UFO ed esseri alieni vengono inseriti molto spesso nei mass media, che si tratti di film o show televisivi. La maggior parte di queste apparizioni sono state comunque molto curate e calcolate dal governo americano al fine di comunicare un atteggiamento particolare nei confronti di questo misterioso fenomeno.
Qual è lo scopo di questi sforzi? Questo articolo prende in esame l’affascinante storia del coinvolgimento del governo nei film e negli show televisivi legati agli UFO.
Questo articolo è originariamente apparso nella rivista 49th Parallel, vol. 25 (primavera 2011) ed è riprodotto su Vigilant Citizen con il permesso degli autori: Robbie Graham (Università di Bristol) * & Matthew Alford (Università di Bath) †. *
Robbie Graham è un dottorando presso l’Università di Bristol nella sua ricerca sta esaminando le rappresentazioni storiche degli UFO ad Hollywood e di come sono state rappresentate le visite sul nostro pianeta.
E ‘anche creatore del blog Silver Screen Saucers. † Matthew Alford è l’autore di Reel Power: Hollywood Cinema and American Supremacy (Pluto Press, 2010).
Ha conseguito il dottorato di ricerca in Cinema e Politica presso l’Università di Bath nel 2008.
Il 22 gennaio 1958, il popolare show televisivo della CBS, Armstrong Circle Theatre, presentò un intero programma dedicato al tema degli oggetti volanti non identificati dal titolo:
“UFO: Enigma dei Cieli” Tra gli ospiti di alto profilo invitati a parlare allo show:
il maggiore in pensione della US Navy Donald Keyhoe – direttore del Comitato Nazionale indagini dei fenomeni aerei (NICAP) – il suo intervento fù notevole per le opinioni da lui espresse riguardo il velo di oscurantismo gettato dal governo per nascondere il fenomeno UFO. Per argomentare contro la realtà degli UFO vennero invitati al programma l’astronomo e veemente scettico UFO Donald Menzel e un rappresentante della Air Force il colonnello Spencer Whedon dell’Air Techincal Intelligence Center (ATIC).
Il loro compito avrebbe dovuto essere facile dato anche che i contenuti dello show erano stati scritti in anticipo a tavolino dalla CBS in collaborazione con la US Air Force e a tutti gli ospiti – soprattutto con Keyhoe – che venne incaricato di leggere il loro materiale preapprovato, su un gobbo. Quando arrivò il turno di parola di Keyhoe, deviò per frustrazione dalla sua sceneggiatura e dichiarò alla nazione: “ora ho intenzione di rivelare qualcosa che non è mai stato rivelato prima …”
Il resto del suo annuncio non fù ascoltato dagli spettatori alla televisione: all’insaputa di Keyhoe, il suo microfono venne silenziato dall’emittente.
Keyhoe continuò:
“negli ultimi sei mesi abbiamo lavorato con una commissione del Congresso, indagando la tematica secretata degli UFO.
Se tutte le prove che abbiamo fornito a questo comitato fossero divulgate in audizioni pubbliche, si dimostrerebbe con assoluta certezza che gli UFO sono macchine reali sotto un controllo intelligente.“
Dopo lo spettacolo, la CBS venne inondata di telefonate e lettere da spettatori che chiedevano di sapere perché l’audio di Keyhoe era stato occultato:
“chiamatela come vi piace”, scrisse uno spettatore, “ma sembrava essere una dimostrazione molto scioccante di censura, che è certamente offensiva per l’intelligenza del pubblico americano …“ 9 giorni dopo, la CBS ammise che il discorso era stato oggetto di censura ufficiale. In una lettera a uno spettatore scontento del 31 gennaio 1958, il direttore dell’editing della CBS, Herbert A. Carlborg, dichiarò:
“questo programma è stato accuratamente eliminato per motivi di sicurezza.
Pertanto, è responsabilità di questa rete l’assicurare prestazioni in conformità agli standard pre-determinati di sicurezza. Le indicazioni riguardanti il fatto che ci sarebbe stata una “deviazione” nell’argomento porterebbe a formulare affermazioni che né la rete né le persone del programma sono state autorizzate a rilasciare.“
Come sarà evidenziato in questo saggio, gli sforzi storici del governo statunitense per censurare i prodotti mediatici sugli UFO si estendono ben oltre l’incidente di Keyhoe ed hanno notevolmente influenzato il contenuto di numerosi film e prodotti tv in queste ultime 6 decadi. Prima di passare ad esaminare alcuni di questi casi, tuttavia, è necessario chiedersi:
perché il governo americano vuole esercitare la sua influenza sulle rappresentazioni mediatiche di un tema così apparentemente fantasioso come gli UFO?
La risposta a questa domanda diventa chiara anche con una rapida occhiata alla documentazione iniziale del governo sull’argomento, che riflette una preoccupazione costante sugli UFO (se non un consenso sulle loro origini) ai massimi livelli delle forze armate statunitensi.
BACKGROUND
L’interesse del governo degli Stati Uniti per quanto riguarda gli UFO risale all’estate del 1947 quando l’apparato di sicurezza nazionale americana venne sommerso da centinaia di segnalazioni da cittadini e personale militare preoccupati per quelli che sembravano essere oggetti metallici a forma di disco che stavano attraversando i cieli della nazione, a volte in formazione e spesso a velocità impossibili.
Il 24 giugno l’aviatore privato e uomo d’affari Kenneth Arnold riferì di aver visto una formazione a catena di 9 oggetti insoliti sulle Cascade Mountains, nello Stato di Washington.
Arnold descrisse il movimento degli oggetti ‘come fosserro dei piattini scagliati contro l’acqua”, ispirando la stampa sulla decisione del nome di “dischi volanti” per questi strani mezzi. Molte centinaia di avvistamenti vennero segnalate in tutto il mondo nei mesi a seguire. Nel 1948 la US Air Force prodosse un documento Top Secret molto controverso chiamato la “Stima della situazione”, un rapporto ufficiale che concludeva che i dischi volanti avessero origini interplanetarie.
Altre fazioni all’interno della Air Force, tuttavia, favorirono la più appetibile (anche se forse non meno allarmante) idea che i dischi fossero stati il prodotto delle innovazioni tecnologiche dell’Unione Sovietica. In entrambi i casi, il segreto per quanto riguarda la tematica qui esposta era di fondamentale importanza dopo che la questione sul fatto che fossero reali o meno aveva dato esito positivo convincendo i capi militari americani.
In una lettera segreta, diretta alla sede della Air Force il 23 settembre 1947, il generale Nathan Twining, capo del Air Materiel Command (AMC), dichiarò che i dischi volanti erano “reali e non allucinazioni fittizie ,” che avevano “superficie metallica o che riflettevano la luce [s], erano “circolari o ellittici”, piatti sul fondo e con una cupola in alto, “sono stati avvistati talvolta volare ordinati in formazione in un numero che varia dai 3 ai 9 oggetti.“
In un precedente documento top secret del governo canadese risalente al 1950, Wilbert Smith – capo del progetto di ricerca UFO del governo canadese, il Magnet, notò riferendosi al fenomeno UFO che “La tematica è il soggetto più altamente classificato nel governo degli Stati Uniti, ha un punteggio più elevato anche rispetto alla bomba H."
Oggi, numerosi governi in tutto il mondo mantengono costosi progetti di studio sugli UFO – raccogliendo e spesso investigando prove sulle migliaia di avvistamenti UFO riportati annualmente alle autorità. Nel solo sud america, i governi di Argentina, Uruguay, Perù, Chile e Brasile operano sia indagini sugli UFO e raccolgono attivamente le segnalazioni degli avvistamenti UFO attraverso le loro forze armate.
Altri governi, inclusi quelli di Francia, Nuova Zelanda, Danimarca, Canada e Russia negli ultimi anni hanno rilasciato al pubblico migliaia di pagine di file precedentemente classificati sugli UFO.
Anche il governo britannico ha aperto i suoi archivi UFO al pubblico attraverso un processo continuo che ha visto il rilascio di migliaia di file precedentemente classificati su commissione del National Archives. Secondo il ministero britannico della Difesa, gli UFO (o UAPs – Unidentified Aerial Phenomenon – come li chiama il Ministero della Difesa) “certamente esistono”, ma sono “ancora poco compresi”.
In un rapporto segreto di 400 pagine sulla valutazione del fenomeno UFO uscito nel 2006 in base al Freedom of Information Act, lo staff dell’UK Defence Intelligence ha riconosciuto che: “I fenomeni si verificano su una base quotidiana e globale …
Che gli UAP esistono è indiscutibile. Si accredita loro la capacità di librarsi in aria, atterrare, decollare, accelerare a velocità eccezionale e svanire, possono alterare la loro direzione di volo improvvisamente ed esibiscono chiaramente forme aerodinamiche che vanno ben oltre quelle di qualsiasi aeromobile conosciuto o missile – sia con equipaggio o senza equipaggio.“
Il rapporto rileva inoltre che “i tentativi di altre nazioni di intercettare gli oggetti non identificati, che possono chiaramente cambiare posizione più velocemente di un aereo, hanno già causato morti”, e avverte che, con la crescente densità di rapporti UAP nella regione britannica di difesa aerea , “esisterebbe una piccola possibilità … di uno scontro aereo con uno UAP”. Appare, dunque, esservi un ampio consenso tra i governi citati: gli UFO sono oggettivamente reali – anche se non sono stati del tutto spiegati dalla scienza - degni, nella migliore delle ipotesi, ad uno studio mirato o, almeno, ad un monitoraggio sostenuto nell’interesse della sicurezza aerea e della sicurezza nazionale.
Chi canta fuori dal coro sono gli Stati Uniti, che si distinguono per il loro silenzio, quasi totale, sulla questione UFO, silenzio mantenuto fino alla chiusura nel 1969 del progetto sugli UFO della Air Force chiamato: Il libro blu. Malgrado il tentativo di mantenere la bocca chiusa, l’interesse storico degli americani riguardo la questione degli UFO rappresenta chiaramente un passaggio significativo – se non un intero capitolo - nella storia delle macchinazioni della guerra fredda. A loro volta, dettagli del coinvolgimento del governo americano nella questione UFO sono scarsi nelle pagine del cinema e della storia della televisione, l’unica opera sostanziale che riguarda questo tema è stata prodotta da Lorenzo Suid.
Anche se il lavoro di Suid fu innegabilmente utile (se ne fanno moltissimi riferimenti in questo pezzo), si fa passare, come cosa secondaria, la preoccupazione dei militari per il fenomeno ufo – quando in realtà fu una importante questione che sollevò inizialmente seri interrogativi riguardo la sicurezza nazionale – infine non sottolinea alcuni casi di film e produzioni TV che le autorità hanno cercato attivamente di manipolare, ai fini politici, in linea con la politica del governo sugli UFO. Questo saggio si basa sul lavoro di Suid, colmandone le lacune, chiarendo i diversi periodi e facendo luce, ulteriormente, sulle motivazioni storiche che hanno portato il governo a voler influenzare l’informazione mediatica sugli UFO grazie al cinema e alla televisione. L’impegno storico del governo si può trovare analizzando i rapporti intrecciati tra il Dipartimento della Difesa (DoD), che ha lavorato a lungo con Hollywood in cambio del diritto di modificare gli script per 60 anni con l’obiettivo principale di ingaggio e del mantenimento del personale, come indicato da Suid nel suo vasto tomo Guts and Glory (2002) e dal giornalista David Robb.
Tuttavia, in pratica, il compito del Pentagono ha un raggio d’azione molto grande, in quanto favorisce sistematicamente la propria versione della storia degli Stati Uniti, sanificando l’immagine pubblica dei militari statunitensi: attraverso la rimozione di un personaggio chiave in "Black Hawk Down" (2002) che nella vita reale fu condannato per aver violentato un ragazzo di dodici anni; quando si rifiutò di collaborare al film "Counter Measures" (1998) sulla base del fatto che non voleva ricordare al pubblico della scandalo “Iran-Contra”, o quando rimosse una battuta riguardo il “perdere il Vietnam” nel film di James Bond "Tomorrow Never Dies" (1997) .
Per quanto riguarda gli UFO, gli sforzi del governo nel gestirne la percezione sono molto ben definiti, il primo esempio in materia, il cosiddetto “Incidente di Roswell” nel mese di luglio del 1947 quando la Roswell Army Air Force (RAAF) annunciò frettolosamente alla stampa la “cattura” di un disco volante abattuto nei pressi di un ranch isolato nel deserto del New Mexico. Poche ore dopo, la RAAF cambiò la sua versione dei fatti dicendo che ciò che era stato recuperato, infatti, era un comune pallone meteorologico.
La United States Air Force (USAF) cambiò questa storia di nuovo nel 1995 annunciando che il “pallone meteo” era in realtà un pallone – spia Top Secret ad alta quota.
Questa storia venne poi ufficialmente ri-scritta nel 1997 per tenere conto di una serie di testimonianze oculari che affermano di aver visto corpi non umani nella zona del crash.
I corpi, riferì l’USAF, erano cadaveri umani, manichini, o entrambi.
Non sorprende, quindi, che quando i registi lavorino a film che hanno come tema gli UFO cerchino la collaborazione da parte del Pentagono, la cui risposta è stata sprezzante: negare la cooperazione a tutti i livelli oppure richiedere modifiche allo script che delegittimerebbero lo studio del fenomeno.
Questo processo di de-legittimazione ufficiale può essere fatto risalire alle raccomandazioni fatte nel 1953 dal Comitato Robertson sponsorizzato dalla CIA, un gruppo di eminenti scienziati riuniti dal fisico del governo degli Stati Uniti, Howard Percy Robertson coni il compito di rivedere i files dell’Air Force sugli UFO.
I principali risultati del gruppo furono affermare che gli UFO non erano una minaccia diretta alla sicurezza nazionale. Tuttavia, questo suggerisce che l’Air Force iniziò un’opera di “debunking”, impiegando i migliori talenti tra gli psichiatri, gli astronomi e le celebrità (lo fa anche adesso il CICAP, peccato che non vi sia la creme scientifica dei giorni nostri, ma un gruppo di corrotti), con l’obiettivo di demistificare gli avvistamenti UFO.
La raccomandazione aveva come senso, la convinzione che i sovietici starebbero provando a “mascherare” un’invasione degli Stati Uniti, provocando un’ondata di falsi avvistamenti UFO per confondere il pentagono e le altre agenzie militari:
”che le agenzie di sicurezza nazionale prendano provvedimenti immediati per strappare quel velo speciale e togliere quell’alone di mistero che copre e avvolge, purtroppo, l’argomento Oggetti Volanti Non Identificati.”
Il Robertson Panel e/o Comitato Robertson, dichiarò inoltre che questo dovrebbe “essere realizzato dai mass media come la televisione [e] i film …” facendo specifici riferimenti alla Walt Disney. Non è chiaro in che misura e con quale grado di successo queste raccomandazioni siano state messe in pratica. Tuttavia, anche dopo il 1966 il Robertson Panel esercitò un’influenza dimostrabile oltre che nelle rappresentazioni mediatiche degli UFO, anche nella trasmissione TV della CBS sugli UFO: Friend, Foe, or Fantasy? (1966), un documentario anti-UFO narrato da Walter Cronkite.
In una lettera personale indirizzata all’ex Segretario del Robertson Panel, C. Durant, il membro del Robertson Panel, il Dott. Page Thornton confidò che “contribuì ad organizzare il documentario sulla base delle conclusioni del Robertson Panel” …la stranezza è che la lettera era stata scritta 13 anni dopo che il Robertson Panel venne sciolto e non meno importante, l’organizzazione era in perfetta sintonia con l’esistenza dei dischi volanti.
La mentalità del Robertson Panel (prodotto Cia) fu presente in altre produzioni nel corso del 1950. Notevole è anche il documentario del 1956, Unidentified Flying Objects: The True Story of Flying Saucers, che indusse l’USAF ad elaborare piani di emergenza per contrastare le fuge di informazioni anticipate dal film alla sua uscita.
Il direttore del gruppo di investigazione ufficiale sugli Ufo dell’USAF, cioè il gruppo del Progetto Blue Book, il capitano George T. Gregory, fu incaricato di monitorare non solo i processi di produzione del film, ma la sua accoglienza da parte del pubblico e della critica.
Credendo che il film avrebbe suscitato una “tempesta di polemiche pubbliche,” l’USAF preparò un file speciale che avrebbe falsificato ogni caso analizzato nel film spingendosi a tal punto da avere 3 dei suoi ufficiali “Blue Book” a fornire assistenza tecnica ai registi, “nel tentativo di controllare il contenuto del documentario.”
Un altro caso in questo filone si riferisce ad un episodio della serie TV di Steve Canyon (1958-1959) che sollevò le ire della US Air Force.
Sostenuta dalle sigarette Chesterfield e prodotta agli Universal Studios con la piena collaborazione della USAF, lo show della NBC raccontava le cronache del celebre personaggio dei fumetti di Milton Caniff.
L'episodio a cui l’USAF fa riferimento venne intitolato “Project UFO” e vide il colonnello Steve Canyon indagare su una ondata di avvistamenti di dischi volanti denunciati ad una base locale dell’Air Force. Secondo lo storico dell’aviazione, James H., “questo era un episodio che l’Air Force non apprezzò molto che andasse in onda,” perché l’argomento UFO era una “patata bollente.” Dopo che l’USAF finì di compilare lo script, esso appariva, secondo Farmer, “abbastanza smussato” … rispetto alle precedenti versioni.”
Nell’episodio in onda infatti gli avvistamenti UFO vennero attribuiti ad una combinazione di bufala indotta dall’isteria e – a sostegno dell’originale storia di copertura del caso Roswell dell’USAF – gli oggetti volanti non erano che palloni meteo.
Il produttore John Ellis della Tenuta Milton Caniff (che possiede lo Steve Canyon) spiegò:
ogni singola pagina venne ri-scritta e riscritta e ri-scritta …” David Haft, produttore dello show, si concentrò particolarmente sul ricordo della sua reazione quando l’USAF presentò la prima bozza dello script per l’approvazione ufficiale: “oh oh, oh, oh! No, no, no, no! “haft notò anche che l’USAF aveva difficoltà nel decidere ciò che era accettabile da essere trasmesso.
In una delle prime bozze di “Project UFO,” Steve Canyon parla al suo comandante, il colonnello Jamison, in difesa di un testimone civile UFO: “perché lo chiamano coglione?”, chiede Canyon, “mi sembra, da come si è comportato, che sia un cittadino dalla mente forte e lucida… “ questo dialogo venne rimosso. In altre parti del progetto, Canyon sembra essere entusiasta dei dischi volanti. Ad un certo punto, quando un nuovo rapporto UFO arriva alla base, Canyon, “Si alza in piedi di scatto, si precipita verso la porta” e grida “questo devo vedere!” Prima di uscire frettolosamente. “ Nella scena finale, come originariamente scritto, Canyon viene inquadrato mentre sta leggendo un libro sui dischi volanti”… “questa scena, però non è riuscita ad arrivare alla stesura finale, e, nella versione in onda, l’eccitazione di Canyon, per quanto riguarda gli UFO viene sostituita con lo scetticismo e l’indifferenza.
Un’intera trama riguardante il recupero e l’analisi scientifica di ciò che inizialmente si sospettavano essere i detriti di un disco volante (ma che risultano alla fine non essere nulla del genere) venne rimossa. Il progetto avrebbe incluso, dialoghi del genere: quella cosa (il disco volante) rilascia una pallina di metallo che racchiude un apparecchio elettrico così intricato, così geniale, che nessuno ancora è stato in grado di capirne lo scopo e il metallo, non risponde a nessuno dei test standard.
“Nonostante le rescritture, la USAF preferì che che l’episodio non andasse in onda.
“E ‘rimasto fermo su un vecchio scaffale,” dice Ellis nel suo commento del DVD, “era finito … ma hanno aspettato la fine della serie per mandarlo in onda.”
Infatti, fù solo l’ultimo atto di sfida da parte dei produttori della serie verso la fine del suo ciclo di messa in onda nel 1959 che permise la proiezione integrale dell’episodio.
Anche prima della formazione del Panel Robertson, l’atteggiamento del governo nei confronti delle produzioni televisive e cinematografiche con tema UFO, nel 1950 era ostile, come Lawrence Suid osserva: “la decisione se l’esercito dovesse collaborare con un regista dipendeva non solo dal modo in cui il militare sarebbe stato raffigurato, ma anche se il film differisce dalle posizioni del Dipartimento della Difesa su temi come UFO e forme di vita aliene. ”Tuttavia, le preoccupazioni vennero perlomeno sollevate da un film che non cervaca la cooperazione militare. The Flying Saucer (1950) fu il primo film americano sul fenomeno UFO e il regista, Mikel Conrad, sostenne pubblicamente, mentre il film era in produzione, che sarebbe riuscito a portare negli schermi i filmati genuini di un disco volante vero e proprio.
Nel settembre 1949, Conrad disse all’Ohio Journal Herald: “ho scene che mostrano l’atterraggio del disco volante, il decollo, il volo e alcune acrobazie”.
Poco dopo Conrad fu per due mesi oggetto di indagini ufficiali della Air Force.
I documenti resi pubblici in base al Freedom of Information Act rivelano che un agente dell’Ufficio della Air Force per le indagini speciali è stato spedito, non solo ad interrogare Conrad riguardo le sue affermazioni, ma anche per assistere alla prima proiezione privata del suo film. Non sorprende che la storia di Conrad fu presto “smascherata” come una truffa di elaborato marketing volto a promuovere ciò che fu, in realtà, un film piatto e noioso.
Tuttavia, il caso Conrad è significativo per dimostrare l’alto grado di serietà con cui l’USAF considerò la questione della rappresentazione mediatica del fenomeno UFO.
Sempre nel 1950, l’USAF ha rifiutato la collaborazione con RKO Picture sul film "The Thing from another world" (1951). In un incontro del Pentagono con il produttore del film, Edward Lasker, gli ufficiali USAF hanno spiegato che avevano appena speso mezzo milione di dollari a dimostrazione che i dischi volanti non esistevano e gli chiesesero: “perché dovremmo aiutarla a fare un film sul genere?” Sottolinearono il fatto che “l’Air Force non parteciperà più a qualsiasi attività che potrebbe essere interpretata come una perpetuazione della bufala dei dischi volanti.” Ultimatum alla Terra (1951), che raffigurava l’atterraggio di un disco volante a Washington DC, venne ugualmente respinto dall’USAF, anche se alla fine il Pentagono fornì assistenza limitata attraverso la Guardia Nazionale, perché, dissero, nel caso di un’invasione aliena, le forze armate avrebbero dovuto veramente difendere la nazione.
In altre parole, anche se ci furono chiari tentativi atti a prevenire la diffusione della mitologia UFO durante gli anni 50, vi fu almeno una certa flessibilità nei criteri di costruzione degli script, da parte del Pentagono sulle tematiche ufologiche.
Nel 1969, gli Stati Uniti chiusero il Progetto Blue Book,questo studio sistematico sugli UFO, concluse che questi avvistamenti non rappresentavano una minaccia per la sicurezza nazionale non vi era stata nessuna scoperta tecnologica o di principi che andassero al di la della moderna conoscenza scientifica.
Eppure il modello mediatico di cooperazione e manipolazione con le forze militari, per la modifica del “copione” è rimasto generalmente in vita fino al 1970 e anche oltre.
Nel 1976, molti enti del governo hanno rifiutato di cooperare nel film Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (1977), il classico kolossal in cui ci si immagina il contatto con gli alieni. Il maggiore Sidney Shaw della Guardia Nazionale di Washington scrisse alla Columbia Pictures: “Abbiamo esaminato lo script e credo che sarebbe inopportuno per l’Air Force o per la National Guard Bureau sostenerne la produzione.
Nel 1969 l’USAF ha completato uno studio che concluse che non vi erano prove sull’esistenza degli UFO. Il film proposto lascia la netta impressione che gli UFO, esistano. Coinvolge anche il governo e i militari immischiati in una enorme operazione di cover up sull’esistenza degli UFO. Questi due punti sono contro l’Air Force e il Department of Defense policy il che rende la produzione abbastanza inadeguata.“
La NASA respinse anche la possibilità di collaborare con “Incontri ravvicinati”, anche se l’agenzia spaziale era nota per essere “più flessibile, a volte fino al punto di rottura” – rifacendosi alle parole di Suid – oltre la sua volontà a collaborare con film che la avrebbero fatta apparire in cattiva luce, tra produzioni come “Abbandonati nello spazio” (1969) e il film cospirativo della Nasa Capricorn One (1977).
Suid, tuttavia, nella sua analisi di questo caso, trascura di dire che non solo la NASA rifiutò la collaborazione con Spielberg, ma che l’agenzia spaziale cercò attivamente di convincere il regista a non fare il film. In un’intervista del 1978 per la rivista Cinema Papers Spielberg dichiarò: “Ho davvero trovato la mia fede (riposta negli UFO) quando sentii che il governo si oppose al film. Se la NASA ebbe il tempo di scrivermi una lettera di 20 pagine, allora capii che doveva essere successo qualcosa.
Avrei voluto cooperare con loro, ma quando lessero la sceneggiatura si arrabbiarono molto e fu lì che sentii che il film sarebbe stato pericoloso.
Penso che scrissero la lettera soprattutto perché Jaws convinse così tante persone in tutto il mondo che ci fossero gli squali nelle toilette e nelle vasche da bagno, non solo negli oceani e nei fiumi. Avevano paura che lo stesso tipo di epidemia si sarebbe manifestata con il fenomeno UFO. “UN’ERA DI GRANDE FLESSIBILITA’ Tuttavia, dal 1980 fu possibile, citare gli ufo in un film senza per questo avere il fiato sul collo del DoD, a partire dal film di fantasia per bambini "Invaders from Mars" (1986), a cui fu concessa la piena cooperazione del Dipartimento della Difesa. Tale cooperazione, tuttavia, era basata sul fatto che il film non traeva affatto ispirazione dalla tradizionale mitologia ufo dei mainstream media, il tradizionale “disco volante” non fu il tema portante bensì fu relegato a poche apparizioni e anche perché il film presentava immagini positive dei militari.
Il maggiore Fred Peck dell’LA Public Affairs Office e il suo vice, il maresciallo capo Chas Henry, aiutarono il regista Tobe Hooper a visualizzare come i marines avrebbero potuto effettivamente reagire in caso di invasione. Peck commento che i “Marines non esitarono a uccidere i Marziani”. aiutarono anche Hooper ad identificare i riservisti della marina che sarebbero andati a costituire l’unità cinematografica delle teste di cuoio reclutando anche un ex agente degli affari pubblici, il capitano Dale Dye, per preparare gli extras.
In un ritorno alle sue vecchie abitudini, a metà degli anni 1990, il Pentagono negò la cooperazione ad "Independence Day" (1996) anche se le raffigurazioni degli UFO non erano le uniche preoccupazione per questo film. Infatti, Tom McCollum del Army Public Affairs Office di Los Angeles ha apportato un lungo elenco di modifiche, per lo più abbastanza tecniche 62. E' da notare, che nel suo elenco delle modifiche si consigliava di eliminare qualsiasi connessione all’area 51 e a Roswell. Il Maggiore Nancy LaLuntas dell’US Marines’ Los Angeles Public Affairs Office ha dichiarato esplicitamente che il Pentagono non avrebbe sostenuto un film che perpetua il “mito” di Roswell e ha aggiunto che “il Dipartimento della Difesa non può nascondere informazioni al Presidente (leggi la custodia gli alieni e dei tanto acclamati dischi volanti).“
In contrasto con la disapprovazione avvenuta per Independence Day, il Dipartimento della Difesa non ebbe remore a collaborare con il remake di Steven Spielberg del film “La guerra dei mondi” (2005). Come avvenne con Invaders from Mars, però, il film di Spielberg non trasse in alcun modo riferimenti, facilmente identificabili, dalla moderna mitologia UFO, in quanto non vi era presente nessuna cospirazione governativa atta a nascondere l’esistenza degli Ufo, nessun riferimento alla terminologia UFO (come “Area 51″) o riferimenti agli storici eventi correlati al fenomeno UFO (come Roswell), l’unica fonte di materiale erano i racconti di HG Wells. Così, mentre La guerra dei mondi proiettava al pubblico una vivida e veritiera immagine di ciò che potrebbe essere una invasione aliena post 11 settembre, fu cruciale per il Pentagono mostrare la professionalità delle sue forze in un caso del genere e la potenza di fuoco con cui i militari avrebbero tentato di respingere l’invasione.
Anche il DoD ha ritenuto opportuno dare ampio supporto a Spielberg per la sua produzione del 2007, Transformers, nonostante la trama del film tratti obliquamente dalla mitologia UFO. L’USAF rifornì il regista Michael Bay con miliardi di dollari di apparecchiature per essere utilizzate nel film, tra cui l’F-117 Nighthawk e il caccia F-22 Raptor.
Il DoD ha visto Transformers come l’occasione ideale per rafforzare l’immagine delle forze armate statunitensi, ottenibile facendo pesare il notevole potere contrattuale durante la produzione del film. In questo modo, i militari sullo schermo vengono ritratti forzatamente come istituzione fermamente eroica e giusta, rendendo il film “un grande strumento di reclutamento”, secondo il dipendente del Pentagono Sgt.. Mike Gasparetto.
Come nella guerra dei mondi, tuttavia, nonostante parli di alieni, Transformers non avrebbe sicuramente creato una ondata di avvistamenti, di per sé, perchè i protagonisti sono solo robot giganti trasformabili. Il coinvolgimento del Dipartimento della Difesa nel film è stato anche in particolare un’operazione di ripulimento della propria immagine rispetto alla sua travagliata storia con il fenomeno UFO. In una scena, ad esempio, il Pentagono è assolto dalle complicità in ciò che scopriamo essere una cover up decennale del governo sugli avvistamenti ufo. La colpa del complotto viene data al “Sector 7″, una “divisione di accesso speciale del governo”, che ha nascosto la sua ricerca aliena “Top Secret” dal 1934 all’interno di “Progetti Speciali d’Accesso.” Fondamentalmente, il cover-up venne condotto senza la conoscenza o il consenso del segretario della Difesa (interpretato da Jon Voigt), che si indignò quando la verità venne lui finalmente rivelata: “e non pensi che potrebbere essere necessario avvisare le forze militari degli Stati Uniti che tenere un robot alieno ostile congelato in cantina?“
UN’AGENDA SCONOSCIUTA
Anomali all’interno del modello finora stabilito dalle ostilità del governo verso la mitizazzione degli UFO nei film e negli show televisivi sono forse due casi importanti in cui agenzie statali diverse hanno scelto di collaborare su delle produzioni in cui vennero raffigurati gli UFO come non solo un fenomeno reale, ma nettamente extraterrestre.
Nel 1979, il premio Oscar, animatore dei cartoni della Disney, Ward Kimball affermò che nel 1950 l’USAF si avvicinò allo stesso Walt Disney per chiedere la sua cooperazione in un documentario che avrebbe aiutato ad acclimatare il pubblico alla realtà extraterrestre, venne abbandonato non apenna l’USAF rinnegò la sua offerta di fornire filmati “reali” di UFO.
Un sostegno indiretto per rivendicare Kimball è stato offerto nel 1997 da Philip Corso, un tenente colonnello in pensione ed ex capo di tecnologia esotica del Pentagono.
Corso affermò che la produzione del film sui dischi volanti fù segretamente incoraggiata dai gruppi di studio UFO guidati dal governo nel 1950 per far acclimatare il pubblico al fenomeno uso e contemporaneamente manipolandone la percezione del fenomeno, fece riferimento a questa presunta strategia come: “camouflage through limited disclosure” Tuttavia, le testimonianze di Kimball e Corso sono proprio questo: testimonianze e non sono supportate da prove documentate e fisiche. Tuttavia, altri casi in questo senso sono un po’ più consistenti. Per il campione d’incassi deò 1982, ET l’Extraterrestre, per esempio, è noto che i produttori Kathleen Kennedy e il regista Steven Spielberg fecero un brainstorm con gli scienziati della NASA sulla probabile data di arrivo ufficiale degli alieni.
Questa collaborazione modellò intere sezioni del film, compresa la scena di quando il personale della NASA entra in una casa di periferia in cerca di ET. I produttori hanno anche chiesto alla NASA che tipo di pianeta ET potrebbe chiamare casa.
Se ne sono usciti con un “piccolo pianeta verde” popolato da “piccoli funghi agricoltori”, dice Kennedy. La biologia di ET riflette questo scenario – il piccolo alieno “era più vicino ad una pianta che ad un essere umano biologico,” disse Kennedy.
La cooperazione in questo caso è stata probabilmente offerta grazie al fatto che nel film la rappresentazione della NASA è stata generalmente favorevole – la professionalità e l’umanità del personale dell’agenzia spaziale brillava anche di fronte ad una minaccia extraterrestre – e perché la storia non era tanto incentrata sul fenomeno UFO quanto sull’amicizia fantastica tra un ragazzo e un alieno.
Ci fu la più completa cooperazione da parte del Dipartimento della Difesa nella produzione di un film particolarmente insolito – il documentario UFO: "Past, Present and Future" (1974), che considerò il fenomeno sotto una luce molto più seria.
Al regista del film, Robert Emenegger, venne dato un accesso senza precedenti alle strutture del Dipartimento della Difesa, compreso la Holloman Air Force Base e lo stesso Pentagono. “Il segretario dell’Air Force [Seamans Robert] diede l’ordine di cooperare”, spiegò il regista, a cui fu concessa la possibilità di trascorrere un periodo in mezzo agli alti ufficiali militari, apparentemente ben disposti verso le questioni connesse agli UFO, tra essi spiccava il colonnello William Coleman, un ex portavoce del Progetto Blue Book e il colonnello George Weinbrenner, allora capo della sezione delle tecnologie esotiche alla Wright Patterson Air Force Base. Nel film venne inclusa una ricostruzione dettagliata di ciò che Emenegger rivendica essere un atterraggio extraterrestre vero e proprio avvenuto presso la Holloman Air Force Base in 1971, descritto a suo dire dalla USAF stessa, completa di rendering artistico dei presunti alieni. L’USAF fornì a Emenegger anche un filmato di pochi secondi che mostrava quello che sembrava essere un insolito oggetto luminoso che scendeva lentamente e verticalmente sopra la base. Questi fotogrammi, sostiene Emenegger, sono stati presi dal “vero” filmato dell’atterraggio alieno e vi è l’autorizzazione a mostrarli nel documentario, e, in linea con le raccomandazioni della USAF, presentò l’episodio come “un fatto che potrebbe accadere in futuro – o forse che è già accaduto.”
Emenegger affermò di essere stato avvicinato dall’USAF per avviare questo progetto, che sarebbe stato in linea con il suo interesse per la propaganda, con la sua esperienza di vice presidente della Grey Advertising, e del suo coinvolgimento personale nella campagna per la rielezione di Nixon (CREEP) . Il film ricevette il sostegno dell’Esercito, della Marina e della NASA. Con la produzione di quest’ultimo film con fotografie inedite di quello che sembravano essere Ufo ripresi nello spazio dagli astronauti della Gemini e’ difficile dare una spiegazione alle azioni del DoD in questo caso, non sono affatto un test di reazione per il pubblico o un tentativo da parte del Pentagono di essere più aperti riguardo il monitoraggio continuo del fenomeno.
Il governo ha inoltre apparentemente fornito assistenza a Disney nel film del 2009 "Race To Witch Mountain", nonostante la trama del film tragga ampiamente dalla mitologia UFO (con riferimenti sia all’area 51 che a Roswell) e nonostante presenti un governo che cospira in un operazione di cover up sugli UFO. Lavorando entro i vincoli della precedente incarnazione narrativa del film, "Escape to Witch Mountain" (1975), il regista Andy Fickman – un reo confesso appassionato di UFO – ha l’orgoglio di infondere al suo rifacimento il maggior numero di elementi tratti direttamente dalla letteratura UFO.
Quando Fickman ricevette lo script da Disney lo considerò qualcosa “più di una commedia”, ma il regista sentì che il materiale doveva essere trattato seriamente e volle fare utilizzo di eventi, dibattiti e della terminologia derivanti dal campo della ricerca sugli UFO: “Sono disposto a fare questo film “, ha detto Fickman alla Disney, “ma voglio mettere più carne al fuoco possibile.” Anche se la stragrande maggioranza dei contenuti ufologici del film sono venuti da Fickman, almeno una parte di esso fu il risultato del volere della CIA.
In una produzione altamente insolita Fickman sostiene di essere stato a stretto contatto e assistito da un dipendente attivo della CIA i cui “consigli” si estesero addirittura nel progettare la scrittura aliena vista nell’UFO durante la scena culminante del film.
Fickman non è dispostao a rivelare il nome di questo consigliere, ma sostiene che è un colonnello dell’aeronautica con un background nel Technical Intelligence, che era stato “molto attivo ad Hollywood” e “aveva un sacco di connessioni nel mondo dei computer e aveva [esperienza] nei satelliti che scattano immagini nello spazio.“
Il consigliere raccomandò inoltre che alcuni contenuti correlati agli UFO fossero rimossi dallo script: “c’erano cose di cui ci siamo sbarazzati nello script per mantenere la logica e il protocollo nel film”, ha detto Fickman, anche se non approfondì la natura dei cambiamenti fatti al copione. Fickman sostenne inoltre che fu lui concessa una visita al NORAD impianto situato presso le Cheyenne Mountain (avete presente Stargate? Lì!), nel 2008, dove – accompagnato dal suo consulente della CIA – trascorse 12 ore a fotografare e a parlare con gli ufficiali militari in servizio, compresi i capi del NORAD.
“Volevamo che il nostro Witch Mountain somigliasse a il più possibile alle Cheyenne Mountain e al NORAD il più possibile,” disse, aggiungendo: “Abbiamo scattato un migliaio di foto poi ci lasciarono nel deserto, da quel momento a 300 persone della produzione fu concesso il diritto di copiare le informazioni raccolte all’interno della base [per la progettazione della produzione].“ La CIA, da parte sua, sostiene di non aver avuto alcun coinvolgimento nella produzione di Race to Witch Mountain. In una e-mail all’autore, Paula Weiss, portavoce per i Media presso l’Ufficio degli Affari Pubblici della CIA, dichiarò: “da quanto ne sappiamo dall’ufficio relazioni con i media, non abbiamo fornito alcun supporto tecnico o altro a questa produzione.” Fickman rimase perplesso dalla negazione della CIA. Interrogato dal regista o meno, l’uomo della CIA avrebbe potuto essere un ufficiale ritirato che agì a titolo privato (come nel caso di un certo numero di ex-agenti della CIA a Hollywood, tra cui Robert Baer, Milton Reardon e Chase Brandon).
La riposta del regista alla lettera fu: “non ci sarebbe stato modo di avere ciò che abbiamo avuto, se non fosse stato per un dipendente attivo della CIA …” infatti, per tutta la visita al NORAD, Fickman afferma di aver fatto affidamento su l’influenza esercitata dal suo uomo della CIA : “Nulla accadeva al NORAD senza che lui tirasse fuori il suo distintivo e facesse i suoi giri di telefonate.” Fickman crede che ciò sia dovuto in gran parte al fatto che i suoi consiglieri militari e di intelligence sono stati garantiti “attraverso canali non convenzionali” e che alla sua produzione venne concesso l’accesso straordinario al funzionamento interno degli apparati di sicurezza nazionale, insiste sul fatto che non vi sia alcuna agenda segreta dietro l’insolita generosità del governo degli Stati Uniti, a questo proposito: “Tutto d’un tratto sono stato in posti a cui non credo sarei arrivato tramite i canali tradizionali. Non penso ci fosse qualcosa di anormale in quello che stavano facendo, si facevano telefonate e le porte prima chiuse, si aprivano.“
CONCLUSIONE
Il governo USA ha compiuto sforzi concertati nel corso degli anni per gestire la percezione del fenomeno Ufo attraverso l’ausilio dei media tentando simultaneamente di ripulire la propria immagine pubblica in relazione al fenomeno. Se, però, come il governo insiste, gli UFO sono sostanzialmente inesistenti, perché vi è tanta preoccupazione?
Nel 1961, un rapporto della NASA, commissionato dal Brookings Institute, “Proposed Studies on the Implications of Peaceful Space Activities for Human Affairs”, avvertì che un annuncio ufficiale che confermi l’esistenza di esseri intelligenti extraterrestri potrebbe avere conseguenze disastrose per la civiltà umana: ”I File antropologici contengono molti esempi di società sicure del loro posto nell’universo, che si sono disintegrate quando dovettero associarsi con società precedentemente sconosciute sposando idee diverse e modi di vita diversi, coloro che sono sopravvissuti ad una esperienza del genere di solito lo hanno fatto pagando il prezzo del cambiamento nei valori, negli atteggiamenti e nei comportamenti.“
Il rapporto informa anche sul fatto che il governo chiede: “Come potrebbero tali informazioni, e in quali circostanze, essere presentate o nascoste al pubblico e a quale scopo”.
Tuttavia, anche se il rapporto della Brookings punta sulle preoccupazioni espresse dalle organizzazioni potenti sulle implicazioni potenzialmente pericolose del fenomeno UFO e sulla necessità di controllare la percezione circa le possibilità di vita aliena, di certo non costituisce una prova di una cover up sugli UFO. Una cover up governativa degli Stati Uniti, è però, esattamente ciò che viene affermato nel 1999 in un rapporto di novanta pagine contenente i risultati di uno studio indipendente per l’Higher Studies for National Defence – un thin-thank militare francese. Il white paper, ora comunemente indicato come Il Rapporto COMETA, fu compilato da un gruppo di tredici generali in pensione, ammiragli e scienziati del governo (compreso il generale Bernard Norlain, l’ex capo della Forza aerea tattica francese, e Andre Lebeau, l’ex capo della CNES [l'equivalente francese della NASA]) in cui veniva documentata l’esistenza di oggetti volanti non identificati e le loro implicazioni per la sicurezza nazionale. Le copie del rapporto vennero ricevute dal presidente Jacques Chirac e dal primo ministro Lionel Jospin. La relazione conclude che per la piccola percentuale di avvistamenti UFO, che dopo un’indagine e un’analisi esaustiva non può essere attribuita ad alcuna tecnologia conosciuta, l’ipotesi extraterrestre era valida.
La relazione afferma che alcuni UFO rappresentano “macchine completamente sconosciute in grado di volare con prestazioni eccezionali e che sono guidate da un’intelligenza naturale o artificiale” si rileva che, sebbene l’ipotesi extraterrestre “non è stata dimostrata categoricamente … esistono forti prove a suo sostegno.” Il rapporto passa poi a considerare in dettaglio le probabili conseguenze di un’apertura politica, scientifica e religiosa con gli extraterrestri. Per quanto riguarda la ricerca storica del governo USA sugli UFO, il rapporto afferma: ”E ‘chiaro che il Pentagono ha avuto, e probabilmente ha ancora, l’interesse nel nascondere, nel miglior modo possibile, tutte queste ricerche, che possono, nel tempo, garantire agli Stati Uniti una posizione di grande supremazia su i suoi avversari terrestri e allo stesso tempo dando una notevole capacità di risposta contro una possibile minaccia proveniente dallo spazio. In questo contesto, è impossibile per loro divulgare le fonti di questa ricerca e gli obiettivi perseguiti, perché questo potrebbe immediatamente aprire comodamente la strada ad un avversario. La Cover-up e la disinformazione (sia attiva che passiva) rimangono ancora, sotto questa ipotesi, una necessità assoluta.
E’ per questo che risulta così naturale alle menti dei capi militari statunitensi, il segreto deve essere mantenuto il più a lungo possibile.“ La segretezza del governo americano riguardo la tematica UFO derivante dalla Guerra Fredda è ormai una questione di dominio pubblico; tuttavia la segretezza sull’argomento non rappresenta propriamente un cover up – l’insabbiamento sarebbe difficile da provare se non impossibile, anche se numerose persone influenti hanno più volte indicato negli anni che una cover-up era in atto e lo potrebbe essere anche adesso. Tra questi individui vi sono: l’ex direttore della CIA Roscoe Hillenkoetter; l’ex assistente speciale al vice direttore della CIA Richard Helms, Victor Marchetti, il senatore Barry Goldwater, l’astronauta della gemini Gordon Cooper, il finanziere miliardario Lawrence Rockfeller, l’astronauta dell’Apollo Edgar Mitchell ; l’ex vice primo ministro del Canada, Paul Hellyer, e l’ex governatore dell’Arizona, Fife Symington. John Podestà – il capo della squadra di transizione della Casa Bianca del presidente Obama, ex capo di Stato Maggiore del presidente Clinton – ha anche fortemente accennato a una cover up UFO.
Parlando al National Press Club di Washington DC nel 2002, Podestà ha dichiarato: ”Credo sia il momento di esaminare le questioni che sono state nascoste dal governo sugli UFO.
E ‘ora di scoprire qual’è realmente la verità su cosa c’è la fuori. Dobbiamo farlo, davvero, perché è giusto, dobbiamo farlo perché il popolo americano è francamente in grado di gestire la verità.“ Da quando il fenomeno dei dischi volanti è entrato nella coscienza popolare, nel 1947, l’esercito statunitense ha sostenuto che gli UFO non sono né segni di alieni provenienti dallo spazio né alcun altro fenomeno che punta di provare l’esistenza di un progetto governativo segreto. Per questo, numerosi registi che utilizzano questi temi hanno tentato di assicurarsi la collaborazione del Dipartimento della Difesa o di un aiuto più ampio ma sono stati inesorabilmente respinte adducendo la motivazione che andassero contro l’idea ufficiale sugli UFO, inoltre, e per gli stessi motivi, il Pentagono ha attivamente scoraggiato – anche censurato – alcuni prodotti multimediali con tema gli UFO.
Eppure, a volte, e specialmente dal 1980, il Pentagono si è mostrato disposto a collaborare su diverse produzioni: a quelle che minimizzavano i collegamenti ad un governo malvagio e che esaltavano le truppe militari. Allo stesso tempo, il governo è stato prudente nell’associandosi con qualsiasi film che promuove la realtà UFO nel contesto dell’ipotesi extraterrestre, con due eccezioni ufficialmente riconosciute – ET di Spielberg e il documentario sugli UFO: Passato, Presente e Futuro, oltre che con una eccezione non ufficiale, Race to Witch Mountain. Il coinvolgimento ufficiale in E.T. può essere spiegato con il fatto che ha fatto gli interessi dei potenti – dipingendo gli scienziati della NASA come uomini efficienti e compassionevoli – non era in contrasto con la politica governativa ufficiale sugli UFO, in quanto il film non ha attinto dalla mitologia ufo e non è quest’ultimo il tema portante. Tuttavia, per i motivi precedentemente delineati, il coinvolgimento da parte di varie agenzie governative in queste ultime due produzioni è difficile da razionalizzare da una prospettiva esterna. Niente di tutto questo suggerisce che il personale governativo che lavora giorno per giorno con Hollywood abbia conoscenze particolari o ordini diretti su come rappresentare gli UFO, anzi, può essere semplicemente che il governo di Hollywood / Washington lavori per evitare di associare il Pentagono con il fenomeno UFO per la stessa ragione per cui molte persone in altre sfere di influenza evitano l’argomento: e cioè, il già citato “tabù UFO” Eppure, il modello di gestione della percezione del governo americano in materia di UFO è poco conosciuto e ricercato. Nel complesso, questo modello indica che per oltre sei decenni le istituzioni della sicurezza nazionale, o per lo meno potenti fazioni all’interno di esse – a differenza del loro pubblico disinteresse sugli UFO – hanno attentamente osservato e alterato rappresentazioni televisive e cinematografiche del fenomeno, in linea con i più ampi obiettivi governativi nel tentativo di evitare che gli UFO ottengano una maggiore legittimità o valore politico.