alla teoria di Burak Eldem, perché è chiaro che l'ultimo transito di Nibiru non può aver avuto effetti solo in terra d'Egitto.
Del resto, lo stesso Sitchin disse anni fa in un'intervista televisiva, che il periodo orbitale di Nibiru è pari a 3600 anni "roughly", cioè "approssimativamente" 12*.
Probabilmente Sitchin (la mia è soltanto una ipotesi) sa molto di più di quanto vuole fare intendere, come già sottolineato da Cristoforo Barbato nell'intervista da lui concessa e, a mio avviso, lo studioso russo è evidentemente costretto alla prudenza (forse dal suo personale senso di responsabilità e da forze più grandi di lui) su certi aspetti del ritorno di Nibiru e sulla realtà degli Anunnaki.
❖ Il sigillo accadico al Museo di Stato di Berlino e l'astrofisico Carl Sagan.
Ora torniamo al sigillo accadico del III millennio a.C. conservato al Vorderasiatische Abrteilung del Museo di Stato di Berlino e di cui abbiamo discusso e visto prima (in alto).
È stato forse citato nella letteratura saggistica da qualcun altro prima di Sitchin, sempre in prospettiva paleoastronautica?
Ebbene, la risposta è sì.
L'autore in questione, che ha anticipato l'orientalista Zecharia Sitchin di ben 10 anni è un vero e proprio gigante della scienza astronomica statunitense e mondiale: l'astrofisico Carl Edward Sagan (New York, 1934 - Seattle, 1996), vincitore di un Premio Pulitzer, docente alla Cornell University e specialista in
esobiologia e planetologia.
Sagan, autore di diversi saggi e di più di 600 articoli a carattere scientifico, partecipò alle missioni della NASA Mariner e Viking e giocò un ruolo di primo piano nelle missioni Pioneer 10-11 e Voyager 1-2.
Il pubblico europeo lo ricorda soprattutto come autore del romanzo di fantascienza "Contact" (1985), trasposto cinematograficamente nell'omonimo film diretto da Robert
Zemeckis (USA, 1997), ed interpretato da Jodie Fostet e Matthew McConaughey.
Proprio nel suo primo saggio di divulgazione scientifica, scritto a 2 mani con l'astrofisico sovietico J.Š. Šklovskij, così il professore statunitense scriveva nel capitolo 33 a proposito degli antichi Sumeri e di un sigillo accadico (cioè assiro-babilonese):
"Nell'illustrazione vediamo che il cerchio centrale è circondato da raggi e che può essere identificato molto chiaramente come un sole o una stella.
Ma come dobbiamo interpretare gli altri oggetti che circondano ciascuna stella?
È quanto meno un assunto naturale che rappresentino i pianeti.
Il sigillo cilindrico illustrato presenta, curiosamente, 9 pianeti attorno al sole prominente in cielo (e leggermente più a destra, 2 pianeti minori) " 13*.
La cosa davvero straordinaria è che Sagan non bolla il tutto come "l'inconscio degli uomini dell'antichità" (possibilità che rimane aperta, egli precisa).
E conclude il suo discorso sulle civiltà mesopotamiche e sui loro miti dicendo:
"Ma storie come la leggenda di Oannes e rappresentazioni specialmente delle civiltà più antiche comparse sulla Terra meritano uno studio critico molto più approfondito di quanto non si sia fatto sinora e la possibilità di un contatto diretto con una civiltà extraterrestre dev'essere tenuta presente come una fra le molte possibili interpretazioni alternative." 14*
Sagan nel suo scritto di allora (1966) fa proprio riferimento al sigillo accadico VA/243 del Museo di Stato di Berlino. Per il lettore più scettico, si raccomanda di consultare
la pagina 325 del testo citato, ove la didascalia recita così:
"Il sigillo si trovava prima della guerra (la 2ª guerra mondiale ) nella Vorderasiatische Abreilung der Staatlichen Museen a Berlino. (Riprodotto da H. Frankfort, Cylinder Seals, Macmillan, London, 1939)." 15*
Tale sigillo è diventato il punto archimedo delle tesi del sumerologo Sitchin al quale l'astrofisico statunitense sembra aver passato idealmente il testimone.
Inoltre, proprio sulla copertina dell'edizione americana di "Contact" (1985) 16*, lo scienziato statunitense si è fatto ritrarre appoggiato ad una parete mentre sullo sfondo è chiaramente visibile uno dei simboli di Nibiru: il globo alato, tramandato per secoli e secoli e presente un po' in tutto il Medioriente. Una foto davvero curiosa, come è curioso il fatto che nel disco fonografico di 12 pollici di rame e rivestito in oro, contenuto nelle sonde Voyager 1-2 della NASA e destinato ad un'ipotetica civiltà extraterrestre, sono incisi oltre ad immagini e suoni anche i saluti in 55 lingue diverse.
Fra di esse la lingua sumera, accadica ed ittita.
I saluti cominciano proprio con la lingua sumera, scelta appositamente dal team della NASA guidato allora da Carl Sagan. La Faccia di Cydonia: la tomba di Alalu, Re di Nibiru esiliato su Marte?
Richard C. Hoagland (USA, 1946) è stato consulente per la NASA (organizzatore di eventi mediatici al "Goddard Space Flight Center" nel Maryland 17*), giornalista scientifico per la CBS e la NBC,
direttore della rivista "Star & Sky", presentatore per la CNN e vincitore della Medaglia Angstrom. Egli è fra i più celebri e preparati ricercatori statunitensi di frontiera. Nel 1970
Hoagland, insieme ad Eric Burgess, ebbe l'idea di decorare la fiancata delle sonde spaziali Pioneer 10-11 con un messaggio ideografico per un'ipotetica civiltà extraterrestre, messaggio che poi è
stato elaborato e realizzato da CarI Sagan e dal suo team della NASA. Inoltre Hoagland ha fondato il gruppo "Enterprise Mission" dedicato alla studio di ipotetiche strutture artificiali presenti
soprattutto sulla superficie del Pianeta Rosso e, come si evince dal nome dell'associazione, essa è dedicata all'amico Gene Roddenberry, creatore della saga di Star Trek. Hoagland è un
conferenziere straordinario che si dedica sin dal 1983 allo studio delle anomalie marziane rilevate fotograficamente dalle sonde americane. Nonostante egli abbia formulato talvolta alcune
congetture pretestuose, ha avuto il grande merito di tenere desto l'interesse per l'esplorazione del Sistema Solare alla ricerca di manufatti alieni e di resistere anche al dispetto del rilascio
da parte della NASA di informazioni fotografiche alterate e ambigue. Infatti, nel 1998, la NASA rilasciò alla stampa una foto della regione di Cydonia di Marte che deluse le aspettative di quanti
chiedevano a gran voce un'immagine della cosiddetta "Faccia" con maggiore risoluzione (frames Viking Orbiter 1, n: 35A72 e 70A13, regione Cydonia Mensae, 41° lat. Nord, anno 1976), una
montagna a forma di volto che sembrava guardare verso lo Spazio.
L'immagine scattata dalla sonda "Mars Global Surveyor", subito soprannominata "Carbox picture" per la somiglianza ad una lettiera per gatto, mostrava una formazione orografica del paesaggio
marziano molto lontana da quella ripresa dalle sonde Vlking nel 1976.
In realtà la foto originale fu processata informaticamente in modo anomalo.
Di questo Hoagland s'accorse subito e fu "irremovibile sull'esistenza del Volto" e liquidò le impressioni sulla nuova immagine come "stronzate" 18*.
Altri ricercatori, strenui difensori dell'esistenza di strutture artificiali marziane, come l'ingegnere Mark J. Carlotto 19* e Stanley C. McDaniel 20*, inizialmente non compresero di essere stati depistati da un'immagine digitale non corrispondente alla realtà: essa aveva infatti perso molte caratteristiche prospettiche del rilievo marziano (mancava di contrasto e sembrava scavata). Tuttavia nuove immagini scattate nel 2001 dalla "Mars Global Surveyor" (MGS) e dalla "Mars Odyssey" del 2002, mostravano inequivocabilmente la "Faccia" su Marte con maggiori dettagli. Dunque un rilievo marziano a forma di volto è presente sulla superficie del Pianeta Rosso. Una volta supposta la sua origine artificiale, chi l'avrebbe scolpito e perché? Accantonato definitivamente lo storico e risibile commento della NASA del 1976 ("gioco di luci ed ombre"), a questa domanda forse proprio Zecharia Sitchin può darci una possibile risposta: nel suo libro intitolato "The Lost Book of ENKI" 21* (vedere sotto) racconta la storia degli Anunnaki sin dal loro primo sbarco sulla Terra.
Sitchin, trascrivendo il testo delle tavolette dell'"Atra Hasis" 22*, menziona proprio una "grande montagna rocciosa" su Marte che fu scolpita "con i raggi" per ricordare "l'immagine di Alalu"
23*, monarca di Nibiru deposto dai suoi sudditi e morto in esilio proprio sul Pianeta Rosso. Il testo di Sitchin, pubblicato negli Stati Uniti per la prima volta nel 2002 è tuttavia una mera
traduzione dell'antico testo mesopotamico e non acclude alcun commento dell'orientalista russo. L'unica osservazione di Sitchin in proposito che ho trovato è riportata nel suo libro "L'altra
genesi" (vedere sotto), alle pagine 301 e 302 dell'edizione italiana Piemme, ma allude ad alcune analogie con la piana di Giza in terra egiziana e non parla di una possibile connessione con la
tomba del Re di Nibiru di cui tratta la 4ª Tavoletta riportata ne "Il Libro perduto del dio Enki" (vedere sotto).
Sitchin comunque conosce il lavoro del gruppo "Enterprise Mission" di Hoagland, tant'è vero che così si esprime:
"Anche se Hoagland fu attento a non sbilanciarsi, dedicò numerose pagine ai miei scritti nel suo libro "The Monuments of Mars" e alle prove sumere relative agli Anunnaki." 24*
❖ Origine ed abitabilità di Nibiru
Quale potrebbe essere l'origine di questo probabile 10° membro del Sistema Solare (il Pianeta X)? Secondo gli antichi testi mesopotarnici esso è originario dello spazio profondo.
Chiediamoci dunque:
Il Sole ha nelle sue immediate vicinanze il sistema stellare del Centauro (circa 4,3 anni luce) e il sistema stellare di Sirio: il 1° un sistema triplo, mentre il 2° un sistema stellare binario.
Ebbene, la compagna di Sirio (Sirio era conosciuta anche come Sothis ed è la brillante stella della costellazione del Cane molto venerata in antichità, a circa 8,7 anni luce di distanza da noi) è una stella nana bianca, incredibilmente già nota nei secoli passati al popolo dei Dogon del Mali. Una nana bianca è lo stadio finale di una stella che è passata attraverso la fase di gigante rossa. Non sostiene reazioni nucleari ed è destinata a raffreddarsi progressivamente diventando una nana nera. Un'altra nana bianca è la compagna della stella Procione, ad 11 anni luce dal Sole nella costellazione del Cane Minore.
Anche il nostro Sole, al termine del suo ciclo, diverrà una gigante rossa che probabilmente vaporizzerà Mercurio e Venere e renderà la Terra un deserto sterile privandola della sua atmosfera. Cosa accadrà agli altri pianeti?
E se essi e la Terra subissero anche uno spostamento orbitale nel momento in cui il Sole diventerà una nana bianca espellendo la sua materia nello spazio?
Se Nibiru apparteneva ad un altro sistema stellare (come quello di Sirio, per esempio) potrebbe essere stato espulso dalla sua orbita con un meccanismo simile ma molto più violento e catturato dopo centinaia di migliaia di anni dal campo gravitazionale del Sole.
Robertino Solarion 25*, che ha sviluppato le idee di lmmanuel Velikovsky, Zecharia Sitchin e RA. Boulay, sostiene proprio che un pianeta del Sistema stellare di Sirio (all'incirca della dimensione di Nettuno) fu proiettato al di fuori della sua orbita verso la nostra direzione, finché il Sole lo catturò costringendolo ad un orbita cometaria.
Ma può la vita sopravvivere su un pianeta orfano del calore e della luce della sua stella?
Intanto di quasi certo c'è che la sonda Cassini (missione spaziale NASA-ESA) ha individuato geyser di acqua nel polo Sud di Enceladus, una delle lune di Saturno 26*.
Questo presuppone l'esistenza di acqua liquida in profondità, almeno così pensa la dottoressa Carolyn Porco, responsabile del CICLOPS (Cassini Imaging Central Laboratory for Operations). Carolyn
Porco parla di criovulcanismo, una forma di vulcanismo freddo, responsabile dei getti d'acqua. Anche la sola presenza di nuclei radioattivi irradianti calore dal nucleo porrebbe sostenere
l'ipotesi di energia endogena, senza tirare in ballo le forze mareali di attrito indotte da Saturno.
A proposito del calore interno di un pianeta solitario, così si esprime Martin Rees, asrrofisico di fama internazionale e professore emerito alla Cambridge University:
"Forse la vita può svilupparsi e prosperare perfino su un pianeta scagliato nella gelida oscurità dello spazio interstellare, la cui principale fonte di calore è la radioattività interna,
cioè, lo stesso processo che scalda il centro della Terra." 27*
❖ Le ricerche di R.S. Harrington sul Pianeta X
Tom Van Vlandern lavorò con il collega astronomo Robert Sutton Harrington (Newpon News, VA, 21 Ottobre 1942 - 23 Gennaio 1993) allo "US. Naval Observatory" a Washington e proprio Van Vlandern
persuase Harrington dell'esistenza del Pianeta X.
Ufficialmente Harrington morì di cancro esofageo ma, oltre alla emblematica risposta di Sitchin con tanto di reticenza finale (vedi la risposta alla domanda n. 5 dell'intervista), ho trovato un'incongruenza fra l'attività lavorativa finale di Harrington e le sue note biografiche presenti sul sito ufficiale del "US. Naval Observatory" a cura di un suo collega:
Charles E. Worley, del Dipartimento di Astrometria dello "U S. Naval Observatory".
Ad un certo punto Worley dice che sul finire della sua carriera Harrington sembrava "quite skeptical" sull'esistenza del Pianeta X, cioè "piuttosto scettico".
28* Ora, chi ha potuto vedere la video-intervista di Sitchin ad Harrington (1990) e leggere l'ultimo scritto scientifico dello scienziato sul Pianeta X (1991), s'accorgerà che in proposito
l'astronomo statunitense era tutt'altro che scettico negli ultimi anni della sua vita e dunque, l'affermazione di Worley è quanto meno sospetta, quasi fosse stata concepita ad hoc per confondere
le acque e ridimensionare la questione del 10° Pianeta del Sistema Solare.
Del resto, i significativi puntini di sospensione di Sitchin (l'intervista concessa ad "UFO Notiziario" è per iscritto) sono stati apposti dallo storico russo e non sono frutto
di un editing a posteriori. Chi ha orecchie per intendere intenda.
Concludiamo la nostra introduzione (lunga ma doverosa) all'intervista a Zecharia Sitchin accennando ad un misterioso cartello pubblicitario fotografato in una strada di Mosca ed apparso nell'ottobre 2001. Ne ignoriamo sia la finalità sia l'autore, ma la scritta in russo è chiara: significa "sta arrivando un nuovo pianeta".
Le parole in cirillico campeggiano su un disegno del Sole e di un planetoide rosso scuro.
Un avvertimento sibillino ma di rapida veicolazione fra la gente?
Non lo sappiamo, ma non ci stupirebbe se qualcuno "ai piani alti" volesse informare attraverso canali non ufficiali di una realtà scomoda e potenzialmente
destabilizzante.
L'intervista a Zecharia Sitchin, presente sulla rivista, non è qui riproducibile; verrà inserita dall'autore Luca
Scantamburlo nel suo prossimo saggio, dal titolo "The American Armageddon".
Aggiungiamo qui di seguito la risposta ad una domanda fatta a Scantamburlo tratta da un'intervista più ampia rilasciata al sito http://ufologiaoggi.blogspot.com:
Nel suo ultimo saggio "The American Armageddon" si evince che difatti, non esiste l'esclusiva Nibiru da parte di Sitchin. Molti altri ricercatori hanno analizzato il fenomeno Pianeta X prima dello scrittore azero (abitante, nativo dell'Azerbaigian), con studi e strumenti più qualificati, come mai i media non danno risalto a ciò e gli stessi studiosi non fanno nulla per uscire dal cono d’ombra riguardante i loro studi?
Perché i mass media tendono a non fare approfondimenti scomodi.
Guardi, fra alcuni mesi – o poche settimane – dovrebbe uscire sul sito di un noto ricercatore ufologico italiano un mio scritto – ancora inedito - che parla proprio di questa questione.
Ha a che fare con l'imbarazzo e la discrezione di certi ambienti accademici, che sin dagli anni '40 s'interessano al Vicino Oriente ed in passato hanno collaborato con i Servizi Segreti americani, proprio nell'ambito della storia del Vicino Oriente.
Inoltre, chi ha la pazienza di documentarsi, si accorgerà che lo stesso Zecharia Sitchin ha pubblicamente dichiarato nell'anno 2006 alla Columbia University di avere un debito di riconoscenza nei confronti di ricercatori accademici di tutto rispetto.
Dunque non si è appropriato del lavoro altrui. Semmai l'ha approfondito e l'ha veicolato al grande pubblico. Non essendo uno operante all'interno dell'ambiente universitario, Sitchin è stato libero da ogni condizionamento ed ogni possibile conseguenza.
Forse, mi verrebbe da dire, è stato anche spinto da qualche ambiente governativo per preparare in maniera indolore l'umanità a grandi rivelazioni.
Si spiegherebbe, forse, come mai egli scrive nel suo L'Altra Genesi le seguenti parole:
"Quali saranno le ripercussioni quando – e non se – Nibiru verrà trovata?
Su questa domanda, credetemi, molti hanno già iniziato a riflettere a fondo".
tratto da L'Altra Genesi, di Z. Sitchin, Piemme Edizioni, 2006, pagina 30, Capitolo Primo, La schiera celeste (pubblicazione americana 1990-1991).
Note:
1* Basti ricordare che oltre alle tavolette d'argilla tradotte da Sitchin, esistono i racconti tramandati dal sacerdote egizio Manetone e dal cronista e sacerdote babilonese Beroso (III sec. a.C.). Quest'ultimo attesta la presenza di Oannes, dio-pesce che secondo la tradizione era solito uscire dalle acque per dare la conoscenza alla genti mesopotamiche.
In proposito ha già svolto delle ottime ricerche il Prof. Solas Boncompagni, socio emerito del Centro Ufologico Nazionale ed esperto di clipeologia.
2* Giorgio Pattera si è interessato anche della presunta sonda spaziale classificata chiamata Siloe, appartenente all'omonima missione spaziale che, stando alle prove ed alle testimonianze emerse recentemente, sembra sia stata segretamente organizzata dal Vaticano durante i primi anni '90.
3* Ecco l'incipit dell'articolo originale, a firma di Hugh McCann:
"If new evidence .from the U S. Naval Observatory of a 10th planet in the solar system is correct, it could prove that the Sumerians, an ancient eastern Mediterranean civilization, were far ahead of modern man in astronomy."
4* "L'altra genesi" di Z. Sitchin, pagg. 368-369, Piemme, 2006.
Prima edizione in inglese nel 1991, con il titolo "Genesis Revisited".
5* Altri autori lo datano 2400 a.C..
6* L.W. King lo intitolò "Le 7 tavole della creazione", in inglese "The Seven Tablets of Creation", di L.W. King, 1902. Altro importante testo mesopotamico è frammento K3558, tradotto da Charles Virolleaud.
7* "a literary earthquake", 1950, NYT.
8* "Mondi in collisione", di Immanuel VeIikovsky, Garzanti, Milano, 1955, pag. 76.
9* "Il pianeta degli dei", di Z. Sitchin, ed. Piemme, I edizione 1998, pag. 233.
10* Burak Eldem è autore del libro "2012: Rendez-vous With Marduk", non ancora tradotto in italiano, nel quale il giornalista turco propone un'affascinante interpretazione del cosiddetto "Numero della Bestia", citato nell'Apocalisse della Bibbia: il 666 non sarebbe altro che un codice cifrato per indicate il periodo orbitale di Nibiru, pari a 3661 anni terrestri.
Il 666 rappresenterebbe la somma di 3 potenze avente per base il numero 60 (ricordare il sistema sessagesimale di origine mesopotamica): 602 + 601 + 600 = 3661.
11* "Un frammento di olivo riscrive il tramonto della civiltà del Minotauro", a firma di Ida Molinari, "La Stampa", inserto tutto Scienzetecnologia, mercoledì 24 Maggio 2006, pag. 4.
12* "SkySpyTV"; intervista in inglese a Zecharia Zitchin, Olanda.
13* "La vita intelligente nell'universo", di Carl Sagan e J.Š. Šklovskij, I edizione italiana Novembre 1980, Feltrinelli, pag. 324 (prima edizione americana: "The Intelligent Life in the Universe", Holden-Day Inc., 1966, USA).
14* Ibidem, pag. 324.
15* Ibidem, pag. 324.
16* Vedi in proposito l'ottimo servizio di Massimo Barbetta per "Archeomisteri", n. 23, Sett./Ott. 2005, pag. 62.
17* Fonte: "Il complotto stargate", di Lynn Picknett e Clive Prince, Sperling & Kupfer editori, Milano, 2002, pag. 96.
18* Ibidem, pag. 104.
19* Vedi l'articolo scientifico di Carlotto apparso su "Applied Optics", Stati Uniti, Maggio 1988.
20* "The McDaniel Report", 1993. li titolo originale è molto più lungo: "The McDaniel Report: On the Failure of Executive, Congressional and Scientific Responsibility in Investigating Possible Evidence of Artificial Structures on the Surface of Mars and in Setting Mission Priorities for NASA's Mars Exploration Program". North Atlantic Books: Berkeley.
21* "Il libro perduto del dio Enki", di Zecharia Sitchin, Ed. Piemme, 2004, Casale Monferrato (AL).
22* Testo ricostruito da W:G. Lambert e A.R. Millard: "Atra-Hasis, the Babylonian Story of the Flood", 1970, citato nel Saggio "Il codice del cosmo", di Zecharia Sitchin, Ed. Piemme, pag. 61 edizioni Piemme Pocket 2006 ("The Cosmic Code", 1998). Che l'"Atra Hasis" sia la fonte del "Libro perduto di Enki" è una mia supposizione da verificare, in quanto Sitchin non esplicita a quali tavolette antiche abbia fatto riferimento.
23* Ibidem, Quarta Tavoletta, pag. 113.
24* "L'altra genesi", di Zecharia Sitchin, Piemme, 2006, pag. 297.
Le pagine scritte da Hoagland a cui si riferisce Sitchin sono le 285, 289-301 del volume "The Monuments of Mars", di Richard Hoagland, Frog, Ltd. Berkely; California, 5th Edition, 2001 (1st Edition 1987), testo non ancora edito in Italia.
25* "Planet X Nibiru: 'Slow Motion Doomsday", di Rob Solarion, Dust Jacket.
26* "Acqua liquida sotto la superficie di Enceladus?", articolo a firma di Francesco Berengo, rivista d'astronomia "Coelum", Maggio 2006, pag. 34-37.
27* "Il secolo finale", di Marrin Rees, Oscar saggi Mondadori, 2005, pag. 172.
28* "[...] Considerations on the stability of the solar system led Bob to col!aborate with T.C. Van Flandern in studies of the dynamical evolution of its satellites, and to an eventual search for 'Planet X', conjectured to lie beyond Pluto and to be responsible for small, unexplained, residuals in the orbits of Uranus and Neptune. Late in his career Bob seemed quite skeptical of such an object, however."
❖ Gli Elohim
Gli Elohim sono Esseri con caratteristiche multidimensionali.
Il loro reale elemento è la Luce che manipolano così come noi manipoliamo la materia.
E' nelle loro facoltà creare forme e sostanze ed innestare una capacità memorizzativa trasmissibile. E' nei loro poteri istruire un essere bio-fisico-psichico e renderlo a loro immagine e somiglianza. La vita intelligente o Spirito Vivente, pullula nel Cosmo e ciò grazie a questi Elohim, possessori incontrastati della Intelligenza Onnicreante o Spirito Santo.
Sono Loro i fautori della deità e dell'evoluzione cosmica a cui il nostro sistema solare è indissolubilmente legato. Sono Esseri portanti capacità scientifiche e tecniche impensabili.
Sono pure gli esecutori dell' Intelligenza Onnicreante ed istruiscono e determinano il continuo divenire del Macroessere e dei suoi equilibri cosmofisici e cosmodinamici.
Questi Signori della Luce espletano pure la funzione di coordinare ed istruire il costrutto esecutivo nelle Macrocellule attive (pianeti), determinando anche il complesso e vario gruppo
enzimatico destinato ad elaborare l'energia vitale della Macromolecola (sistema solare), assecondando la specifica genetica innestata dallo Zoide Cosmico (cometa).
E' naturale che tra questo gruppo enzimatico c'è l'uomo, un componente con particolari prerogative, dotato di un corredo psico-fisico e spirituale speciale rispetto a tutto il numerosissimo
gruppo enzimatico contenuto nella Macrocellula.
In ultima analisi Dio è l'Archetipo dei Geni Creatori di forma e sostanza, manipolatori di genetiche e di prodigiose strutture bio-fisiche-psichiche e bio-dinamiche.
A loro volta gli Elohim possono essere degli Archetipi.
L'archetipo è il padre di una moltitudine. L'essere luce che vi ha generati.
Egli è il padre del vostro eterno essere. L'essere luce ha una grande moltitudine di figli maschi e femmine. Sono tutti suoi, perché da esso sono nati e per lui vivono, per la sua gioia di essere e di servire ed amare la suprema luce di tutto il creato.
L'essere luce è il primo, il seme, l'albero e voi siete i suoi frutti e semi del suo seme.
Egli è la vostra meta. Egli vi ha generati, a lui ritornerete, perché figli e figlie dell'amore del suo splendore creativo. L'essere luce è la matrice di tutti i vostri spiriti.
Questi Dei ad Eugenio Siragusa hanno detto:
"Nei nostri archivi c'è la storia che riguarda la formazione del vostro sistema solare.
Esso si formò circa 20 miliardi di anni del vostro tempo da una stella (come voi la chiamate) supernova che fecondava in uno spazio che non è più perché già dilatatosi.
Possediamo anche la storia degli stadi evolutivi successivi sino ai vostri giorni: il vostro tempo e il vostro spazio non hanno senso per noi che viviamo fuori dal tempo e dallo spazio.
La nostra natura astrale ci consente di penetrare temporaneamente tutte le dimensioni, essendo noi composti di luce, elemento primario che tutto manifesta, sia sui piani sensoriali, psichici e fisici. Noi non siamo mortali.
Noi coordiniamo, elaboriamo le strutture dell'universo visibile e di quanto è ad esso utile per il suo divenire. Siamo noi che creiamo le genetiche cosmiche e le aggregazioni degli elementi che alimentano l'esistenza di ogni cosa visibile ed invisibile.
Siamo noi gli archetipi, gli Elohim, gli Dei della storia.
Voi siete perché noi l'abbiamo voluto, facendovi a nostra immagine e somiglianza.
Potreste anche non essere più, se solo lo volessimo.
I vostri primi padri, coloro che fecondarono la vita intelligente sul vostro pianeta, vennero da lontano e non erano terrestri. Le prime tribù di umanoidi, figli del mondo,
erano privi di intelligenza prima che avvenisse l'accoppiamento tra i figli di Dio e le figlie degli uomini.
Allora divenne Homo Sapiens, ovvero, erede di una genetica innestata da un volere superiore dal Dio Vivente. Gli Dei si erano compiaciuti, rendendo un uomo animale a loro immagine e somiglianza e concedendogli il beneficio dell'immortalità a condizioni ben precise e con l'obbligo di rispettare ed ubbidire le leggi dei creatori e venerare la forza onnipresente, onnipotente ed onnisciente del Santo Spirito, creatore di tutto, Dei compresi.
Ogni cielo ha un Padre, un governatore della Intelligenza Creante, un Dio (come voi lo chiamate) coadiuvato da una schiera indefinibile di coordinatori, di istruttori, di sorveglianti, di modificatori, di manipolatori figli della luce e padroni del suo potere e degli elementi primari, realizzatori della vita nelle sue varie dimensioni.
Il vostro Sole è il Logos dell'idea divina creante, dove ogni idea viene ad essere forma prima di essere, di esistere, di servire, di essere servito.
La verità è la conoscenza e la coscienza è l'accumulo, deposito indistruttibile delle opere sperimentate nell'edificio creativo dove si forgia il divenire continuo, mutevole, eterno del cosmo. Ieri e il domani si identificano nell'eterno presente, mentre lo spazio e il tempo altro non sono che apparenze scaturenti dalle dimensioni relative delle masse gravitanti negli emisferi materiali. L'assoluto esiste solo nell'astralità dove tutto è causa sublimata dell'incorruttibile armonia del potere divino e dell'androgenità delle forme nate dall'idea della Luce Creante. Il Sole è la causa della vita e di ogni cosa creata.
E questa energia che possiede il Sole per creare la vita si chiama energia psichica.
Dal sole scaturisce l'idea creativa della suprema intelligenza del cosmo.
Nel Sole risiede il Verbo di Dio, nella sua Luce Cristica giace soavissimamente, la Verità, la via e la vita. Ogni cosa esiste, vive e muta perché il Sole è fonte dell'essere, il Dio Vivente.
Nel suo splendore vi è la sapienza di colui che è.
Spesso, ciò che non potete sondare si appalesa per significarvi che esistono dimensioni capaci di compenetrare la vostra, essendo queste diverse e superiori ai vostri poteri psico-fisici. Esiste una gerarchia cosmica che governa l'alto e il basso, il macrocosmo e il microcosmo, il visibile e l'invisibile, il materiale e l'astrale.
L'astrale coordina e istruisce il materiale e ciò per un supremo ordinamento dello Spirito Creante: ciò che nasce dallo spirito e ciò che nasce dalla carne. La nostra natura è
astrale.
Proveniamo da una dimensione completamente diversa da quella in cui, voi terrestri, svolgete le esperienze esistenziali ed evolutive della vostra reale identità eterna.
Le nostre facoltà intellettive sono per voi inconcepibili ed i nostri abitacoli non sono strutturati da valori materiali, anche se è nelle nostre facoltà materializzare quanto è nell'idea.
Possiamo renderci visibili alle vostre facoltà visive solo quando lo riteniamo necessario e possiamo, altresì, essere disponibili al contatto extrasensoriale o fisico quando lo riteniamo opportuno e con persone che sono in possesso di determinate qualità psico-fisiche-spirituali che possiamo facilmente sondare in ogni circostanza.
La materializzazione dell'idea, della forma ed infine della sostanza visibile, palpabile, animata ed intelligente è l'arte più avanzata della nostra scienza astrale.
La luce, come vi abbiamo già detto, la manipoliamo così come voi manipolate l'argilla, ed essendo questa l'artefice primaria dell'atomo creante ci consente di coordinare ogni tipo di struttura fisica e dinamica. Il vostro grave errore è quello di continuare a credere che l'intelligenza debba necessariamente servirsi di un abitacolo unico: il vostro.
È un vuoto di conoscenza che dovete colmare e noi siamo propensi ad aiutarvi in tal senso.
Nella vostra galassia esistono miliardi e miliardi di globi abitati e non necessariamente con strutture fisiche come quelle che voi possedete. È anche vero, che prima che la galassia si
espandesse ed occupasse spazio, esseri intelligenti esistevano già miliardi di anni prima della nascita del vostro sistema solare: prima che voi foste noi eravamo già.
Intorno al vostro sistema solare, prima ancora che il vostro secondo sole (Giove) divenisse un buco nero, un mondo artificiale era stato messo in orbita e tutt'oggi è attivo e funzionante.
Sappiate che siamo più vecchi di voi di 15 miliardi di anni".
Negli ultimi 100 anni, decine di migliaia di tavolette d'argilla sono state riportate alla luce da scavi archeologici nell’antica mesopotamia (attuale Iraq).
Risalgono a 6000 anni fa e contengono moltissime informazioni che riguardano le prime civiltà, tutte credenti in una molteplicità di Dei.
Tra queste tavole buona parte sono di un testo epico babilonese noto come Enuma Elish.
Questo racconto narra la battaglia tra 2 divinità babilonesi di nome Marduk e Tiamat; il primo è il più importante tra gli Dei babilonesi, il secondo è la vittima dell’ira devastante di
Marduk.
Per l’occhio poco attento questo non è altro che il racconto di una battaglia come tante altre, per questo l’Enuma Elish è stato sempre bollato come un fantasioso resoconto di uno scontro cosmico
tra il bene e il male, ma gli studiosi sanno che i racconti babilonesi sono versioni politicizzate di documenti originali di Sumeri (quindi molto più antichi).
Nel 1976 però uno studioso esperto in lingue mediorientali, Zecharia Sitchin, avanzò l’ipotesi che l’Enuma Elish fosse un’ epica cosmologica che descriveva in modo particolareggiato la formazione
dell’universo così come avvenne 4,6 miliardi di anni fa!
Sitchin si rese conto che i riferimenti agli Dei erano in effetti riferimenti a “pianeti”, che il termine “venti” poteva essere letto come “satelliti” e che il ruolo di Marduk nel racconto corrispondeva a quello di un pianeta conosciuto dai sumeri come “Nibiru”.
L’epica babilonese comincia così: “Enuma elish la nabu sham amu - traduzione: quando nell’alto il cielo non aveva un nome […]” poi elenca gli Dei generati da AP.SU. (il Sole) con descrizioni che corrispondono in modo incredibile alle caratteristiche dei pianeti del nostro sistema solare. Poi “nel cuore del profondo”, un nuovo e più potente Dio, chiamato Marduk, venne creato. Marduk viene inteso da Sitchin come un pianeta vagante il cui corso indica un moto orario ed un’orbita ellittica estremamente ampia che entrò nel nostro nascente sistema solare in rotta di collisione con un pianeta ricco di acqua chiamato Tiamat.
“Tiamat e Marduk, il più saggio tra gli Dei, avanzarono l’uno contro l’altro; si preparavano a un duello, si avvicinavano alla battaglia.
A “Il Signore distese la sua rete per avvilupparla; il vento del male, che gli stava dietro, le scatenò contro. Egli scagliò una freccia che le dilaniò il ventre, penetrò nelle sue viscere e le aprì il ventre[…]. Una volta uccisa Tiamat, la guida, la sua banda fu dispersa, distrutta la sua schiera. Gli Dei che marciavano al suo fianco batterono in ritirata ma gettati nella rete, essi si ritrovarono prigionieri per sempre, così strettamente avvinti, essi non potevano scappare”.
Il pianeta Tiamat venne così estinto, ma l’atto della creazione non era ancora terminato.
Infatti Marduk\Nibiru fu preso nell’orbita del sole e destinato a tornare in eterno sul luogo della battaglia celeste con Tiamat. Al primo incontro i satelliti\venti di Marduk si erano proiettati contro Tiamat ma un’ orbita dopo Marduk stesso entrò in collisione con quello che rimaneva di Tiamat.
“il Signore si fermò a vedere il suo corpo senza vita. Ingegnosamente concepì un piano per dividere il mostro. Quindi l'aprì in 2 parti come si fa con un mitilo.
Il signore calpestò la parte posteriore di Tiamat; con la sua arma gli tagliò di netto il cranio.
L’altra metà di lei egli la innalzò come un paravento nei cieli; schiacciò e piegò la sua coda fino a formare la grande fascia simile a un bracciale posto a guardia dei cieli”.
Nell’ arco di 2 orbite il pianeta Marduk\Nibiru aveva quindi creato sia i cieli (la fascia di asteroidi) sia la Terra, la Luna e le comete. Come fa presente Sitchin questo corrisponde al giorno primo e al giorno secondo del libro biblico della Genesi.
Confrontando la Genesi con questo testo epico ci si accorge di come i 2 “libri” cerchino di divulgare l’operato di un Dio. Le analogie sono moltissime, ma la Genesi attribuisce tutto il creato a un Dio fisico, reale, (a nostra immagine e somiglianza) da sempre immaginato come il “nostro” Dio intento a organizzare l’universo quasi fosse un grande giostraio che crea e disfa a suo piacimento, mettendo pianeti e vita dove vuole, creando dove prima c’era il nulla, il vuoto, il buio (così all’incirca me l’ ho figurato io..).
L'originale chiave di lettura di Sitchin delle origini dell'uomo passa attraverso le antiche teorie cosmogoniche, i calendari astronomici e i grandi monumenti della storia per farci scoprire nuovi incredibili legami tra le antiche civiltà e il nostro presente.
Perché il Tempo è una misura fondamentale delle tappe della storia umana e della Terra, il cui studio svela verità scomode e stupefacenti. Spinto dal desiderio di comprendere il come e il quando dell'inizio dell'universo, l'essere umano ha sempre cercato di definire la misura dello scorrere del tempo: seguendo i cicli del Sole e della Luna, oltre che la rotazione della Terra e stabilendo la posizione delle stelle.
In questo libro Sitchin esamina le antiche teorie cosmogoniche formulando ipotesi sconvolgenti. Stonehenge, gli Ziggurat mesopotamici, le piramidi egizie e gli altri grandi templi erano forse dei computer per l'atterraggio di UFO?
Perché verso il 2100 a.C. Stonehenge fu ricostruita e i suoi monoliti riallineati?
Come mai questo avveniva in concomitanza con straordinari eventi a Sumer, in Mesopotamia? Nel corso della storia dell'umanità, gli Anunnaki - gli extraterrestri che gli Antichi chiamavano dei - hanno lasciato tracce indelebili che ci permettono di decifrare il loro messaggio: la consapevolezza del cosmo, che insegnarono alle antiche civiltà e che ne è tutt'oggi l'eredità. Interpretati alla luce della loro conoscenza della natura, del tempo e dei cicli nel cielo, tutti i monumenti "astronomici" come Stonehenge, gli Ziggurat mesopotamici, le piramidi egizie e gli altri grandi templi mediorientali e delle Americhe risultano legati fra di loro.
Aztechi, Toltechi, Olmechi, Inca, Maya: centro e sud America sono un mosaico ininterrotto di reami perduti, di città abbandonate e civiltà scomparse, di rovine che lasciarono senza fiato anche i conquistadores spagnoli. Grandi piramidi a gradoni, intricati bassorilievi, sofisticati calendari astronomici, complessi riti di mummificazione caratterizzano queste antiche culture e sembrano riportarci quasi magicamente nella Mesopotamia e nell'Egitto di migliaia di anni fa. Dietro queste apparenti coincidenze, si cela forse una nuova verità che illumina misteri rimasti fino a oggi irrisolti: una stirpe di esseri straordinari venuti da un altro mondo e depositari di grandi conoscenze, ha guidato l'evoluzione della civiltà umana da un capo all'altro del nostro pianeta.
Il Diluvio, la guerra di Troia, la pioggia di fuoco su Sodoma e Gomorra...
Sono stati gli extraterrestri la causa dei più grandi sconvolgimenti della storia dell'umanità?
È possibile che 4000 anni fa re e faraoni fossero solo pedine di una lotta tra potenze di un altro pianeta? Le rigorose ricerche di Zecharia Sitchin dicono di sì, in una nuova e spiazzante interpretazione dei testi antichi.
«Fu proprio come Guerre degli Dèi che ebbero inizio le Guerre dell'Uomo.
Fu così che la prima civiltà dell'uomo cadde sotto i colpi di un vero e proprio olocausto nucleare. Questo è un fatto, non una fantasia; tutto è stato scritto molto tempo fa, nelle Cronache della Terra.»
Migliaia di anni fa la Terra era un immenso campo di battaglia e i terribili episodi, che narra anche la Genesi, non sono che la memoria residua di feroci guerre fra le diverse fazioni degli "Anunnaki", esseri giunti da un pianeta lontano, Nibiru, 12° pianeta del sistema solare.
Le Guerre degli Dei per il controllo del pianeta ebbero inizio molto tempo prima che si scatenassero i conflitti tra gli uomini. Erano guerre combattute dagli "schiavi" umani delle divinità aliene, fino al crollo dello spazioporto del Sinai, distrutto da armi nucleari tattiche utilizzate nel campo di guerra. Oggi le foto dai satelliti mostrano chiaramente le tracce di quelle esplosioni e la zona è coperta di nerissime ceneri laviche.
Ma nel Sinai non ci sono mai stati vulcani... Una nuova efficace dimostrazione di come, secondo Zecharia Sitchin, la mitologia non sia una metafora della psicologia umana e nemmeno un'allegoria culturale, ma piuttosto una miniera preziosa di informazioni storiche che attendono solo di essere rivelate.
Il giardino dell'Eden, il Paradiso terrestre, l'aldilà dei Faraoni, la Fontana della giovinezza; secondo l'autore il mondo è pieno di miti sul dono dell'immortalità, memoria ancestrale di un luogo dal quale si accedeva alle astronavi orbitanti - o addiritura al pianeta di origine - degli extraterrestri che colonizzarono la Terra in epoca anti-diluviana.
Un bestseller internazionale. Il primo, fondamentale volume delle Cronache Terrestri.
Se gli antichi Egizi ereditarono il loro sapere dai Sumeri, questi ultimi da chi avevano appreso quelle scienze? La tesi del Prof. Sitchin è semplice e sconvolgente.
Come confermano recentissime scoperte, c'è un altro pianeta nel sistema solare.
I suoi abitanti, che i Sumeri chiamavano Anunnaki e la Bibbia Nefilim, iniziarono a visitare la Terra mezzo milione di anni or sono e il ricordo delle loro gesta è giunto sino a noi per varie strade: nei racconti mitologici, nell'Antico Testamento, nel libro di Gilgamesh.
Alla luce di questa ipotesi, suffragata da anni di studi e ricerche, tradizioni, leggende e ritrovamenti da sempre circondati da un alone di mistero divengono improvvisamente comprensibili. La storia del mondo trova una nuova, affascinante chiave di lettura.
Le memorie autobiografiche e le intuitive profezie di un dio extraterrestre!
Tavolette d'argilla sumere e accadiche, biblioteche dei templi babilonesi e assiri, "miti" egizi, ittiti e cananiti e le narrazioni bibliche sono il corpo principale delle memorie relative alle
faccende divine e umane messe per iscritto... Per la prima volta questo materiale disperso e frammentario è stato radunato e utilizzato da Zecharia Sitchin per ricreare il racconto da testimone
oculare di Enki: le memorie autobiografiche e le intuitive profezie di un dio extraterrestre. La storia di Enki è la biografia del generale Annunaki che ha visto nascere il genere umano, per
volere degli Dei venuti da Nibiru, e che ha assistito alla fine della dinastia aliena sulla Terra. Le memorie di Enki narrano di come il nostro pianeta sia caduto in mano a Marduk, sovrano di
Babili, unica città sopravvissuta alla distruzione provocata dagli Dei in lotta tra loro. Enki ci racconta di come gli Annunaki sono arrivati sulla Terra e di come se ne sono andati. Occupandosi
del passato, Enki percepiva il futuro...
La registrazione degli eventi diventa così il fondamento della profezia e il passato diventa futuro. Le 14 tavole che compongono questo libro perduto, simile ai tanti testi apocrifi esclusi dalla Bibbia come il Libro di Adamo ed Eva e il Libro di Enoch, sono nelle parole di Enki anche una Profezia per noi umani:
"Perchè il futuro è racchiuso nel passato e le prime cose saranno anche le ultime.
Un tempo designato gli eletti verranno qui e troveranno lo scrigno e le tavolette, apprenderanno tutto quello che ti ho dettato e da quel momento in poi il vero racconto degli inizi, dei
tempi antecedenti, dei tempi antichi e della grande calamità saranno noti come le parole del signore Enki. Sarà un libro di testimonianza del passato e un libro di predizione del futuro, poiché
il futuro è racchiuso nel passato e le prime cose saranno anche le ultime".
Enki (il comandante degli Annunaki)
Le storie di uomini e dei del nostro passato più remoto, ciò che comunemente viene chiamato mito, non sono mere leggende, creazione fantastica, ma piuttosto confusa memoria di fatti realmente accaduti. Pilastri di saggezza che devono essere correttamente interpretati e testimonianze di antiche conoscenze spesso perdute.
A questa affascinante teoria, il Prof. Zecharia Sitchin ha dedicato i 7 libri del suo monumentale ciclo delle Cronache Terrestri che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. Ora, in
questo compendio, ci guida attraverso siti archeologici, luoghi mitologici, antiche civiltà: per rivelare che i segreti dell'alba dell'umanità sono la chiave del nostro futuro.
«Come un detective instancabile, Sitchin indaga a fondo le origini più remote dell'uomo» - Kirkus Reviews
Molte migliaia di anni fa, l'evoluzione della civiltà umana fu guidata, fin dai suoi primi passi, da una razza di esseri straordinari venuti da un altro mondo e depositari di conoscenze che noi umani cominciamo solo oggi a comprendere.
Tutto questo Zecharia Sitchin lo ha dimostrato rileggendo i testi antichi e i resti archeologici.
Ma i suoi studi hanno aperto un'altra porta e ci rivelano la natura del "codice" grazie al quale la vita intelligente si diffonde nell'universo. Partendo dalla sapienza astronomica dei templi megalitici e dalla distinzione che esisteva nell'antichità tra "fato" e "destino", Sitchin ci svela il meccanismo che è alla base di tutte le profezie anch'esso legato a quel misterioso codice.
Quale è la vera origine dell'uomo? Fin dal suo primo libro, "Il pianeta degli dei", Zecharia Sitchin afferma che gli Elohim biblici che dissero «Creiamo Adamo a nostra immagine e somiglianza» siano stati gli dei della Sumeria e di Babilonia, gli Anunnaki giunti sulla Terra dal loro pianeta Nibiru. Secondo Sitchin, Adamo fu geneticamente progettato circa 300.000 anni, quando i geni degli Anunnaki vennero uniti a quelli di un ominide.
Poi, secondo la Bibbia, vennero celebrati matrimoni misti: sulla Terra abitarono i Giganti, che presero in moglie le discendenti di Adamo, dando alla luce «uomini eroici», figure che l'autore riconduce ai semidei delle tradizioni sumere e babilonesi, tra cui il famoso re mesopotamico Gilgamesh, colui che rivendicò il diritto all'immortalità e Utnapishtim, l'eroe babilonese del Diluvio. Ma allora tutti noi discendiamo da semidei?
In questo avvincente libro, che rappresenta la summa della sua opera, Zecharia Sitchin procede passo dopo passo attraverso l'analisi di un'enorme quantità di antiche scritture e manufatti, accompagnando il lettore alle tombe reali di Ur e alla stupefacente conclusione che le 2 tombe più straordinarie siano state l'ultima dimora di una coppia di divinità Anunnaki. Sitchin rivela inoltre una fonte di DNA che potrebbe dimostrare la veridicità dei racconti biblici e sumeri, fornendo la prova fisica definitiva della presenza aliena sulla Terra in passato e un'opportunità scientifica senza precedenti di rintracciare "l'anello mancante" nell'evoluzione del genere umano, svelando i segreti della longevità e perfino il mistero fondamentale della vita e della morte.
L'ultimo libro di Sitchin è pronto a mettere in discussione la tradizionale visione religiosa e scientifica sulle origine dell'uomo, rivelando al pubblico una delle teorie più audaci di tutti i
tempi. Sitchin è uno dei pochi studiosi in grado di leggere le prime opere scritte dall'uomo (tavolette cuneiformi sumere e accadiche).
In sessant'anni di approfondite ricerche su questi e altri materiali, ha scoperto la prova fisica che ricostruisce la storia dell'umanità e la collega a un'origine aliena.
Ora, nel suo ultimo libro, egli svela come verificare scientificamente la sua teoria e risolvere una volta per tutte il dibattito sulle origini dell'uomo.
La sua teoria è così sorprendente e rivoluzionaria da reinventare completamente la storia dell'uomo, pur coincidendo al 100% con l'interpretazione dei testi prebiblici dei Sumeri, degli Assiri e dei Babilonesi. In tutto il mondo e in particolare in questi testi storici, attraverso le varie epoche sono stati tramandati racconti di visitatori scesi dal cielo, di giganti che camminavano sulla Terra.
Queste storie vecchie centinaia di anni sono leggende o reali resoconti storici?
Come ha potuto emergere la civiltà egizia senza precursori evolutivi?
Da dove sono venuti i Sumeri, la prima grande civiltà del nostro pianeta?
Perché il corredo genetico umano differisce solo per il 2% da quello delle altre creature?
E, ancora più importante, che cosa c'è di così potente in questa piccola percentuale di DNA da renderci superiori a tutte le altre forme di vita sulla Terra?
Con la pubblicazione di Quando i Giganti abitavano la Terra, Sitchin risponde a queste e a molte altre domande. I suoi resoconti storici basati sui fatti mettono fine alle narrazioni contrastanti
della religione e della scienza, all'annosa battaglia fra creazionismo ed evoluzionismo e si spingono a conseguenze estreme.
Attraverso le pagine del suo libro, i lettori di tutto il mondo verranno a sapere come gli Anunnaki, viaggiatori dello spazio, ovvero i giganti descritti nei testi sumeri, furono i primi abitanti
della Terra. L'eredità di questi dei è superbamente descritta da Sitchin, che conduce i lettori direttamente a 2 tombe, occupate dagli antichi resti di una nota dea e del suo sposo semidivino. I
nomi delle tombe sono un segreto ben custodito, ma l'ubicazione di questi resti è rivelata nel libro, che si conclude con una coraggiosa richiesta di Sitchin, la possibilità di provare una volta
per tutte la vera origine dei nostri antenati.
Attraverso un'analisi approfondita della versione ebraica dell'Antico Testamento, il Prof. Sitchin ci fornisce una chiave di lettura rivoluzionaria del Libro dei libri.
Una lettura che getta l'ombra del dubbio già su una delle prime affermazioni: Dio creò l'uomo a sua immagine. Il testo ebraico usa un plurale, Elohim, che starebbe per a Loro immagine.
Ma chi sono questi loro? Dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, la storia dell'Uomo è quella di una creatura separata dal suo Creatore, all'eterna ricerca di un nuovo contatto con
la propria essenza divina. La Bibbia è il racconto di questo esilio dell'uomo sulla Terra, ma anche dell'incontro, o degli incontri, dell'umano con la divinità.
La voce di Dio che parla ad Adamo ed Eva, l'incontro di Mosè sul Monte Sinai e tutte le altre apparizioni "angeliche" di cui le pagine bibliche sono disseminate, dimostrano che il legame con le
stelle non è completamente perduto.
Ma di che natura sono esattamente questi incontri e quali verità nascondono?
È davvero quella canonica l'unica interpretazione delle parole bibliche?
Zecharia Sitchin è nato a Baku, in Azerbaijan e vive negli Stati Uniti.
Noto esperto di lingue semitiche, profondo conoscitore della civiltà sumera è uno dei pochi studiosi in grado di decifrare le tavolette cuneiformi.
Quando Michelangelo nel Giudizio Universale raffigura il Serpente tentatore intrecciato all'Albero della Conoscenza e gli da fattezze umane, rivela un'inaspettata familiarità con fonti non
ortodosse e molto antiche. Perché il disegno ricorda il geroglifico che indica il dio egizio Ptah, composto da 2 serpenti intrecciati e molto simile alla doppia elica del DNA.
Sono molti altri gli elementi che, nella Cappella Sistina, rimandano ad antiche conoscenze perdute. E dove, se non nelle più segrete stanze del Vaticano, Michelangelo poteva aver attinto a quei
misteri? Un filo rosso unisce il cuore della cristianità e le piramidi, la Sacra Sindone e Nazca, un filo che conduce alle origini divine dell'uomo.
Adamo, che in ebraico vuoi dire "che già esisteva", riceve dal creatore il segreto per elevarsi al di sopra delle altre creature. Quale sia quel segreto Zecharia Sitchin lo ha svelato nei suoi studi, e ora ripercorre i luoghi chiave della sua ricerca, dalla Grande Piramide di Giza, dove è stata scoperta l'esistenza di una camera segreta mai svelata prima, alle vette delle Alpi, passando dalla culla dell'antichità, Roma.
Questo è il libro che milioni di lettori in tutto il mondo attendevano da molto tempo, da quando, 30 anni fa, Zecharia Sitchin inaugurò con "Il Pianeta degli Dei" il suo monumentale e fortunatissimo ciclo delle Cronache Terrestri, spaziando dall'esegesi biblica all'astrofisica, dalla linguistica alla storia delle religioni per supportare, prova dopo prova, una rivoluzionaria tesi: i testi sacri dei popoli antichi devono essere letti come resoconti storici.
Perché per Sitchin la mitologia non è mera creazione fantastica, bensì confusa memoria di fatti realmente accaduti. Alla luce delle ipotesi dell'autore, tradizioni, leggende e ritrovamenti, da
sempre circondati da un alone di mistero, diventano improvvisamente coerenti e comprensibili. Tutti i libri fondanti delle grandi religioni affermano che i segreti del futuro sono racchiusi nel
passato.
Ora, attraversando il confine fra storia e profezia e decifrando l'origine e il significato autentico dei più antichi simboli alla luce delle più recenti scoperte scientifiche, Sitchin risponde
alla domanda che era rimasta inevasa nella sua straordinaria controstoria dell'umanità: quando? Quando torneranno gli dei del 12° pianeta?
Zecharia Sitchin è nato a Bacu in Russia ed ha vissuto in Palestina, dove ha studiato la Bibbia ebraica scritta in ebraico antico. Ha inoltre studiato l'archeologia del Medio Oriente, prima di
trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti.
Ha dedicato tutta la sua vita allo studio delle lingue semitiche ed è un esperto di civiltà Sumera, tanto da essere uno dei pochi studiosi in grado di poter decifrare le iscrizioni scritte nei caratteri cosiddetti "cuneiformi", che ricoprono bassorilievi e le tavolette di argilla ritrovate in tutto il Medio Oriente. Nei suoi libri traduce i testi sumerici ed evidenzia le somiglianze tra i miti religiosi Sumeri, Greci e Cristiani...
La sua visione è semplice ma sconvolgente: i testi sacri dei popoli antichi non è creazione fantastica, ma confusa memoria di fatti realmente avvenuti!
Una guida per il "viaggio" più alternativo che si possa programmare: un viaggio che, tra straordinari siti archeologici e sconcertanti reperti, ci conduce fino al cuore del nostro passato più remoto. Dal più autorevole studioso di archeologia eretica, un libro che ci aiuta a comprendere e riscrivere la storia della civiltà umana.
Se i miti e le storie di antiche culture lontane tra loro nel tempo e nello spazio mostrano sconvolgenti similitudini è perché non si tratta affatto di creazioni fantastiche, ma della confusa memoria di fatti realmente accaduti.
Zecharia Sitchin ne è certo: le saghe degli antichi Greci e quelle del popolo di Israele, i racconti dei Sumeri e quelli della Mesoamerica, le leggende degli Egizi e quelle del Libano, riverberano fino a noi la storia dei primi viaggiatori che sbarcarono sulla Terra e delle loro guide. Da Creta alla valle del Sinai, da Giza al Messico, da Istanbul alla Siria e alla Giordania, le spedizioni del Prof. Sitchin ci guidano fino al cuore del nostro passato più remoto.
I testi sacri e i racconti del mito non rivelano solamente una preziosa testimonianza morale.
Per Zecharia Sitchin rappresentano la memoria di un sapere tecnologico che riverbera di nuova luce il passato della civiltà umana. In questa ricostruzione molti successi della scienza moderna rappresentano antiche conoscenze perdute.
Conoscenze che hanno consentito a popoli da tempo scomparsi di descrivere accuratamente dettagli del nostro sistema solare che noi solo ora stiamo scoprendo grazie all'esplorazione dello spazio siderale. I racconti di Adamo ed Eva, della pioggia di fuoco su Sodoma e Gomorra, di luccicanti messaggeri celesti, narrano in realtà un'altra storia.
E fanno di scienza e mito 2 facce della stessa medaglia.