Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre, dopo Mercurio, Venere e la Terra.
Viene inoltre chiamato il Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono. Il pianeta, pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra -140 °C e 20 °C) è tra i pianeti del sistema solare, quello più simile alla Terra: infatti, nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna (il diametro è circa la metà di quello della Terra e la massa poco più di un decimo), presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri; inoltre, la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera.
Tuttavia, la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (attività geologica, atmosferica e idrosferica in primis) in grado di modellare le strutture tettoniche; inoltre, la bassissima densità dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte dei meteoriti, che quindi, raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra. Fra le formazioni geologiche più notevoli di Marte, si segnalano l'Olympus Mons, il vulcano più grande del sistema solare (alto 27 km) e la Valles Marineris, un lungo canyon più esteso di quelli terrestri; nel giugno 2008 la rivista Nature ha esposto le prove di un enorme cratere sull'emisfero boreale circa quattro volte più grande del cratere chiamato il Bacino Polo Sud-Aitken.
Marte all'osservazione presenta delle variazioni di colore, imputate inizialmente alla presenza di vegetazione stagionale, che al variare dei periodi dell'anno cambiava di colore.
Tuttavia, le osservazioni spettroscopiche dell'atmosfera avevano da tempo fatto abbandonare l'ipotesi che vi potessero essere mari, canali e fiumi, oppure, un'atmosfera sufficientemente densa. Il
colpo di grazia a questa ipotesi, fu dato dalla missione Mariner 4 nel 1965, che mostrò un pianeta desertico e arido, caratterizzato da periodiche ma particolarmente violente tempeste di sabbia.
La speranza che Marte possa accogliere la vita è tuttavia stata ripresa in considerazione da quando il modulo Phoenix Mars Lander ha scoperto acqua sotto forma di ghiaccio, il 31 luglio
2008.
Attualmente sono tre i satelliti artificiali funzionanti che orbitano attorno a Marte: il Mars Odyssey, il Mars Express e il Mars Reconnaissance Orbiter.
Il modulo Phoenix ha recentemente concluso la sua missione di studio della geologia marziana e ha fornito le prove dell'esistenza di acqua allo stato liquido in passato su ampie zone della
superficie. Inoltre, ha suggerito che sulla superficie possano essersi verificati nell'ultimo decennio dei flussi d'acqua simili a geyser.
Osservazioni da parte del Mars Global Surveyor manifestano una contrazione della calotta di ghiaccio al polo sud. Attorno a Marte orbitano due satelliti naturali, Phobos e Deimos, di piccole
dimensioni e dalla forma irregolare, probabilmente due asteroidi catturati dal suo campo gravitazionale. Marte ha anche alcuni asteroidi troiani, tra cui 5261 Eureka.
Marte prende il nome dall'omonima divinità della mitologia romana; il simbolo astronomico del pianeta è la rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia del Dio.
❖ Osservazione da Terra
Ad occhio nudo, Marte solitamente appare di un marcato colore giallo, arancione o rossastro e per luminosità è il più variabile tra tutti i pianeti visibile dalla Terra nel corso della sua
orbita. La sua magnitudine apparente infatti passa da +1,8 alla congiunzione fino a -2,9 all'opposizione perielica (fenomeno che si verifica ogni 2 anni circa e quindi rende il pianeta difficile
da osservare).
A causa dell'eccentricità orbitale la sua distanza relativa varia ad ogni opposizione determinando piccole e grandi opposizioni, con un diametro apparente da 3,5 a 25,1 secondi d'arco. Il punto in cui Marte è più vicino alla Terra è definito opposizione, mentre, il periodo che intercorre tra 2 opposizioni o periodo di rivoluzione è di 780 giorni.
All'opposizione, Marte dista dalla Terra 78,39 milioni di Km e presentando un diametro apparente di 17,9 secondi d'arco e una magnitudine apparente di -2,0.
A causa dell'eccentricità delle due orbite, i momenti di opposizione possono variare anche di 8,5 giorni e la distanza tra i pianeti può passare da un minimo di 55,7 milioni di Km ad un massimo di 401,3 milioni di Km. L'avvicinarsi di Marte all'opposizione, comporta l'inizio di un periodo di moto retrogrado, per cui, dalla Terra, sembrerà muoversi in direzione opposta alla sua orbita, formando un "loop" se si considera la volta celeste sullo sfondo come riferimento.
Il 27 Agosto 2003 alle 9:51:13 UT, Marte si è trovato vicino alla Terra come mai in quasi 60.000 anni: 55.758.006 km (o 0,372 719 AU).
Ciò fu possibile perché Marte si trovava ad un giorno dall'opposizione e circa a 3 giorni dal suo perielio, cosa che lo rese particolarmente visibile da Terra.
Tuttavia questo avvicinamento è solo di poco inferiore ad altri.
Infatti, per esempio, il 22 Agosto 1924 la distanza minima fu di 0,372 846 AU e si prevede che il 24 Agosto 2208 sarà di 0,372 79 AU. Il massimo avvicinamento di questo millennio avverrà invece l'8 Settembre 2729 quando Marte di troverà esattamente a 0,372 004 AU dalla Terra.
❖ Parametri orbitali
Marte orbita attorno al Sole ad una distanza media di circa 228 milioni di chilometri (1,52 unità astronomiche) e il suo periodo di rivoluzione è di circa 687 giorni o 1 anno, 320 giorni e 18,2
ore terrestri. Il giorno solare di Marte (il Sol) è poco più lungo del nostro: 24 ore, 39 minuti e 35,244 secondi. L'inclinazione assiale marziana è di 25º e 19' che risulta simile a quella della
Terra. Per questo motivo le stagioni si assomigliano, eccezion fatta, per la durata doppia su Marte. Inoltre il piano dell'orbita, si discosta di circa 1,85º da quello dell'eclittica.
Marte ha superato il suo perielio l'ultima volta nel giugno 2007 e il suo afelio nel maggio 2008. L'ultimo periastro si è verificato nell'aprile 2009.
A causa della discreta eccentricità della sua orbita, pari a 0,09341233, la sua distanza dalla Terra all'opposizione può oscillare fra circa 100 e circa 56 milioni di Km.
Solo Mercurio ha un'eccentricità superiore nel Sistema Solare.
Tuttavia, in passato, Marte seguiva un'orbita molto più circolare: circa 1,35 milioni di anni fa la sua eccentricità era equivalente a 0,002 che è molto inferiore a quella terrestre attuale.
Marte ha un ciclo di eccentricità di 96.000 anni terrestri paragonati ai 100.000 della Terra.
Negli ultimi 35 000 anni l'orbita marziana è diventata sempre più eccentrica a causa delle influenze gravitazionali degli altri pianeti e il punto di maggior vicinanza tra Terra e Marte
continuerà e diminuire nei prossimi 25.000 anni. Marte infine ha una massa pari ad appena l'11% di quella terrestre; il suo raggio equatoriale misura 3392,8 km.
❖ Atmosfera
La magnetosfera di Marte è assente a livello globale e, in seguito alle rilevazioni del magnetometro MAG/ER del Mars Global Surveyor, considerando che è stata constatata l'assenza di magnetismo
sopra i crateri Argyre e Hellas Planitia, si presume sia scomparsa da circa 4 miliardi di anni e quindi, i venti solari colpiscono direttamente la sua ionosfera.
Questo, mantiene l'atmosfera del pianeta piuttosto sottile per via della continua asportazione di atomi dalla parte più esterna della stessa. A riprova di questo fatto sia il Mars Global Surveyor
che il Mars Express hanno individuato queste particelle atmosferiche ionizzate allontanarsi dietro il pianeta. La pressione atmosferica media è di 700 Pa ma varia da un minimo di 30 Pa
sull'Olympus Mons a oltre 1155 Pa nella depressione di Hellas Planitia. Per un paragone, Marte ha una pressione atmosferica pari a 1% rispetto alla Terra.
L'atmosfera marziana si compone principalmente di anidride carbonica (95%), azoto (2,7%), argon (1,6%), vapore acqueo, ossigeno e monossido di carbonio.
È stato definitivamente provato che è presente anche metano nell'atmosfera marziana e in certe zone anche in grandi quantità; la concentrazione media si aggirerebbe comunque sulle 10 ppb per
unità di volume. Dato che il metano è un gas instabile, che viene scomposto dalla radiazione ultravioletta solitamente in un periodo di 340 anni nelle condizioni atmosferiche marziane, la sua
presenza indica l'esistenza di una fonte relativamente recente del gas.
Tra le possibili cause, troviamo attività vulcanica, l'impatto di una cometa e la presenza di forme di vita microbiche generanti metano. Un'altra possibile causa, potrebbe essere un processo non
biologico dovuto alle proprietà della serpentinite, di interagire con acqua, anidride carbonica e l'olivina, un minerale comune sul suolo di Marte.
Durante l'inverno, l'abbassamento della temperatura provoca il condensamento del 25-30% dell'atmosfera, che forma spessi strati di ghiaccio d'acqua o di anidride carbonica solida, ghiaccio secco.
Con l'estate, il ghiaccio sublima, causando grandi sbalzi di pressione e conseguenti tempeste con venti che raggiungono i 400 km/h. Questi fenomeni stagionali, trasportano grandi quantità di
polveri e vapore d'acqua che generano grandi cirri. Queste nuvole vennero fotografate dal rover Opportunity nel 2004.
❖ Clima
Tra tutti i pianeti del Sistema Solare, Marte è quello con il clima più simile a quello terrestre per via dell'inclinazione del suo asse di rotazione. Le stagioni tuttavia, durano circa il
doppio, dato che la distanza dal Sole lo porta ad avere una rivoluzione di poco meno di 2 anni.
Le temperature variano dai -140 °C degli inverni polari a 20 °C dell'estate.
La forte escursione termica è dovuta anche al fatto che Marte ha un'atmosfera sottile (e quindi una bassa pressione atmosferica) e una bassa capacità di trattenere il calore del suolo. Una differenza interessante rispetto al clima terrestre è dovuta alla sua orbita molto eccentrica. Infatti Marte è prossimo al periastro quando è estate nell'emisfero meridionale (e l'inverno in quello settentrionale) e vicino all'afastro nella situazione opposta.
La conseguenza è un clima con una maggiore escursione termica nell'emisfero sud rispetto a quello nord che è costantemente più freddo. Infatti le temperature estive dell'emisfero meridionale possono essere fino a 30 °C più calde di quelle di un'equivalente estate in quello nord. Rilevanti, sono anche le tempeste di sabbia, che possono estendersi su una piccola zona così come sull'intero pianeta. Solitamente si verificano quando Marte si trova prossimo al Sole ed è stato dimostrato che aumentano la temperatura atmosferica del pianeta, per una sorta di effetto serra. Entrambe le calotte polari sono composte principalmente da ghiaccio ricoperto da uno strato di circa un metro di anidride carbonica solida (ghiaccio secco) al polo nord, mentre lo stesso strato raggiunge gli 8 metri in quello sud, la sovrapposizione del ghiaccio secco sopra a quello d'acqua è dovuto al fatto che questo ultimo condensa a temperature molto più basse e quindi successivamente a quello d'acqua in epoca di raffreddamento.
Entrambi i poli presentano dei disegni a spirale causati dall'interazione tra il calore solare disomogeneo e la sublimazione e condensazione del ghiaccio.
Le loro dimensioni variano inoltre a seconda della stagione.
❖ Geografia
La topografia di Marte presenta una dicotomia netta tra i 2 emisferi: a nord dell'equatore si trovano enormi pianure coperte da colate laviche, mentre a sud, la superficie è segnata da grandi
altipiani segnati da migliaia di crateri. Una teoria proposta nel 1980 e avvalorata da prove scientifiche nel 2008, giustifica questa situazione attribuendone l'origine ad una collisione del
pianeta con un oggetto con dimensioni stimate tra 1/10 e 2/3 quelle della Luna, avvenuta circa 4 miliardi di anni fa. Se tale teoria venisse confermata, l'emisfero boreale marziano, che ricopre
circa il 40% del pianeta, diventerebbe il sito d'impatto più vasto del Sistema Solare con 10.600 km di lunghezza e 8.500 km di larghezza, strappando il primato al Bacino Polo Sud-Aitken. La
superficie di Marte non pare movimentata dall'energia che caratterizza quella terrestre. In sostanza, Marte non ha una crosta suddivisa in placche e quindi, la tettonica a zolle del modello
terrestre risulta inapplicabile a tale pianeta.
L'attività vulcanica è stata molto intensa, come testimonia la presenza di imponenti vulcani.
Il maggiore di essi è l'Olympus Mons, che, con una base di 600 km e un'elevazione pari a circa 24 km rispetto alle pianure circostanti è il maggior vulcano del sistema solare.
Esso è molto simile ai vulcani a scudo delle isole Hawaii, originatisi dall'emissione per lunghissimi tempi di lava molto fluida. Uno dei motivi per i quali tali giganteschi edifici vulcanici sono presenti è che, per l'appunto, la crosta marziana è priva della mobilità delle placche tettoniche. Questo significa che i "punti caldi" da cui sale in superficie il magma battono sempre le stesse zone del pianeta, senza spostamenti nel corso di milioni di anni di attività. La ridotta forza di gravità ha certamente agevolato la lava, che su Marte ha un peso di poco superiore a quello dell'acqua sulla Terra. Questo rende possibile una più facile risalita dal sottosuolo e una più ampia e massiva diffusione sulla superficie.
Un gigantesco canyon, lungo 5.000 km, largo 500 km e profondo 5 – 6 km attraversa il pianeta all'altezza dell'equatore e prende il nome di Valles Marineris, ed è l'unica struttura vagamente simile a quelle osservate nel XIX secolo e considerate poi uno dei più grandi sbagli della moderna astronomia. La sua presenza costituisce un vero e proprio sfregio sulla superficie marziana, e data la sua enorme struttura, non è chiaro cosa possa averla prodotta: certamente non l'erosione data da agenti atmosferici o acqua.
La struttura di questo canyon è tale da far sembrare minuscolo il Grand Canyon americano. L'equivalente terrestre sarebbe un canyon che partendo da Londra arriverebbe a Città del Capo, con profondità dell'ordine dei 10 km. Questo consente di capire come tale canyon abbia una considerevole importanza per la struttura di Marte e come esso non sia classificabile con casi noti sulla Terra. Un altro importante canyon è la Ma'adim Vallis (dal termine ebraico che indica appunto Marte).
La sua lunghezza è di 700 km, la larghezza 20 km e raggiunge in alcuni punti una profondità di 2 km. Durante l'epoca Noachiana la Ma'adim Vallis appariva come un enorme bacino di drenaggio di
circa 3 milioni di Km quadrati.
Marte presenta inoltre approssimativamente 43.000 crateri d'impatto con un diametro superiore a 5 km. Il maggiore tra questi risulta essere il Bacino Hellas, una struttura con albedo chiara
visibile anche da Terra. Marte, per le sue dimensioni, ha una probabilità inferiore della Terra di entrare in collisione con un oggetto esterno.
Tuttavia, il pianeta si trova più prossimo alla cintura degli asteroidi ed esiste la possibilità che entri addirittura in contatto con oggetti intrappolati nell'orbita gioviana.
Ad ogni modo, l'atmosfera marziana fornisce una protezione dai corpi più piccoli: paragonata a quella lunare, la superficie di Marte è meno craterizzata.
Il Thermal Emission Imaging System (THEMIS) montato sul Mars Odyssey ha rilevato 7 possibili ingressi di caverne sui fianchi del vulcano Arsia Mons.
Ogni caverna porta il nome delle persone amate degli scopritori. Le dimensioni di questi ingressi vanno dai 100 ai 252 m in larghezza e si ritiene che la loro profondità possa essere compresa tra
i 73 e i 96 m. A parte la caverna "Dena", tutte le caverne non lasciano penetrare la luce rendendo impossibile stabilirne le esatte dimensioni interne.
Il 19 febbraio 2008 il Mars Reconnaissance Orbiter ha immortalato un importante fenomeno geologico. Le immagini infatti hanno ripreso una frana spettacolare che si ritiene composta da ghiaccio
frantumato, polvere e grandi blocchi di roccia che si sono distaccati da una scogliera alta circa 700 metri. Prove di tale valanga si sono riscontrate anche attraverso le nubi di polvere appunto
sopra le stesse scogliere.
❖ Geologia
La crosta, il mantello e il nucleo di Marte si formarono entro circa 50 milioni di anni dalla nascita del Sistema Solare e rimasero attivi per il primo miliardo.
Il mantello fu la regione rocciosa interna che trasferiva il calore generato durante l'accrescimento e formazione del nucleo. Si ritiene che la crosta sia stata creata dalla fusione della parte
superiore del mantello mutando nel corso del tempo a causa di impatti con oggetti estranei, vulcanismo, movimenti successivi del mantello stesso ed erosione.
Grazie alle osservazioni della sua orbita attraverso lo spettrometro TES del Mars Global Surveyor e l'analisi dei meteoriti è possibile sapere che Marte ha una superficie ricca di basalto. Alcune
zone però, mostrano quantità predominanti di silicio che potrebbe essere simile all'andesite sulla Terra. Gran parte della superficie è coperta da ossido ferrico che gli conferisce il suo
peculiare colore rosso intenso.
La crosta ha uno spessore medio di 50 km con un picco di 125 km.
Per fare un confronto con quella terrestre, che ha uno spessore di circa 40 km, si potrebbe dire che la crosta marziana è tre volte più spessa, considerando le dimensioni doppie del nostro pianeta. Il mantello, più denso di quello terrestre (di circa 2,35 volte), è composto soprattutto da silicati e benché sia attualmente inattivo è all'origine di tutte le testimonianze di fenomeni tettonici e vulcanici sul pianeta. Attualmente è stato possibile identificare la composizione del mantello fino ad una pressione di 23,5 GPa e il modello di Dreibus e Wänke indica che la sua composizione include olivina, clinopirosseno, ortopirosseno e granato. Il nucleo di Marte è composto principalmente da ferro con il 14-17% di solfuro di ferro e si estende per un raggio di circa 1.480 km. Molto probabilmente il nucleo non è liquido, ma allo stato viscoso; di conseguenza, Marte non presenta un campo magnetico apprezzabile (massimo 5 nT, nanotesla) né attività geologica di rilievo.
Questo comporta la mancanza di protezione del suolo del pianeta dall'attività di particelle cosmiche ad alta energia; tuttavia la maggiore distanza dal Sole rende meno violente le conseguenze
della sua attività. Anche se Marte non dispone di un campo magnetico intrinseco, è possibile provare che parti della sua crosta siano state magnetiche e che si sia avuta una polarità alternata
attorno ai suoi due poli. Una teoria, pubblicata nel 1999 e rivista nel 2005 assieme alle ricerche del Mars Global Surveyor, deduce dal paleomagnetismo marziano che fino a circa 4 miliardi di
anni fa esistevano movimenti tettonici su Marte e la loro scomparsa è la causa di una magnetosfera quasi inesistente.
La storia geologica di Marte è stata divisa in 3 ere.
A tale scopo si è ricorso all'analisi della densità dei crateri d'impatto presenti sulla sua superficie, allo studio dei meteoriti marziani rinvenuti sulla Terra e dei flussi lavici superficiali:
❖ Satelliti naturali
Marte possiede due satelliti naturali: Phobos e Deimos.
Entrambi i satelliti vennero scoperti da Asaph Hall nel 1877.
I loro nomi, Paura e Terrore, richiamano la mitologia greca, secondo la quale, Phobos e Deimos accompagnavano il padre Ares, Marte per i Romani, in battaglia.
Non è ancora chiaro come e se Marte abbia catturato le sue lune. Entrambe hanno un'orbita circolare, prossima all'equatore, cosa piuttosto rara per dei corpi catturati.
Tuttavia la loro composizione suggerisce proprio che entrambe siano oggetti simili ad asteroidi. Phobos è la maggiore delle due lune misurando 26,6 km nel suo punto più largo.
Si presenta come un oggetto roccioso dalla forma irregolare, segnata da numerosi crateri tra cui spicca per dimensioni quello di Stickney che copre quasi metà della larghezza complessiva di Phobos. La superficie del satellite è ricoperta da regolite che riflette solo il 6 % della luce solare che lo investe. La sua densità media molto bassa, inoltre ricorda la struttura dei meteoriti di condrite carbonacea e suggerisce che la luna sia stata catturata dal campo gravitazionale di Marte. La sua orbita attorno al Pianeta rosso dura 7 ore e 39 minuti, è circolare e si discosta di 1º dal piano equatoriale; tuttavia, essendo piuttosto instabile, può far pensare che comunque la cattura sia stata relativamente recente.
Phobos ha un periodo orbitale più breve del periodo di rotazione di Marte sorgendo così da ovest e tramontando a est in sole 11 ore. L'asse più lungo del satellite inoltre punta sempre verso il pianeta madre mostrandogli così, come la Luna terrestre, solo una faccia.
Poiché si trova sotto l'altitudine sincrona, Phobos è destinato, in un periodo di tempo stimato in 50 milioni di anni, ad avvicinarsi sempre più al pianeta fino ad oltrepassare il limite di Roche
e disintegrarsi per effetto delle intense forze mareali.
Deimos invece è la luna più esterna e piccola essendo di 15 km nella sua sezione più lunga. Essa presenta una forma approssimativamente ellittica e, a dispetto della sua modesta forza di gravità,
trattiene un significativo strato di regolite sulla sua superficie, che ne ricopre parzialmente i crateri facendola apparire più regolare rispetto a Phobos.
Analogamente a quest'ultimo inoltre, Deimos, presenta la stessa composizione della maggior parte degli asteroidi. Deimos si trova appena al di fuori dell'orbita sincrona e sorge a est impiegando però circa 2,7 giorni per tramontare a ovest, nonostante la sua orbita sia di 30 ore e 18 minuti. La sua distanza media da Marte è di 23 459 km.
Come Phobos, mostra sempre la medesima faccia al cielo di Marte essendo il suo asse più lungo sempre rivolto verso di esso. Marte è inoltre l'unico pianeta terrestre sui cui punti Lagrangiani gravitano degli asteroidi troiani. Il primo, 5261 Eureka, fu individuato nel 1990.
Seguirono (101429) o 1998 VF31 , (121514) o 1999 UJ7 e 2007 NS2. Ad eccezione di UJ7 che si trova nel punto troiano L4, tutti gli asteroidi si posizionano in L5.
Le loro magnitudini apparenti vanno da 16,1 a 17,8 mentre il loro semiasse maggiore è di 1,526 UA. Un'osservazione approfondita della sfera di Hill marziana, ad eccezione della zona interna all'orbita di Deimos che è resa invisibile dalla luce riflessa da Marte, può escludere la presenza di altri satelliti che superino una magnitudine apparente di 23,5 che corrisponde ad un raggio di 90 m per un'albedo di 0,07.
Nel corso degli anni, ci sono state una serie di immagini impressionanti che hanno fatto la loro strada verso il pubblico, attraverso i media alternativi, presumibilmente, dimostrando che esiste vita intelligente sul pianeta Marte.
La maggior parte delle foto presentate come prove sono state regolarmente respinte dagli scienziati convenzionali come bufale, artefatti di immagine, o trucchi di luce.
Come potete osservare in questo video dove molte foto di astronomi amatori mostrerebbero Marte un tantino diverso da quello che siamo abituati a vedere.
Joseph P. Skipper, attraverso il suo sito web http://www.marsanomalyresearch.com/, ha fatto un lavoro spettacolare nel postare contenuti di qualità fotografica che dimostrano l'esistenza di vita intelligente su Marte e sia la nostra Luna.
Ma, forse, la foto più convincente che dimostra che c'è vita intelligente sul pianeta rosso è stato pubblicata sul sito di Skipper il 2 ottobre 2011.
Si tratta di una fotografia che è stata trovata su Google Mars.
Essa mostrerebbe una lunga serie di tracce artificiali che corrono lungo la superficie del pianeta lasciate da un qualche tipo di veicolo. La scoperta di Skipper è unica perché non può essere ridimensionato come un errore digitale o un trucco di luce.
Lunghe linee rette di binario, con un veicolo che porta ad un gruppo di edifici, sono difficili da cancellare. Ecco perché questa scoperta è stata completamente ignorata dai media.
Google Mars è un'applicazione gratuita che può essere letta e/o vista da chiunque.
Una persona può semplicemente inserire le coordinate in Google Mars e verificare l'autenticità di questa sorprendente scoperta. Potrebbe essere l'elemento che stavamo aspettando? Troppi elementi sono trapelati dal pianeta rosso, tutti fake e giochi di luce?
O è solo quello che vogliono farci credere? Il mistero resta.
Le coordinate da inserire sono le seguenti: 21°40'50.47" S 42°06'22.29"W
Fonte
Un UFO è stato individuato sulla superficie di Marte, ha affermato un teorico della cospirazione aliena. Scott Waring fece controverse affermazioni su un'anomalia stranamente colorata scoperta con Google Mars. In un video caricato su YouTube ha detto:
"questo è un UFO che si è schiantato contro un cratere su Marte.
Sembra davvero una navicella spaziale con dischi spessi ed è strano che nessuno in Google lo abbia modificato".
In via del tutto precauzionale, salviamo alcuni fotogrammi dal video, così, se il video verrà rimosso rimarrà una traccia.