❖ Extremamente/ Tra UFO e misteri nasce il blog di Sabrina Pieragostini
«Uno spazio tutto mio dove posso trattare liberamente di avvistamenti UFO o di criptozoologia, di teorie archeologiche alternative o di fenomeni Esp.
Con l’occhio curioso di chi non vuole credere a tutti i costi, ma semplicemente provare a capire». È con questo intento che nasce il blog http://www.extremamente.it/, ideato e curato dalla nota
giornalista e conduttrice televisiva Sabrina Pieragostini.
Gli occhi di gatto più belli di Italia 1 sono stati infatti “catturati” dal mistero: «da anni , ormai, affronto questi temi per lavoro, all’interno del tg e negli speciali che Studio Aperto ha
curato insieme alla trasmissione di Italia 1 “ Mistero”. Da ultimo, poi, ho ideato e curato una rubrica che va in onda il martedì sera all’interno del nostro nuovo programma Tabloid.
E nel corso del tempo mi sono resa conto sia dell’interesse che questi argomenti suscitano negli spettatori, sia dell’impossibilità di approfondirli come dovuto.
Ecco perché è nata l’idea del blog».
Chi scrive si occupa professionalmente di esoterismo e ufologia da una decina di anni. Anch’io ho lavorato per anni in tv e conoscere finalmente una collega che non nasconde il suo interesse per
il “paranormale” e anzi ne fa una marcia in più nella sua professione è stato un vero piacere: perchè Sabrina si è avvicinata a queste tematiche in punta di piedi, con lo scetticismo di chi a
priori non crede ma con il rispetto e l’apertura mentale di chi non nega l’assurdo e una volta incamminatosi lungo il sentiero del paranormale rimane affascinato e desideroso di capire. Di
comprendere dove la logica occidentale si ferma.
Di conoscere ciò che normalmente è bollato come inconoscibile.
Sabrina ammette infatti di aver letto per i libri di Graham Hancock e di Zecharia Sitchin con scetticismo, credendo di trovarsi tra le mani le opere di ciarlatani. E invece no.
Ha avuto il coraggio di ammettere che poi quelle pagine non erano poi così assurde come la maggior parte dell’opinione pubblica crede, o meglio, è costretta a credere.
Costretta perchè rivedere l’intera storia dell’umanità sarebbe troppo sconvolgente e troppo doloroso per chiunque, soprattutto per gli accademici che ci insegnano fin di piccoli non com’è il mondo ma come dev’essere. Ma le anomalie della storiografia ufficiale e della scienza accademica sono sotto gli occhi di tutti, solo che non siamo stati abituati a coglierle e soprattutto a indagarle. Non siamo ancora in grado di spiegare come sono state costruite le piramide, com’è possibile l’esistenza di un templio come Gobekli Tepe risalente a 12 mila anni fa, o che cosa realmente realizza i crop circles e perchè.
Ma ci hanno insegnato con piglio granitico che la storia dell’umanità è lineare, che non esistono corsi e ricorsi storici come Giambattista Vico aveva ipotizzato, che il tempo è altrettanto lineare, non circolare, sebbene un filosofo come Henry Bergson abbia tentato di rivoluzionare lo stesso concetto di tempo. Ci insegnano che la nostra dimensione è unica, quasi piatta! Che non esistono universi paralleli o piani d’esistenza come la fisica quantistica sta invece riscoprendo e la filosofia ha da millenni teorizzato.
Che l’anima è un concetto astratto sebbene la metafisica si interroghi a proposito da milleni. Che non ci sono state altre civiltà prima del Diluvio biblico e che i Giganti non hanno mai camminato sulla terra insieme all’uomo.
E poi ci sono i temi tabù: UFO, alieni, abductions, paleostronautica, fenomeni paranormali, telecinesi, telepatia, premonizioni, criptozoologia, etc. Chiunque si avvicini scientificamente a
questi temi viene automanticamente bollato, screditato, spazzato via.
Si è salvato solo Carl Gustav Jung, che al tema dei “dischi volanti” ha dedicato le stesse forze che ha rivolto allo studio dell’alchimia, della psicoanalisi o dell’inconscio collettivo.
Ma anche su di lui aleggia l’ombra dell’eretico, del satanismo…
È toccato a un uomo di scienza, lo psichiatra John Mack, finire deriso, screditato e senza cattedra per essersi occupato scientificamente del tema delle abductions: Mack è considerato un martire
– nel senso di testimone – dell’ufologia, ma se chiedete a un suo “esimio” collega contemporaneo chi era, si domanderà come un Don Abbondio qualunque, “Mack, chi era costui?”.
Sul fine della vita e della professione è “lecito” intrattenersi con i temi e i libri “proibiti”, ma guai farne il caposaldo, la missione della propria esistenza.
Si può concedere a un Mircea Eliade, massimo storico delle religoni, introdurre nella cittadella del sapere accademico dei cavalli di Troia assimilando teorie esoteriche alla scienza della
religione, si può concedere a uno Jung di occuparsi di alchimia o ufologia, anche se in forma di “proiezioni” archetipali.
E poi, a sorpresa, ci sono dei professionisti come Sabrina Pieragostini che non si preoccupano della reazione e dei sorrisi dei colleghi e che proprio per il senso critico che la muove nelle sue
ricerche – “con l’occhio curioso di chi non vuole credere a tutti i costi” – ha intrapreso da poco un cammino sulla strada del mistero: “interessarsi di UFO e Alieni per molti miei colleghi –
spiega Sabrina – significa parlare di “fuffa”, insomma, di argomenti senza importanza, se non addirittura stupidi. Per fortuna, negli anni mi sono guadagnata sul campo il rispetto e la stima di
chi mi lavora accanto.
E così anche i colleghi che non condividono il mio interesse, al massimo mi lanciano ogni tanto qualche battuta spiritosa, niente di più. Ma poi si rivolgono a me, quando spunta qualche video
strano, per sapere se sia vero o solo una bufala…».
Un modo anche per misurare l’interesse dell’opinione pubblica che, con l’aumento di trasmissioni che finalmente non si tirano indietro di fronte a temi scottanti, mostrano sinceramente il proprio
interesse: «l’attenzione dei media è aumentata considerevolmente, sicuramente per seguire il crescente interesse del pubblico. Un pubblico sempre più colto, preparato, che cerca risposte. E
sempre più persone, testimoni di fenomeni che giudicano inspiegabili, trovano il coraggio di farsi avanti e di raccontare».
Così, curando la rubrica dedicata al mistero all’interno di Tabloid, Sabrina ha avuto modo di conoscere e intervistare uno dei pilastri dell’ufologia e tra i fondatori – con Peter Kolosimo –
della paleoastronautica, ovvero la teoria degli antichi astronauti, Erik Von Daeniken.
Un’esperienza unica con un ricercatore “eccezionale” che ha venduto milioni di copie dei suoi libri che teorizzano non solo un contatto tra la specie umana e gli extraterrestri, ma si spinge – come Sitchin – fino a teorizzare una manipolazione genetica del DNA delle scimmie da parte aliena al fine di creare uomini intelligenti “a somiglianza degli dei”, come cita la Bibbia parlando appunto di elohim, plurale di Dio. Sabrina ci racconta così l’incontro con il ricercatore svizzero: «Nel blog ho riportato praticamente alla lettera la lunga intervista che mi ha concesso nel suo studio di Lucerna – una chiacchierata appassionante riprodotta in 5 dettagliati articoli. Abbiamo parlato per oltre 40 minuti, ininterrottamente e ho avuto l’impressione che Von Daeniken avrebbe potuto continuare a spiegare le sue teorie per ore e ore senza fermarsi mai. Crede davvero in ciò che scrive.
Si sente in qualche modo depositario di una conoscenza fondamentale da condividere con la maggior parte degli esseri umani. Quasi se fosse una missione per lui.
Mi ha persino autorizzato ad usare – a mio piacimento – il suo materiale fotografico, raccolto in decine di anni di studi in giro per il mondo. “L’importante è che la gente sappia, mi interessa
solo questo”- mi ha detto. Notevole, no?».
D’altronde lo studio degli UFO e degli ooparts è diventato negli ultimi anni una delle dottrine più affascinante al grande pubblico: il successo delle opere del sumerologo Zecharia Sitchin ne è
un chiaro esempio. Lo studio della abductions, purtroppo, è solo agli inizi e spaventa la gente comune quanto confonde i ricercatori che passano più il tempo a litigare che a unire le
forze…
Ma qual’è il “mistero” che attrae di più Sabrina? «Senza dubbio, quello dell’Aldilà e della vita dopo la morte… E’ un argomento che finora ho affrontato in modo superficiale, vorrei invece poter
avere il tempo per studiarlo meglio, intervistando chi ha vissuto esperienze di pre-morte e di post-mortem. Mi piacerebbe poi parlare con gli operatori sanitari, medici e infermieri che lavorano
in rianimazione. Credo che ne uscirebbe un grande reportage.
E di sicuro interesse. Gli alieni possiamo anche illuderci che non esistano, ma la morte, quella no. C’è, per tutti».
Protagonisti della pellicola sono il cover up sugli alieni e un piccolo omino (forse) venuto dallo spazio. Arriverà tra pochi giorni sugli schermi americani, in pochi cinema selezionati, dopo la
prima ufficiale fissata per il 22 aprile ad Hollywood.
Il film in questione non è recitato da star internazionali, non gareggerà per il premio Oscar, ma probabilmente farà molto rumore. Perché i protagonisti della pellicola sono il cover up sugli Ufo
e un piccolo omino (forse) venuto dallo spazio.
Il genere, nonostante le premesse, non è fantascienza. Sirius è un documentario che sostiene di raccontare fatti reali, non fiction. Nasce dall'idea e dalla sceneggiatura di Steven Greer, un ex
medico di pronto soccorso che nel 1993 ha fondato il Disclosure Project , con l'obiettivo di indurre il governo degli Stati Uniti a rivelare tutte le informazioni in suo possesso sulla questione
aliena- informazioni che ufficialmente le autorità hanno sempre smentito di possedere.
Il Dottor Greer non ci ha mai creduto, anzi, è convinto che le lobby di potere abbiano tratto dati molto utili dalla tecnologia extraterrestre portata sul nostro pianeta dai visitatori spaziali.
È proprio questo il fulcro del documentario. "Questa è davvero la più grande storia mai raccontata- spiega nel comunicato stampa- una volta che la gente avrà capito che i progetti classificati
dell'esercito hanno scoperto come volano gli Ufo, tutti sapranno che non abbiamo più bisogno di petrolio, carbone ed energia nucleare. Questa è la verità celata sotto la coltre del
segreto.
"La tesi sostenuta nel film è proprio questa: se finora i Governi hanno nascosto l'esistenza di forme di vita aliene, già qui, in mezzo a noi, non è stato per proteggere l'umanità, ma solo
i loro interessi- economici, essenzialmente. Al contrario, la "disclosure" (cioè la rivelazione di queste verità mai dette) potrebbe diffondere a livello globale una tecnologia altamente avanzata
in grado di garantire- a tutti- energia pulita. La stessa usata dagli E.T. per compiere i loro viaggi interstellari...Sono decine i testimoni e gli esperti interpellati, inclusi esponenti del
mondo governativo e militari, e molti i filmati, alcuni dei quali mai mostrati in pubblico. Ma di certo a fare più scalpore sarà la presentazione del corpo del cosiddetto "Alieno di Atacama",
così chiamato dal deserto cileno nel quale venne ritrovato alcuni anni fa - si dice, dopo un crash. Quell'esserino, alto circa 12 centimetri, è stato sottoposto ad esami approfonditi e nel
documentario ne verranno svelati i risultati.Finora sono trapelate sono poche immagini del presunto alieno dall'aspetto umanoide.
Testa allungata, braccia e gambe magrissime, corpo scheletrico apparentemente mummificato: sembra un classico "grigio", ma dalle dimensioni estremamente ridotte. Insomma, in miniatura. Un'altra foto già in rete mostra invece come appare il corpo ai raggi X: cranio, spina dorsale, costole, articolazioni... Tutto come in un essere umano.
Ma questo, dice Steven Greer, non lo è.Già nelle scorse settimane, il ricercatore aveva negato che quella piccola entità biologica potesse essere un feto: le ossa sono troppo ricche di calcio per appartenere ad un bimbo abortito e la loro struttura differisce dalla nostra.
La Tac avrebbe invece ricostruito un'immagine tridimensionale degli organi interni: ci sono polmoni e cuore, perfettamente formati. È simile a noi, ma non è uno di noi, ha detto.
La prova regina, quella del DNA, però non è ancora nota. Gli esiti dei test genetici erano attesi per marzo, ma ovviamente in vista dell'uscita del film è stato mantenuto il massimo riserbo e non sono trapelate anticipazioni, se non l'affermazione che la creatura di Atacama è di "ignota classificazione". Bisognerà attendere il 22 aprile, insomma, per scoprire se siamo di fronte alla scoperta più sconvolgente della storia o solo all'ennesima bufala.
SABRINA PIERAGOSTINI
Stop all’embargo sulle notizie relative alla questione aliena. Massima divulgazione tra l’opinione pubblica di tutte le informazioni concernenti l’esistenza di altre Intelligenze in contatto con
noi. Sono gli obiettivi del “Citizen Hearing on Disclosure”, promosso dall’attivista politico Stephen Bassett, che si terrà dal 29 aprile al 3 maggio a Washington, presso il National Press Club.
Un evento per molti versi storico.
Nella sede del club privato di giornalisti e professionisti della comunicazione, nel cuore della capitale statunitense, per cinque giorni una quarantina di ricercatori ed esperti del settore
saranno chiamati a portare le loro conoscenze in materia Ufo e a spiegare il frutto delle loro indagini, a volte durate decenni. Tra gli invitati, ci sarà anche il decano dell’ufologia italiana,
il sociologo Roberto Pinotti. E i relatori parleranno davanti ad un pubblico autorevole, visto che la commissione è composta da senatori e deputati degli Stati Uniti.
L’audizione cercherà di realizzare quello che negli ultimi 45 anni non è riuscito a fare il Congresso, ovvero appurare i fatti riguardo la questione più importante per l’umanità: capire se siamo
davvero soli nell’universo, cosa di cui gli studiosi chiamati a dare la loro consulenza dubitano ormai da tempo. “Se il Congresso non si assume questo compito, lo farà il popolo“, è infatti il
motto del Citizen Hearing on Disclosure.
Le 30 ore di dibattito saranno trasmesse in streaming in tutto il mondo in varie lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo, hindi, giapponese e mandarino. Diventeranno poi il nucleo centrale di
un documentario in preparazione dal titolo “Truth Embargo” (“L’embargo della verità”) con la partecipazione di alcune delle voci più note ed apprezzate della ricerca alternativa. D’altra
parte proprio gli Stati Uniti, tra le poche nazioni al mondo a non aver ancora aperto gli archivi segreti sugli Ufo, sono stati teatro di alcuni degli eventi più clamorosi.
A partire dal rinomato crash di Roswell, nel lontano 1947, spacciato dalle fonti ufficiali come lo schianto di un banale pallone meteorologico. Versione più volte sconfessata dall’ex
astronauta dell’Apollo 14, Edgar Mitchell, da sempre molto critico sul “cover up” condotto dal Governo americano su quella famigerata vicenda e in merito alla quale, ha detto, ”è ora
di dire verità sulla presenza in mezzo a noi degli Alieni”.
Opinione condivisa dal collega Eugene Cernan, il penultimo uomo ad aver camminato sulla Luna. “Mi hanno fatto domande sugli Ufo e ho risposto pubblicamente che ritengo che esistano altre
civiltà“, il suo commento.
Ma a mostrare aperture sempre più sorprendenti su questi argomenti fino a poco tempo fa negati e ridicolizzati dalle autorità sono ormai anche ufficiali dell’esercito ed esponenti del mondo
politico, come John Podesta, che fu Capo di Gabinetto dell’amministrazione Clinton dal 1998 al 2001. “È arrivato il momento di aprire il libro delle questioni rimaste finora nell’oscurità, quelle
delle investigazioni governative sugli Ufo. Dobbiamo farlo, perchè il popolo americano è in grado di affrontare la verità. E dobbiamo farlo perchè ce lo impone la legge.”
Una verità scomoda, ammessa anche dall’ex ministro degli Esteri canadese, Paul Hellyer, con questa frase semplice e sconvolgente:”Gli Ufo sono reali quanto gli aerei che volano sopra le nostre
teste”. E che dire della dichiarazione di Lord Hugh Dowding, alto generale dell’aeronautica militare britannica, che osò affermare: “Certo che gli Ufo sono reali e che vengono da altri
pianeti. Il gran numero di prove sulla loro esistenza è schiacciante e io accetto il fatto che esistano.”
Gli fece eco, qualche anno dopo, l’ammiraglio Peter John Hill Norton, che rivestì il ruolo di comandante della Difesa di Sua Maestà. “C’è una seria possibilità che siamo stati visitati da
gente proveniente dalla spazio. Ci conviene scoprire chi sono, da dove arrivano e cosa vogliono.” Forse i Governi lo sanno già. Ed é ora che lo sappiano anche i cittadini.
SABRINA PIERAGOSTINI
Triangolari o sferici, neri o metallici, palle di fuoco o dischi volanti: di tutto un po’.
E soprattutto, tantissimi: mai così numerosi . Il 2012 è stato un anno da record per gli avvistamenti Ufo in Canada: le segnalazioni dei comuni cittadini convinti di aver visto qualcosa di strano
passare sopra le loro teste sono state infatti 1981, quasi il doppio rispetto al 2008 che già aveva fatto registrare il picco con 1004 casi.
I dati sono stati resi noti da Chris Rutkowski, che dal 1989 raccoglie, studia e spesso verifica di persona i rapporti relativi agli oggetti volanti non identificati e li pubblica nel “Canadian
Ufo Survay”. Visto che- ufficialmente- ormai il Governo di Ottawa ha rinunciato ad investigare sull’argomento, quasi tutte le segnalazioni provengono da organizzazioni private.
“Ecco forse perchè sono così aumentate: è più facile riferirle online, in forma anonima, senza timore di essere giudicati o di avere ripercussioni” dice il ricercatore.
Uno dei casi più singolari del 2012 si è verificato proprio a Capodanno, verso le 21.30, a Cornwall, sull’isola del Principe Edoardo. Due testimoni dissero di aver visto un velivolo completamente
nero di forma triangolare, con luci rosa sulle punte, sorvolare la città lentamente e senza produrre alcun rumore. Quando fu perpendicolare sopra le loro teste, la parte inferiore dell’oggetto
apparve loro come una grande sfera accecante di color bianco.
Percorse una traiettoria arcuata, poi invertì la rotta e si dileguò sparendo tra le cime degli alberi. Il tutto sarebbe durato 5 minuti.
Lo scorso maggio, a Courtney (nella British Columbia) sarebbe invece apparso sul mare un grande oggetto squadrato, con luci multicolor, simile a “un enorme cartello luminoso fluttuante nel
cielo”. Anche in questo caso, l’Ufo sarebbe sparito rapidamente dopo aver compiuto una virata. Due mesi più tardi, il 7 luglio, un uomo residente a Saint John ( nello stato del New Brunswick)
riferì che un “neon verde di forma esagonale” gli era spuntato a pochi metri, rimanendo sospeso per alcuni minuti, prima di dividersi in due parti per poi ricomporsi e scomparire.
Ad agosto, poi, quattro persone a Shoal Harbour (nel territorio Terranova e Labrador) videro un oggetto di forma discoidale e di color arancione volare da ovest ad est nel cielo, fermandosi
all’improvviso e restando immobile per 10 secondi a mezz’aria.
Poi lo strano velivolo sarebbe ripartito sparendo alla loro vista. In tre, invece, nel Quebec, a novembre videro un Ufo piroettare sopra un campo: uno di loro lo riprese con suo smartphone.
Ma il caso che Rutkowski giudica più interessante è avvenuto all’inizio di quest’anno ed ha avuto come testimone oculare un bimbo di 10 anni in Nova Scotia. Adam Canning quel giorno era con un
amichetto, quando ha notato qualcosa di strano in cielo.
“Ho sentito un rumore tipo bip-bip, sapevo che arrivava dall’alto.
Ho guardato in sù e ho visto quella grossa cosa. Grande, tonda, come un hotel o qualcosa del genere. Ho pensato: deve essere un Ufo. A volte degli elicotteri volano sopra la mia casa, ma
questo era molto più grosso, non poteva essere un elicottero.”
Il ragazzino ha anche disegnato l’oggetto, che ha descritto nel dettaglio.
“C’era una piccola parte che sporgeva davanti, come una pistola, e poi sotto ne spuntavano altre due, come delle gambe. Tutto attorno c’erano delle lucine mentre sulla sommità la luce era una e grande”. ”Mio figlio dice la verità”, assicura la mamma.
E anche l’ufologo canadese crede al racconto di Adam e annovera questo avvistamento tra quelli inspiegabili.
“Solo il 7,5% dei casi del 2012 risulta davvero incomprensibile.
Però, stranamente, solo il 15 % è stato perfettamente spiegato: ciò dimostra che bisogna approfondire le indagini.
C’è molto da lavorare prima di poter archiviare questo tipo di segnalazioni”, afferma l’ufologo che conclude:”Cosa produce questo fenomeno? Perchè la gente vede gli Ufo?
Sono queste domande ad avermi spinto a studiare la materia: forse esistono delle informazioni importanti che dobbiamo ancora scovare.”
SABRINA PIERAGOSTINI
Ricopiare un DNA alieno per riprodurre in laboratorio una creatura di altri mondi.
Non è la trama dell’ultimo film di fantascienza di Riddley Scott, ma il progetto del genetista J. Craig Venter, uno degli scienziati che ha mappato il genoma umano: presto, dice, saremo in grado di duplicare forme di vita extraterrestri.
Come? Semplice: con un software e una stampante in 3D…
Con questo metodo, dice il ricercatore, si potranno disegnare ogni tipo di cellula e anche interi organismi. Le prime ricadute di questa straordinaria tecnologia saranno di grande utilità:
potremmo produrre biocarburanti, combattere il riscaldamento globale, sviluppare nuove terapie mediche, come Venter spiega nel suo ultimo libro “Life at the Speed of Light: From the Double Helix
to the Dawn of Digital Life” (“Vita alla velocità della luce: dalla doppia elica all’alba della vita digitale“).
Nel libro, da poco uscito sul mercato anglosassone, affronta l’annosa questione: cosa è la vita? Per il genetista, può essere ridotta a “proteine robot” e a “macchine DNA”, ma crede anche che il
futuro ci riservi molte, straordinarie opportunità per creare, da zero, nuovi organismi viventi.
Lo scienziato è un pioniere in questo settore: è stato il primo a creare una forma di vita sintetica nel 2010, denominata “Mycoplasma Laboratorium”, per la quale ha chiesto il brevetto.
L’obiettivo è stato raggiunto inserendo il genoma di un microbo, modificato in laboratorio, nella cellula di un batterio che si è poi riprodotto: il primo organismo creato direttamente dall’Uomo.
Ora Venter è a capo dell’istituto che porta il suo nome e che continua le ricerche sulla biologia sintetica.
“Ormai gli scienziati sono in grado di manipolare e modificare il DNA aggiungendo determinate caratteristiche per creare dei microbi su misura”, ha affermato lo studioso.
A suo avviso, siamo insomma all’inizio di una “rivoluzione genetica” che permetterà all’umanità di modificare a proprio vantaggio tutte le forme viventi presenti sulla Terra, dal grano in grado
di resistere alla siccità e alle malattie, agli organismi artificiali capaci di produrre farmaci. Non solo: le cellule sintetiche potrebbero essere usate anche per potenziare l’intelligenza o
allungare la durata della nostra esistenza.
Gli scienziati giocano dunque a fare Dio? Quali implicazioni morali comporta cambiare, trasformare o addirittura creare dal nulla la vita? A quali pericoli concreti ci può esporre? Preoccupazioni
delle quali Venter non si preoccupa, scrive nel libro. Anzi.
“La mia paura più grande non è l’abuso della tecnologia, ma il suo mancato utilizzo”.
Ecco perchè il ricercatore guarda in avanti e prospetta scenari futuristici: entro tempi brevi, dice, saremo pronti anche a riprodurre in laboratorio forme di vita che non esistono qui, sul
nostro pianeta, ma che si sono sviluppate su altri mondi.
“Sono fiducioso del fatto che una volta c’era la vita su Marte e forse potrebbe esistere ancora. Non è lontano il giorno nel quale potremo spedire su un altro pianeta una sonda robotica capace di
leggere la sequenza del DNA di un qualche microbo.
Se poi riusciamo a trasmetterla sulla Terra (alla velocità della luce, come recita il titolo del libro) saremo in grado di ricostruire quei genomi“, sostiene J. Craig Venter.
La versione sintetica di un DNA scoperto ad esempio su Marte potrebbe permetterci di ricreare, qui, sul nostro pianeta, la vita marziana.
L’eventuale microorganismo alieno verrebbe prima disegnato sul computer e digitalizzato, venendo così tradotto, con un particolare software, in una serie di dati da inviare ad una stampante
biologica in 3D che provvederebbe a realizzarlo. Una prospettiva strabiliante, che presenta però anche il rovescio della medaglia: con la stessa tecnologia, anche delle creature aliene altamente
evolute potrebbero ricavare le sequenze del nostro DNA per riprodurre in modo sintetico degli esseri umani sui loro pianeti. Ma questa è fantascienza… Oppure no?
SABRINA PIERAGOSTINI