❖ Per l’ex Take That "i governi insabbiano l’esistenza degli ufo"
Robbie Williams crede agli alieni.
Anzi è talmente ossessionato dagli omini verdi che la scorsa estate, insieme ad alcuni amici e alla fidanzata Ayda Field, si è accampato presso il monte Adams, nel Washington State, sede del
centro di ricerca sugli UFO Eceti.
Obbiettivo: assistere ad un incontro ravvicinato del terzo tipo. Ma non è tutto.
L’ex Take That passerebbe la maggior parte del suo tempo libero a spulciare i siti internet dedicati ai complotti e alle grandi cospirazioni della storia.
Secondo quanto appreso dal tabloid britannico Daily Mail, infatti, Robbie Williams da poco rientrato in Gran Bretagna dopo anni di residenza a Los Angeles, si connetterebbe abitualmente al sito
"abovetopsecret.com" con i nick-name "cyar" e "chrisonabike" per discutere di alieni e misteri vari con gli altri utenti.
Sul sito, si può trovare anche un’intervista in cui Williams racconta delle sue esperienze con i marziani. Che, più di una volta, avrebbero "visitato" la sua casa di Los Angeles.
La popstar ha infatti raccontato di aver visto una palla di luce sopra la sua casa, in California.
Un lampo scuro "negativo" di circa 10 centimetri di larghezza per sei metri di lunghezza ha quindi attraversato da parte a parte l’appartamento.
”Tutto ciò, dice serio Williams, "si può spiegare con operazioni governative:
vogliono occultare i fatti e noi a volte ci andiamo di mezzo”.
Ma gli alieni non sono il solo argomento di "abovetopsecret.com".
Un articolo spiega ad esempio, che il passaggio al digitale terrestre prossimo venturo non è altro che una mossa del governo americano per spiare i suoi cittadini attraverso telecamere e microfoni e che l’Fbi, grazie ai satelliti, non solo riesce a spiare nelle case, ma anche a leggere la mente scannerizzando il cervello come fosse l’hard-disk di un computer.
Robbie, stando a quanto raccontato al Mail da fonti vicine al cantante, passerebbe il suo tempo a letto, con il portatile sulla pancia a navigare tra siti di questo tipo.
E dire che nel suo nuovissimo castello nel Wiltshire, la popstar ha a disposizione palestra, piscina e campo da tennis personale.
Pettegolezzi? Può darsi. L’esperienza sul monte Adams è però documentata.
Paul Scott, il biografo di Robbie Williams, è riuscito a mettersi in contatto con James Gilliland, direttore dell’Eceti, ovvero "Enlightened Contact with Extra-Terrestrial Intelligence" un ranch disperso sulle montagne.
Che ha confermato la presenza di Williams presso il centro.
”Robbie mi ha raccontato delle sue esperienze personali e il suo viaggio qui da noi ha confermato quello che ha sempre creduto dentro di sé. Pensa davvero di aver visto degli Ufo”.
”Delle astronavi sono apparse ha detto Gilliland e Robbie ci ha aiutato a documentare l’evento”.
Kiefer Sutherland - stella di Monsters vs. Aliens e Melanconia, ha parlato alla stampa sulla sua fede e della vita altrove. Secondo il CTV Notizie, Kiefer pensa che sia troppo "arrogante" pensare
che gli esseri umani siano l'unica forma di vita nell'Universo e, medita spesso sugli extraterrestri quando guarda le stelle.
Nello specifico disse:
"quando guardo il cielo in una notte limpida per vedere stelle, pianeti e tutto ciò che è fuori del nostro Universo, devo credere che ci sia la vita ovunque.
Sarebbe molto arrogante credere che questo sia l'unico pianeta che potrebbe sostenere un certo tipo di vita".
Steven Spielberg conferma che, a seguito di uno screening di ET: L'Extraterrestre nel 1982 alla Casa Bianca, il presidente Ronald Reagan fece delle "dichiarazioni a dir poco sconcertanti".
Secondo Spielberg, Reagan non ha affrontato le sue osservazioni a lui personalmente, ma piuttosto, a tutti gli ospiti in sala insieme, alcuni dei quali erano astronauti. Ecco cosa è successo
nelle parole di Spielberg:
"è stato in sala proiezione della Casa Bianca, Reagan si alzò per ringraziarmi per aver portato il film e per averlo mostrato al presidente e a tutti i presenti, che includeva anche Sandra
Day O'Connor e alcuni astronauti ...
Penso che Neil Armstrong fosse lì, non sono sicuro al 100% era una serata straordinaria.
Appena si alzò si guardò intorno nella stanza, quasi come se stesse facendo un organico e disse: "Volevo ringraziarvi per aver portato ET alla Casa Bianca".
Abbiamo davvero apprezzato il vostro film 'e poi si guardò intorno e disse:
"E ci sono un certo numero di persone in questa sala che sanno che tutto quello trasmesso su quello schermo è assolutamente vero".
E lo disse senza sorridere!
La sala intera si mise a ridere perché lo ha presentato come uno scherzo, ma non sorrideva mentre lo diceva.
Intanto vorrei che desse un consiglio a noi giovani che spesso non ascoltiamo e che ci spieghi l'importanza di ascoltare. E poi: lei crede agli alieni?
Beh, i miei genitori mi hanno insegnato che nell'ebraismo, la preghiera più importante è quella il cui titolo si traduce con "Eroe Israele". E fin dall'infanzia mi è stato insegnato che, da
buon ebreo, la cosa più importante da fare era ascoltare.
E non era un imposizione da parte di genitori che volevano farmi stare zitto ad ascoltare loro.
Il senso, era che dovevo ascoltare me stesso, quei sussurri che spesso ignoriamo, perché noi tendiamo ad ascoltare chi grida e non chi sussurra.
E quindi, ascoltare attentamente: è questo che mi hanno sempre insegnato.
E io dico che, quando la gente non ascolta, allora si negano incredibili possibilità.
Si negano gloria e fortuna, ed è tutta colpa loro.
Sì, credo agli alieni.
Grazie al duro lavoro di Robbie Graham e a un filmato UFO storico, ora abbiamo la storia dell'incontro tra il presidente Barack Obama e l'attore figlio di Will Smith.
Sorprendentemente, Obama anticipa Jayden rispondendo ancora prima a una domanda della giovane star che non ha ancora avuto la possibilità di fargli e la risposta del presidente è stata
adeguatamente allettante:
"Gli alieni, giusto?
Ok, non posso né confermare né negare l'esistenza degli extraterrestri, ma posso dirvi che se ci fosse stato un incontro top secret o una discussione su di essi, avrebbe avuto luogo in questa
stanza".
Un Ufo in visita ai Beckham? Può darsi, o almeno è quello che pensa la padrona di casa Victoria, che ha postato un twitter con tanto di foto del “presunto” avvistamento.
La ex spice girl, moglie del celebre calciatore David Beckham ex Milan, Manchester Utd e Real Madrid ha infatti dichiarato sul proprio profilo di aver avvistato un “oggetto non identificato” dalla finestra della casa di Los Angeles.
“Un ufo in bilico sopra la nostra casa ieri sera”, ha twittato venerdì la Beckham associando anche l’immagine di un globo luminoso simile alla Luna, probabilmente un elicottero visto che sono “molto presenti nella zona”, spiega in un articolo il Daily Mail.
L’hairstylist Ken Paves autore di alcune copertine di Vogue ha risposto scherzosamente: “l’ufo in bilico sopra la casa di Beckham. Afferra i bambini. Corri Victoria!”.
Alessia Marcuzzi ha confessato di aver avuto un’esperienza speciale da piccola.
Al settimanale “Chi” ha dichiarato di essere stata protagonista di un avvistamento quando aveva 4 anni e si trovava a Nettuno: “era una specie di meteorite, ma era molto simile a un disco volante”. Non solo: nello stesso articolo dichiara di avere il dubbio di essere stata addotta dagli extraterrestri e di provenire addirittura da un altro pianeta (e se la Nettuno di cui parla fosse il pianeta?)
Aveva 3 appendici a forma di ventosa, in alto una cupola che assomigliava a un bitorzolo.
Ero a Roma, a Villa Paganini con la mamma. Quando arrivò il mistero di 10 metri di diametro. Appena sopra la sua testa e quella di sua madre, l'oggetto era incombente e di forma inquietante:
«un disco grande, avrà avuto un diametro di dieci metri.
Nella parte inferiore c'erano tre appendici a forma di ventosa, mentre in alto, dove era visibile una cupoletta che assomigliava a un grande bitorzolo, si notava un oblò...».
Antonello Venditti non scorderà mai quella Domenica mattina di primavera di un anno che la memoria non fissa dal punto di vista numerico («Io sono del 1949, avrò avuto 5 o 6 anni...»), salvo lasciargli immagini nitide. Un ricordo che di tanto in tanto riaffiora dal passato.
Ne ha parlato nell'autobiografia «l'importante è che tu sia infelice» e non ha mai smesso di porsi domande, senza inseguire scorciatoie lessicali («sì, era un disco volante: sul fatto che fosse reale e così vicino da poterlo quasi toccare con mano, non ci sono discussioni...») e cercando, viceversa, di capire:
«chiesi varie volte alla mamma, persona razionale e positiva, se quanto avevamo visto fosse vero: mi ha sempre detto di sì».
Giardini di Villa Paganini a Roma. C'era un pony che faceva divertire i bambini, ma quel giorno, secondo il racconto del cantante, giunse un UFO a segnare l'inizio di un percorso, emotivo ed
interiore, che avrebbe accompagnato negli anni successivi uno dei futuri protagonisti della canzone italiana.
«saranno state le 11, non eravamo ancora nel cuore del parco; io e mia madre in quel momento eravamo soli. L'oggetto si manifestò: dondolante, eppure stazionario nella posizione.
Rimase lì a lungo e dopo un po' liberò dei filamenti bianchi: parevano manna.
Come andò via? Sparì all'improvviso. La mamma rimase impassibile e pure dopo non disse una parola. Anch'io stetti zitto, la sensazione era che tutto fosse anomalo e, al contempo, ... normale».
L'inizio di un percorso. Venditti l'ha affrontato innanzitutto cercando correlazioni con qualcosa di simile. Lo ha trovato in quella che viene raccontata come la manifestazione di una miriade di
Ufo il 27 ottobre 1954 sopra lo stadio di Firenze durante la partita di calcio Fiorentina-Pistoiese (e pure quella
volta discese una sostanza strana, la «neve dei dischi volanti»), quindi riflettendo sulla convinzione personale che «tutto viaggia tra l'esperienza visiva e quella mentale». Nel
frattempo, di tanto in tanto ritornano...
«non è stato quello l'unico caso strano della mia vita.
Ho altri due episodi particolari, indimenticabili.
Una volta tornavo con papà da una partita di calcio.
Sarà stato il 1960, suppergiù. Erano le 17, sopra una vallata.
Apparve una sfera di fuoco, un secondo sole, un sole gemello troppo distante dall'originale perché si potesse parlare di un fenomeno naturale».
L'altro episodio invece, ci sposta al 1982. Antonello è già affermato è un divo della musica che gira per fare i suoi concerti. «Erano le 3 del mattino, ero dalle parti di Lucca.
Tornavo in auto verso l'hotel assieme al mio tecnico del suono.
Eravamo in un bosco e cercavamo una villa bellissima che sapevamo essere vicina all'albergo. Ma non c'era verso di trovare la strada: fummo colti da una sensazione di disorientamento. Eravamo lì, a girare senza costrutto: non se ne veniva a capo.
La strada, mentre la percorrevi, si "formava" di nuovo: prigionieri di un labirinto e del tempo».
Da quest'ultima esperienza Venditti ha maturato convinzioni che non esita a riferire:
«si vuole esplorare il cosmo e in fondo è logico e legittimo, ma forse, si trascura di conoscere meglio la Terra. Credo che sia percorsa da portali spazio-temporali e certe caverne profonde lo sono: entri e vai in un'altra dimensione. Magari è una prerogativa destinata a persone che hanno una propensione alla telepatia. Mi considero tra queste: sono come gli animali, che avvertono presenze estranee. Una volta, di nuovo in un bosco, ho avuto la percezione della schifosa vicinanza del diavolo».
Ma torniamo al punto di partenza: l'avvistamento dell'UFO quando era piccolo.
Serve una conclusione, su un quesito a questo punto inevitabile: Venditti crede o non crede agli alieni? «Sono più che possibilista: sono maggiormente portato a pensare che esistano rispetto all'idea che nell'Universo si viva da soli. Paura se incontrassi un extraterrestre?
Per nulla. Peggio della morte che cosa ci può essere?».
Sdoganato l'alieno e preso atto che, nell'ipotesi del contatto, non se la darebbe a gambe levate è naturale che Antonello non tema nemmeno la fatidica data del 21 dicembre 2012, associata a un cambiamento epocale previsto addirittura dai Maya.
E se quel giorno gli alieni arrivassero veramente, tanto di guadagnato:
«chiunque ci aiutasse a superare le follie di oggi, sarebbe benvenuto».
Nonostante tutto però, Venditti non scriverà mai «Grazie Ufo».
Perché? Perché una canzone che abbraccia determinate tematiche l'ha già composta anni fa: è «Goodbye Novecento» e apre l'omonimo album sulle suggestioni nate per la fine dello scorso millennio. ...«nella prima parte canto: "... E dal destino che è scritto, in cielo l'Acquario rinascerà e un sole gemello apparirà..."». Il «suo» sole gemello di quella sera?
«Una luce grande, strana, che si muoveva lentamente nel cielo stellato, era successo anche la sera prima ma non l’ho presa troppo in considerazione... ho detto… sarà il caldo.
Ma la seconda volta no….». Cosi racconta la sua esperienza paranormale Paola Barale.
«Era abbastanza grande, molto più di una stella e con un bagliore intorno.
Non poteva essere un aereo, io, almeno, non ne ho mai visti fatti così…, si avvicina sempre più, si ferma e poi velocissimamente torna indietro e sparisce nel cielo… avete mai visto un aereo indietreggiare? io no…».
Così Paola Barale manda un messaggio ai suoi amici e non ce n’è uno che le creda finché su “La Gazzetta del Mezzogiorno” fa una scoperta.
Un articolo sul suo UFO, avvistato da alcune persone durante una festa di laurea la sera del 26 luglio. Negli stessi giorni altre segnalazioni sono state raccolte nell’Avellinese.
Tutti hanno fumato la stessa cosa o quello era un UFO?
Anna Falchi durante la trasmissione Victor Victoria ha dichiarato di aver visto un UFO.
Una mattina è stata svegliata da un disco volante luminoso di colore bianco che si librava su un prato proprio vicino casa sua. L’attrice, per la paura si è nascosta nell’armadio insieme alla mamma. Lei pensa che siano degli esperimenti segreti, perché le autorità ed i militari non ci dicono tutto. Forse, pensa, sono nuovi mezzi di trasporto.
Poco dopo l’oggetto se ne andò. Era un disco volante in piena regola anche con i classici sostegni alla base. La Falchi ha dichiarato che non è assolutamente scettica ed è aperta ad ogni ipotesi. Ha detto di aver visto per ben due natali consecutivi questo strano ovni atterrare nel giardino vicino casa sua. All’episodio sembra abbia assistito anche suo fratello.
La Falchi dice di aver anche parlato e raccontato la sua esperienza a degli ufologi e di non aver mai detto nulla in pubblico fino ad ora perché l’avrebbero presa per pazza.
Si tratta di un pregiudizio contro cui noi del CUBMGC abbiamo cozzato spesso.
Un argomento a sostegno della credibilità della storia è quello per cui lei sicuramente non è un personaggio che ha bisogno di farsi pubblicità in questo modo.
Qualche critico ha detto che quello che lascia perplessi è il fatto che il presunto atterraggio dell’oggetto volante non identificato nel suo giardino non abbia lasciato tracce.
Di contro, si può affermare che non è detto che l’ovni sia effettivamente atterrato.
Infine, possiamo tranquillamente affermare che con gli ufo nulla è scontato e non è detto che debbano necessariamente lasciare delle tracce al suolo… specie se non lo toccano!
«Guardavo fuori dalla finestra e ho visto una luce bianca. Si muoveva a Zig-zag.
Sono andato dal pilota e gli ho detto: "hai mai visto una cosa del genere?"
Lui era scioccato e ha risposto: "mai". "Seguiamolo", gli ho suggerito.
Lo abbiamo seguito per un po', ma, improvvisamente è scomparso verso il paradiso.
Quando sono sceso dall'aereo ne ho parlato a Nancy»
Io ed il mio ex marito abbiamo entrambi visto gli alieni prima di conoscerci.
Li abbiamo visti entrambi mentre eravamo in macchina con i nostri papà.
Eravamo entrambi al liceo. Pochi anni dopo ci siamo conosciuti ed abbiamo capito di aver avuto la stessa esperienza. Penso, che in un certo senso eravamo programmati per conoscerci. Abbiamo
entrambi una ferita nello stesso posto. È dove c’è il chip.
Fran Drescher stavolta non scherza. L’attrice che per sei stagioni ha interpretato La Tata ha dichiarato di essere stata rapita dagli alieni quando era poco più che un’adolescente.
Non solo, gli omini verdi le avrebbero impiantato un microchip.
La stessa cosa sarebbe successa anche all’ex marito Peter Marc Jacobson.
Strano che questi due abbiano divorziato: avevamo così tante cose in comune.
Oggi vi riportiamo una storia davvero singolare, nota forse a pochi se non agli addetti del settore. Sembra infatti, che John Lennon, famosissimo membro dei Beatles, abbia avuto nella sua vita
un'esperienza di contatto alieno a tutti gli effetti.
"Era verso la metà degli anni Settanta e stavamo mangiando in un ristorante di New York.
C’era anche Yoko"... iniziava così un incredibile articolo del quotidiano britannico “The Telegraph” che nel ‘96 riportava i contenuti di una conversazione fra John Lennon ed un cronista suo amico, il cui nome è rimasto peraltro ignoto.
Non era ancora nato Sean, frutto dell’unione fra John e Yoko e il periodo che l’ex Beatles e la sua compagna, incinta di alcuni mesi, stavano vivendo era stato burrascoso.
Si erano trasferiti a New York City nel 1971.
La città aveva accolto a braccia aperte quei due strani signori, magri e non troppo ben visti dall’Immigration USA né dall’FBI dati i passati trascorsi di Lennon come “radicale”, artista arrabbiato e politicamente scomodo (un pesce fuor d’acqua nella vecchia Inghilterra, ormai pronta ai furori del movimento punk) e avevano acquistato un sontuoso appartamento al Dakota, sulla 72.ma Strada Ovest, a pochi metri da Central Park.
Manhattan era perfetta per lui.
Lo seguivano, lo tenevano d’occhio, il suo fervore politico non piaceva agli Americani, ma a New York tutto era possibile.
Fu in un bar di un tardo pomeriggio che John raccontò all’amico Uri Geller di una sua esperienza che lo aveva profondamente scioccato e che aveva preferito tenere per sé.
Si erano sistemati in un tavolo appartato e lontano dai curiosi.
❖ Una luce accecante
John aveva incontrato degli esseri che, secondo lui, non potevano esistere su questo pianeta. Erano diversi da noi, logico quindi che chiedesse lumi proprio a Geller, il più famoso sensitivo del
mondo, il cui nome era balzato agli onori delle cronache in quegli anni.
Come il belga Croiset, Geller non “piegava solo i cucchiaini”, lavorava con polizie di Stato e servizi di intelligence di mezza Europa per ritrovare persone scomparse, esattamente come accaduto
recentemente qui in Italia con il caso di Chiara Bariffi, la sfortunata ragazza il cui corpo è stato rinvenuto grazie ai suggerimenti della sensitiva Maria Rosa Busi all’interno della sua auto
nel lago di Como.
Lennon raccontò, che quella notte, doveva essere il Febbraio-Marzo 1977 e stava dormendo con Yoko al suo fianco nella camera da letto nel “flat” del Dakota.
Improvvisamente, una luce. Lennon sentì di dover aprire gli occhi, qualcosa lo stava richiamando, ma non era una voce, era una luce fortissima che proveniva dalla stanza attigua, filtrava attraverso la porta.
Un “pattern” o “modello” nella fenomenologia delle abductions, questo della luce quale prima sensazione di una “presenza anomala” che
potremmo definire fra i contrassegni di una possibile esperienza di contatto o di “rapimento”. Lennon pensò a degli intrusi, qualcuno che fosse riuscito ad entrare nell’appartamento, si alzò di
scatto e si slanciò verso la porta della stanza, la spalancò e si trovò davanti quattro 4 esseri, molto piccoli, sembravano simili ad insetti ma umanoidi. Avevano grandi occhi inespressivi e lo
stavano fissando.
❖ Il silenzio
A chi sia capitata un’esperienza del genere, ciò che vide Lennon non giunge nuovo.
Corpi grigiastri che sembrano improvvisamente comporsi, agglomerarsi come pulviscolo luminoso, possono apparirti improvvisamente, senza preavviso e senza chiedere il tuo permesso, penetrano nel tuo spazio-tempo vitale, ne fanno parte, evidentemente, ma ancora più evidentemente, sono “sbagliati”, non dovrebbero essere lì è impossibile e fai fatica a convincerti che non stai sognando. Come si sa, nel caso di John Lennon, l’artista non aveva mai fatto mistero delle sue esperienze psichedeliche, ne all’epoca dei Beatles, né dopo. Ma quella sera no, non aveva assunto sostanze, né alcol.
Era andato a dormire sobrio e si era svegliato lucidissimo, impaurito e di soprassalto.
Qualcuno potrebbe obiettare su un possibile “ritorno” di Lsd nel suo cervello, ma Lennon disse a Geller che lo escludeva del tutto, quelle “persone” erano lì per davvero e la loro presenza era reale. Sentendosi soggiogato da un’immanente forza psichica, cercò di reagire e di scacciarli fisicamente, ma non ci riuscì. Le loro capacità mentali lo avevano bloccato.
Un altro dei “pattern” delle abduction: la sensazione di immobilizzazione e di impotenza che il soggetto prova nel momento del primo contatto. Non si sfugge.
Molti ricorderanno Travis Walton il taglialegna di Snowflake, Arizona, che a metà degli anni ‘70 fu protagonista di un drammatico, ma a lieto fine, caso di rapimento avvenuto sotto gli occhi di testimoni, i suoi compagni di lavoro.
All’interno dell’astronave, Walton, al suo risveglio dalla “catalessi” in cui era stato indotto, si ritrovò circondato da un gruppo di “Grigi”, dai quali riuscì a sfuggire, scrollandosi dalla loro presa molto facilmente. Ma cosa era successo veramente, com’era arrivato dentro quell’astronave? Il ricordo riemerse solo in seguito alle sedute di ipnosi regressiva condotte dal Dr. James Harder e con la supervisione dell’astronomo Allen Hynek. Lennon, a quanto si sa, non si sottopose mai ad ipnosi per ricostruire quegli eventi.
La sua memoria però non rispondeva, era stata cancellata e solo confusamente ricordava sprazzi dell’esperienza e poi se ne erano andati e lui si era ritrovato sdraiato sul letto, accanto a Yoko, ma sopra le coperte. Yoko, in quel momento era sveglia e intuiva che qualcosa non andava. Lennon non seppe rispondere, ma in mano aveva un oggetto, metallico, ovoidale. Glielo avevano lasciato loro.
Lo regalò a Geller, che lo custodisce ancora oggi.
L'attore Morgan Freeman ritiene che non siamo soli nell'universo, ma se incontrassimo gli extraterrestri questi potrebbero rivelarsi ostili.
L'attore Morgan Freeman, famoso per il film Deep Impact, dove interpreta il personaggio del presidente degli USA che deve annunciare al mondo l'arrivo di una cometa contro la Terra.
Avrebbe detto in una intervista al The Huffington Post che ritiene che non siamo soli nell'universo, che chi si presenta sulla Terra potrebbe avere intenti benevoli, ma, qualora fossimo noi a
presentarci da qualche parte, allora potrebbero essere ostili, in quanto, vedrebbero l'uomo come una minaccia.
Nell'ultimo episodio della serie Science Channel, dal titolo: "Riusciremo a sopravvivere al primo contatto?" Si affrontano temi che vanno dai modi creativi degli scienziati che affinano la loro
ricerca della vita intelligente nell'Universo, fino ad arrivare alla possibilità che gli alieni possano rivelarsi guerrieri o predatori senza scrupoli.
Mentre, nell'episodio uno Search for Extraterrestrial Intelligence, lo scienziato, il Dr. Laurance R. Doyle, spiega come una pendenza di una linea che rappresenta la frequenza dei segnali individuali all'interno di un flusso (di segnali) indica se il flusso contiene un sistema linguistico o di conoscenza. Questa teoria potrebbe contribuire a decifrare i messaggi.
Russell Crowe avvista un Ufo e pubblica il video in timelapse su Twitter.
L'attore australiano stava cercando di immortalare alcuni pipistrelli, quando ha visto un oggetto luminoso spostarsi da una parte all'altra dello schermo.
Numerosi i commenti dei fan che ipotizzano un riflesso del flash sul vetro e parlano di un filmato vecchio di quatto anni. «Canon 5D, no flash, non può essere un riflesso della lente perché si muove, mentre la telecamera è fissa» scrive l'attore.
Ma i dubbi restano.